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E altri ostacoli alla comunicazione, come:
Non tenere conto dei feedback
Interrompere, sovrapporsi
Seguire il proprio pensiero, parlare a fiume, invadere lo spazio o fare un monologo
Fare pressing
Mettere in dubbio
Contraddire o correggere
Chi riceve messaggi barriera, come quelli appena citati, riceve in ogni caso un racket.
I racket hanno lo scopo di togliere energia, indebolire l’altro e rafforzare il sé e non sono certo
tra i presupposti di un colloquio che vuole essere una comunicazione efficace ed autentica.
L’interazione tra esseri umani dunque è tanto più produttiva quanto più è fluida e bidirezionale la
comunicazione tra loro. È tanto più costruttiva quanto più le persone si aprono tra loro e sono
pronte ad assumere temporaneamente il punto di vista e l’emozione dell’altro.
Quali sono, invece, i fattori di una buona comunicazione?
Avere segnali di sintonizzazione
Matching (combaciare con la mappa del mondo dell’altro)
Pacing (andare al passo)
Attenzione ai feedback
Inviare segnali di invito e di ricezione del messaggio
Comprensione empatica
Sottolineare gli aspetti positivi e i punti di accordo
Inviare messaggi di genuinità e trasparenza
L’atteggiamento empatico “mettersi nei panni dell’altro”, ma “essere
non indica semplicemente
accoglienti” nei confronti dell’altro. Ecco perché un atteggiamento empatico è un fattore cruciale
di una comunicazione efficace.
Dunque, un ascolto attivo efficace e che permette all’altro di sentirsi accolto, deve prevedere
alcune tecniche precise, come:
1. Un uso congruo ed efficace della comunicazione verbale e non verbale
2. Uso di domande chiuse ed aperte
3. Parafrasare, ossia riassumere con parole proprie quanto ci è appena stato detto, per creare
con l’altro, in quanto dimostra che
empatia e favorire la relazione abbiamo ascoltato e
compreso. Aiuta a chiarire il contenuto di quanto comunicato
Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ® 9
Rispecchiare, cioè ripetere in forma interrogativa l’ultima parola o frase del soggetto,
4. fornendo un feedback; sollecita ulteriori informazioni senza influenzarne la direzione (per
esempio: “ma davvero è successo questo?”)
5. Espressioni del volto: fondamentale diventa la congruenza fra quello che si dice e
l’espressione che assumiamo
6. Evitare alcuni errori comuni: micro espressioni, contatto oculare esagerato o troppo
ridotto, contatto fisico eccessivo, distanza troppo ridotta o eccessiva fra i due
interlocutori, postura errata (non irrigidire le spalle), ecc.
L’atteggiamento empatico, quindi, rappresenta un’accoglienza dell’altro, attraverso:
La disponibilità a fare spazio dentro di noi
La valorizzazione della persona con cui si parla
L’individuazione die suoi bisogni
La risposta accurata alle sue eventuali richieste di aiuto, crescita, autorealizzazione ed
autonomia
Modello biopsicosociale della salute
Riepiloghiamo tutto quello che abbiamo detto fino ad oggi. Abbiamo visto la differenza fra
informazione, comunicazione efficace e comunicazione formativa (la prima è un’emissione di
messaggi, mentre la seconda è l’emissione di messaggi con verifica del messaggio di ritorno o
feedback; la terza è un ascolto attivo, con atteggiamento empatico e tensione verso una
trasformazione del sapere).
Perché la relazione educativa è importante anche per la figura di infermiere? Perché siamo
passati da un paradigma biomedico ad uno biopsicosociale della salute: si ha oggi una visione
professionista-assistito che si focalizza su aspetti non solo medici della relazione ma su tutte le
dimensioni del soggetto (relazionali, sociali, spirituali, ecc.).
Nel modello biomedico, la malattia viene trattata come entità indipendente dal comportamento
sociale; si enfatizza, qui, la funzione del medico e si ha una visione passiva del paziente
(medicina incentrata sul medico).
Il modello biopsicosociale, invece, tiene conto anche delle dimensioni psicologica e sociale, non
solo di quella biologica. Il concetto di salute diviene, dunque, complesso.
L’essere in salute implica una condizione di benessere in tutti gli aspetti dell’esistenza.
di vita dell’individuo e
Questa concezione della salute tiene conto anche degli ambienti dellele
sociali dell’assistito anche in termini di promozione della sua autonomia (i fattori
relazioni
esterni e sociali interagiscono e influenzano costantemente lo stato di salute degli individui come
pure le possibilità di recupero in caso di malattia).
L’idea di salute globale della persona collegata al suo ambiente sottolinea l’attenzione verso la
l’orientamento verso
promozione della salute e la realizzazione di sé e apertura verso il nuovo.
Tuttavia, tale modello presenta degli aspetti problematici nella sua concreta applicazione, tra cui
ricordiamo la carenza di metodologie adeguate e una scarsa chiarezza concettuale
nell’articolazione tra i diversi livelli. “sollevato in forma
Ciononostante, il grande merito del modello bio-psico-sociale è di aver
generica, ma perentoria, il problema della complessità della salute”.
“mira
Il modello bio-psico-sociale al superamento del vecchio dualismo psiche e soma, nonché
nell’insorgenza della malattia,
della concezione semplicistica di cause e di sequenze unilineari
individuando alla base l’interazione dinamica di fattori multipli”.
Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ® 10
La promozione della salute deve essere collocata in un diverso paradigma, in uno più generale,
poiché non è una realtà data una volta per tutte, ma è influenzata dalle percezioni soggettive e
intersoggettive, sulle quali l’ambiente circostante (fisico e umano) esercita una grossa influenza,
suggerendo ai singoli soggetti princìpi interpretativi che, sostanzialmente, configurano le
rappresentazioni mentali del soggetto, le quali, a loro volta, delineano quelle sociali, in un
processo circolare dinamico irregolare.
La salute è allora una costruzione sociale, costruita socialmente nell’ambito delle relazioni
umane ed i comportamenti salutari costituiscono solo un aspetto dei più variegati comportamenti
sociali. salute: “Parlare
Si ha, quindi, un nuovo punto di vista pedagogico della di salute vuol dire
comprendere il significato di eventi particolari o quotidiani, dei conseguenti adattamenti o
disadattamenti attivati e dei desideri e delle aspettative di un soggetto che si trova inserito in un
determinato ambiente. Parlare di salute significa parlare della vita di ciascuna persona, non
solo per quello che essa è, ma soprattutto per come viene percepita e vissuta”.
Che conseguenze provoca questo nuovo paradigma della salute?
Innanzitutto, cambia il punto di vista di come vengono offerti i servizi di promozione della salute
e di cura, ma cambia anche il sistema delle professioni sanitarie. Diventa essenziale il possedere
delle competenze trasversali.
Si passa da un semplice modello informativo-preventivo (modello lineare, che si adatta al
modello biomedico di salute, in cui si passano informazioni sulla salute) al modello
biopsicosociale, in cui si ha:
1. Capacità di autoriflessione: capacità di interrogarsi costantemente sul proprio statuto
epistemologico, sui propri metodi operativi, sui propri confini etici, sulle proprie
conseguenze sociali e politiche.
2. Dialogo tra ricerca e riflessione: un atteggiamento riflessivo e critico sulle nostre azioni
ci permette di valutare le conseguenze e le possibili condizioni che possono crearsi.
un’azione con un atteggiamento di riflessione, è possibile prevedere i
Accompagnando
possibili effetti, trovare soluzioni innovative, ecc. La competenza autoriflessiva in ambito
professionale, ci permette di essere critici e di migliorarci continuamente.
3. Rigore progettuale delle iniziative e degli interventi che sono avvenuti e stanno
avvenendo
In questo nuovo paradigma, il ruolo della relazione educativa diventa fondamentale. Si mira,
infatti, sia alla prevenzione della salute (promozione del benessere individuale e collettivo
attraverso lo sviluppo delle capacità di gestione dello stile di vita e dei comportamenti) sia al
processo di cura.
La relazione educativa ha, quindi, la finalità fondamentale di procurare un cambiamento e una
trasformazione di conoscenze e/o competenze (significati) nell’assistito. Si ha l’obiettivo di
sviluppare competenze utili nell’assistito e nei suoi familiari, per permettere a questi di essere
autonomi nella gestione della cura e della malattia.
E come si fa? Che metodi utilizziamo? Andiamo ad agire su competenze, conoscenze e
significati dell’assistito.
Una relazione intersoggettiva diventa, infatti, educativa quando acquisisce un significato
per sé e per l’altro e provoca una trasformazione di conoscenze, competenze e
(emozioni)
significati nell’altro. Riassunto di Alessandro Gagliani e Mattia Sabatini ® 11
La relazione educativa caratterizza i rapporti fra:
Professionista e assistito: rapporto uno a uno
Professionisti (learning organization): rapporto molti a molti
Formazione di altri professionisti (quando un professionista fa da professore a più
studenti): rapporto uno a molti
dell’educazione
Criteri metodologici
Come già detto, l’obiettivo ultimo della relazione educativa è l’autonomia.
Nei confronti degli assistiti dovremmo essere, quindi, in grado di sviluppare conoscenze e
competenze che permetteranno loro di essere autonomi.
Esistono dei criteri metodologici da seguire per raggiungere queste competenze.
• Partire dalle conoscenze e competenze pregresse dell’assistito/i (identificare la domanda
nemmeno cosa è l’insulina, non
di formazione); per esempio, se un assistito non conosce
posso direttamente spigargli che per il diabete deve seguire la terapia insulinica.
• Sviluppare nuove conoscenze/competenze integrando quelle dell’esperto/professionista
con quelle già in possesso dell’assistito (valorizza esperienze pregresse e i saperi già
detenuti per sviluppare nuovi saperi)
• Integrare la dimensione razionale e quella emozionale
• Costruire/identificare relazioni significative (risorse) di supporto all’assistito/i (rete
familiare e/o sociale)
Il bisogno formativo
Il bisogno formativo rappresenta la differenza tra la conoscenza e competenza che uno ha e
quella che dovrebbe avere per svolgere un determinato compito.
La rilevazione di questi bisogni può essere eseguita in più modi: