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LEGAME (BISOGNI DEL GRUPPO E BISOGNI INDIVIDUALI)
Quando parliamo di bisogni individuali pensiamo a quelli di alunni, insegnanti, famiglie.
Sono connessi con processi legati alla stima reciproca e all’autostima, all’identità, al riconoscimento e al
bisogno di dare il proprio contributo al gruppo in base al ruolo che si riveste.
In relazione alla piramide di Maslow, il lavoro di gruppo permette all’individuo di soddisfare alcuni bisogni
psicologici fondamentali:
il desiderio di appartenenza e considerazione,
di sentirsi competenti sul piano strategico, innovativo, informativo e operativo,
di coerenza (dare senso a ciò che si pensa e ciò che accade)
le persone desiderano lavorare in équipe quando:
amano l’attività e stimano i membri appartenenti al gruppo;
quando, partecipando al gruppo, soddisfano bisogni personali, si sentono
efficaci e sviluppano un sentimento di sicurezza. 23
Con riferimento alle famiglie, si parte dall’analisi del contesto e si cerca di capire come favorire la
partecipazione e capire cosa si intende per partecipazione.
Il lavoro di gruppo
diventa l’espressione delle azioni complesse all’interno del gruppo di lavoro (pianificazione, svolgimento,
gestione delle relazioni). Talvolta ci si concentra sull’esecuzione del progetto, trascurando gli aspetti di
progettazione, ma soprattutto di relazione tra i membri che costituiscono il gruppo di lavoro.
PRIMA SI DEVONO CREARE LE CODIZIONI PER ENTRARE IN RELAZIONE.
CLIMA DI GRUPPO
Processi che concorrono alla creazione di un clima di gruppo in collegamento con le idee guida della PS
(partecipazione, animazione ecc.).
Un gruppo inizia a interagire e a conoscersi, in funzione delle conoscenze iniziano le prime forme di
coesione, che vanno a creare una interdipendenza, attraverso questo si riesce ad attivare processi di
negoziazione che mi permettono di integrare differenze tutto questo va a caratterizzare quel gruppo di
lavoro.
DIRE CHE ESISTE UN GRUPPO NON SIGNIFICA DIRE CHE ESISTE UN GRUPPO DI LAVORO!
Il clima di gruppo > variabile che caratterizza la dimensione plurale del G. di lavoro.
Un clima di gruppo ha bisogno di essere costruito insieme attraverso la dimensione della cooperazione. 24
Cosa ci aiuta a definire il concetto di clima di gruppo?
> l’insieme di opinioni, sentimenti e percezioni, che evidenziano la qualità dell’ambiente.
Il nostro contesto è quello scolastico dove riconosciamo diversi gruppi: gruppo dei pari, équipe, gruppo delle
famiglie.
LEZIONE 10 (27/10/2022)
Elementi che favoriscono un buon clima di gruppo e che dobbiamo includere nella progettazione.
(1) RELAZIONI AUTENTICHE TRA I MEMBRI DEL GRUPPO
Fondate sulla fiducia che significa farsi conoscere e riconoscere l’altro nella sua diversità.
Come fare? > attivando l’incontro e il confronto.
L’essere in accordo o in disaccordo diviene un’occasione che può portare scoprire risorse e criticità. >
Parlare di relazioni autentiche non significa che queste siano perfette.
EMPATIA: mettersi nei panni dell’altro senza provare ciò che l’altro sta provando. Giusto distacco.
“Quando si guarda qualcuno gli si rivolge la parola, ci si volge proprio a lui, fisicamente, ma anche nella
misura necessaria, spiritualmente, dal momento che a lui si rivolge attenzione” (Buber)
Relazione interazione ascolto (attivo) reciproco comunicazione
L’autenticità personale nello scambio dialogico > capacità della persona di presentarsi come persona
autentica, congruente, disposta a rivelare la propria vera umanità e a suscitare negli altri un analogo
comportamento. Attivare anche forme di comunicazione che siano centrate sull’essere della relazione.
Riferimento allo statuto epistemologico della PS. Far sì che si creino occasioni per cui le diverse istituzioni
possano garantire forme di umanizzazione per chi le abita.
Riferimento ad Aldo Agazzi. Processi di umanizzazione tra i macro fini.
Occorre essere, non già sembrare (comunicazione strumentale: dare per avere)
Caratteristiche dell’autenticità personale > il tutto parte dal processo di autovalutazione personale rispetto
a dei contesti (conosci te stesso…)
accettare la propria realtà personale
possedere una positiva competenza comunicativa (qual è il mio stile comunicativo)
capacità di porgere la parola
idoneità all’ascolto
essere empatici
aneddoto: maestra che in III elementare propose alla classe di tenere un diario in cui ognuno avrebbe scritto
le proprie riflessioni rispetto ad un evento. Obiettivo era riflettere su noi stessi e sugli altri. Scaletta: 25
descrivere l’evento che ci aveva coinvolto, descrivere aspetti negativi (criticità) e positivi (risorse), io come ho
reagito? Come avrei potuto reagire? Sia in positivo che in negativo. Poi se volevano potevano farglielo
leggere. Poi lei creava delle occasioni per poterne parlare. Attivazione di processo di auto-riflessione,
esercizio di scrittura.
(2) LA CAPACITA’ DI PROBLEM SOLVING
Come si può sviluppare tale capacità che può essere declinata rispetto a vari contesti?
(1) Definire in modo chiaro e distinto la situazione e le difficoltà relative
(2) Una volta riconosciuta l’esistenza del problema e delle difficoltà connesse, bisogna raccogliere il
maggior numero di informazioni, rilevando anche le preoccupazioni soggettive a riguardo.
(3) Formulazione delle opzioni e delle conseguenze positive e negative che potrebbero comportare.
Quando un’opzione è stata definita in questi termini, si può decidere la modalità attuativa (in termini
di strumenti e di persone)
(4) Scelta dell’opzione che riteniamo migliore.
(5) Attuazione operativa dell’opzione
(6) Valutazione positiva o negativa della soluzione scelta e attuata (nel caso si riscontrino elementi
negativi, ripartire dal punto 1. Potremmo o non aver individuato bene il problema o scelto male gli
obiettivi).
(3) STILE DI LAVORO COOPERATIVO
Aiuta a valorizzare: il saper stare insieme, le competenze relazionali, i rapporti interpersonali, il dialogo.
Aiuta ad incrementare la partecipazione.
Predisporre degli spazi dove si creano le condizioni per cui ognuno abbia la possibilità di esprimersi.
Es. in Francia esiste uno spazio a scuola che può essere usato dai genitori e questo li fa sentire riconosciuti
dall’istituzione.
(4) APERTURA AL DIALOGO E AL CONFRONTO
Si identifica con l’ascolto attivo. Es. quando gli insegnanti non si sentono
ascoltati dai genitori. Si potrebbe andare a
parlare con i colleghi per capire come attivare
un ascolto attivo da parte dei genitori. Andando
a provocare in loro dei processi di
responsabilizzazione. Questo significa anche
animare e promuovere processi di
partecipazione da parte dei genitori. 26
L’ascolto attivo deriva dalla predisposizione ad avere il desiderio di comprendere ciò che l’altro vuole dirmi.
NON di replicare, contraddire, rifiutare …
Atteggiamenti favorevoli ad un ascolto attivo:
Sospensione del giudizio e valutazione
Mostrare interesse (LNV)
Vedere le cose dal punto di vista di chi parla
Cercare di capire il dire dell’altro e dei valori correlati (che cos’è l’importante per l’Altro?)
Che cosa sta cercando di dirmi? (capire i bisogni e le motivazioni …)
Riconoscere le reazioni e le emozioni che vengono suscitate dall’interlocutore
Individuare l’obiettivo pratico del suo dire (dove vuole arrivare?)
Cosa si aspetta da me?
Atteggiamenti NON favorevoli:
Porre attenzione più al modo di parlare che a quanto si stia dicendo
Pensare di conoscere ciò che l’altro ha da dire
Lasciarsi distrarre dai propri pensieri
Interrompere
Reagire a certe parole che suscitano emozioni contrarie e che possono condurre a giudizi affrettati
Manipolare l’altro per portarlo vicino al proprio punto di vista
PENSARE ALLA PROPRIA RISPOSTA MENTRE SI ASCOLTA
Mostrarsi impazienti (non si dà all’altro modo di esprimersi)
(5) CONDIVISIONE SUGLI OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE
Progettare insieme usando modalità relazionali: problem-solving, brainstorming, mediazione,
cooperazione.
Dimensioni della progettualità:
Prevedere: si progetta per ridurre l’ansia e per sapere più o meno cosa ci aspetta;
Ottimizzare: usare le risorse nel modo migliore e secondo una procedura ben definita;
Innovare: ideare nuove soluzioni;
Conseguire: raggiungere obiettivi previsti.
LEZIONE 11 (3-11-2022)
Continuiamo con gli Elementi che favoriscono un buon clima di gruppo. Come l’idea guida della
cooperazione può esplicitarsi nel concreto.
(6) CAPACITA’ DI MEDIARE I CONFLITTI
Ogni elemento critico va ad influenzare la totalità di un contesto (teoria generale dei sistemi).
Cosa significa mediare? Corrisponde ad una modalità di relazionarsi all’altro. È un promuovere una
cultura del dialogo e del rivolgersi all’altro. Far sì che elementi contrastanti possano trovare un punto di
incontro. Strumenti fondamentali problem solving, brainstorming, feedback.
Quattro finalità della mediazione (Six): 27
- Mediazione creatrice; attraverso il dialogo si trasformano legami tra le persone di un gruppo;
- Mediazione rinnovatrice; rinsalda i legami già esistenti che si erano allentati;
- Mediazione preventiva; anticipa la contrapposizione tra persone;
- Mediazione riparatrice; punta ad aiutare i soggetti in contrasto a trovare un’intesa in modo
autonomo concetto di
mediazione
Un modo diverso di ACCOGLIERE IL CONFLITTO > c’è una visione dinamica di vedere la relazione
conflittuale che viene accolta per poter essere trasformata.
Es. ci sono due nipoti che stanno litigando perché vogliono entrambe l’unica arancia rimasta. Interviene la
nonna: “cosa vorrebbero fare con quella arancia?” una dice che ha bisogno della buccia per farci una
crostata, l’altra vuole l’arancia per fare la spremuta. La nonna va più a fondo e indaga l’obiettivo. Provoca un
processo di auto-riflessione che aiuta ad esprimere le due intenzioni. Di fronte a questo si crea un punto di
incontro. La mediazione offre uno spazio al conflitto e gli dà tempo.
COME ATTO PREVENTIVO PER LE FUTURE CRITICITA’ > Chi non vuole andare avanti è fermo alla
conflittualità con l’altra persona, non tanto verso l’oggetto.
(7) SENSO DI APPARTENENZA AL GRUPPO
Fa riferimento all’idea di partecipazione > dimensione qualitativa della relazione e della cooperazione in
quanto comunicazione e scambio tra soggetti, grup