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Attivismo: iniziò sul finire del 19° secolo per opera di John Dewey. Si fonda su una partecipazione al processo sia da parte del docente che dell'allievo. Rappresenta un rinnovamento della pedagogia poiché capace di valorizzare principi come l'azione, gli interessi, l'adattamento e la visione puerocentrica che prima venivano vietati. Segnò il passaggio da una scuola basata sul maestro a quella fondata sugli interessi dell'alunno, che è parte attiva del suo stesso progetto di maturazione che ha favorito l'introduzione di una relazione simmetrica educatore-educando, in cui l'insegnante ha il ruolo di organizzatore e programmatore di progetti; all'alunno quello di soggetto attivo che diviene creatore del sapere.

Positivismo: nata nella prima metà del 19° secolo. Il carattere fondamentale del positivismo è la riconduzione di ogni forma di conoscenza a un sapere positivo, fondato su fatti accertati e scientificamente connessi.

Il positivismo è un approccio filosofico che considera la conoscenza come basata su fatti empirici e sperimentali. Deriva dal termine latino "ponere", che significa "porre" o "mettere", indicando ciò che è concreto e reale. Nasce come risposta all'idealismo, opponendo alle concezioni del pensiero idealista la concretezza scientifica del metodo sperimentale. Secondo Comte, il termine positivo ha un valore di certezza scientifica; Spencer estrae la convinzione materialista dell'atto educativo; Mill è autore del pensiero logico.

CRITICHE: Secondo Prallazzo e Lanfranchi, il positivismo ha il pregio o il difetto di ridurre tutta la realtà a natura regolata da leggi fisse, cadendo così in esiti materialistici e meccanicistici. E. Mach critica il positivismo e sostiene che la conoscenza sia un'esperienza pura nella quale si effettuano tesi scientifiche o descrizioni sintetiche, e solo queste sintesi possono essere sottoposte al controllo di verifica sperimentale. Riteneva che le unità di misura per la conoscenza degli oggetti fossero le sensazioni.

Il positivismo lascia l'importanza della ricerca scientifica per culture moderne (occidentale). Infatti la pedagogia sperimentale condivide il pensiero positivista riconoscendo che tutto ciò che è conoscibile è anche misurabile (Kelly). Thorndike asserisce che tutto ciò che esiste, esiste in una quantità e può essere misurato. Per Shlick, il significato scientifico di un concetto è costituito dal momento della sua verificabilità. Galilei (Accademici del Cimento) parte dall'idea che tutta sia oggettivamente osservabile e che la matematica esprima la realtà fisica delle cose e degli eventi naturali. Qualora il matematico sbagli non dipenderà dal suo ragionamento dimostrabile e valido, ma dagli impedimenti della materia (irregolarità), basta essere capaci di circoscriverle. Processo educativo ed educazione: è qualcosa che ha a che fare con la trasformazione, la riflessione e la critica. Di qui la coscienza.

La pedagogia si apre con una riflessione su se stessa. La riflessione pone interrogativi che la pedagogia, così come la didattica, deve cogliere ed interpretare. Una riflessione incentrata sul concetto di trasformazione ha l'obbligo di indagare sull'educazione del soggetto, considerandolo nella sua totalità psico-fisica e determinandone tre elementi: i fini e gli scopi da perseguire, il metodo più adeguato alla realizzazione degli obiettivi e il giusto equilibrio tra aspetti scientifici e poetici. Così, la pedagogia così come la didattica non sono più saperi fondati su qualcosa che non è scientifico, ma divengono riflessione critica sui problemi dell'educazione.

Trasformazione: modificazione del divenire, tendenza dell'uomo a prendere la propria forma e momento di volontà pratico dell'agire. Proprio il processo di trasformazione richiama il concetto di bildung, ovvero l'uomo che riflette sulla

profondità olistica, orientato a dei valori quali essenza di umanità. In questo modo sia la pedagogia che la didattica risultano essere elementi di "mediazione" tra ciò che è già esistente e ciò che essa potenzialmente può divenire attraverso il processo educativo di tras-form-azione. Durkheim, come concetto di educazione, dichiara che non possiamo lasciare il soggetto inapprendimento in solitudine, soprattutto che se lasciato libero a se stesso, l'uomo è destinato a cadere vittima dei propri desideri senza fine. La metafora del cerchio delle scienze (cerchio delle scienze) adoperata da Piaget conferisce dignità scientifica ad ognuna e ricerca. Occorre non solo riflettere su un abbondante apparato epistemologico, bensì su informazioni derivanti da un'attenta vigilanza epistemologica, dove ogni soggetto possa essere in grado di tradurre dati sociali in cambiamenti significativi. Questo vuol dire che se la pedagogia

è uno di questi punti, essa necessariamente dialoga con tutte le altre, offrendo contributi e ricevendone. Si può quindi definire la pedagogia come la "teoria pratica dell'educazione" e la "scienza dell'educazione dei bambini". Se l'educazione è un travaso di informazioni da un soggetto all'altro, la pedagogia ha il ruolo di riflettere su quali siano le informazioni da dover apprendere in esame. Il processo educativo dura tutta la vita, da qui la prospettiva di educazione permanente.

La pedagogia sta a cavallo tra due paradigmi:

  • Psicologico soggettivo (scientifico): Che mette in rapporto le scienze più forti con quelle più deboli. Le scienze umane ritengono che l'uomo possa essere misurato, descritto e osservato attraverso metodi e tecniche.
  • Storico culturale (filosofico): Attribuisce al soggetto elementi come ontologia, etica, morale e anima. L'educare, nonostante sia un avvenimento interiore, non è un fatto irrazionale.
ma è anche osservabile e sperimentabile. L'ambiente in cui si svolge sono un complesso di relazioni, i procedimenti sono controllabili e le finalità sempre nel concreto. L'educazione si da come processo volto a facilitare l'approccio della persona, che si istruisce e stabilisce percorsi volti a conseguire un traguardo formativo che si esprime attraverso l'assunzione di comportamenti liberi. Mentre l'istruzione riguarda i saperi disciplinari. Ricerca: valore attraverso il quale avviene il cambiamento. Le sue caratteristiche sono il scopo collettivo, una progettazione aperta e una conduzione prima di gruppo e poi individuale. Mencarelli afferma l'urgenza di una scienza pedagogica pratica. Si avverte la mancanza di tecniche funzionali ad una scuola aperta a tutti. Si può affermare che nel settore dell'educazione, teoria e pratica, si sono per lunghi secoli, sviluppate separatamente. Quindi la ricerca teorica e la ricerca applicata devono

relazionarsi per calibrare il processo educativo. Il fine della ricerca educativa è comprendere gli eventi così come accadono nei contesti quotidiani, tenendo conto delle complessità ovvero delle trasformazioni che interessano la società contemporanea. Quindi la ricerca è chiamata a rispondere a questa complessità attraverso la definizione di metodi e strumenti.

Mialaret identifica otto macro fasi della ricerca: Identificazione del problema; Cosa si è già fatto?; Analizzare; Valutazione; Costruzione piano sperimentale; Attività amonte (scegliere i soggetti sui quali verterà l'azione) a valle (come saranno raccolti ed analizzati); Osservazioni e Pubblicazione scientifica.

Ricerca empirica: tutto ciò che si basa sull'esperienza e si avvalora di due azioni, la spiegazione verificata attraverso la sperimentazione (modificazione intenzionale di una situazione) e l'interpretazione delle modalità.

Metodo: è

La via da percorrere per raggiungere un determinato obiettivo. Descrive fasi/strumenti al fine di giungere a nuova conoscenza. Si distingue metodo sistematico, che indica le norme con le quali il sapere viene ordinato e il metodo inventivo, che offre i procedimenti.

Metodologia (cioè il pensare su di esso): è sociale, pedagogica e didattica. Per Cartesio il metodo è un cammino basato sulla rigorosità scientifica, con 4 regole: evidenza, analisi, sintesi e numerazioni e revisioni. Con il metodo ci si rivolge a realizzare una vera "rinascenza" della persona umana. Ciò che rimane meno espresso del metodo però è il fatto che, in educazione, non esista solo un metodo, che diventerebbe appunto Il metodo, ma metodi e/o modelli cosiddetti "flessibili", da privilegiare in base alla propria efficacia operativa. Importante è una buona conoscenza del metodo e delle metodologie adottate. Infatti nel momento in cui non si sappiano usare,

si rischia di spezzare l'intero processo di apprendimento. La Pedagogia adotta due metodi: discorsivo (far confluire più prospettive) esperimentale. Una società in cui tutto si sposta con velocità la situazione educativa ne è molto influenzata. Miagaret asserisce distingue sei fattori che influenzano la situazione educativa: Il tipo di società; Il sistema educativo; Programmi; metodi e tecniche; architettura scolastica e formazione degli insegnanti. Rosati afferma che l'ambiente e la situazione hanno l'obbligo di rilevare le variabili che entrano in gioco nella relazione educativa, rappresentate dalla condotta dell'insegnate. L'ambiente e la situazione sono quindi influenzate dal docente. "Imparare ad imparare". La sua complessità è che esiste un ambiente nell'educazione inteso come oltre-ambiente e ciò crea problemi alla situazione educativa. Bauman evidenzia le problematiche della situazione

educativa nel post-moderno, e asserisce che il problema risiede nell'aprirsi di ogni ambiente pedagogico e il reciproco mescolarsi degli ambienti.

L'EDUCAZIONE DEL BAMBINO: L'educatore diventa mediatore tra prospettive culturali e soggetto, ed oltre che determinare apprendimenti duraturi e valutarne il raggiungimento, ha il potere di sensibilizzare la famiglia a svolgere un ruolo di sostegno e intrattenere relazioni con altri enti formativi al fine di ottimizzare ogni progetto educativo. Competenze: in grado di cogliere i cambiamenti sociali, interagire con il bambino, vigilare su esigenze e bisogni del fanciullo e saper identificare metodi adeguati. La scuola è il primo contatto che ogni soggetto ha con i contesti educativi, quindi ha bisogno di spazi, tempi, potenzialità individuali, risorse e materiali didattici. Il bambino deve trovare nella scuola stimoli a fare e libertà espressiva (Tonelli).

Freud considera l'educatore e il genitore mestieri impossibili,

in quanto costantemente chiamati a confrontarsi per ruolo, modelli, tempi e luoghi del rispettivo agire

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Publisher
A.A. 2020-2021
15 pagine
6 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Marti17__ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia generale e sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Mancini Riccardo.