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Alla complessità
Il progressivo abbandono di sicurezze assiomatiche (cioè evidente di per sé, che non ha bisogno di dimostrazioni) e autocentrante, la conquista di più modelli di ragione, il dibattito sulla complessità, hanno portato la pedagogia a rivedere le sue strutture portanti: "il suo statuto disciplinare e la sua progettualità operativa". A) "Lo statuto formale": la morfologia epistemica della pedagogia (i suoi saperi, il suo linguaggio, la sua logica, il suo criterio metodologico, il suo dispositivo euristico), ha attenzionato e fatti propri quei tratti di "complessità", che ha caratterizzato l'attuale dibattito scientifico e filosofico. La pedagogia ha acquisito, così, il carattere "inquieto", "problematico", "mobile" e "incompiuto" del suo statuto teorico. La "pluralità" è il contrassegno più appropriato per.definire il carattere di “una pedagogia della complessità”.- “Una pluralità di emergenze”: istanze, bisogni, problemi dell’infanzia, il disagio giovanile e l’emarginazione degli anziani, l’ampliarsi dei conflitti etnici e religiosi.
- “Una pluralità di paradigmi e di interpretazioni”: codici, modelli di ricerca, aperti anche alla riformulazione, per i propri percorsi investigativi.
- “Una pluralità di scienze”: con cui la pedagogia sente la necessità di intrecciarsi per riformulare il proprio statuto, la propria progettualità e le proprie metodologie.
B) “La progettualità operativa”: educare alla ragione problematica e complessa significa sviluppare “una conoscenza della conoscenza”: ossia una conoscenza se stessa mentre conosce ed agisce, cioè, mentre costruisce le proprie strutture e i propri domini cognitivi. Riflettendo sulla genesi
La pedagogia si basa sulla consapevolezza dei propri presupposti epistemologici e dei vincoli storico-culturali che influenzano il modo di analizzare, descrivere e interpretare il mondo, promuovendo l'autoriflessività. Nell'educazione alla complessità, la pedagogia ridefinisce il proprio progetto sulla base della possibilità e dell'utopia, della cognitività e dell'affettività, della storicità e della socialità, della pluralità e della differenza, della ragione e della creatività. Si propone di superare modelli di pensiero e comportamento autocentranti e rigidi, autoritari e dogmatici.
Per una pedagogia dell'impegno, i tre segni distintivi sono: "superamento, interdisciplinarità, impegno". Il superamento implica un modello rivolto al futuro che richiede fedeltà alla ragione e aderenza alla realtà.
2) La scelta interdisciplinare, sottrarrebbe la pedagogia alla sua anticasudditanza a dottrine speculative astratte (evasive rispetto alla realtà), aprendola non solo al versante teorico ma anche a quello metodologico e applicativo.
3) L'impegno etico-sociale si avvale di un modello educativo basato sulla disponibilità, cooperazione, solidarietà e impegno etico-sociale, partecipazione; un modello che sappia agire nella storia, e che sappia esaltare il valore della persona. La "persona-valore", simboleggia una umanità che si impegna nella vita civile, politica e culturale per non farsi alienare e spersonalizzare dalla morsa del lavoro, quest'ultimo ormai proiettato verso il binomio produzione-consumo, tipico di una società capitalista.
L'EDUCAZIONE ALLA "SINGOLARITÀ" TRA SERIETÀ E LIEVITÀ
"L'individualità", contrassegna la singolarità della persona ed il suo potenziale.
L'individualità è importante in una società che tende all'omologazione, culturale, sociale, comportamentale, utile contro i pericoli della manipolazione della persona. La globalizzazione, in direzione di modelli omologanti, sta sempre più riducendo le cifre della "singolarità". "Libertà e scelta", sono le condizioni della singolarità, ovviamente nel rispetto degli altri uomini. Per cui si parla di una pedagogia legata al versante epistemologico e fenomenologico (sul piano dell'esperienza) di una singolarità (culturale, affettiva, creativa, multidimensionale, valoriale, integrale) capace di opporsi all'appiattimento e omologazione delle conoscenze e dei comportamenti sociali.
1) "Il versante epistemologico", che dà valore scientifico alla singolarità, puntando sulla dimensione "soggettiva", la singolarità risulta così una sicura zattera di
salvataggio contro un naufragio verso la mondanità omologante.
2) "Il versante fenomenologico", la prospettiva pedagogica pone l'uomo e la donna di fronte alla propria singolarità e alla propria solitudine. Questo percorso, quindi, non è perseguibile collettivamente, ma singolarmente, verso un orizzonte tutto personale. La pedagogia del "serio" alimenta in questa prospettiva, l'avventura del singolo nei paesaggi della "cultura e dei valori", e che è capace di illuminare e conseguentemente allontanare dal conformismo intellettuale, l'intolleranza e la falsificazione etica, il cattivo gusto e la mutilazione estetica, lo sfruttamento e la discriminazione economico-sociale. Ma ciò che offre il serio alla "singolarità" (la solitudine, la distanza, la rinuncia, il rischio proprio dello spirito libero), potrebbe tramutarsi in "iperindividualità", se non fosse orientata.
esistenzialmente dal "lieve". Il lieve assicura ali dionisiache e demoniache, smorzando il serio dalla spirito di pesantezza e gravità che inonda l'individuo. Per cui, in sede fenomenologia, "serietà e lievità" sono chiamate dialetticamente e costantemente a confrontarsi. L'EDUCAZIONE TRA ARTE E SCIENZA, DEMOCRAZIA E CREATIVITÀ Per garantire la difesa della "singolarità" (e con essa la possibilità di sperimentare "serietà e lievità"), occorre mettere in campo un "progetto complesso" che deve tessere insieme "arte e scienza" per realizzare democrazia e creatività. Per attuarsi tale progetto, occorre: 1) "un educazione alle scienze e alla filosofia" che valorizza lo spirito investigativo, esplorativo e rielaborativo. 2) "un educazione alle arti", che valorizza la capacità analogica e trasformativa e la permanenteApertura alla fantasia e all'immaginazione.
"Un'educazione alla democrazia" che mira alla parità nella diversità.
"Un'educazione alla creatività", la promozione dell'intelligenza individuale, nella sua capacità di affrontare e risolvere con originalità i molteplici problemi.
LA FORMAZIONE PER TUTTI E PER TUTTA LA VITA
La formazione è intesa come processo che riesce a promuovere la costruzione della singolarità, e si muove su 2 piani nel senso "dell'essere formati" e del "formarsi". L'essere formati, necessita di un intervento esterno (istituzioni). Il formarsi, inteso, come possibilità del soggetto che, appropriandosi della cultura, rielaborandola e trasformandola, si fa protagonista della propria autoformazione. Il concetto di formazione viene arricchito con il termine "processo" (inteso come processo formativo), per evidenziare la sua dinamicità.
Il processo formativo deve garantire una formazione "multidimensionale e unitaria della persona", ed un "processo di crescita" individuale. Oggi si mira alla multidimensionalità e unitarietà della persona, e si richiede una formazione che si estende nell'intero corso della vita, e che sia un diritto inalienabile di tutti i cittadini. OLTRE LA LOGICA DELLA SCISSIONE. DALLA RAGIONE GERARCHICA ALLA RAGIONE PLURALE Uno dei caratteri del Logos occidentale è "l'arbitrarietà" (senza alcun fondamento scientifico), essa interviene creando una scissione (in generale) tra "uomo e natura". Tale scissione legittima nel contempo sia una "logica dualistica" che una "logica gerarchica", prendendo in considerazione l'uomo come essere superiore rispetto alla natura, giustificando così ogni sorta di dominio e violenza nei confronti di altri esseri viventi percepiti come inferiori.Legittima la “centralità-superiorità” di un certo tipo di uomo “l’uomo bianco occidentale” rispetto ad altri uomini, considerati inferiori e sottoposti a forme di schiavitù e sfruttamento. Di conseguenza, la ricerca pedagogica è tenuta a promuovere lo sviluppo di una ragione “plurale, flessibile, multiculturale” (in opposizione ai modelli autocentranti, rigidi, dogmatici). La pedagogia prende in esame, per ricostruire la genealogia della logica gerarchica, 6 modelli che rappresentano la cultura monocentrica ed indiscutibile.
- “L’antropocentrismo”, ossia un modello monoculturale, che pone l’uomo al centro dell’universo e fine ultimo dell’evoluzione della specie, mentre la natura ha lo scopo di essere dominata e sfruttata.
- “Il glottocentrismo”, ha fatto sì che il “linguaggio orale” e la sua traduzione grafica “la scrittura”, fossero privilegiati.
Eliberare le culture sottomesse, lasciando così emergere l'originalità delle loro espressioni. 5-6) "L'adultocentrismo e la scuola centrismo", la pedagogia, qui, è impegnata ad una progettazione formativa, rispettosa di tutte le età della vita (infanzia, giovinezza, età adulta).