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CICERONE sono ESSENZIALI. IL PROCESSO EDUCATIVO
3 punti di vista:
1. La conoscenza è solo da tirare fuori (Socrate)
Per Agostino, il fulcro del processo educativo è la capacità di parlare, importanza del
linguaggio. Nell'opera De Magistro, spiega che per insegnare usiamo segni, ma attraverso
essi non possiamo comunicare nulla di nuovo, che invece emerge dal dialogo. Le parole di
un insegnante NON DANNO conoscenza, ma STIMOLANO conoscenza. La conoscenza è
il frutto di una ricerca continua.
2. Soggetti=tabula rasa
Sofisti, tradizione monastica. La mente dei soggetti è come cera su cui si può imprimere un
sigillo. Jhon Locke (1632-1704) è sostenitore di questa idea. E' importante che l'educazione
sia precoce, perchè più un soggetto è giovane, più è plasmabile. La mente è come l'acqua di
un fiume. L'educazione la spinge nella direzione corretta, nel caso umano tramite abitudine e
esercizio. Questo con il preconcetto che chiunque scelga, sceglie la via errata. L'educazione
è per certi versi autoritaria. Importanti: precocità intervento, gradualità dell'intervento,
esercizio.
3. Non sta tutto nel soggetto, ma nemmeno tutto all'esterno (è una via di mezzo fra 1 e 2) :
Tommaso D'Aquino: ognuno ha già qualcosa dentro sé, un seme che germoglierà. Costruire
processi educativi atti a far fiorire il seme che ognuno ha dentro di sé. L'Educatore aiuta
educando a ESTERNARE le sue capacità. Anche l'Umanesimo italiano appoggia questa
idea. Sorge prima di Locke. Gli umanisti sostengono che l'educazione sia il processo che FA
EMMERGERE le qualità specifiche di un soggetto. Ma bisogna conoscerle, per aiutare il
soggetto a esprimerle. LE SCUOLE GESUITICHE
Struttura fortemente gerarchizzata. L'educatore ha un superiore. Il superiore dell'educando è
l'educatore. Anche gli studenti vengono gerarchizzati fra loro. Educazione COMPETITIVA e non
Dialettica. Sistema di lodi e punizioni=>struttura competitiva e gerarchica=>simile alle pratiche
moderne. PIAGET
Si parte da schemi propri che grazie ai processi di ASSIMILAZIONE e ACCOMODAMENTO
raggiungeranno schemi più complessi. Ad esempio, il bambino possiede lo schema del
SUCCHIARE, porta alla bocca ogni oggetto. Adatta quindi il mondo ai propri schemi
(ASSIMILAZIONE). I suoi schemi, pian piano, li accomoderà al mondo esterno, agli oggetti
(ACCOMODAMENTO). Quindi per funzionare, lo schema non deve restare dentro noi, ma entrare
in contatto col mondo. Il bambino può solo vedere dal suo punto di vista. Si procede con la prima
forma di conoscenza, ad esempio: bambino deve spostare peso a dx, ma non possiede schema
mentale, glielo si fa vedere e provare. Il bambino, quindi non riesce a concepire schemi astratti, in
lui esiste solo concretezza. GARDNER
Afferma che Piaget si sia limitato a poche capacità dell'uomo, che invece ha varie forme di
intelligenza (che si acquistano con l'esperienza). Non sempre si ha concezione ASTRATTA, spesso
anche CONCRETA.
Importante è l'educazione NON verbalistica, che si basa sul “far vedere”.
Le varie intelligenze dell'uomo sono:
-CorporeoCinestegica -musicale -sociale -logicoMatematica -spaziale -introspettiva
TUTTI hanno questa intelligenze, cambia solo l'equilibrio tra esse o per doti native o per come le si
esercita. In questo modo ognuno ha un profilo di intelligenze diverso.
LA LUDICITA' = Fa riferimento a una qualità umana che ha a che vedere con il gioco, lo
caratterizza, ma viene prima di esso. E' tipicamente umana.
GIOCO=Espressione della LUDICITA', ESTRINSECARSI DI REALTA' E FANTASIA della
LUDICITA'.
Un gioco ISTITUZIONALIZZATO diventa SPORT.
GIOCO E SPORT=SPORT è praticato da un ATLETA e si necessita di un insegnante, o istruttore,
mentre nel gioco non ce n'è bisogno.
Le regole per lo SPORT sono RIGIDE, per il GIOCO sono FLESSIBILI.
Lo SPORT può diventare professione e non più svago.
Nel GIOCO non ci sono limiti di età o differenza d'età, nello SPORT si.
Lo SPORT comporta la presenza di spettatori.
LA MOTIVAZIONE=è essenziale sia in GIOCO che in SPORT.
HUIZINGA scrisse HOMO LUDENS: la ludicità è espressa come capacità umana. Linguaggio,
scienze ecc hanno una fondazione ludica. Nel gioco c'è un rapporto stretto fra serietà e leggerezza.
La COMPETITIVITA' è un elemento essenziale, ma non deve essere esagerata.
Il GIOCO culturalizza LA GUERRA. Basti pensare alle Olimpiadi del passato, che comportavano
l'abolizione di ogni forma di guerra. Ogni forma culturale nasce come gioco.
Lo SPORT ha connotati di tipo educativo. Sport nasce da gioco. La nascita dell'ATLETA
PROFESSIONISTA deriva dal passaggio da DISINTERESSE tipico del gioco a INTERESSE tipico
dello sport.
Purtroppo ciò ha portato a disumanizzazione dell'atleta , visto come macchina sportiva.
INDIVIDUO E SOCIETA'
Jhon Devey, fondatore del Pragmatismo, è stato il primo autore a dare importanza all'educazione
extra scolastica. Compito fondamentale era favorire la società dei soggetti, che così costituiscono
una capacità relazionale positiva. Ogni luogo deve diventare comunità sociale.
Le relazioni umane sono alla base. Una comunità di questo tipo nasce solo se i soggetti trovano una
posizione positiva al suo interno.
Lo spirito di comunità si forma quando:
-si discute insieme
-si decidono regole insieme
-si riflette ecc. insieme
E' vivere, relazionarsi, mettersi in discussione CON gli altri.
La SOCIETA' è il frutto di una prassi e non un'acquisizione di regole. Caratteristica del
Pragmatismo è la cooperazione collaborativa.
Ad esempio, in un doppio di tennis, si migliora sia soggettivamente che aiutandosi.
Cooperazione rafforza capacità di apprendimento.
MAKARENKO
Si occupò di una colonia penale (ragazzi da 6 a 20 anni), riuscendo a trasformarla in un gruppo
coeso.
I punti di forza sono stati:
-Dare un obiettivo al gruppo, ovviamente un obiettivo condiviso da tutti. Il fine deve essere
concreto, non utopico, ma raggiungibile.
-Decisioni prese dopo discussioni collettive, coinvolgendo ogni membro del gruppo
-I compiti del gruppo erano vari, strutturati in modo da porre chiunque nella condizione di dirigere e
di essere diretto.
-Makarenko dedicava tempo a ogni soggetto, perché il gruppo è insieme di soggetti.
Se non si pone il soggetto al centro dell'attenzione, ma si da importanza solo al gruppo, il risultato
sarà negativo. Al centro uomo e formazione umana=Positiva
Due correnti Soggeto si deve adattare a Gruppo, Nazione, Partito ecc...=Negativo
COOPERATIVE LEARNING: Stati Uniti, fine degli anni '90, dopo omicidi da parte di studenti in
scuole americane. Si iniziano a creare nei gruppi, per combattere la violenza, forme di ambito
pedagogico, scolastiche e non.
Lo scopo è: -accrescere sentimenti e empatia, -ridurre aggressività, comportamenti antisociali e
tensioni, -far crescere la capacità di giudizio morale.
I soggetti sono divisi in gruppi di 3-4 persone, poiché solo in un piccolo gruppo tutti possono essere
protagonisti attivi e le relazioni che si creano sono più intense.
Si formano quindi GRUPPI ETEROGENEI, con soggetti provenienti da diverse realtà, con un
obiettivo in comune. Ognuno ha un compito, ma la realizzazione dell'obiettivo si compie solo se
ognuno fa al meglio il proprio dovere. Nessuno deve essere passivo.
Uno degli obiettivi della eterogeneità è scacciare i pregiudizi, creando un contesto in cui ognuno è
disponibile a dialogare con gli altri e ascoltarne le idee. Un altro obiettivo, il principale, è unire gli
sforzi per arrivare all'obiettivo comune.
DESIGN DELL'INSEGNAMENTO
A)Architettura delle mete d'apprendimento adatte a predisporle in logica sequenzialità
B)Starndardizzazione delle pratiche didattiche
C)Modellamento dell'interazione educatore-educando, sulla base di schemi prestabiliti.
MASTERY LEARNING (padronanza dell'apprendimento)
Si cercano le cause che producono un buon apprendimento. Non si può raggiungere una meta
quando il compito è troppo gravoso per i soggetti che stanno attorno a noi. Non poterlo raggiungere
provoca frustrazione.
E' importante stabilire cosa una persona è in grado o meno di fare.
Sono importanti anche i pre-requisiti: Non so correre, non posso praticare salto in alto, perché ciò
porterebbe all'insuccesso. Se so che meta raggiungere e conosco le mie qualità, posso raggiungere
un obiettivo: Fase di definizione degli obiettivi fondamentali.
Quindi, perché si arrivi al successo, è ESSENZIALE conoscere le capacità di un soggetto.
MOTIVAZIONE: Cresce se il soggetto sa cosa ci si aspetta da lui. Al termine di ogni unità didattica
è corretto verificare se si è in grado o meno di raggiungere il compito. Se non si riesce? Non si
ricorre all'esercizio, ma al RINFORZO cambiando metodi di insegnamento (video, schemi ecc).
PAIR EDUCATION: Aiutare compagno in difficoltà, aiutarsi a vicenda
L'alta qualità degli insegnamenti non è secondaria, ma è essenziale perché possa esserci un risultato
positivo. Non tutti hanno lo stesso tipo di apprendimento, quindi la varietà dei mezzi è importante.
SOCIAL LEARNING
Idea di uno psicologo statunitense, Bandula. Si apprende osservando gli altri, considerandoli come
un modello.
E' essenziale scegliere il modello adeguato, socialmente convincente e motivante.
Feedback può essere positivo o negativo. Obiettivo:
1)creare self-efficacy, sicurezza in se stessi.
2)arresto degli atteggiamenti scorretti.
E' previsto che a priori l'insegnante sappia cosa è corretto e cosa scorretto.
Si mantengono interconnesse pratica e teoria, come succede per gli schemi di gioco.
FASE 1: analisi comportamento da modellizzare
FASE 2: selezione di modelli adatti a raggiungere il successo o l'apprendimento
FASE 3: definizione degli atteggiamenti insegnativi, necessaria per esemplificare le azioni da
compiere e quelle da evitare, così da facilitare l'acquisizione del comportamento voluto.
FASE 4: presentazione del modello, trasferire quanto appreso anche in altri contesti
Interessante è il MICROTEACHING, o MICROINSEGNAMENTO:
Una telecamera filma le azioni che il soggetto compie, in modo da mostrargli l'applicazione delle
unità didattiche. Ciò che viene filmato è una specifica unità didattica. Si pone sotto osservazione
quella microporzione e non la visione d'insieme.
Invece l'apprendimento SITUATO è