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La cognizione e i processi cognitivi
Con il termine "cognizione" o "processi cognitivi" ci si riferisce a quelle funzioni che permettono alla nostra soggettività di raccogliere informazioni relative al proprio ambiente, di immagazzinarle, elaborarle, ordinarle, analizzarle, valutarle, trasformarle, per poi utilizzarle per agire nel mondo circostante.
L'analisi dei limiti e delle condizioni di possibilità dei processi cognitivi e delle funzioni cognitive (percezione, intuizione, appercezione, intelligenza, ragione, giudizio, memoria a breve e a lungo termine, rappresentazione, linguaggio, pensiero, sapere) può essere condotta a livello "strutturale" (quando si intendono ricercare le "modalità" del funzionamento) o a livello "dinamico", quando si vogliono ricercare i diversi campi, ambiti e limiti di possibilità dei processi cognitivi e metacognitivi.
La metacognizione indica un tipo di "autoriflessività" sul
Fenomeno cognitivo o sui processi cognitivi, attuabile grazie alla possibilità, molto probabilmente peculiare della specie umana, di distanziarsi, auto-osservare e riflettere sui propri stati mentali. L'attività metacognitiva ci permette, tra l'altro, di controllare i nostri pensieri e di conoscere e orientare i nostri processi cognitivi.
Con il termine "metacognizione" intendiamo i processi di consapevolezza e controllo che l'individuo ha dei propri processi cognitivi. La metacognizione è un concetto che ha trovato molteplici applicazioni di ricerca negli ultimi venti anni, e corrisponde alla capacità di riflettere sui propri processi mentali: pertanto è un ambito di ricerca personale che ha a che fare con l'introspezione.
L'affisso "meta", davanti al termine "cognizione", sta a indicare che questo concetto si riferisce a qualcosa che si pone ad un livello sovraordinato rispetto alle normali
Operazioni cognitive, e che comprende tutto ciò che riguarda gli stili cognitivi, il possesso di strategie e conoscenze sul funzionamento cognitivo, i relativi meccanismi di controllo e monitoraggio e i processi di auto-valutazione e auto-orientamento.
Conclusioni
Creare, innovare, dar corpo ad una propria idea: tutto questo non ci rimanda soltanto ad una visione strettamente operazionale o funzionale della mente e dell'intelligenza, ma ad un'ottica più profonda e più particolare.
In questo orizzonte, la mente "prende forma" a partire da un complesso gioco tra visioni del mondo, emozioni, motivazioni profonde, intuizioni creative che portano la nostra soggettività ai confini della ragione.
La creatività apre il campo di ricerca alla correlazione semantica e dinamica tra il concetto di "soglia creativa" e di "intuizione creativa".
La soglia è il limen: il suo significato è profondamente diverso.
Rispetto al concetto di limes (limite, confine). La soglia creativa è il luogo dove la norma, la regola che il confine stabilisce non vale più, la terra selvaggia, autentica e originaria dove ognuno, nella sua solitudine, può ritrovare se stesso. Sulla soglia avviene un cambiamento, una trasformazione dinamica che implica un prima e un dopo, un al di qua e un al di là. La "soglia creativa" si configura nell'orizzonte di una intuizione creativa ai confini della ragione.
La "soglia creativa" ci porta fino "al limite", fino a sperimentare un "punto-limite" che, nella sua natura, è qualitativamente e inevitabilmente diverso in ogni individualità. È proprio lì, nel momento in cui la nostra soggettività arriva al suo "punto-limite", nella sua istanteità, immediatezza e simultaneità, che il nostro essere si configura come un "essere"
La motivazione spinge l'uomo ad impegnarsi per soddisfare i propri bisogni; il dirigersi di un soggetto verso un oggetto desiderato, verso uno scopo: la dinamica del desiderio implica una spinta, che può essere interpretata come bisogno o pulsione da soddisfare, oppure in un senso più profondo, come tensione sostenuta da aspettative, interessi, obiettivi, aspirazioni, sentimenti ed emozioni che coinvolgono il nostro tempo interiore.
In questo orizzonte semantico, la motivazione comporta sia la spinta alla realizzazione personale, connessa al cercare la propria soddisfazione, proponendosi obiettivi stimolanti, orientandosi al risultato e coltivando l'impulso a migliorare le proprie prestazioni e i propri processi cognitivi, sia l'impegno nel dare un senso profondo e autentico alla nostra vita e alla nostra esistenza.
La motivazione è sorretta da uno spirito di iniziativa che consiste in una "tensione all'obiettivo", al di là di quanto "viene".
come la consapevolezza dei propri processi di pensiero e di apprendimento; • aspetti emotivi, come l'interesse, la curiosità e l'entusiasmo; • aspetti sociali, come l'appartenenza a un gruppo e il supporto sociale; • aspetti ambientali, come le condizioni di lavoro e gli incentivi offerti. La motivazione può essere intrinseca, quando deriva da un interesse personale o dalla soddisfazione di un bisogno interno, o estrinseca, quando è determinata da fattori esterni come ricompense o punizioni. Per favorire la motivazione, è importante creare un ambiente stimolante e gratificante, offrire opportunità di scelta e autonomia, fornire feedback positivi e supporto emotivo. In conclusione, la motivazione è un elemento fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi personali e professionali. Essa è influenzata da diversi fattori e può essere alimentata attraverso la consapevolezza di sé, l'empatia e la creazione di un ambiente favorevole.cioè la capacità del soggetto di riflettere sul proprio apprendimento o sull'attività di studio e di ricerca; aspetti emotivi, quali le rappresentazioni di obiettivi; aspetti psicologici, relativi alla percezione di autoefficacia del concetto di sé; aspetti didattici, legati all'uso di determinati mediatori o metodologie didattiche nei processi di insegnamento e di apprendimento. Sullo sfondo di queste riflessioni, emerge la complessità del problema della motivazione. Essa si può definire, in via preliminare, come un "costrutto multifattoriale", poiché entrano in gioco diversi aspetti, correlati ed interagenti tra loro: aspetti emotivi, cognitivi, metacognitivi, biologici, psicologici, contestuali, sistemico-relazionali. Tra le varie componenti, come è facile intuire, si istituiscono relazioni dinamiche e circolari, tanto che non è facile isolare un aspetto dall'altro: perL'analisi del problema, dunque, si ritiene opportuno utilizzare un'ottica multidisciplinare e transdisciplinare, in modo da cogliere l'intero fenomeno della motivazione nella sua complessità. Secondo i modelli pedagogici, psicologici e antropologici, di ispirazione positivista, la motivazione è il risultato dell'azione di matrice culturale e sociale, intesa come insieme di reazioni all'ambiente, apprese durante l'evoluzione, all'interno di una sorta di "personalità di base". Burrhus Frederic Skinner (1904-1990), psicologo statunitense, è stato uno dei maggiori esponenti del "comportamentismo". In questo orizzonte di ricerca, il comportamentista Skinner analizza, in particolare, la correlazione tra ambiente, comportamento, motivazione e processi di apprendimento. Tra le sue opere più significative ricordiamo: La tecnologia dell'insegnamento (1970), Pensare e apprendere (1974).
Il comportamento verbale (1976), Difesa del comportamentismo. Saggi recenti su istruzione e personalità (1992).
La mente viene considerata una sorta di black box, una «scatola nera», il cui funzionamento interno è inconoscibile e, per certi aspetti, irrilevante.
Secondo i comportamentisti, assume un ruolo determinante giungere ad un'approfondita comprensione empirica e sperimentale delle relazioni tra certi tipi di «stimoli» (ambientali) e certi tipi di «risposte» (comportamentali). Nell’interpretazione di Skinner, buona parte del comportamento è controllata dai mass media e da altri «manipolatori sociali» che limitano la completa realizzazione del potenziale umano.
La motivazione nei processi di apprendimento
In psicologia e in scienze dell’educazione c'è sempre stato un interesse per i risvolti cognitivi e affettivo-motivazionali legati ai processi di apprendimento, ma è nei primi anni del
Novecentocon Claparède e Thorndike che si incominciano a tradurre i principi sulla natura e lecaratteristiche dei processi di apprendimento nel campo della formazione e dell'insegnamento,cercando di potenziare e motivare i processi cognitivi e metacognitivi (come è possibilecapire, cercare).Durante la prima metà del secolo, si è sviluppata negli Stati Uniti la "Learning theory" o teoriadel rinforzo: è un'applicazione nei sistemi formativi degli studi comportamentisticisull'apprendimento secondo cui la scuola non è altro che un contesto di apprendimento,paragonabile a quelli creati in laboratorio per gli esperimenti di condizionamento con soggettianimali.La "Learning theory" si basa sugli aspetti estrinseci della motivazione: il suo assunto di base,infatti, è che un soggetto è portato ad impegnarsi in un compito o in un'attività, se talecomportamento in passato è stato