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FAMILIARE
Che cos'è per noi l'osservazione e a che cosa serve?
- Strumento principale
- Strumento di conoscenza
- Studio delle interazioni
- Curricolo e le competenze
CURRICULUM
Il Curricolo come metafora di un viaggio
Curriculum in latino significa corso, strada ma anche mezzo su cui intraprendere un viaggio. Già nell'etimologia della parola il curricolo ci rivela il suo più originale significato, quello di itinerario, di percorso. Ormai sembrano desuete espressioni come progettazione o programmazione curricolare. Eppure negli anni Settanta e a seguire le ricerche e gli studi sul curricolo sono stati molti e di molto interesse. Tra gli stranieri ricordiamo H. Taba, D. K. Wheeler, P. H. Taylor, R. W. Tyler, P. H. Hirst, D. Lawton. Per quanto riguarda il nostro Paese, il ricercatore che, a mio vedere, più di ogni altro ha studiato il curricolo e lo ha "offerto" alla ricerca educativa e alla scuola è stata Clotilde Pontecorvo.
Detto con forza, quando si parla di curricolo, non si deve intendere solo quello scolastico, ma quello ben più ampio che influisce su ciascun individuo per tutta la vita. L'organismo di un umano, fin dalla nascita, reagisce agli stimoli esterni, li fa propri e apprende, comprende nella misura in cui questi sollecitano le sue reazioni. Pertanto ogni soggetto cresce, si sviluppa e apprende nella misura in cui il suo organismo è investito dagli stimoli che sono lanciati dall'ambiente e dalle persone.
Il curricolo investe i problemi dell'organizzazione delle conoscenze e attraversa vari piani dell'esperienza scolastica: dagli obiettivi cognitivi (teorie dell'apprendimento, strategie dell'istruzione) ai contenuti culturali; dalle metodologie dell'apprendimento alle tecniche di valutazione. Il curricolo non è il programma ministeriale o un elenco di contenuti, ma l'offerta di saperi essenziali e particolari insieme, cioè
validi per tutti, ma allo stesso tempo specifici per ogni bambino/a. Il curricolo ha funzione didattica in quanto si tratta di un itinerario di insegnamenti progettati. FUNZIONE: Il curricolo investe i problemi dell'organizzazione delle conoscenze e attraversa vari piani dell'esperienza scolastica: dagli obiettivi cognitivi (teorie dell'apprendimento, strategie dell'istruzione) ai contenuti culturali; dalle metodologie dell'apprendimento alle tecniche di valutazione. Il curricolo non è il programma ministeriale o un elenco di contenuti, ma l'offerta di saperi essenziali e particolari insieme, cioè validi per tutti, ma allo stesso tempo specifici per ogni bambino/a. Il curricolo ha funzione didattica in quanto si tratta di un itinerario di insegnamenti progettati; ha funzione organizzativa in quanto percorso in ambienti predisposti, in ambienti di apprendimento organizzati, in tempi pensati, attraverso la costruzione di trame di saperi.progettati; infine il curricolo ha un aspetto relazionale in quanto percorso di azioni svolte e realizzate insieme ad altri, non si tratta di un viaggio solitario, ma di un accompagnarsi reciproco.
IL CURRICOLO FRA CASA E SCUOLA= Un ambiente sano e motivato lancia stimoli positivi. Al contrario un ambiente povero e demotivato lancia stimoli negativi. A volte gli stimoli lanciati dalla famiglia e dall'ambiente sostengono e favoriscono gli stimoli lanciati dalla scuola e viceversa. A volte - nel caso di ambienti e famiglie deprivate, in cui gli stimoli lanciati forse non sono condivisi - gli stimoli lanciati dalla scuola non trovano terreno fertile per attecchire e viceversa. Ciò incide fortemente negli apprendimenti.
CURRICOLO PROGETTARE E PROGRAMMARE= Progettare (enfatizzare finalità e obiettivi) e programmare (delineare i percorsi, indicando, contenuti, mezzi, tempi, luoghi, criteri di misurazione e di valutazione) significa dar vita a percorsi curricolari, per i
quali è anche doveroso prevedere il da farsi nell'amisura in cui certi obiettivi, certi tempi e quant'altro non coincidano con quanto programmato. CURRICOLO ESPLICITO = si tratta di azioni mirate, ossia un insieme di interventi a scopo formativo appositamente pensati, elaborati e strutturati messi in atto dalle insegnanti e dal gruppo collegiale. CURRICOLO IMPLICITO = educazione informale che appare occasionale, non sembra appositamente pensata, si propone tendenzialmente come priva di una linea pedagogica esplicita, ma incide notevolmente sulla formazione. L'invito è quello di rendere esplicito qualsiasi insegnamento. (es. sedersi a tavola e mangiare, prosodia). CURRICOLO PARTECIPATIVO = Il laboratorio, se ben progettato, è la modalità di lavoro che meglio incoraggia la ricerca e la progettualità, coinvolge gli alunni nel pensare, realizzare, valutare attività vissute in modo condiviso e partecipato con altri, e che può essere attivato sia.nei diversi spazi e occasioni interni alla scuola sia valorizzando il territorio come risorsa per l'apprendimento". Tale scuola "è una scuola che include: la scuola italiana sviluppa la propria azione educativa in coerenza con i principi dell'inclusione delle persone e dell'integrazione delle culture, considerando l'accoglienza delle diversità un valore irrinunciabile".COMPETENZA= dal latino COMPETENTIA, CUM-PETERE, ovvero chiedere, dirigersi verso e indica la capacità di orientarsi in determinati campi. Il termine evoca anche competere, ovvero, far fronte a una situazione sfidante. Implica le capacità innate di ciascuno che devono essere portate a compimento; implica abilità, ovvero operazioni concrete dell'agire umano (saper fare); implica conoscenza, ovvero, l'insieme delle informazioni sui contenuti appresi da un soggetto, ma implica anche potenzialità, possibilità...
È l'agire di ciascuno basato sulle conoscenze e abilità acquisite, adeguato a quel particolare contesto, a rispondere a un bisogno, a risolvere un problema, a seguire un compito, a realizzare un progetto. E' un agire complesso che coinvolge tutta la persona e che connette in modo unitario e inseparabile i saperi (le conoscenze) e i saper fare (le abilità) e per questa nasce da una continua inter-azione fra persona-ambiente-società, e fra i significati sociali implici e non.
La questione sulla competenza è controversa: lo strumento di valutazione di competenze va condiviso con i genitori e se un bambino, per esempio, riceve una valutazione negativa bisogna capire come è stata fatta questa valutazione (quali sono le strategie messe in campo, l'obiettività), in più contesto criticamente lo strumento. 0 significa ineducabile e non c'è inclusione così. Bisogna rivalutare lo strumento attraverso descrizioni ed
esplicazioni dei metodi utili (= tema della rilevanza del contesto: a casa fa lo stesso?). Bisogna considerare le variabili, ecc. Come individuare una competenza? L'osservazione. Importante però è anche il contesto (nel contesto inclusivo bisogna valutare il progetto pedagogico, formazione, spazi e arredi materiali, la famiglia, gli stili educativi, lavoro con il gruppo educativo e le politiche di riferimento.) Se non si considerano le caratteristiche del contesto in cui si produce un determinato comportamento si rischia di non coglierne il significato e i motivi che lo hanno prodotto, favorendolo o limitandolo. LEZIONE 8: RIPRENDO IL FILO DELLA SCORSA VOLTA: Abbiamo visto che, per tessere la sfida educativa, scolastica e sociale dell'inclusione, occorre avvalersi di strumenti e strategie, delineate anche dalle leggi e dall'apporto della Pedagogia speciale, che richiedono uno sguardo di attualizzazione, ovvero, un adattamento delle strategie attraverso una costanteLettura delle situazioni particolari tenendo presente il contesto dinamico che caratterizza la nostra contemporaneità. Pensiamo al quadro di emergenza attuale e a cosa esso comporti in termini di inclusione o di esclusione. Situazione che richiede l'adattamento di strategie educative e didattiche costanti. Riprendendo il filo della scorsa lezione…
La volta scorsa abbiamo intrapreso un cammino di analisi relativo a due aspetti cardine di cui tener conto quando ci troviamo a dover progettare e a programmare l'inclusione. Mi riferisco al curricolo e alla promozione di competenze. Ci siamo soffermati sul significato di questi termini e sul loro quadro di riferimento cercando di ri-pensarli in termini di inclusione, poiché abbiamo visto che si può cadere nell'enfasi della competenza.
OSSERVARE LE INTERAZIONI IN UN'OTTICA INCLUSIVA: APPROCCI E PARADIGMI
ATTENZIONE AL CONTESTO: Se non si considerano le caratteristiche del contesto in cui si produce un
determinato comportamento si rischia di non coglierne il significato e i motivi che lo hanno prodotto, favorendolo o limitandolo. Aspetti determinanti: QUALIFICA E MODIFICA. Un solo elemento, una variabile può modificare il contesto e quindi de-qualificare o ri-qualificare un percorso educativo. Il contesto è la matrice. Bateson: Punto di riferimento per il paradigma sistemico: ogni elemento del sistema deve essere preso in considerazione considerando gli altri e le reciproche influenze. Paradigma inclusivo: circolarità di elementi interdipendenti: progetto pedagogico, formazione, spazi-arredi-materiali, famiglie, stili educativi, lavoro con gruppo operativo, politiche di riferimento. (Approfondimenti cap. 1, paragrafo 1-2-3) RIF: Bronfenbrenner: Bronfenbrenner, con il suo "modello ecologico" (Ecological systems theory), intende l'ambiente di sviluppo del bambino come una serie di cerchi concentrici, legati tra loro da relazioni. (microsistema, mesosistema, esosistema,così di diversi aspetti dell'interazione in classe, come ad esempio la partecipazione attiva degli studenti, la comunicazione tra gli studenti e l'insegnante, l'uso di materiali didattici inclusivi, l'organizzazione dello spazio e del tempo, e così via. L'osservazione in un'ottica inclusiva significa anche individuare gli aspetti che possono limitare l'inclusione, come ad esempio la presenza di barriere architettoniche, la mancanza di risorse adeguate, la discriminazione o l'esclusione di alcuni studenti. Per condurre un'osservazione efficace, è importante adottare metodologie che vanno oltre le osservazioni sporadiche e casuali. È necessario prevedere una certa sistematicità nell'osservazione, in modo da eliminare distorsioni derivanti da casualità. Inoltre, l'osservazione dovrebbe essere un processo collegiale, in cui gli insegnanti e gli operatori educativi condividono le loro osservazioni e riflessioni. Esistono diverse metodologie di osservazione che possono essere utilizzate. Ad esempio, l'osservazione occasionale può essere utile per formulare ipotesi di partenza e indagare la situazione iniziale. L'osservazione etnografica o partecipante implica un coinvolgimento attivo dell'osservatore nella classe, ma richiede anche un certo distanziamento per poter analizzare in modo obiettivo le dinamiche dell'interazione. L'osservazione in un'ottica inclusiva richiede competenze specifiche e un allenamento adeguato. È importante prendersi cura di diversi aspetti, come ad esempio l'etica dell'osservazione, la gestione delle emozioni e la capacità di analizzare criticamente i dati raccolti. In conclusione, osservare le interazioni in classe in un'ottica inclusiva significa rilevare gli aspetti che favoriscono o limitano l'inclusione, individuando i cambiamenti necessari per favorirla. È importante adottare metodologie di osservazione sistematiche e condividere le osservazioni con gli altri operatori educativi.