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CONSAPEVOLEZZA CHE QUESTA MA ECCEZZIONE E COMUNQUE PARZIALE E LIMITANTE.
I concetti empirici delle scienze dell'educazione
L'educazione può essere colta nel suo riferimento, al senso della trasmissione culturale e al senso dell'apprendimento.
Al di là della metafora che può essere un po' vaga, l'approccio di tipo scientifico quella fondato sulla riduzione ci dava
al contrario un approccio più analitico – scientifico ma il suo limite considera nel tagliare troppo le specificità.
I concetti empirici dell'educazione forniscono una prima forma di organizzazione di quella che è l'esperienza
educativa; inoltre utilizzando questi concetti, le metafore ci consentono di organizzare, avere un punto di vista per
analizzare quello che ci accade nella pratica.
Per quanto possiamo fare, possiamo impegnarci nella proposta educativa. I risultati che andremo ad ottenere che
andremo a promuovere non sono esattamente quelli che noi speriamo ma sono veicolati dalla qualità, dalla tipologia,
dall'attitudine delle particolarità che un soggetto presenta.
Qual è la complessità dell'azione educativa?
Attraversa l'uso delle metafore,riusciamo in qualche modo a prenderne le distanze, ad analizzarla secondo diversi punti
di vista, ad interpretare la situazione ed ad orientare un intervento successivo
I concetti empirici, che ci danno una prima base di ordine e comprensione, ci aiutano a superare la frammentarietà
dell'esperienza educativa. Se utilizziamo una sorta di riferimento empirico per analizzare sempre il concetto formale di
educazione abbiamo sempre il concetto formale di educazione. Abbiamo sempre la possibilità di utilizzare la
RIDUZIONE SCIENTIFICA DEL CONCETTO DI EDUCAZIONE AD APPRENDIMENTO. Ma il concetto di riduzione
scientifica rischia un'eccessiva semplificazione, ci fa perdere molto del concetto di educazione.
Vigotsky (autore russo morto negli anni ’20) dice che bisogna fare attenzione quando conduciamo un’analisi e
andiamo a dividere un concetto particolare nelle sue componenti costitutive.
Ad es. la molecola d’acqua H O composta da un atomo di idrogeno e due ossigeno. Quando separiamo questi due
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componenti non abbiamo più acqua ma solo degli atomi.
Questo principio ci dice di fare attenzione al principio di riduzione nel momento in cui andiamo a scomporre,
frammentare ed analizzare nello specifico un concetto umano; un fenomeno umano come quello di educazione non può
procedere nella scomposizione quindi bisogna giungere ad una scomposizione fino ad un livello molecolare, ovvero
quella unità minima che conferisce all’acqua le sue caratteristiche. Se andiamo oltre invece si perde quelle che sono le
caratteristiche dell’acqua.
Attenzione all’analisi scientifica di un concetto umano come quello dell’educatore educazione – educatore lo posso
dividere ma devo fare attenzione a non perdere il concetto di educazione, mantenendolo ancora tale e non farlo
diventare altro. Se invece fosse stato che
Rifacendoci ad un discorso pedagogico, l’educazione è diversa dall’apprendimento!
l’educazione e l’apprendimento fossero la stessa cosa allora è come se avessimo diviso l’acqua nelle sue unità
molecolari e quindi abbiamo perso di vista l’acqua (il concetto di educazione) e preso in considerazione soltanto una
sua componente (l’apprendimento). Questo perché fra l’educatore e l’educando esiste una relazione educativa.
Quindi come già detto, ogni metafora condiziona il modo di vedere l’educazione e l’atteggiamento verso la pratica
educativa. Ogni metafora rappresenta una visione parziale dell’educazione.
L’ontologia categoriale è composta da:
• categorie (educatore, educando, educare,..)
• metafore concettuali (visioni particolari sull’educazione che aiutano a cogliere più concretamente la realtà)
La metafore della crescita ha una matrice attivista mentre quella del modellamento ha una matrice idealista.
I concetti empirici delle scienze dell’educazione:
trasmissione culturale e apprendimento
I concetti empirici (metafore) consentono di superare la frammentarietà dell’esperienza (empirica) educativa fornendo
ordine e comprensione. Il riferimento empirico per il concetto di educazione è dato dalla sua Riduzione
la molecola d’acqua
all’apprendimento. Bisogna sempre fare attenzione al principio di molecolarità di Vigotsky:
quando viene scomposta in atomi perde le proprietà dell’acqua, un fenomeno umano non può essere scomposto nelle
sue unità minime; l’apprendimento in quanto unità di riduzione non soddisfa il criterio di molecolarità dell’educazione
. Educatore Re Educando
La relazione educazionale è asimmetrica in quanto la riduzione di apprendimento va vista come relazione di
adattamento dell’ambiente. Organismo Re Ambiente
Per comprendere quale pertinenza ha l’apprendimento rispetto all’educazione è necessario introdurre altre
specificazioni. Ad es. l’organismo è umano (Soggetto o Io), l’ambiente non è solo naturale ma “culturale” e sociale.
Per Bruner è la crescita all’interno della cultura che fornisce all’uomo caratteristiche umane e forma la sua mente.
Per Dewey invece l’uomo non si limita ad “adattarsi” all’ambiente ma tenta di adattare l’ambiente a se stesso,
produce forme che costituiscono parte integrante dell’esperienza umana.
Io individuale Re Ambiente culturale
L’apprendimento pertinente all’educazione è un apprendimento di tipo culturale. Per inserire anche l’educatore nel
quadro dell’apprendimento culturale occorre distinguere tra un apprendimento diretto (soggetto in contatto con
l’oggetto culturale, autoeducazione) e tra un apprendimento mediato (relazione tra soggetto e oggetto è mediata
dall’educatore etero educatore). Si potrebbe dire che entrambi i tipi di apprendimento sono pertinenti all’educazione:
l’apprendimento mediato all’eteroeducazione (presenza dell’educatore), e l’apprendimento diretto all’autoeducazione
(il soggetto si educa da solo) ma è necessario un lungo percorso di apprendimento mediato per giungere
all’autoeducazione.
Concludendo c’è bisogno di una struttura triadica per avere una struttura relazionale dell’apprendimento capace di
soddisfare il criterio di molecolarità rispetto all’educazione, con l’educatore che media l’apprendimento dell’oggetto
culturale da parte del soggetto – educando. Soggetto educando
Educatore Oggetto culturale
In altri termini, se non si fa riferimento alle categorie pedagogiche, con un agente culturale che media la relazione di
apprendimento di un soggetto con l’ambiente culturale abbiamo la struttura sottostante.
Soggetto
Agente culturale Ambiente culturale
Questa è la struttura della trasmissione culturale, quindi è pertinente il concetto di apprendimento culturale mediato.
Diremo allora che l’educazione sopravviene sull’inculturazione (i fenomeni educazionali sopravvengono sui fenomeni
di trasmissione culturale) per indicare che l’educazione presuppone il fenomeno della trasmissione culturale senza
essergli riducibile. Perciò rimane valido dire che il concetto di educazione si riferisce alla trasmissione culturale che
si dà con il senso espresso da una metafora dell’educazione.
Se per inculturazione è sufficiente un rapporto a due (educatore – educando) nell’educazione è necessario inserire
qualcosa sull’ambiente culturale. L’apprendimento è presupposto dalla trasmissione culturale e ne chiarisce alcuni
aspetti. Quindi in definitiva diciamo che:
L’educazione sopravviene sulla trasmissione culturale che sopravviene sull’apprendimento
Educazione e trasmissione culturale
Analizziamo l’apprendimento nel significato biologico e culturale utilizzando i tipi ideali (forme di apprendimento) di
Dennett (autore USA). Dennett individua alcuni tipi di “creature” riferendosi sia alla specie umana sia in qualche
modo a quella animale (primati)
1. Tipo Darwiniano (da darwin teorico dell’evoluzione della specie) si suppone una sorta di riflesso
condizionato alle richieste dell’ambiente. L’apprendimento non è condotto ma è regolato da meccanismi
istintivi che sono il risultato dell’evoluzione. È una forma di apprendimento che può essere appresa e che ha
una caratteristica fondamentale ISTINTIVA. In assenza di apprendimento, i meccanismi istintivi sono il
risultato dell’evoluzione
2. Tipo Pavloviano (dal fisiologo Pavlov) apprendimento di segnali Stimolo – Risposta. La creatura impara a
classificare uno stimolo come il segnale che annuncia un certo evento, e a produrre dunque in modo
anticipato il comportamento istintivo conseguente (ad es. la fuga)
3. Tipo Skinneriano (dallo psicologo comportamentista Skinner) apprendimento per prove ed errori
caratterizzato dal cercare soluzioni diverse. Il soggetto tenta una soluzione per risolvere un problema. Quella
più valida ed efficace viene adattata come soluzione comportamentale e conservata per affrontare in futuro
problemi simili
4. Tipo Lorenziano (dall’etologo Lorenz) apprendimento per emulazione o imitazione il soggetto è capace di
riprodurre la soluzione adottata da un suo simile dopo aver osservato un comportamento specifico mentre è
alle prese con un certo problema.
5. Tipo Popperiano (dall’epistemologo Popper, che ha evidenziato l’analogia tra ricerca scientifica ed
apprendimento) caratterizzato dalla capacità di simulazione mentale e quindi di operare una valutazione
preliminare delle possibili soluzioni, portando l’individuo a scartare tentativi incauti, tali da mettere a rischio
la sopravvivenza. Io metto in atto una simulazione quando attraverso la rappresentazione mentale mi
prefiguro la possibilità che sono contenute in una certa situazione, formulo ipotesi e congetture e le valuto
preliminarmente, concludendo valutando le varie soluzioni.
Se contrapponiamo il metodo popperiano con quello skinneriano notiamo che nel primo metodo Popper attua una
simulazione scientifica (prima rifletto e poi agisco) mentre Skinner procede per tentativi (prova tutte le opzioni,
consuma tanta energia e non giunge a nessun esito)
6. Tipo Vigotskijano – Deweyano (dallo psicologo vigotskij e dal filosofo Dewey) importa strumenti di pensiero
riflessivo sui problemi, formulazione di ipotesi risolutive e supposizione sugli esiti. Questa tipologia di
apprendimento è esclusivamente per l’essere umana.
Contrapponendo Popper e Vigotskij si può notare che il primo formula delle ipotesi risolutive, il se