Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 17
Pedagogia generale – Elementi Pag. 1 Pedagogia generale – Elementi Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 17.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pedagogia generale – Elementi Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 17.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pedagogia generale – Elementi Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 17.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pedagogia generale – Elementi Pag. 16
1 su 17
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

La qualità della vita umana dipende dalla capacità intellettiva

La qualità della vita umana dipende in larga misura dalla capacità di esercitare facoltà intellettiva. Coltivare l'intelligenza appare, quindi, una finalità educativa strategica per garantire modalità di apprendimento sempre più complesse ed esaustive.

L'attenzione alla formazione dell'intelligenza risulta di massima importanza, dimenticando (o sottovalutando) la varietà delle esperienze umane, non tutte riconducibili alla sola capacità collettiva; appaiono più efficaci i suggerimenti del paradigma del frammento, dove si guadagna maggiore consapevolezza rispetto al valore della soggettività.

La realtà esiste, senza una ragione fondante, senza una spiegazione o almeno senza che l'uomo possa pretendere di conoscerne il fondamento nel senso del principio casuale; l'uomo si scopre finito e si fa costruttore del senso e del mondo.

Alla oggettivazione sociale o naturalistica dei "dati di

fatto” si oppongono l’analisi e la rielaborazione dell’esperienza soggettiva di costituzione del mondo attraverso le categorie della relazionalità, globalità, possibilità e irreversibilità;; la categoria ermeneutica consegna direttamente ai protagonisti la comprensione del“senso educativo” mediante un continuo processo interpretativo.I punti deboli sono la pratica dell’ “arte di vivere”, non certo a portata di tutti; l’insistenza sull’esperienza dell’io determina un rischio concreto di deriva individualistica.Non si può sottovalutare il relativismo che inevitabilmente accompagna l’esperienza umana autocentrata.Tutti e tre i paradigmi, con modalità e giustificazioni diverse, si costituiscono intorno a finalità educative importanti come il valore della società, l’importanza dell’educazione intellettuale, il rispetto per la soggettività. Da unaparte dell'esperienza educativa, prima ancora che pedagogica, ha seguito un ordine deduttivo, ma al tempo stesso la medesima esperienza ha suggerito di seguire l'evento educativo anche secondo un ordine induttivo. La finalità dell'educazione come un prendere forma tra necessità e possibilità: in questo caso è possibile che il fine dell'educazione non debba essere cercato come la conseguenza dedotta o indotta di un'operazione speculativa. Ogni soggetto in-formazione va posto nelle condizioni di trovare nel fine dell'educazione un'indicazione che sostenga, da una parte, l'unitarietà dell'essere umano e, dall'altra parte, il suo valore necessario e universale. "Prendere forma" significa riconoscere e affermare l'unicità e l'irripetibilità del soggetto umano. Se l'uomo è chiamato a esprimere un'individualità originale, unica e irripetibile, la

dell’educabilità fondano la trasformazione dell’uomo, aprendo spazi indeterminati, all’interno dei quali il margine che separa l’indicazione del fine dal suo compimento sembra lasciare la formazione a una libera interpretazione; non si può non misurare la formazione anche con un modello; il fine dell’educazione non può sospendere il giudizio.

Verso quale immagine dell’uomo l’educazione potrà orientare il singolo soggetto, senza annullare l’originalità del suo percorso?

Per l’uomo, in quanto soggetto definito dalla capacità di transformazione, è impossibile riconoscersi in un’idea chiusa nella definizione di una figura da realizzare.

L’agire educativo può assumere la misura ideale come fine stesso dell’educazione, ma al compito permanentemente aperto del suo prendere forma.

L’uomo mediante l’esercizio del prendere forma diviene un uomo vero (autentico e fedele),

giusto (impegnato), libero (autonomo e responsabile). Solo queste figure "capaci" di raccogliere non solo i limiti, ma anche le possibilità, non solo le ampiezza, ma anche le altezze e le profondità dell'essere umano: l'amore per la verità, la sua ricerca e la sua scoperta, l'impegno per la giustizia, la conquista della libertà e la sua difesa testimoniano, provano e compiono il senso e il valore, nonché la dignità e l'integralità dell'essere umano. Nel processo di formazione il soggetto non va concepito come prova di un ordine già stabilito da confermare, ma nei termini di un dar prova di sé compiendosi in pensieri, sentimenti e gesti ricchi di senso. Bisogna quindi che l'agire educativo "interroghi" il soggetto, affinché esprima le sue capacità di pensiero, di sentimento, di azione. L'uomo educato è un soggetto capace di scegliere e di decidere per ilbene; l'educazione non può ricondurre la formazione del soggetto alla coincidenza con una norma astratta, ma ha nell'espressione concreta della norma la possibilità di "incidere" sulla forma del carattere in-formazione. La capacità di scegliere non è, infatti, solo il possibile contenuto di un principio morale o politico: essa individua una possibilità dell'essere dell'uomo che ha bisogno di esercizio e questo esercizio ha bisogno di un modello da osservare e da imitare. Il dover essere che orienta teleologicamente le possibilità dell'uomo non è definito da una forma astratta o irreale o irraggiungibile; al contrario, porre il "prendere forma" come fine educativo significa porre il soggetto di fronte all'urgenza ontologica della sua formazione.

Dal punto di vista storico la conquista del "diritto di educazione" è stata lunga e travagliata. La graduale conquista del

Il principio dell'educazione aperta a tutti sta nel riconoscimento della pari dignità di tutti gli uomini inscritta nella legge evangelica e rivelata nel volto di cui sopra, anche se tale principio ha dovuto attendere l'Ottocento per trovare un'applicazione generalizzata, in coerenza con il conseguimento del pieno riconoscimento del valore dell'infanzia.

La cura educativa è un atteggiamento nel quale confluiscono sentimenti diversi come la premura, l'attesa, la speranza, l'affetto, la gratuità, sentimenti che la riflessione pedagogica di Romano Guardini raccoglie nell'espressione "ansia per l'uomo".

Il maestro (nel nostro caso Gesù) si fa carico delle incertezze, dei dubbi e delle speranze degli allievi, senza tuttavia mai sostituirsi alla loro volontà e alla loro intelligenza.

La cura educativa si dovrebbe tradurre nella capacità degli uomini responsabili di "abdicare a favore del diritto".

delnon-ancora-esistito e grazie-a-lei-divenuto” e, dunque, nella forma più alta possibile di responsabilità. Qualsiasi libertà umana è tale quando è capace di confrontarsi con gli altri, la nostra vicenda umana è sempreinserita in un flusso di altre vicende umane non solo presenti, anche passate e future. La dimensione più propositiva che normativa della cura educativa. La cura educativa abita e vive negli spazi dell’incontro: in questo spazio, aperto da autori come Buber, Guardini oLevinas, la cura dell’agire educativo avanza proponendosi all’altro quale occasione di confronto, di riflessione, dicrescita. La cura educativa non ambisce al successo in funzione di se stessa, ma si pone in attesa della maturazionedell’evento educativo in quanto costruzione di un progetto in vista dell’identità personale. La cura educativa si configura in termini non tanto o soltanto psicologici, ma in qualcosa di moltopiù profondo e sostanziale. Le capacità e le risorse del soggetto in-formazione non si sviluppano se non esiste un "altro" che si prende cura di lui e pone le condizioni perché ciò che è possibile si traduca in esperienza umana. La riflessione pedagogica fa dell'agire educativo un agire progettuale; ora l'idea di progetto in pedagogia ha una doppia genealogia che corrisponde al doppio significato che la parola progetto ha nel linguaggio corrente: progetto come piano/proposta per l'esecuzione di un lavoro e progetto come scopo/proposito che si ha intenzione di fare e di intraprendere. Cultura esistenzialista e personalista; il progetto si configura come "possibilità di poter essere" e/o di "poter diventare se stesso", come il terzo momento di un complesso atteggiamento interiore che parte da una tensione verso un valore, si fa intenzione e diventa progetto quando individua le condizioni empiriche per.

La suarealizzazione. Il conseguimento del progetto personale si svolge soltanto nel contesto di quella cura educativa si cui abbiamo appena detto. È il contesto curativo che agevola o condiziona o ostacola lo svolgersi del progetto personale; è in questo senso che si parla di costruzione del progetto: non come attività programmata e quasi pianificata, bensì come la messa in opera di una relazione/evento interpersonale sempre aperta.

Capitolo 3 – Prevedere e progettare l’intervento educativo

Fare le cose troppo presto, prima che altre fasi o tappe siano compiute non conduce gli esiti sperati; prevenire potrà allora arrivare a significare “predisporre in modo negativo”. Oggi si vive in una società complessa; la complessità così definita è caotica e disordinata e come tale suscita ansia e rifiuto “reintroducendo l’incertezza in una conoscenza che era partita trionfale verso la conquista della

certezza assoluta. Il pensiero complesso non deve necessariamente risultare né connotarsi come debole. Un pensiero che si definisce sistemico ed eco-sistemico, pluralistico, problematico, creativo, multidimensionale,
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
17 pagine
7 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Romano Rosa Grazia.