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A

Vertice teoretico e premesse indimostrabili

Intenzionalità della coscienza, mondo della

vita come cultura, epistemologia realista

e antipositivista.

B C

Eventi empirici definizione di educazione

Un minore in CPA socializzazione primaria/secondaria

Una bambina sulla giostra ai apprendimento/insegnamento

giardini pubblici acculturazione/inculturazione

D

Definizione di prototipo

Processo di interazione sociale mediato da una visione del

mondo condivisa e da artefatti culturali che produce un qualche tipo di trasmissione

culturale e cambiamento o trasformazione in soggetti umani dotati

di capacità intenzionale

E F

Paradigma per la ricerca empirica Modelli per la prassi educativa

Premesse ontologiche e epistemologiche per Modelli per agire/ prendere decisioni

la ricerca in educazione Concezioni delle professioni educative,

Analisi fenomenologica dei fenomeni educativi l’educatore come attivo interprete della

situazione educativa

In altre parole, l’oggetto D della pedagogia fenomenologica è un prototipo

[ex. bambina ciuccio/giostra]

proposizionale che descrive la struttura elementare che caratterizza gli eventi educativi. In altre parole, il

prototipo di evento educativo D ci consente di individuare quali eventi possono essere considerati occorrenze

di educazione e dunque diventare eventi pertinenti per la ricerca educativa e l’intervento educativo E e F.

Nella costruzione di questo prototipo c’è un margine di arbitrio o per essere precisi di intenzionalità: il

prototipo è, come dire, quel che resta dopo aver depurato i vari eventi dagli aspetti che consideriamo

contingenti o non pertinenti. Quel che resta è un oggetto formale, o uno schema e nella costruzione di

qualsiasi schema il ruolo di chi lo costruisce e di chi lo utilizza come riferimento è centrale. La pedagogia

fenomenologica accoglie dunque la lectio dei filosofici della scienza contemporanei: le verità scientifiche

sono costruzioni tributarie delle circostanze che ne vedono la genesi e la messa in opera, sono provvisorie e

deperibili. E questo non perché possono sempre essere falsificate o invalidate rispetto alle cose stesse ma

perché inerentemente frutto di pratiche sociali e culturali.

Dal tipo di risposta queste questioni puramente o meramente teoretiche dipendono aspetti molto pratici,

concreti e urgenti. Ricolorando il ruolo del soggetto nella costruzione della conoscenza (anche scientifica)

del mondo, la pedagogia fenomenologica individua zone di uscita e dove c’è scelta c’è responsabilità.

Ancora prima di essere responsabili dei nostri modi di agire in educazione, siamo responsabili dei modi con

cui concepiamo l’educazione, delle premesse e delle cornici concettuali a partire dalle quali facciamo ricerca

in educazione, e siamo responsabili della scelta del paradigma fenomenologico come copione per agire in

quanto educatori.

CAPITOLO 6

Fenomenologia dell’educazione: elogio dell’incertezza

Incertezza dell’educazione e insecuritas della pedagogia

La conseguenza più cruciale della fondazione fenomenologica in pedagogia è la costruzione teoretica

dell’educabilità.

Il soggetto pensato come partecipante attivo del processo di costruzione di sé e della conoscenza è la

che esclude l’educazione dal campo di applicazione ogni approccio deterministico e

variabile incontornabile

dunque normativo. Questo modello teoretico fonda l’insecuritas del sapere pedagogico: non c’è alcun modo

per prevedere con certezza l’esito di un’azione educativa anche se essa intende replicare processi già vagliati

o usare strumenti testati dalla ricerca.

All’incertezza dell’educazione risponde quindi l’insecuritas del sapere scientifico sull’educazione. Questo

margine di indeterminatezza è garanzia di educabilità.

Il lavoro di interpretazione e reinterpretazione attiva che ogni soggetto intraprenderebbe in quanto

soggetto intenzionale mette costantemente in discussione l’esito di qualsiasi processo educativo (presente,

l’incertezza

futuro ma anche passato) e apre a nuove e appunto impreviste possibilità. In altre parole,

dell’educazione è croce e delizia di ogni progetto educativo. Essa è, identicamente, il margine di un

fallimento sempre possibile e il margine di una sempre possibile praticabilità.

L’insecuritas della conoscenza pedagogica è la caratterizzazione di un sapere che intende rendere conto di un

fenomeno (l’educazione) sottratto alla pertinenza del paradigma determinista e che riguarda eventi la cui

organizzazione interna è una continua ed emergente realizzazione.

L’insecuritas delle pedagogia: cui prodest?

Non potendo e sempre meno aspirando ad essere predittivo, il sapere pedagogico non potrà essere

normativo. Esso è semmai prospettivo: non traccia un mondo quale è o quale sarebbe se, ma versioni

possibili di esso.

Secondo la pedagogia fenomenologica ogni situazione educativa è un unicum in quanto si assume che essa

dipende dalle condizioni e dal senso che ciascun soggetto in interazione attribuisce a quelle condizioni.

Dunque:

1) La pedagogia offre modelli per pensare i singoli casi, situazioni, eventi e un insieme di categorie per

leggere, interpretare e categorizzare il singolo caso. Non offre pattern di azione o soluzioni standardizzate

rispetto al tipo o classe a cui quell’evento può essere ricondotto. La professionalità specifica del

professionista dell’educazione non sta dunque nell’applicare protocolli di azione standardizzati per tipi di

eventi ma in primissimo luogo nello stabilire quale caso rientra sotto quale regola e quale modello sia

pertinente e applicabile per comprendere questo caso.

2) La pedagogia fenomenologica offre un insieme di domande da porsi per interpretare ciò che accade: le

Sta all’educatore porsi quelle domande e trovare le

risposte stanno nelle situazioni. risposte in modo

contingente e situato. Organizzare poi il proprio lavoro secondo tale definizione, assumere i fatti e i

E dove c’è scelta c’è responsabilità.

dispostivi pratici che da essa derivano è una questione di scelta.

Un sapere scientifico costituito dal lenti di ingrandimento per comprendere i singoli casi, di categorie che

orientano l’interpretazione di quel singolo caso come occorrenza di un certo tipo, di connessioni che aiutano

ad individuare indizi, di domande necessarie a trovare le risposte più che di risposte è invece una risorsa per

chi è impegnato nell’azione educativa e assume di interagire con soggetti dotati di intenzionalità.

Un educatore che lavora all’interno di questo quadro teoretico, dispone di un sapere scientifico flessibile

che, proprio per questo, gli consentirà di leggere gli eventi per come si verificano, di adattarsi alle singole

circostanze, di mettere in dialogo teoria e realtà educativa.

“Tutto è zuppa”: metafore del sapere scientifico

L’adesione ad in qualche teoria dell’educazione o definizione dell’educazione e del

totale e incondizionata

soggetto in educazione, l’attaccamento fideistico ad qualche formula esplicativa, la certezza nell’efficacia di

qualche procedura possono portare l’educatore al pensare e all’agire meccanico, sovrapporre

l’interpretazione, l’interpretato e il caso in questione: si dovrebbe invece dire: ogni interpretazione è sospesa

nell’aria insieme con l’interpretato; quella non può servire da sostegno a questo. Le interpretazioni, da sole,

non determinano il significato. La prospettiva fenomenologica in educazione invita essenzialmente a questo:

costantemente l’idea che l’oggetto eccede sempre il suo concetto e che l’educazione pur

a rimettere a fuoco

non essendo mai attingibile al di fuori di una qualche definizione non coincide con nessuna di esse.

L’educazione non è che la faccia di un prisma, un vertice osservativo parziale e teoreticamente orientato.

L’educazione fenomenologica

L’appello all’unicità del caso, alla problematicità insita in ogni singolo passaggio del processo attraverso cui

considero x come occorrenza di y, l’insistenza sulla responsabilità inerente a queste micro-decisioni che

precedono la messa in atto di qualsiasi procedura educativa o decisione circa il da farsi sono la vera chiave

di volta nell’approccio fenomenologico in educazione. In estrema sintesi dunque, la pedagogia

fenomenologica e la sua definizione costituiscono in primissima istanza un quadro di riferimento

pensare l’educazione.

(framework) per Questo quadro teoretico traccia un profilo ben preciso

dell’educazione fenomenologica e individua le competenze specifiche dell’educatore fenomenologico. Ma…

in che cosa consiste un fare educativo coerente con questo quadro teoretico e con la sua definizione di

educazione? Quali sono le caratteristiche peculiari di una professionalità educativa che si ispira o altrimenti

accetta di lavorare all’interno del paradigma fenomenologico?

Accountability in educazione: la responsabilità epistemologica nella ricerca e nella

prassi educativa intendo l’ineludibile

Per responsabilità epistemologica (ma spesso invisibile) quota di scelta che si insinua

in tutti i passaggi epistemici che punteggiano il pensare e l’agire in educazione sia in qualità di ricercatori

che in qualità di professionisti. Concepire la conoscenza scientifica dell’educazione come una versione di

realtà implica un modo di pensare, attribuire e distribuire responsabilità, agentività e impegno in educazione.

L’accountability in educazione non consiste nell’invocare una presunta oggettività del sapere scientifico,

dalle quali pensiamo l’educazione

consiste nel saper vedere e nel saper dire le premesse a partire e

agiamo in essa. la competenza dell’educatore

In estrema sintesi i primi due tratti che contraddistinguono fenomenologico

sono: responsabilità epistemologica e accountability.

Il primo consiste nella consapevolezza che il quadro teoretico di riferimento con cui ed entro si sceglie di

lavorare non è che una possibilità interpretativa.

Il secondo tratto consiste nella capacità di rendere conto di tale scelta e delle decisioni che ne conseguono.

due competenze ne esistono altre due che sono specifiche dell’educatore

In aggiunta a queste

fenomenologico: si tratta dell’epochè e dell’entropatia pedagogica.

Epochè ed entropatia pedagogica

Di fronte ad una situazione (non necessariamente problematica), di fronte al singolo caso, l’educatore

fenomenologico è chiamato ad attivare un epochè ped

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Publisher
A.A. 2013-2014
37 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher tonia_la di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia delle migrazioni e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Caronia Letizia.