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Il risultato è una persona che vive senza un'etica che non sia quella dell'utilità personale e

dell'adattamento alla realtà sociale e alla sua cultura. Occorre poi sottolineare che tutto il

processo di omogeneizzazione del tempo e dei modi di vita delle persone è finalizzato

all'aumento della produttività del lavoro umano e a migliorare la qualità della vita delle

persone.

Tuttavia proprio perché sradica le persone dalla temporalità produce esattamente il contrario

di ciò che si propone, ovvero un abbassamento della qualità della vita delle persone e una

perdita della loro capacità di governare e di dare senso alla propria vita. Questa incapacità

delle persone di governare la propria vita lungo l'asse storico del tempo si manifesta in una

concezione di vita a-progettuale, di una vita cioè che si costruisce con un atteggiamento

pragmatico; le occasioni, le opportunità che la vita quotidiana offre, vengono vissute senza

porsi domande se queste occasioni siano coerenti o meno con il proprio progetto di vita.

Il risultato è una persona che vive senza un'etica che non sia quella dell'utilità personale e

dell'adattamento alla realtà sociale e alla sua cultura. Quindi una persona che non sa

assumere impegni a medio e lungo termine.

Crisi delle grandi narrazioni oscuramento del futuro

L'incapacità di assumere impegni di lunga durata rivela anche l'opacità dello sguardo verso il

futuro che sembra affliggere l'uomo contemporaneo. Opacità che ha alla radice la fine delle

grandi narrazioni delle ideologie che ha attraversato l'ultima parte del secolo scorso. Ideologie

che hanno rappresentato una sorta di messianismo scientifico che postulava un futuro

luminoso e felice prodotto dallo sviluppo della scienza e della tecnica che avrebbe

progressivamente condotto alla sconfitta delle malattie, delle povertà e delle condizioni che la

rendevano degradata e impediva la vita di molte persone.

La speranza di un futuro migliore è stata sostituita da un radicale pessimismo che lascia

intravedere un futuro pieno di minacce e angoscianti incognite. Il sapere tecnico scientifico,

pur essendosi enormemente sviluppato, sembra incapace di offrire speranza nel futuro e nello

stesso tempo molte persone hanno smarrito il sapere esistenziali e religiosi che erano in

grado di aprire alla speranza verso il futuro.

Questa asimmetria a sapere tecnico scientifico e sapere umano è il varco attraverso cui passa

la fuga dal futuro, il rinchiudersi nel presente e nel tentativo di esorcizzare l'angoscia evitando

di osservare l'orizzonte da cui in ogni istante possono prevenire minacce. Un altro elemento

che incide nella formazione dell'identità frammentata è stato prodotto dall'emersione

dell'immaginazione come stato sociale.

L'identità e l'alterità virtuale: il ruolo dell'immaginazione mediatica

Nella vita sociale attuale, l'immaginazione ha assunto un ruolo inedito che la vede non più

come un'opera della fantasia, una forma di versione, ma come una forma di azione individuale

e sociale. In questo contesto i media elettronici sono divenuti per le persone delle risorse per

la sperimentazione di costruzione di sé.

Questo fa sì che la vita delle persone sia sempre più immersa nella finzione, ovvero nel

mondo delle immagini prodotto da mass media elettronici. Questa immersione sembra aver

dilatato enormemente le conoscenze di cui sono in possesso di persone, mentre in realtà ha

solo reso astratti gli oggetti del conoscere.

Infatti sempre più oggi si è convinti di conoscere, quando in realtà si è grado solo di

riconoscere. Solo perché una cosa la si è vista si pensa di conoscerla, come ad esempio

accade nei confronti dei personaggi televisivi che la gente crede di conoscere ma che in realtà

riconosce solamente.

Questo indebolisce indubbiamente la possibilità di stabilire un contatto reale con l'altro.

Perdere il contatto con l'altro significa perdere il contatto con se stessi, questa crisi della

capacità di alterità mette in crisi anche l'identità delle persone che come è noto, si nutre della

dialettica identità/alterità.

La federazione degli io

L'origine del policentrismo contemporaneo è nelle trasformazioni sociali culturali della

complessità che caratterizza le società economicamente più sviluppate. E un'altra differenza

con i modelli policentrici ottocenteschi è l'assenza di un io egemone che riguardi ogni

momento della vita della persona.

Il modello presidenziale è oggi sostituito da un modello federale in cui tutti gli io sono alla pari

ognuno di essi ha un suo riservato dominio su una parte della vita sociale della persona.

L'identità della persona è data dalle caratteristiche della federazione degli io che la formano.

Non a caso si parla nella realtà sociale contemporanea di identità poliedrica, dove la persona

è simile a un poliedro essendo la sua identità caratterizzata dalla presenza di molteplici facce,

ovvero di io funzionali alle diverse relazioni sociali in cui la persona si trova a vivere il proprio

dramma o commedia, esistenziali.

Questo significa che la cultura sociale attuale ha smarrito l'anima e le persone non riescono

più a dare un nome a ciò che le rende persone uniche irripetibili nell'orizzonte del mondo. È

questa una vera e propria malattia dell'essere che spinge molte persone alla ricerca della

propria anima. Si potrebbe affermare che esiste un vero e proprio bisogno di anima che la

pedagogia non può ignorare e a cui quindi deve rispondere.

Parte quarta

L'educazione dell'anima

13.Lo specchio tra anima e illusione

Il luogo in cui la persona può incontrare la propria anima e quella dell'altro è nella relazione

interpersonale che, in certe condizioni, può essere quindi considerata un vero specchio

dell'anima. Non tutte le relazioni interpersonali sono idonee a svelare l'anima nella sua

autenticità, anzi alcune la oscurano o addirittura la deformano, sfigurandola.

Lo specchio

Con qualche forzatura il numero degli specchi-relazione può essere ridotto a otto:

• lo specchio dell'apparenza apparente: è questo lo specchio creato dalla relazione

interpersonale tra simulacri costruita sulla reciproca immagine in cui vi è un

indebolimento della dialettica/alterità in cui il riconoscimento reciproco della propria

apparenza sostituisce la conoscenza vicendevole del proprio essere. Ciò fa sì che vi sia

una scarsa possibilità di contatto con l'altro reale e un'ampia possibilità di contatto con

il simulacro dell'altro. Questo tipo di relazione è quella che impedisce a coloro che la

vivono di entrare in contatto oltre che con l'anima dell'altro anche con la propria.

È questo tipo di relazione molto diffusa nella contemporaneità in cui l'immagine da

espressione dell'anima è stata ridotta a manifestazione della maschera del proprio sé.

Questo specchio è quello che è funzionale a riflettere l'identità multipla, poliedrica che

caratterizza questa fase della modernità;

• lo specchio dell’abisso : si tratta di uno specchio oscuro che non riflette il volto

dell'uomo né tanto meno la sua anima, ma solo il fragile ponte tra il nulla da cui

proverrebbe e il nulla verso cui andrebbe. È uno specchio che è forgiato negli abissi

della disperazione, del dolore privato. I costruttori di questi specchi sono i cattivi

maestri. In altre parole è lo specchio portato con sé dall'ospite inquietante che secondo

Nietzsche è stato invitato nella vita della nostra società da tre cause.

La prima causa è la delusione prodotta dalla consapevolezza dell'ineguaglianza di tutte

le ipotesi sulla fine. L'uomo no è più il centro del divenire.

La seconda è costituita dalla perdita della totalità che conduce l'uomo alla perdita della

fede nel proprio valore.

La terza infine è l'incredulità per un mondo metafisico che si vieta di credere in un

mondo vero. L'ospite inquietante ha fatto sì che il mondo appaia senza valore e che le

nuove generazioni che vi si affacciano siano condannati a sperimentare una sorta di

spaesamento;

• lo specchio di Dioniso: lo specchio di Dioniso è quello in cui le differenze individuali si

sciolgono nell'oceano delle acque originarie, ovvero l'abolizione della coscienza di sé. I

confini dell'io conquistati nella lunga crescita personale, vengono dissolti e la

separazione tra se stessi e il mondo si fa incerta e approssimativa. Allo stesso modo il

confine tra il bene e il male scompare, così come quello tra l'inconscio e il conscio.

Dioniso è il nome che ha dato a queste forze psichiche regressive l'Occidente. Questo

specchio è costruito dalle relazioni che propongono l’eccitazione, la ricerca dello

stordimento, delle sensazioni forti, del rischio e del piacere come ricerca del senso della

vita;

• lo specchio di Narciso: è uno specchio anch'esso molto diffuso nella nostra

contemporaneità che seleziona l'immagine che riceve facendo passare solo quelle che

sono conformi alle attese di chi vi si riflette. È Lo specchio di chi non ha sperimentato

l'amore che spinge la persona ad uscire da se stessa e scoprire che la realizzazione

della propria anima passa attraverso la cura dell'anima dell'altro da me.

• Lo specchio di Alice: è lo specchio esercitato da chi fa entrare nelle relazioni

interpersonali lo sguardo dell'arte, della poesia, della letteratura o che semplicemente

libera la creatività e la gratuità del gioco, anche solo verbale.

• Lo specchio infranto: questo specchio rimanda allo specchio reale in cui il bambino dai

sei ai 18 mesi scopre la relazione tra i suoi movimenti, e le cose intorno a lui. Lo

specchio reale del bambino è affiancato anche dallo specchio relazionale di chi si

prende cura di lui. Ora quest'ultimo specchio può rompersi, ad esempio quando vi è

una relazione povera di amore, in quel caso il bambino non vede più riflesso se stesso

in quello specchio ma solo frammenti scomposti e incoerenti, incapaci di restituirgli

un'immagine coerente e unitaria del suo sé.

• Lo specchio mimetico: lo specchio mimetico è quello che propone un modello che attiva

in chi vi si riflette il desiderio mimetico. Ora se è vero che questo specchio consente

all'uomo di sfuggire all'animalità,

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
53 pagine
42 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher tobi93 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università Maria SS.Assunta - (LUMSA) di Roma o del prof Pollo Mario.