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OO.CC.; dopo tre anni di sperimentazione vengono sancite
dalla legge 517/77. Questa legge, sconvolge il sistema di
valutazione abolendo la pagella e approvando la scheda,
inoltre conferma le classi aperte e l’integrazione scolastica
degli handicappati; definisce anche una programmazione
educativa e didattica per le scuole elementari e medie.
Invece per la scuola materna, questo momento giunge con la
Circolare Ministeriale 261 dell’82. Successivamente
l’Ordinanza Ministeriale 263 e la Circolare Ministeriale 237
del ’93, introducono nella scuola i nuovi strumenti di
valutazione, quali: il giornale dell’insegnante, il registro di
classe, il documento di valutazione (che modifica la scheda
introdotta dalla 517). Ulteriori modifiche il documento di
valutazione le subisce con la C.M. 288/95 emanata dal
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Ministro Lombardi e una con la C.M. 491/96 emanata dal
Ministro Berlinguer. Ancora la progettazione e la
valutazione normativamente le ritroviamo nella Carta dei
Servizi, nel C.C.N.L. del 1998-2001, nella relazione della
del ’97 per un sistema
Commissione Tecnico Scientifica
nazionale di valutazione ed infine nel regolamento
dell’autonomia del 1999. Gli organi preposti
all’elaborazione dei documenti di progettazione e
valutazione sono: il Collegio dei docenti, il Consiglio di
circolo, il Consiglio di interclasse e il Team modulare. Il
P.O.F., cioè il Piano dell’Offerta Formativa, rappresenta il
documento essenziale per la progettazione e la valutazione. I
modelli della programmazione educativa e didattica in
generale si possono dividere in statunitensi, che sono quelli
che partono dagli obiettivi, ed europei, che sono quelli che
partono dall’esame della situazione, cioè dall’analisi dei
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bisogni degli allievi. Più specificatamente abbiamo: la
programmazione curricolari, che anche partendo dall’analisi
della situazione si sviluppa nella determinazione più
specifica degli obiettivi; la Programmazione per sfondo
integratore, che tiene conto soprattutto dello sfondo, cioè
dell’ambiente nel quale si svolge la vita del fanciullo; la
Post-programmazione, trattata dallo studioso Boselli in un
libro dove l’autore sostiene il superamento di ogni schema
rigido e, quindi, afferma l’esigenza della massima
flessibilità. Poi abbiamo altri modelli come la progettazione
per situazioni, la programmazione clinica e quella per
mappe concettuali. Emerge, comunque, l’istanza di una
programmazione educativa e didattica non rigida, ma aperta
e flessibile, sensibile al lavoro per gruppi e al contratto
formativo. Per una corretta programmazione è necessario
procedere in modo rigoroso e preciso: si individuano i
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bisogni emersi dall’analisi della situazione di partenza; si
definiscono gli obiettivi, che favoriscono i bisogni, tenendo
presenti le tassonomie cognitive, affettive e psicomotorie (Il
Bloom articola le tassonomie cognitive su sei livelli disposti
in ordine gerarchico: conoscenza, comprensione,
applicazione, analisi, sintesi e valutazione); poi si procede
alla definizione dei contenuti, alla scelta delle metodologie e
degli strumenti ed infine alla verifica e valutazione. È
opportuno, a questo punto, fare una breve distinzione tra
programmazione educativa e didattica; la prima è
caratterizzata più dagli aspetti generali collegati agli
obiettivi generali formativi e disciplinari; la seconda è
caratterizzata dalla specificità delle situazioni e degli
obiettivi, dai contenuti prescelti e dai metodi adottati. Oggi
si parla molto di valutazione in itinere in quanto si ritiene
poco proficua quella effettuata solo al termine dell’azione
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educativa e didattica. La valutazione, infatti, si attua prima,
durante e dopo l’intervento educativo. Quella iniziale è
definita “valutazione diagnostica”, quella che si attua
durante è la “valutazione formativa”, quella finale è la
“valutazione sommativi”. La valutazione serve a migliorare
gli alunni e non a giudicarli; deve servire soprattutto per
rimuovere le cause che possono portare a discriminazioni.
Una delle forme di valutazione formativa è il Mastery
learning, esso è una strategia educativa che fa in modo che a
tutti gli alunni possano essere date le conoscenze o abilità
fondamentali di un corso di studi. Per l’attuazione del
Mastery learning viene richiesto al docente il massimo
impegno. La valutazione serve alla famiglia, all’allievo e
alla scuola stessa per valutare il suo operato e quindi per
autoregolarsi. Nel passato, la valutazione era svolta con
criteri selettivi e intellettuali, non tenendo conto né delle
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