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La bizzarria e l'aggressività
L'autistico prova emozioni e sensazioni come una persona normale, ma non possiede gli strumenti comunicativi per esprimerli. Quindi il soggetto autistico ricorre al comportamento bizzarro o alla crisi aggressiva quando intende mostrare la propria contrarietà al contesto, i desideri non appagati, le aspettative non corrisposte, i bisogni non soddisfatti...
Principi educativi
Lo scopo del TEACCH è migliorare la qualità della vita di un soggetto, quindi far raggiungere un qualche livello di autonomia nella vita quotidiana e nei diversi ambienti, in vista di una vita adulta protetta:
- Avere una buona capacità di prevedere la propria vita
- Essere in grado di esprimersi sufficientemente
- Essere in grado di prendersi sufficientemente cura di sé
- Essere in grado di usare la giornata nel modo migliore e di lavorare
- Essere in grado di occupare il tempo libero
- Essere in grado di associarsi con gli altri
Peeters
trova e come orientarsi.4. sviluppo delle abilità sociali: l'autismo è caratterizzato da difficoltà nella comunicazione e nell'interazione sociale. Pertanto, è fondamentale fornire opportunità di apprendimento e pratica delle abilità sociali, come l'empatia, la gestione delle emozioni e la capacità di stabilire relazioni.5. supporto familiare: la famiglia svolge un ruolo cruciale nel processo di formazione e supporto dell'individuo autistico. È importante fornire alle famiglie le informazioni, le risorse e il sostegno necessari per comprendere e affrontare l'autismo, così da poter creare un ambiente familiare inclusivo e favorevole alla crescita e all'apprendimento del soggetto.Trova, con chi e cosa sta per fare. Quindi si opera una integrazione inversa nei suoi confronti, ovvero è l'ambiente che si adatta al soggetto. L'ambiente speciale deve essere:
- Stabile, fisso, individuale
- Presenza di strumenti visivi o supporti visivi
- Presenza di arredi e sussidi riconoscibili e di materiali che parlino da soli
- Prevedibilità e chiarezza delle attività
- Contenimento degli eventi improvvisi o nuovi
Questo permette di ridurre l'ansia nel soggetto autistico, di adattarsi, di migliorare la comprensione della situazione e agevolare la comunicazione.
4. Sollecitazione di capacità funzionali e nella prospettiva dell'età adulta: l'azione educativa nei confronti del soggetto autistico serve a fargli acquisire e consolidare, al miglior livello possibile, le capacità connesse all'agire quotidiano e all'adattamento al proprio contesto di vita.
5. Adeguato stile comunicativo: durante il trattamento
educativo le persone interagenti con il soggetto autistico sono chiamate ad adottare forme comunicative brevi e concrete, sostenute dalla comunicazione gestuale, sostenute da oggetti o immagini, semplici e inequivocabili.
VALUTAZIONE E CONTROLLO
Nel corso del trattamento educativo i comportamenti vanno rilevati e ricondotti alla seguente scala di livello:
- esegue autonomamente
- esegue con l'adulto vicino
- esegue con aiuto verbale
- esegue con imitazione
- esegue con indicazioni gestuali
- esegue con guida fisica
COOPERAZIONE CON LA FAMIGLIA
È fondamentale la correlazione con la famiglia. L'educatore è chiamato, dopo i primi contatti e l'instaurazione di una adeguata accoglienza, a richiedere notizie sul soggetto autistico attraverso un colloquio con i genitori. La relazione con la famiglia si spinge nel territorio delle aspettative genitoriali, essenziali per la necessaria continuità del trattamento educativo in favore del soggetto autistico.
EDUCATORI
SPECIALIZZATI Agli agenti del training (terapisti, genitori, insegnanti, educatori) si richiedono competenze specialistiche, fondate sul piano teorico e distillate dall'esperienza. Alla preparazione specialistica e intensa occorre associare una forte dedizione personale al caso. È dunque richiesta una formazione specifica sull'autismo, oltre a delle competenze personali che Peeters racchiude nel profilo del professionista (libro pag 122-123). UN INSEGNAMENTO SPECIALE Il modello di trattamento indicato da Peeters si estende all'intera giornata e per tutta la vita del soggetto affetto da autismo. Peeters indica tre ambiti di lavoro per l'educatore e per il soggetto autistico che sono la comunicazione, la comprensione e l'immaginazione. L'azione educativa e didattica osserva una serie di accorgimenti: 1. Semplificare il CAOS: l'autistico soffre le situazioni nuove, gli eventi scolastici, le feste, gli imprevisti... nelle quali ha difficoltà a1. l'interpretazione del significato: le persone autistiche possono avere difficoltà nel comprendere il significato delle situazioni. L'educatore ha il compito di mostrare il significato delle situazioni e semplificare il caos.
2. la comunicazione aumentativa: le persone autistiche possono desiderare comunicare ma non avere i mezzi adeguati. Pertanto, devono essere supportate per aiutare la parola. L'informazione può procedere dal concreto all'astratto: PAROLA - OGGETTO - IMMAGINE o viceversa, dall'astratto al concreto: IMMAGINE - OGGETTO - PAROLA.
3. il supporto visuale: le persone autistiche sono pensatori visivi, ovvero pensano per immagini che trovano nel loro ambiente di vita. Quindi, ad esempio, un pallone viene mostrato per comunicare il momento del gioco, un bavaglio per l'ora del pranzo, ecc.
4. la prevedibilità: ogni attività deve essere chiara e inequivocabile dall'inizio alla fine, in modo tale da non provocare stati di nervosismo, ansia e crisi nelle persone autistiche.
5. il materiale prevedibile e chiaro: il materiale utilizzato deve essere prevedibile e chiaro.
Essere ordinato in modo che parlida solo e soddisfi il principio di prevedibilità. Il materiale deve mostrare le sue parti, il proprio funzionamento, l'inizio e il termine del lavoro, l'esattezza e l'erroneità dell'esercizio.
Partire dalla comunicazione visiva: ha senso iniziare l'insegnamento della comunicazione da un livello pre-verbale, condotto cioè mediante immagini di gesti, di disegni, foto... Molto utili sono i gesti che parlano da soli come spingere, chiamare, allontanare...
Simbolizzazione e concettualizzazione: entrambi i processi appaiono ritardati o disturbati. Tutto ciò impedisce al soggetto autistico di dare ordine al caos, di comprendere la realtà, lo stato mentale proprio e degli altri, di immaginare... per questo bisogna incrementare le competenze mentali inerenti la simbolizzazione e la concettualizzazione.
L'integrazione e la protezione: ci sono condizioni in cui bisogna misurarsi
innanzitutto con il problema della PROTEZIONE dell'autistico e porre l'INTEGRAZIONE come meta e non come punto di partenza. L'integrazione resta il polo di attrazione delle politiche sociali e scolastiche, ma in questo caso è più importante la protezione, la quale si esercita attraverso interventi intenzionali sull'ambiente, sulle persone e sulle procedure educative. 9. il lavoro: il soggetto autistico ha costantemente bisogno di essere impegnato in attività reali che devono essere: lavori semplici e operativi; lavori che producano opere, manufatti...; lavori che non richiedano pensiero astratto (scelte, ipotesi, immaginazione...); lavori che possano prevedere supporti visivi. L'attività lavorativa, se svolta nell'osservanza delle precauzioni, consente al soggetto autistico di avere successi e di potenziare la propria autostima. 10. la preparazione della vita adulta: intorno agli 11-12 anni inizia un percorso formativo inprospettiva della vita adulta e dell'inserimento in ambienti esterni alla famiglia e alla scuola. L'EDUCAZIONE DELLA COMUNICAZIONE E DEL LINGUAGGIO: Vengono tracciati i richiami più significativi:
- Valorizzare la comunicazione spontanea, intenzionale, sociale
- Sostenere la comunicazione concreta, inerente eventi, oggetti o figure
- Sostenere la comunicazione sincronizzata, inerente il presente e l'immediato
- Favorire l'adattamento della comunicazione all'interlocutore
- Sostenere la comunicazione con le immagini
- Nella comunicazione distinguere le principali variabili linguistiche: forma, funzioni, contesti e semantica
La forma riguarda gli strumenti, le modalità o i codici mediante i quali la comunicazione ha luogo:
- Comunicazione tramite oggetti (es. mostrare le scarpe per dire di uscire)
- Comunicazione motorio - gestuale
- Comunicazione per immagini
- Comunicazione attraverso la scrittura
- Comunicazione attraverso il linguaggio dei