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CHE COS’E’ E COME FUNZIONA IL GRUPPO
IL GRUPPO è DIFFICILE DA DEFINIRE è un tema studiato da molte
!
discipline e da diverse correnti interne alle stesse discipline.
Se vediamo alle materie che interessano la pedagogia (biologia, sociologia,
psicologia, antropologia), abbiamo quattro diverse definizioni di gruppo (vedi
slide).
Per capire come funziona il gruppo dobbiamo sapere che esso è segnato
dalla reciprocità tra variabili interne ed esterne (vedi slide)
Pensiamo alla variabili strutturate come un imbuto:
_ variabili esterne (cosa stabiliscono i provvedimenti per la scuola, ad
esempio numero massimo di stranieri nella classe – ciò ricade sul
microsistema e quindi anche su chi è presente in quel gruppo / rapporti tra
diversi sistemi, quello scolastico e quello genitoriale ad esempio)
_ variabili interne (ad esempio in quella scuola ci sono diversi gruppi o figure
professionali – ciò che succede al ragazzo dipende molto dalla scuola in cui è
stato inserito / ora siamo dentro alla classe: interazioni che avvengono tra i
soggetti, sia pari che figure adulte, con gli artefatti, cioè gli oggetti della
cultura, come linguaggi, strumenti ecc. e anche con specifici tempi, spazi e
strategie).
LAVORARE SUL GRUPPO
Esistono diverse tipologie di gruppo – 5 tipologie/classificazione fatta in base
a questi criteri: ampiezza (perché bisogna avere almeno un minimo di
componenti, cioè almeno 3); presenza o meno di uno scopo comune (diverso
da un mero aggregato); lo scopo sia o meno condiviso (deve essere
esplicitata la volontà di seguire quello scopo); qualità delle relazioni.
Classificazione di Anzien e Martin:
Folla (concerto, festa, ecc.) tendenzialmente ampio, lo scopo non è
" !
necessariamente comune o condiviso, qualità delle relazioni non
importante (a scuola abbiamo la folla in ricreazione)
Banda (musicale, gang, ecc.) non molto ampia, variabile, lo scopo è
" !
comune e altamente condiviso e la qualità delle relazioni è alta (fa
perno sull’appartenenza per costruire un’identità) – ha la funzione di
palestra/allenamento per passare ad una più stretta simbiosi (sono
assicurato dall’appartenenza ad un gruppo mentre mi costruisco
un’identità)
Assembramento o raggruppamento (insegnanti che si riuniscono a
" livello sindacale) più o meno ampio, scopo comune e condiviso, la
!
qualità delle relazioni è importante in funzione dell’obbiettivo che il
gruppo si è dato
Gruppo primario o piccolo gruppo – fino a 5 componenti scopo
" !
comune e condiviso, la cui qualità delle relazioni è funzionale agli scopi
del gruppo (in classe divido i ragazzi in piccoli gruppi da 3 a 5 membri)
Gruppo secondario (il Dipartimento, l’Ospedale, la fabbrica, ecc.)
" !
gruppo che può essere ampio, con scopo comune e condiviso, dove la
specificità sta nel tipo di relazione che circola tra i membri (i membri
non sono tenuti a relazionarsi alla pari, ma ciascuno in base al proprio
ruolo e alla propria funzione)
QUANDO GLI ALUNNI SONO:
_ FOLLA fuori dalla scuola
!
_ BANDA ricreazione
!
_ ASSEMBRAMENTO sciopero, riunione sindacale degli insegnanti
!
_ G. PRIMARIO piccoli gruppi in classe per un lavoro
!
_ G. SECONDARIO la scuola tutta
!
LO STESSO SOGGETTO PUO’ PARTECIPARE A DIVERSE TIPOLOGIE DI
GRUPPO (possiamo avere anche dei gruppi interni).
Quando dico quel soggetto presenta quel tipo di comportamento, ma in tutte
le tipologie di gruppo? Se devo fare degli interventi, devo considerare quale
tipo di gruppo sto considerando.
Concetto di gruppo di KURT LEWIN = il gruppo è qualcosa di più della
somma delle parti, è un soggetto sovraindividuale caratterizzato dal
modo delle parti di essere in interdipendenza tra loro.
Il tutto, cioè la porta, è qualcosa di più e di diverso della somma delle sue
singole parti è il modo in cui le parti (maniglia, telaio, ecc.) sono tra loro in un
rapporto di interdipendenza.
Il sistema gruppo è sempre dinamico e in continua evoluzione: la classe è un
sistema sociale, cosa rende possibile alla classe di rimanere tale? Il fatto che
i singoli sono indipendenti e si comportano secondo i propri ruoli e
consentono la sopravvivenza del singolo ma anche del tutto. Inoltre c’è anche
uno scambio con l’esterno e questo lo porta a diversificarsi e ad evolversi.
QUINDI nessun gruppo è uguale all’altro, perché ogni gruppo è
l’interdipendenza che c’è tra i suoi membri.
E nessun gruppo è uguale a sé stesso in momenti diversi della sua storia.
IL GRUPPO è UN SISTEMA ADATTIVO, RIFLESSIVO E DI
RISTRUTTURAZIONE DEI FATTORI COGNITIVI-AFFETTIVI
ALL’INTERNO DEL GRUPPO STESSO.
Come faccio quindi a conoscere le caratteristiche di funzionamento di quel
gruppo? Occorre usare in modo complesso, integrato diversi strumenti e
lungo tutto il corso dell’analisi (durante il monitoraggio del gruppo nel corso
del tempo – uso da monitoraggio).
Per un insegnante il gruppo può essere considerato dal punto di vista:
_ dei membri (del gruppo classe) l’altro è un limite e risorsa
!
_ dell’insegnante e dell’educatore deve risolvere i problemi nel gruppo e
!
rispondere ai bisogni dei membri (non ho una classe omogenea)
Il gruppo si caratterizza per tre fattori (vedi slide): fattori che devono essere
conosciuti dall’insegnante in funzione della programmazione (didattica) e
progettazione (educativa) – ad esempio non posso proporre ai ragazzi cose
troppo difficili o sottostimarli.
MA in classe circolano anche le immagini ideali, che percezione loro hanno
delle proprie caratteristiche e abilità – il sistema di autopercezione
risponde a questa domanda “come mi penso?” e ricade sul senso di
autoefficacia che risponde alla domanda “come mi sento” e questi 2
fattori hanno una ricaduta sull’agentività (cioè essere trasformativi,
soggetti attivi del proprio cambiamento), che ha a che fare sia con il
piano affettivo che cognitivo (come fare per studiare bene, ma essere
anche disponibile a farlo). Tre teorie che spiegano questo:
- del successo e delle attribuzioni causali (modo in cui i soggetti attribuiscono
i propri successi/insuccessi a fattori interni/esterni a sè) – ho preso 4 perché
alla prof. Non gli piaccio, attribuzione causale esterna la situazione resterà
!
sempre così oppure può modificarsi? (dimensione di controllabilità: che cosa
posso fare io per modificare la situazione) CON GLI ALUNNI BISOGNA
LAVORARE PER RICONDIVIDERE INSIEME I SUCCESSI/INSUCCESSI
SCOLASTICI E RELAZIONALI, CON UN PIANO DI LAVORO FATTIBILE
- dei risultati e delle aspettative (è fondamentale far capire ai soggetti i nessi
tra aspettative e risultati raggiunti) – quali obbiettivi ti/ci eri/siamo posti? Le
tue aspettative combaciano con i risultati? lavorare sul piano revisionale
!
(attività fatta dopo l’attività), ma sempre con un noi (con un possiamo)
rassicurazione che io ci sono
- degli obbiettivi (chi non si pone obbiettivi, in genere, non aumenta gli sforzi)-
motivare i ragazzi, trovare con loro degli obbiettivi che loro ritengono
significativi per spingerli a migliorarsi sempre (LAVORARE AFFINCHE’ LA
MOTIVAZIONE DELL’ALUNNO DIVENTI INTRINSECA!) funzionale anche
!
a livello affettivo (tanto più è faticoso, tanto più la predisposizione affettivo-
relazionale è minata)
ATTENZIONE: lavorare nella cura del contesto, ma anche nell’attivazione del
soggetto (altrimenti creo assistenzialismo) – soprattutto con i disabili si rischia
di curare solo il contesto.
Rappresentazioni sociali sono costruzioni sociali e culturali, cioè sono diverse
in base ai gruppi (sono connotate dai valori del gruppo), MA sono neutrali e
non negative di per sé: è possibile che collettività e singoli le utilizzino per
dare ordine alla realtà esterna, che è troppo complicata.
Stereopiti e pregiudizi sono invece rappresentazioni sociali e culturali
negative (definizioni stereotipi e pregiudizi slide), e hanno delle ricadute sul
senso di autoefficacia (siccome gli insegnanti mi pensano così io iniziero a
pensarmi così e diventerò veramente così – la condizione di chi ha un deficit
ha un alto rischio di una rappresentazione sociale negativa che si traduce nel
modo in cui lui si penserà e nel modo in cui agirà).
A fronte di diversi criteri i soggetti possono dar luogo a scelte che collocano i
diversi membri del gruppo in posizioni centrali o marginali e anche in diverse
reti di relazioni UTILI PER CREARE DETERMINATI GRUPPI IN CLASSE
!
Le rappresentazioni sociali ce le ha anche l’insegnante/educatore !
EFFETTO PIGMALIONE (o della profezia che si autoavvera): le
rappresentazioni incidono soprattutto in negativo e questo ha un impatto
molto forte sul fatto che alcuni soggetti possono non solo godere di uno
status privilegiato ma che può anche incidere sulla nostra valutazione.
E’ IMPOSSIBILE CHE CIO’ NON SUCCEDA (le simpatie ad esempio), ma
dobbiamo essere gli insegnanti di tutti: ridurre il rischio di agire con l’effetto
pigmalione.
I CONFLITTI NEL GRUPPO
Quando si parla di conflitto si ha del conflitto un’accezione soltanto negativa,
ma non è così: rischio che le persone nascondano il conflitto e quindi
aumentarne le sue ricadute.
Il gruppo è immerso in una condizione di conflitto (noi siamo costantemente
in conflitto con la natura) e ci evolviamo/cresciamo cognitivamente e
affettivamente attraverso dei conflitti con gli altri e si apprende attraverso un
conflitto cognitivo.
I fenomeni antigruppo possono portare al gruppo, alla regressione o
alla distruzione del gruppo, MA può avere anche una evenienza positiva
il gruppo quando i membri del gruppo non fanno finta che non ci sia,
ma lo rileva e lo tratta in modo tale da rimettere in circolo energie
positive e creative (vivere la crisi ci rende più forti, le crisi ci portano a
sviluppare livelli di maturità ulteriori).
I meccanismi di difesa sono delle risposte analgesiche ad un dolore che
provo: non risolvono i problemi del gruppo ma apparentemente mi tutelano
dal dolore. Ad esempio sono la rimozione (Freud), la regressione (la classe
come gruppo può regredire), la fissazione (no crescita/maturazione), la
razionalizzazione, la negazione, la proiezione, il transfer, il contro-transfer, la
scissione, la polarizzazione, la noia, le a