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Lo sviluppo del carattere avviene in 3 direzioni: capacità di cogliere il bene nelle diverse
situazioni fattore cognitivo: consapevolezza e competenza); amare tale bene (fattore affettivo:
amore, dedizione, autocontrollo); cercarlo in maniera costante e perseverante (fattore volitivo: saper
ascoltare, comunicare, collaborare)
Questi tre fattori interagiscono tra loro in maniera circolare e costituiscono una struttura interna
unitaria; provocano piacere interiore e soddisfazione profonda; concorrono a stabilire un abito
morale, che permette di agire in maniera stabile, efficace, automatica e coerente: apprendistato.
Questa educazione morale ha luogo in una comunità (1), mira alla vita buona (2), si basa sulla
struttura narrativa della vita umana (3), si basa sulla partecipazione alle ‘pratiche’ di vita buona (4),
su un esplicito insegnamento morale (5) e sullo sviluppo degli abiti (6).
Identità narrativa: MacIntyre: la vita umana è di carattere narrativo per via della storicità
dell’esistenza umana (uomo autore e narratore della propria storia; animale che racconta storie)
pedagogia della memoria (può aiutare alla identificazione della domanda educativa presente
negli educandi attraverso l’ascolto attento delle loro storie di vita.
Dimensione spirituale e religiosa: dimensione antropologica dell’uomo, aspetto essenziale del suo
essere (V. Frankl); in stretta interazione con la sua vita fisica e psichica. La maniera specifica di
dare senso e significato a queste tre dimensioni della vita la si può chiamare umanesimo.
Le condizioni per sperimentarla: apertura e ricettività, senso di incompletezza, impotenza e
mancanza, vulnerabilità, inquietudine, disponibilità, percezione della possibilità di essere diversi e
migliori, trasformati, trascendere se stessi, aperti all’attesa e alla speranza, in ogni ambito…
Formare in questo è creare un nuovo umanesimo.
Richiede anche la volontà di credere, il desiderio e l’impegno nel preservare e sviluppare il dono
della fede e agire in coerenza con essa. 5
* MODELLI
Un modello (sistema, metodo) educativo è caratterizzato da ideali guida, che propongono
un’eccellenza nella pratica educativa stessa. Richiede coerenza e organicità, strutturando le variabili
che entrano in gioco (persone, spazi, tempi, risorse, obiettivi) e le relazioni che le legano.
Caratteristiche: coerenza interna (1), esigenza di trovare una risposta al problema P (2), il problema
P sia traducibile in un problema P’ interno al modello (3), la soluzione S’ trovata grazie al modello
possa essere tradotta in una soluzione S del problema P originario (4), ciò permetta di dominare
meglio la soluzione (5) [È un po’ come le carte stradali]
Meirieu indica 5 componenti fondamentali: conoscenze (competenze, atteggiamenti e valori),
situazioni educative attivate (comunicazione unidirezionale o interattiva), strumenti (diversi mezzi
coinvolti), relazioni (rapporti interpersonali e istituzionali), valutazione (forme diagnostico-
pragmatiche, valutazione formativa).
3 impostazioni fondamentali: modello direttivo (gestito in prima persona dall’educatore), non-
direttivo (obiettivi, metodi e strumenti in mano all’educando, anche se il progetto appartiene
all’educatore), neo-direttivi (negoziare con gli educandi gli obiettivi dell’azione educativa,
lasciando all’educatore l’organizzazione delle attività educative; favorisce una valutazione
condivisa).
4 modelli educativi (Lapp, Bender, Ellenwood e John) caratterizzati dal ruolo differenti che
assumono le 3 variabili fondamentali prese in considerazione: educatore, educando e contenuto.
* Classico: il contenuto formativo assume importanza massima (conoscenze, competenze e
atteggiamenti); l’educatore è un esperto e un modello: l’educando riceve “passivamente” queste
conoscenze. Sono trascurati lo sviluppo emozionale e l’adattamento sociale dell’attività formativa.
Due accentuazioni: perennialista (verità immortali del passato, ignorando le urgenze presenti e
future) e essenzialista (guarda più al presente e ai suoi valori e richieste preparando il giovane al
suo inserimento nella società e nell’attività professionale)
* Tecnologico: trasmissione di informazioni e competenze pratiche “cucite” su quelle individuali
dell’educando, adattando ad esse il contenuto, che è scelto da esperti del settore di competenza.
L’educando deve assorbire una quantità elevata e complessa di indicazioni, materiali, esercizi,
secondo metodologie che richiedono poca riflessione critica. Educatore in posizione arretrata.
Vanno in questa direzioni i corsi di e-learning o di formazione continua. Aspetto istruttivo prevale
su quello educativo, e i rapporti interpersonali sono molto ridotti.
* Personalizzato: l’educando è al centro, e la formazione si struttura attorno alle sue esperienze, i
suoi interessi e il suo grado e forma di sviluppo (pedagogia dei talenti, tipico delle scuole artistiche)
Due prospettive: progressiva (educando visto come persona nella sua interezza, la sua crescita
emozionale e il suo adattamento sociale devono andare di pari passo; educatore è levatrice, esperto,
facilitatore, tipico della tradizione socratica); romantica (tutto l’apprendimento e la crescita
personale emergono dal suo interno nell’interazione con l’ambiente; l’esperienza è il naturale
insegnante dell’educando. L’educatore può solo lasciarlo libero di apprendere…)
* Interazionale: Non ritiene che esista nel mondo d’oggi un permanente e indiscusso corpo di
conoscenze e di competenze; superare le attuali forme e tecniche educative. L’educatore deve
cercare nelle radici umane per aprirsi a nuove finalità e nuovi valori che permettano agli uomini di
vivere meglio. Il cuore del processo è il rapporto tra educatore ed educando: dialogo fiducioso e
interdipendenza, ascolto reciproco, questioni affrontate alla luce della dignità umana. 6
Il sistema preventivo di don Bosco (è opposto al sistema repressivo): è più sensibile al fatto che
l’educando nella sua crescita ha bisogno di continua guida e assistenza, sostegno e pazienza,
accoglienza e affetto, in quanto non ha ancora raggiunto livelli di consapevolezza, maturità,
perseveranza adeguati.
La modalità comunicativa adottata è triplice: testimonianze vive (che permettano osservazione e
ricordo), narrazioni molteplici e variate (per attivare modalità in diversi contesti) e esplicitazioni
semplici ma pregnanti.
Gli elementi chiave: promuovere la crescita di buoni cristiani e onesti cittadini (educazione alla
cittadinanza, solidarietà e responsabilità); visione dell’uomo e del suo sviluppo integrale in chiave
cristiana; massima prudenza e pazienza; amorevolezza (carità teologale, giustizia, disponibilità a
incontrare il volto dell’altro); dimensione religiosa (autentico sviluppo di vita interiore e spirituale:
preghiera, sacramenti, impegno morale serio) da cui deriva il fondamento più profondo dell’amore,
del rispetto, della speranza, della fiducia dell’educatore nei riguardi dell’educando.
Formazione permanente: lifelong learning, che implica capacità di autodeterminazione e
autoregolazione, per essere in grado di apprendere per tutta la vita, rinnovare le proprie competenza
a seconda dei bisogni, essere aperti alle novità. Approccio tripolare: autoformazione (soggetto in
formazione), eteroformazione (dispositivo formativo), ecoformazione (contesto sociale lavorativo).
* DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI (Vedi elaborato)
* CONVERSAZIONE
Si fonda sul dialogo e permette all’educando di costruire la sua identità, di interiorizzare valori,
significati e modi d’agire, di orientarsi nel mondo. È un insieme di processi di acculturazione,
socializzazione e educazione mediante una interazione continua tra persone, simboli e significati.
La forza della parola si esplica non solo nell’influire sul pensare ma anche nell’inclinare la volontà.
Testo: ogni esempio di linguaggio (scritto, orale, visivo, audio, gestuale) che abbia coerenza e
significato codificato; intertestualità (iscritto in un contesto testuale più ampio)
Voce: forme di rappresentazione de sé e del sociale che mediano e producono più larghe strutture di
significato (la voce die lavoratori, degli studenti, delle donne)
Discorso: espressioni e affermazioni ricorrenti che sono presenti nei differenti testi ed evidenziano
sistemi di significato, campi di conoscenza, insiemi di convinzioni, categorizzazioni del mondo (si
formano le individualità, le identità e i ruoli sociali, le categorie culturali)
Categorie significative della pratica educativa conversazione: il suo svolgersi nel tempo, il
coinvolgimento di più soggetti in continuo interscambio anche linguistico, la diversità culturale e
sessuale degli interlocutori, ruolo dei testi e dell’intertestualità, legittimazione-negoziazione-
contestazione di conoscenza, significati e identità di relazioni sociali (Van Dijk).
Dialogo educativo (lunga storia: Sacra Scrittura, poemi omerici, scritti platonici, dialogo socratico):
l’insegnante è come una levatrice: fa emergere alla coscienza personale e fa rappresentare
verbalmente quanto esiste già nel profondo della persona, anche se implicito, non ancora definito e
identificato. La scuola stessa è nata come scuola della parola, del dialogo, dell’argomentazione.
Platone nel Menone: la conoscenza non viene dall’insegnare ma dall’interrogare, dal porre
domande, dal dialogo argomentativo. 7
Garrison: apprendere implica una domanda, implicita o esplicita, posta a un interlocutore: non
conoscendo la risposta; essendo convinti che una risposta esiste; desiderando di conoscere la
risposta; credendo che l’interlocutore la conosce e sia in grado di fornirla
Tutto il processo conversazione può essere ricollegato alla nozione di incontro elaborata da
Guardini, come un distaccarsi da un possesso e un perpetuamento rigidi della forma del sé, per
accettare il rischio dell’apertura a ciò che è altro, facendo crescere in questo modo la propria
individualità. Questa costruzione avviene lungo tutto l’arco della vita; ogni incontro diventa
occasione di apprendimento, crescita e maturazione.
Formazione in 3ª persona: esalta il ruolo attivo e direttivo dell’educatore; l’educando esegue
Formazione in 1ª persona: educando è al centro (aspirazioni, interessi, bisogni) e guida la danza
Formazione in 2ª persona (Not): si hanno due centri di iniziative e di azioni: ciascuno è un IO
(educando con le sue aspirazioni e bisogni / l’educatore che propone le sue iniziative a partire da