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PEDAGOGIA E CURA

La cura è l'ontologia del mondo, l'essenza del mondo HEIDDEGER →Su "Educabilità"→ articolo si apre con articolo "Aver cura, l'arte di esistere" di MORTARI LUIGINA La cura sta alla base del concetto di educazione, prendersi cura vuol dire nutrire.I livelli possibili di cura sono:
  • cura di sé;
  • cura degli altri;
  • cura del mondo.
È una cura "circolare"→ prendersi cura da entrambi i lati, bidirezionale.I greci avevano tanti modi di definire la cura:
  • curaθεραπεία (terapeìa) del corpo;
  • prendersiεπιμέλεια (epimeleia) cura dell'anima;
  • curaμέριμνα (merimna) di tutti i giorni.
Ci sono tante attività, nella scuola ospedaliera che incentivano il prendersi cura dell'anima (epimeleia)→

clownteraphy→ fanno giocare e divertire i bambini

I due concetti, epimeleia e terapeia sono comunque connessi perché prendersi cura dell’anima vuol dire curare il corpo.

Cura→ premura, attenzione, sollecitudine, inquietudine, coltivare ecc

Falsa etimologia che deriva da coer, cuore

Cura→ metafore: coltivare, nutrire

HEIDDEGER mito sulla cura in “Essere e tempo”. La cura è l’ontologia del mondo.

“la cura mentre stava attraversando un fiume, scorse del fango cretoso; pensierosa, ne raccolse un pò e incominciò adargli forma. Mentre è intenta a stabilire che cosa abbia fatto, interviene Giove. La cura lo prega di infondere lo spiritoa ciò che essa aveva fatto. Giove acconsente volentieri. Ma quando la cura pretese porre il suo nome a ciò che avevafatto, Giove glielo proibì e volle che fosse imposto il proprio. mentre la cura e Giove disputavano sul nome, intervenneanche la terra, reclamando che

A ciò che era stato fatto fosse imposto il proprio nome, perché aveva dato adesso una parte del proprio corpo. I disputanti elessero Saturno a giudice. Il quale comunicò ai contendenti la seguente giusta decisione: "tu, Giove, che hai dato lo spirito, al momento della morte riceverai lo spirito; Tu, terra, che hai dato il corpo, e riceverai corpo. Ma poiché fu la cura che per prima diede forma a questo essere, finché esso vive lo possiede la cura. Per quanto la controversia sul nome, si chiami Homo perché è fatto di humus". È un filosofo che attraversa il '900, aderì al nazismo, anche per farsi nominare rettore dell'Università, ma nei suoi scritti non si trovano mai riferimenti al nazismo. Parte chiedendosi "cosa è l'essere" non rispondere alla domanda e dice "io chiedo chi è lui che si chiede cosa è l'essere" → è un esserci.

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Perché l'uomo è sempre in un contesto e in qualche realtà, è in contatto con le cose. È anche un essere con gli altri. Dasein=esser-ci In-der-welt-sein=essere-nel-mondo Mit-sein=essere-con In questo essere gettato nel mondo, l'uomo scopre che l'unica certezza è la sua morte. Riflette sulla vita dell'uomo → vita inautentica, che ha spie linguistiche: chiacchere, curiosità ed equivoco, usare il sì impersonale = non ci fa mai essere protagonisti della nostra vita (anche la vita quando diciamo "alla fine si muore tutti"). È importante arrivare ad avere una vita autentica perché vuol dire accettare la propria incompletezza, senso di angoscia e della finitezza. → cura = sorge → 2 tipi di cura →

  • aver cura (besorgen) = "prendersi cura maneggiane e usante" → posso utilizzarlo verso gli altri quando li considero cose, è un prendersi cura inautentico;
``` In questo modo, il testo verrà visualizzato come un paragrafo (`

`) seguito da un elenco puntato (`

    `) con un elemento (`
  • `).prendersi cura (fursorge) → ci si relaziona con gli altri. I trattini tra le parole li chiama "esistenziali" perché sono concetti che riguardano tutti, anche Mortari li usa (esser-ci) → esserci nel mondo come apertura si caratterizza sia come scambio ambientale con "l'utilizzabile tramontano" sia con il "con-essere con altri" → uno scambio con le cose e con gli altri. Gli altri non sono cose perché anche loro sono "esserci". Heidegger identifica due modi della cura → definisce l'essere presso le cose semplicemente presenti, ossia presso l'utilizzabile come prendersi cura e più precisamente parla di prendersi cura "maneggiante e usante" → Besorgen = prendersi cura "maneggiante e usante" lo posso usare verso gli altri quando li considero come cose, è un prendersi cura inautentico e Fursorge = prendersi cura → ci si relaziona con gli altri. Quando si parla di cura, quindi, bisogna aver

    presente entrambi gli aspetti - aver cura per le cose, prendersi cura è la categoria dell'educazione.

    La differenza tra le due cose è che la relazione con gli altri esserci non è quella dell'essere presso ma è essere con, una cura condivisa, o più precisamente una cura per aver cura.

    Cura vera è essere con l'altro: "la cura, in quanto totalità strutturale unitaria, si situa, per la sua apriorità esistenziale, prima di ogni comportamento e di ogni situazione dell'Esserci" (Heiddeger).

    Cura = attività pratica - atto della madre nei confronti del figlio (non è un atto culturale perché esiste in tutte le culture); aspetto culturale.

    Chi ha cura non può che prendersi cura delle persone nella loro unicità - cura come responsabilità - struttura diadica della cura.

    La cura non è principio né stato emotivo ma è pensiero e azione - cura come.

    attività per mantenere, continuare e riparare il nostro mondo così che possiamo viverlo al meglio. La cura ha una struttura diadica perché per cura si intende atto di reciprocità. Cura come costruzione di relazioni → impegno politico della cura. Cura non vuol dire “cosalizzare” l’altro ma far sì che l’altro si realizzi per quello che è. Hillman “Il codice dell’anima” → teoria della ghianda → ghianda = quercia in potenza. Riprende la visione dei greci → ognuno deve trovare il senso per quello a cui è portato → aiuto del demone. Il concetto di cura è connesso con il comprendere l’altro → LEVINAS dice che “aver cura dell’altro è la capacità di leggere il volto dell’altro”. Piagarsi al suo sguardo, capacità di interpretare l’altro, prestare attenzione all’altro. Comprensione come prendere con l’altro, comprendere.

    Il desiderio dell'altro è comprendere la mancanza dell'altro. Le scienze umane non spiegano ma comprendono. Comprendere l'altro è ascoltarlo e mettere sé stessi tra parentesi εποχη. Scienze umane comprendono → comprendere il senso di unicità. Ognuno è diverso dagli altri. "Spiegare" → riguarda le scienze della natura che cercano le cause del fatto da ricondurre a una legge universale. "Comprendere" è proprio delle scienze dello spirito che si propongono di comprendere il caso singolo nella sua storicità. "Noi spieghiamo la natura, ma comprendiamo la vita spirituale" - Dilthey Maiolo (psicologo) → scuola = gomitolo di storia → gomitolo di lana è caldo e mi avvicina al concetto della costruzione di reti relazionali in un contesto.

    LEZIONI 04-05 NOVEMBRE

    LA PEDAGOGIA COME CURA II

    • Avere cura come prospettive di sviluppo: James Hillman

    Comprensione e cura

    • Cura e Attaccamento - le teorie di Bowlby
    • La cura in ospedale e i processi di umanizzazione
    • I clown in corsia

    04/11/2021 2 h

    Incontro con la coordinatrice nazionale della Rete di Scuole "Senza Zaino", dott.ssa Daniela Pampaloni

    SCUOLA SENZA ZAINO - INCONTRO CON ESPERTA

    Scuola senza zaino, movimento nato 20 anni fa a Lucca→ scuole distribuite su tutto il territorio nazionale

    Nato da un'idea di Marco Orsi, dirigente scolastico.

    Le scuole aderiscono al movimento ma ora è difficile entrarci→ le scuole devono fare delle scelte, attraverso delibere, per far prendere consapevolezza del cambiamento.

    La rete nazionale ha sede a Fauglia, l'associazione a Lucca. 21 scuole polo + 2 scuole tematiche (una a Bergamo "paesaggi di apprendimento" e l'altra a Salerno "patti di comunità educante")

    1. È un'idea NON un progetto. Ha valori pedagogici
    2. Coinvolge le scuole e non il singolo

    docente→coniugato la tradizione dell'attivismo pedagogico con quelle che poi oggi sono anche le scoperte delle neuroscienze e della tecnologia che è un Agorà virtuale. Si tenta di coniugare questi aspetti dell'innovazione con la tradizione. Non lavoro su singolo docente ma deve essere un lavoro di team, si guarda al gruppo→ didattica per team, comunità e messa in comune dei materiali per il plesso, insieme dell'istituto.

    3) Innovazione metodologica e organizzativa.

    4) È una comunità di adulti che ricerca→ bisogna progettare tenendo conto dei bisogni dei ragazzi.

    5) Aperti allo scambio per non essere monotoni→.

    6) Per contrastare la dispersione e la povertà educativa (non sempre legata a povertà economica) vuol dire anche passare giornate senza avere stimoli.

    I 5 passi per la realizzazione di Senza Zaino nelle scuole:

    1) Organizzare gli spazi, dotarsi strumenti e tecnologie didattiche→ Ripensare all'aula

    per ripensare alladidattica→ Metodologie didattiche innovative in una scuola che però non cambia non ha senso, bisogna farlotutti i giorni, strutturando anche l’ambiente della classe 2) organizzare la classe, differenziare l’insegnamento→l'organizzazione perché l'insegnante non sta in cattedra→sta accanto ai ragazzi aiutandoli e si agisce anche con il covid. Organizzazione della classe e il tema tempoè scandito dall’organizzazione dell’attività. Se si lavora in gruppetti e l’insegnante segue un gruppetto gli altrilavoreranno in modo autonomo ma saranno capaci di farlo→ ci sono dei bambini che si alzeranno, è perquesto che bisogna fornire compiti che sappiano fare. Organizzare la classe vuol dire differenziare epersonalizzare la didattica→ non devo estremizzare dando agli altri fotocopie uguali per tutti→ i ragazzihanno intelligenze diverse, bisogna capire i loro bisogni per far

    Sì di organizzare un lavoro di esperienza3) progettazione e valutare le attività didattiche; sviluppare i saperi→progettare vuol dire tener conto delle

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
40 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher eleonorato92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Mannucci Andrea.