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L’AVVENTO DELLA SOCIETA’ DI MASSA NEL PRIMO ‘900

Il primo ‘900 fu caratterizzato da 2 fenomeni, da un lato ci fu un ricco dibattito sulla natura e sugli

scopi dell’educazione fisica, dall’altro si assistette alla diffusione della pratica sportiva. Alle

tradizionali visioni della ginnastica si sovrapposero metodi dell’educazione fisica “naturale”,

maggiormente in Francia e la “ginnastica d’espressione” che si ebbe nel mondo tedesco e

scandinavo. L’educazione fisica ricevette un potente ausilio dalla psicologia e dalla sociologia. Vi

era chi affermava che lo sport era uno sbocco per l’esercizio fisico e chi definiva lo sport pericoloso

per la salute. Si ebbe il consolidamento delle manifestazioni olimpiche, con ogni nazione avente il

proprio comitato olimpico. Si ebbero molte polisportive nuove, che però nascevano sulla

contrapposizione tra l’origine ludica e quella professionistica. L’olimpiade di Parigi del 1900 doveva

rispecchiare un passo in avanti rispetto a quella di Atene, vi era un clima di ottimismo per il

passaggio del secolo che non diede la giusta importanza alle olimpiadi, così che divennero mal

organizzate (atletica leggera, ciclismo, canottaggio, ginnastica, equitazione, nuoto, scherma e

tennis). Nonostante le malfatte pseudo-olimpiadi parigine, l’olimpiadi di Saint Louis riuscirono

anche peggio. Nel 1904 parteciparono 496 atleti e 10 nazioni. De Coubertain voleva riportare le

olimpiadi nell’ambito europeo, aveva pensato a Roma ma il governo Giolittiano non volle spese

straordinarie così che vennero istituite a Londra e ci fu anche grande successo da parte del

pubblico. Si ebbero 2059 atleti e 22 nazioni, si disputarono le gare di pattinaggio sul ghiaccio,

precursori dei giochi olimpici invernali (1924). In queste olimpiadi ci furono ben 60 italiani. Nel 1912

si ebbero i giochi a Stoccolma, furono un successo grazie alla ritrovata sana concezione

dell’educazione fisica. Parteciparono tutti i Re, 2541 atleti e 28 nazioni. Le prossime olimpiadi

erano previste nel 1916 a Berlino, ma dato l’attentato dovettero slittare di 8 anni e si ebbe nel 1920

ad Aversa in Belgio. Tra gli italiani in gara si distinsero la squadra di scherma di Nedo Nadi e

Zampon vinse l’oro nella ginnastica.

Nel 1924 si ebbero di nuovo a Parigi, per riscattare lo scempio del 1900. Parteciparono 3092 atleti

e 44 nazioni. Questi giochi furono gli ultimi a rendere De Coubertain presidente del C.I.O.

Nel 1928 si ebbero ad Amsterdam, con la cerimonia di apertura tenutasi nella cittadina dell elide in

Grecia; 3015 atleti e 46 nazioni.

Nel 1932 si svolsero a Los Angeles, per la prima volta si ebbe un villaggio olimpico. L’Italia dopo gli

Stati Uniti, con 12 ori, 12 argenti e 13 bronzi.

LA PEDAGOGIA DELLO SPORT COME SCIENZA

Il termine “pedagogia dello sport” è stato utilizzato in Germania intorno agli anni ’70 per indicare

quella scienza che si occupava dei problemi educativi dell’attività fisica e motoria. Il primo autore

ad usarla fu Omno Grupe. Nel 1922 Pierre De Coubertain, mentore delle olimpiadi moderne,

pubblicava “pedagogie sportive”, nella quale sosteneva il valore morale e sociale dell’esercizio

fisico sul carattere di un uomo. In questo periodo vi furono accuse sulla non scientificità della

disciplina, sulla solitaria connessione con la scuola e con il legame con i regimi totalitari. L’utilizzo

del termine pedagogia dello sport esprime 2 concetti supplementari rispetto all’”educazione fisica”:

-valorizza sia la pratica nello sport che la riflessione da cui deriva;

-distacco netto dai concetti del passato come: eccessivo tecnicismo, moralismo.

La parola “sport” è di chiara origine latina e romanza; importanti sono i 5 punti di paragone tra

sport ed educazione fisica.

1)sport ed educazione fisica rappresentano due fenomeni separati che si oppongono l’un l’altro; lo

sport visto come logica del profitto e violenza sociale, non può essere di certo educativo;

2)sport ed educazione fisica si identificano in un'unica realtà;

3)sport ed educazione rappresentano due fenomeni distinti, che si possono incontrare ma ognuno

ha la sua specialità;

4)lo sport è più vasto dell’educazione fisica, in cui l’educazione fisica è contenuta nello sport;

5)l’educazione fisica contiene lo sport;

La prima posizione oggi è assai superata, è in rigore solo in presenza di convinzioni errate. La

seconda si identifica con i giovani che hanno conosciuto poco il valore educativo a scuola della

ginnastica. La terza è una posizione in voga negli anni ’60. Il quarto punto di vista è tipico della

società moderna, che assiste allo sport come fenomeno sociale ed economico. La quinta posizione

sembra essere l’ideale del prof. di educazione fisica. Generalmente quando si parla di pedagogia

dello sport si intende la seconda posizione.

Con il termine sport si racchiudono 3 temi: corpo, movimento e gioco.

L’educazione fisica è una forma dell’educazione umana attraverso il corpo e il movimento a cui si

associa la lucidità come strumento realizzativo. Partendo dall’idea che la pedagogia è teoria e

pratica dell’educazione, l’espressione “pedagogia dello sport” può essere sciolta come scienza

teorica e pratica dell’educazione motoria e sportiva.

La pedagogia dello sport ricolloca l’uomo al centro del processo educativo, l’uomo che apprende

giocando e compiendo azioni. Infatti abbiamo una concezione in cui l’esercizio non è fine a se

stesso e il corpo caratterizza l’esperienza del soggetto. Dal punto di vista “epistemologico” (del

fondamento scientifico della scienza), sta nella definizione di ciò che tratta, lo sport è un fenomeno

complesso e mutevole. La pedagogia individua i significati educativi che il movimento, il gioco, la

performance e il benessere hanno per l’uomo; quindi in conclusione la pedagogia dello sport è una

scienza che si occupa dei valori, dei problemi morali dello sport e dell’educazione sportiva. Essa

ha un duplice carattere, se da una parte aspira ad essere riconosciuta come una scienza

dell’educazione, dall’altra auspica per se stessa più visibilità a livello internazionale tra le scienze

dello sport di quanto ne abbia. Le scienze dello sport rappresentano un insieme di scienze che si

occupano sotto punti di vista differenti di un fenomeno comune come lo sport. Il loro compito

principale è chiarire il significato dello sport per chi lo pratica, lo insegna a chi ne è a contatto. Il

fondamento di questa scienza sta nell’ETICA. La pedagogia si presenta come scienza

omnicomprensiva e generale che studia l’uomo educandolo attraverso lo sport.

La pedagogia dello sport però, non è accettata e intesa in egual modo in tutte le aree culturali.

USA=con le dizioni Sport Pedagogy e Sport Sciences sono affermate già dagli anni ’70. In

CANADA si predilige il termine Pedagogy and Physical Activity Sciences.

FRANCIA= il termine Pedagogy sportive, non è mai entrato in vigore; in questo paese dove i

studiosi hanno apportato uno sviluppo costante continua ad usare il termine education physique.

SPAGNA= da alcuni anni è in uso la dizione Ciencias de la activided fisica y el deporte.

INGHILTERRA= physical e sport education.

ITALIA= il termine pedagogia dello sport e dell’educazione fisica non è mai entrato in uso. Negli

stessi ISEF è usata la dizione “pedagogia”.

Il suo campo di interesse è molto vasto, dato che lo sport è diventato un fenomeno culturale

mondiale. Ma si può comunque suddividere in 3 principali ambiti di studio:

-filosofico-teoretico;

-storico-comparativo;

-sperimentale.

La pedagogia dello sport è la scienza che studia il significato dello sport in relazione all’uomo

oducandus; quindi praticare e insegnare lo sport presuppone una responsabilità per sé o per gli

altri. L’educazione viene espressa tramite i valori, valore inteso come un ideale astratto il quale

deve essere impresso nell’uomo attraverso la motricità per far si che si mantenga un corretto stile

di vita e si migliorasse la relazione con gli altri.

Nello sport, nonostante l’ambiguità dei valori trasmessi nell’età moderna, abbiamo 3 valori

principali:

-valori puri;

-disvalori;

-valori misti.

1)Sono quei valori positivi, se assunti garantiscono il rispetto della dignità della persona; come per

esempio: la salute e il benessere, pace, lealtà, creatività motoria, migliorando se stessi e gli altri.

2)Sono valori negativi, dipesi dalla bipolarità dello sport e determinati dalla trasmissione di ideale di

sport. Per esempio: violenza, razzismo e manipolazione.

3)Sono quei valori neutri che possono essere valori puri o disvalori a seconda dal modo in cui

vengono presentati. Come: la vittoria, il premio, la competizione e il rendimento.

Quindi molto importante è il contesto di tali valori.

IL CORPO

Fatta eccezione per la cultura greca, lo studio del corpo umano è stato approfondito soltanto a

partire dal XX secolo; vari studi approvano la difficile distinzione tra natura e cultura; il corpo

dell’uomo ha la natura di un anfibio che vive in 2 mondi: quello della materia organica della vita

biologica e quello dei simboli, ed è propria questa natura ambigua del corpo a dare vita alla cultura

umana.

Senza l’educazione, ossia la trasmissione di conoscere, il corpo umano non realizzerebbe il

proprio processo di umanizzazione ma soltanto quello di ominizzazione, assumendo solo l’aspetto

apparente dell’umano. Il corpo umano se paragonato a quello degli altri animali appare

indeterminato, immaturo e primitivo, ma è proprio questa plasticità giovanile ad aprire al corpo

umano infinite possibilità biologiche. Con la parola “corpo” in italiano viene indicato sia il soggetto

che l’oggetto, in altre lingue non è così però:

in inglese la parola body viene utilizzata per indicare il cadavere e il corpo visto da fuori.

In tedesco invece il termine Koerpev indica il corpo oggetto invece con il termine leib si indica il

corpo-soggetto, come vissuto. Ogni scienza dello sport ha una specifica concezione del corpo,

come il corpomacchina in biomeccanica, corpo-educando in pedagogia o il corpo-cellula nella

biologia. Per capire la diversità di approccio possiamo mettere a confronto 2 scienze differenti: la

biomeccanica e la pedagogia dello sport.

Nella biomeccanica il punto di partenza è il corpo inteso come macchina, così definibile come una

scienza che studia le forze che agiscono sul corpo umano e gli effetti prodotti quando si pratica

sport. La pedagogia i

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Publisher
A.A. 2015-2016
40 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Paoletto22 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia Generale e dello Sport e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Roma "Foro Italico" o del prof Isidori Emanuele.