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Maleficarum (il martello delle streghe) che nella bolla di Innocenzio VIII Summis
desiderantes affectibus.
• Alla fine del Seicento, i soggetti malati e folli vengono reclusi in centri asilari, atti a
proteggerli e separarli dal resto del mondo (Foucault). Sono soprattutto donne
mendicanti, diseredate, prostitute, vedove e delinquenti, con i loro figli. Nel Settecento i
grandi centri di psichiatria tra cui la Salpetriere (in Francia), diretta da Esquirol e
Charcot, accoglievano più di settemila individui. Fu in questo ambiente (Rivoluzione
Francese) che le donne isteriche (folli) vennero separate dalle altre, per una più accurata
osservazione della categoria.
• Ottocento: l'isteria non è più una caratteristica di un ceto basso e disagiato. La donna
isterica diventa quella delle classi agiate, alto borghesi, la quale ha bisogno di una figura
che la ascolti, la visiti, la osservi, nella sua abitazione o negli studi privati. Gli uomini
preferiscono le belle e colte amanti; le mogli, sfigurate dalla nascita dei figli, rimangono a
casa, e si "ammalano". La pazzia è legata al disordine degli umori e viene distinta in
questo periodo, tra follia maschile o NEVRASTENIA e ISTERIA per le donne. Alle
donne è attribuita la malattia perché erano soprattutto loro a riportarne i sintomi. Il
motivo è la difficoltà ad adattarsi alla vita familiare: spesso obbligate ad un matrimonio
combinato con un uomo molto più anziano, da loro non amato, si facevano suore,
digiunavano raggiungendo l'anoressia e quindi la malattia mentale; oppure prigioniere di
un padre possessivo che supera il confine tra protettore e carceriere, traumatizzando così
la donna in questione. L'isteria è vicina alla nevrastenia, ovvero il crollo causato da un
problema di livello sociale, l'uso del corpo per esprimere un disagio di altra natura, ma è
accompagnata dalla teatralità dell'espressione dei sintomi e l'idea di finzione.
• Analisi degli studiosi del tempo a proposito dell'isteria:
⁃ Pinel: è una nevrosi dell'apparato genitale originata dalla deprivazione sessuale. In questa
situazione la donna si ammala e nelle sue crisi si denuda e si offre oscenamente (follia).
Per quanto riguarda la cura Pinel proibisce le torture, sostituendole con la parola.
⁃ Briquet: lo studioso vede come luogo d'origine della malattia la zona cerebrale, non più
quella uterina, opponendosi al binomio sesso-isteria; nelle sue indagini sulle pazienti nota
infatti frequenti casi di isteria tra le prostitute e rari tra donne vergini. Briquet arriva ad
affermare che l'isteria sia legata alla familiarità, all'appartenenza di classe e a malinconia
e tristezza.
⁃ Mesmer, Esquirol e Charcot: si inizia a parlare di istero-epilessia, di predominanza dei
centri inferiori del corpo data dalla sonnolenza dei centri superiori. Grazie alla pratica
dell'ipnosi, il medico è in grado di indurre nella paziente la crisi isterica. Gli studiosi
concludono quindi che l'isteria ha una radice nettamente psichica legata ad un trauma
(non necessariamente di natura sessuale) rimosso, che viene a ripresentarsi di fronte ad un
nuovo trauma simile. Grazie agli studi di Charcot, e del suo "teatro dei nervi", si inizia ad
escludere che la malattia sia esclusivamente femminile, presentando casi di uomini
isterici (sebbene la prevalenza dei casi fosse femminile). Con "il teatro dei nervi" si
accentuò la convinzione che l'attacco isterico fosse pura finzione.
⁃ Sequard: con gli studi precedenti sembrava chiusa l'interpretazione uterocentrica
dell'isteria. Non è così per il medico Sequard, che trova soluzione all'isteria in cure di tipo
cruento e punitivo, con la finalità di purificare dal demone l'isterica. Si parla di
asportazione del clitoride, ovaricectomia, dilatazione cruenta del collo dell'utero, finte
operazioni con suture e anestetici, gavage (isolazione della paziente, vincolo del silenzio,
digiuno seguito dall'iperalimentazione a base di latte, simbolo di purezza), purghe,
salassi, terapia con i bagni (alternare bagni bollenti e gelati, lenzuola bagnate, getti
d'acqua sul viso e rettali, quantità smisurate di acqua da bere), provocazione di febbre
terapeutica, scosse elettriche. Spesso le pazienti "morivano di cure".
⁃ Janet: si allontana dalla sessualità, affermando che l'isteria è data da idee fisse che si
insediano nel corpo e nella mente di un'identità debole, incapace di sintesi delle emozioni
e dei traumi, che durante la crisi si ripresentano. Per la cura è necessario agire sulla
dimensione emozionale e razionale.
⁃ Freud: siamo nell'epoca della Secessione (Klimt dipinge la "nuda veritas",la filosofia,
come una donna completamente nuda, "Al tempo la sua arte, all'arte la sua libertà"), di
Vienna come capitale di storia, scienze e arte, città ideale che accoglie ben undici etnie
diverse, rispettosa di lingue e tradizioni. In realtà la città di Vienna era vista come culla
delle contraddizioni (Bettelheim): da una parte la zona del Ring, la parte sfarzosa e
imperiale, dall'altra il degrado e lo squallore dei sobborghi. Gli imperatori austriaci
Francesco Giuseppe e la principessa Sissi, con il loro erede Rodolfo, erano considerati
emblema di follia (per l'anoressia e le ossessioni di lei, e le vicende suicide-omicide del
figlio), simbolo di decadenza. Con la costruzione del Ringstrass (casa di riparazione)
sulle ceneri di un teatro demolito, si ha la visione simbolica della vita che cresce sulla
morte. Non a caso l'edificio fu la prima casa di Freud. Lo studioso inizia con le analisi
sull'isteria con i testi "Hysterie" (1888) e "Studi di isterie" scritto a quattro mani con il
medico Breuer. All'interno dell'ultimo troviamo lo studio del caso Anna O., pseudonimo
della paziente isterica Berthe Pappenheim, donna colta ed emancipata, la quale alterna
alla sua condizione di normalità, attacchi d'isteria all'interno dei quali smette di parlare,
perde la sensibilità ad un braccio, non riesce a respirare e mangiare. Freud in questo
studio allontana l'isteria dall'utero, ma la ricollega alla sessualità, ai traumi dovuti agli
abusi. Anna O. infatti era stata vittima di un padre possessivo. Questo scaturisce nella
paziente, affidata a Breuer e in seguito a Freud, poiché si era innamorata del primo
sviluppando una gravidanza isterica, un grave senso di colpa che dà il via alla crisi. In
questo periodo le pazienti isteriche erano davvero prese sul serio, non erano considerate
pazze, venivano accolte nello studio medico. Freud aveva sistemato il suo studio con un
criterio ben preciso: divani e cuscini posizionati in modo che la paziente potesse
guardarsi intorno, oggetti archeologici (ricordano il passato) intatti, che scaturiscano
ricordi, ma disordinati, come fossero nell'inconscio; l'intento di Freud era quello di
studiare come le pazienti vedono e interiorizzano la realtà (realtà interna>realtà esterna).
⁃ • Novecento: si ha l'esordio della psichiatria. In questo periodo lo star bene è
considerato raro, poiché i modelli di felicità sono spesso irraggiungibili(modelli di
bellezza e ricchezza). La cura è quella della non-censura del dolore, dei traumi e dei
desideri. È sbagliato voler far vedere solamente il proprio star bene, nascondendo e
scansando il dolore; solo affrontandolo si può curare.
⁃ Mitchell: lo studio dell'isteria fu al centro della riflessione femminista. La studiosa dà una
diversa interpretazione al disturbo: l'isteria non è più legata al conflitto con il padre, ma
allo spodestamento tra pari, cioè il conflitto nell'ambito della fratria, l'invida rancorosa tra
sorelle. L'invidia fra donne è presente anche nella seconda parte del femminismo (anni
80), che vede le donne capaci di emanciparsi disposte ad omologarsi agli uomini, e quindi
traditrici.
⁃ Moebius: il neurologo, esperto in filosofia medica, si scaglia contro il movimento
femminista delle Suffragette, per dimostrare l'inferiorità mentale del genere femminile.
Caratteristiche dell'inferiorità: - minore intelligenza biologica (dovuta anche alla
differente forma del cranio) - mancanza di coraggio, se non nei confronti della prole
(protezione) - mancanza di fantasia e curiosità per nuove scoperte (seguono le mode e
ciò che interessa il marito)
Secondo lo studioso quella delle donne è una deficienza necessaria quella della
donna, la quale non avendo un cervello maschile, è capace di generare figli. Al contrario,
se una donna è colta e studiosa perde la sua fertilità. Il ruolo di una donna secondo
Moebius è quello di trovare un marito che la accudisca; nel corso della vita la donna
attraversa diverse fasi: per pochi anni, quando è VERGINE è bella, focosa, acuta e molto
intelligente, e qui può piacere all'uomo, è in grado di attrarre la figura maschile. Quando
diventa una MOGLIE, in seguito alla nascita dei figli, questa "sfiorisce" e diventa brutta,
affronta un decadimento, è mansueta e ignorante, quindi inutile. Gli anni della
MENOPAUSA sono caratterizzati dall'assenza totale di attività cerebrali, come lo sono
del resto quelle sessuali. La donna appare esteriormente com'è interiormente. Nel caso di
una donna EMANCIPATA, assistiamo ad una metamorfosi, un'avvilente tentativo di
imitare l'uomo. L'UOMO è evoluto fino al termine della sua vita. La donna è considerata
una bestia, che segue l'istinto, sciocca e gaia, per questo attraente. Una figura che inceppa
quasi la vita al marito, un peso, poiché priva di personalità e opinioni.
⁃ Negli anni 70-80, nella zona pugliese del Salentino compare il termine Tarantolismo
vicino alla patologia isterica. È una visione antica e popolare della malattia legata ai riti
pagani: nel mese di giugno, le donne che lavorano alla mietitura, deturpano i doni della
dea della terra, Gea. Per punirle un ragno femmina che si annida nel grano (la taranta), le
punge tra le gambe, inducendole all'attacco isterico (grido iniziale, corpo indurito compie
l'arc de cercle, trance e spasmi). La cura è solidale e popolare: la donna viene portata a
casa, vestita di bianco e adagiata su un lenzuolo bianco; i compaesani portano cibo alla
famiglia (impossibilitata a cucinare, poiché c'è una malata in casa), suonano strumenti
come il violino, le percussioni e i cembali creando un ritmo binario, una musica che
faccia uscire il ragno dal corpo della donna. C'era la credenza che il ragno avesse un
colore definito e una volta scoperto, si adornavano i cembali con quel dato co