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Per garantire a tutti l’accesso all’apprendimento permanente sono stati sviluppati dei circoli di studio,
modalità di accesso alle conoscenze attraverso lo scambio di esperienze. Le strategie conoscitive e le
forme di apprendimento dei cds dipendono in particolare dagli approcci tematici scelti, se i partecipanti
optano per il modello a tema le conoscenze conosciute entreranno a far parte degli approfondimenti
successivi mentre se l’argomento è in parte o del tutto sconosciuto allora l’apporto di un esperto sarà
preminente. Gli obiettivi di base sono la definizione del percorso formativo del gruppo e l’andamento
dialogico. Ogni circolo di studio ha bisogno che siano rispettate alcune fondamentali dinamiche educative,
come porsi in un atteggiamento di ascolto attento e partecipativo. La fortuna dei circoli di studio è
determinata dal fatto che vengono promosse reti tra persone che hanno problemi da risolvere. La
metafora descrittiva della società contemporanea, network society, reclama a livello sociale la costruzione
di reti di appartenenza e di legami che promuovono opportunità formative di mutuo supporto.
21.1 La filosofia dell’educazione: un settore cardine della pedagogia generale
La filosofia dell’educazione è un settore della pg in quanto ha una funzione di riflessività critica e
orientamento regolativo attorno al discorso pedagogico. E’ un’ottica di riflessività più radicale,
metariflessiva, che non lascia spazio ad ulteriori riflessioni, sui fondamenti della pedagogia stessa,
aggiornandoli rispetto ai traguardi, modelli, coordinate storico-culturali, mantenendo viva la vocazione
formativa che costituisce il senso. Rivista Scuola e Città 1976 articolo La filosofia dell’educazione oggi: fde
pur stando all’interno dei saperi dell’ed se ne distacca per assumere un ruolo di coordinamento critico. La
pertinenza della fde risiede nella capacità di tematizzare le questioni in senso problematico, in modo da
farne emergere gli impliciti teorici che inevitabilmente accompagnano ogni approccio. Nella rivista si
evidenzia l’identità critico- riflessiva della fde che orienta i compiti e i mezzi dell’educazione, ponendosi
così a baricentro della pedagogia perchè ne salvaguarda la complessità dialettica. La fde si colloca in una
posizione più defilata rispetto alle altre specializzazioni ped per il fatto di essere una conoscenza più
generale. Il rapporto tra pg e fde è problematico perchè entrambe si occupano dei temi nodali
dell’educazione attraverso un discorso critico (filosofico quindi) ma nel momento in cui la fde riflette su se
stessa non lo fa in un’ottica pedagogica come la pg, lo fa in un’ottica più generale, distaccata, radicale. La
fde ha con la pg un rapporto primario e secondario insieme: primario in quanto svolge un’azione triplice
verso i vari specialismi pedagogici, li accompagna, li analizza e li coordine e indirizza; secondario perchè
non rappresenta tutta la ped ma un settore specifico, quello della riflessività critica.
21.2
La fde si pone il compito di riflettere sul sapere e sull’agire pedagogico per contrassegnarne il rigore
metodologico, l’identità, la logica, le vocazioni interne e lo fa con la ricerca epistemologica che ha
elaborato un’immagine precisa della pedagogia, immagine né fissa né definitiva, ricca e articolata.
L’epistemologia contemporanea ci ha così restituito un’identità complessa della pedagogia ma non per
questo meno rigorosa, una fisionomia autonoma pur innestandosi con altri ambiti di pensiero, scientifica
ma problematica perchè il suo soggetto è l’uomo nel suo formarsi. Il secondo grande fronte di riflessività
della filosofia dell’educazione è l’assiologia (teoria filosofica dei valori della realtà), relativa alla trattazione
dei valori fondanti le regole dell’agire e del pensare. Si tratta di procedere attraverso un’analisi razionale e
critica dei modelli storicamente delineati e di stabilire delle gerarchie fra gli universi di valori per coltivare
e sviluppare quelli che meglio possono servire da guida per il procedere teorico/pratico della pedagogia.
La difficoltà sta nel fatto che la ped non solo deve mantenere il controllo sugli obiettivi e le finalità
educative ma deve anche ricollocarsi in una specificità storica e temporale. I valori guida che animano la
ped sono l’emancipazione, la libertà, l’uguaglianza, l’integralità, il dialogo, la responsabilità e la comunità.
Pedagogia generale
Sono i valori della formazione dell’individuo nel suo costituirsi come soggetto unico e irripetibile, come
umanità integrale, nella compiutezza di sé e degli altri, nell’emancipazione dalle diseguaglianze e da ogni
forma di autorità e nel conseguimento di quell’etica della responsabilità che è il valore civile più alto e
democratico. L’emancipazione è il passaggio dalla dipendenza all’autonomia. Emancipazione che non si dà
senza uguaglianza di opportunità educative, lavorative, formative. Va garantita quindi anche una
formazione integrale che sviluppa e potenzia tutti gli aspetti della personalità umana attraverso una
relazione di scambio dialogico. Il dialogo è la categoria reggente della tradizione pedagogica perché
regola tutte le relazioni educative e agisce costantemente nella formazione. Gli ultimi due ambiti della fde
sono l’ontologia e il saggismo. Il piano ontologico si lega a quello assiologico, come riflessività critica
attorno all’elaborazione di ogni progetto formativo, e al versante saggistico, come andamento discorsivo
e linguistico, come esercizio libero del pensiero applicato anche in forma non sistematica ma frammentaria
per tratteggiare storie di vita o incontri educativi nel quotidiano.
22. Pedagogia della famiglia
Tra le specificazioni della pg si colloca la pdf, con cui la pg è in rapporto di scambio e arricchimento
reciproco. E’ necessario distinguere tra educazione familiare e pdf, la prima indica gli interventi messi in
atto per contrastare i disagi che possono nascere nelle relazioni familiari e migliorarli, mentre la seconda
costituisce la riflessione teorica e di ricerca sugli interventi realizzati sul campo. La famiglia è diventata
oggetto di riflessione educativa e di ricerche socio-culturali anche in conseguenza delle trasformazioni
radicali subite nel XX secolo. La famiglia patriarcale del passato si è dissolta a partire dal Sessantotto.
La fam non è un’entità naturale ma un’istituzione storico-culturale che si evolve nelle forme e nelle funzioni
in rapporto ai mutamenti economici, sociali e culturali. Siamo passati dalla figura del padre padrone a
quella paritetica e di sostegno del padre attuale. I ruoli stessi tra genitori e figli sono diventati più affettivi.
Per questo oggi è necessaria un’educazione familiare per apprendere quei comportamenti di aiuto e
sostegno reciproco, nella coppia e con i figli, che non sono acquisiti naturalmente ma che vanno coltivati,
guidati, educati attraverso un percorso riflessivo. L’educazione alla genitorialità implica assumere una
prospettiva ecologica e sistemica per affrontare le ansie d’inadeguatezza dei genitori. La problematicità
della famiglia attuale è determinata anche dall’isolamento e dalla solitudine nella quale i genitori si
trovano a vivere l’esperienza genitoriale e dalla difficoltà di mantenere in vita la famiglia, riuscendo a
coniugare i bisogno di realizzazione personale con le esigenze comuni. Entrare nel ruolo di genitore è un
cammino pieno di difficoltà e di contraddizioni per affrontare le quali sono necessari momenti di dialogo,
incontro e riflessione, dato che non ci sono modelli già dati ai quali uniformarsi.
23. Pedagogia dell’infanzia
Abbiamo sottolineato la formazione alla genitorialità: per questo motivo è necessario pensare a nuove
modalità di educazione familiare. Il Novecento, definito il secolo dell’infanzia, si inaugura con il saggio di
Freud Il caso clinico del piccolo Hans, rivoluzionario rispetto ai parametri utilizzati fino ad allora dalla
cultura pedagogica che identificava il bambino con la purezza, l’innocenza, mostrandoci una natura
infantile perversa fin dalla nascita, caratterizzata dalla ricerca del piacere. Su questa infanzia nascosta nella
memoria adulta e inibita dalla morale sociale si fonderanno poi tutte le successive interpretazioni
psicanalitiche. L’infanzia viene valorizzata e considerata come momento cruciale della maturazione del
singolo attraverso percorsi conoscitivi plurimi che cercano di coglierla nella sua realtà più vera e genuina,
per quanto sempre sfuggente e ambigua rispetto all’ottica adulta. In età moderna l’infanzia era vista come
età della dipendenza e debolezza, in un’ottica biologico/naturale. La letteratura storiografica ci ha
mostrato un’infanzia diversa che si struttura all’interno delle dinamiche affettive e sociali della famiglia.
L’immagine dell’infanzia si costruisce nella convergenza di un fascio di variabili riferibili alle elaborazioni
culturali prodotte dalle diverse classi sociali, alla diacronia storica, alle pratiche di vita reale e teorizzazioni
ped. Ne consegue quindi che l’infanzia più che una realtà biologica è una costruzione sociale. Tra il
Settecento e l’Ottocento è stata posta al centro del mondo familiare, luogo ideale per garantire la sua
naturale innocenza. D’altra parte però quest’infanzia catturata nella morale borghese è anche soggetta a
forme di privatizzazione e di controllo soffocante che ne perimetra gli spazi (tabù sessuale ad es). Diversa
è l’infanzia vissuta dalle classi sociali povere, fatta di sfruttamento, violenze e abbandoni. Due infanzie
differenti ma un medesimo modello di normalizzazione ed espropriazione dell’infanzia che ne postula il
dominio e la padronanza da parte del mondo adulto.
Pedagogia generale
Quella borghese reprime le diversità e le libertà infantili, quella popolare realizza una coercizione
corporale e fisica per impedire qualsiasi forma di ribellione fin dalla nascita. Pedagogizzazione dell’infanzia
di tipo correttivo. In forma antitetica nel Novecento la letteratura scientifica e narrativa propone un
percorso critico scientifico. I tre modelli, critico-scientifico, concreto di sfruttamento e amorevole e
protetto, restano incomunicanti per tutto i lNovecento. Dal punto di vista pedagogico va sottolineato
l’apporto fertile delle teorie e delle esperienze educative volte a realizzare l’emancipazione infantile,
formazione integrale che implica la dotazione ai bambini di un’ed