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Il movimento educativo psicomotorio e il paradigma dell'incorporazione
Da queste idee di Piaget, è nato il movimento educativo psicomotorio che mette al centro l'approccio corporeo. Da Piaget in poi, azione e pensiero saranno visti come connessi in modo ricorsivo e sistemico. Il paradigma dell'incorporazione Le idee di Merleau-Ponty hanno influenzato l'antropologia, che parla di "incorporazione" per evidenziare come il corpo non sia solo un'entità biologica, ma anche il prodotto di processi storici, sociali e culturali. È anche vero che la storia e la cultura non sono solo il prodotto di idee, rappresentazioni e condizioni materiali, ma derivano anche da fenomeni corporei. Tramite una visione più metaforica e attenta alle dimensioni soggettive e relazionali, nasce un nuovo paradigma: quello della mente nel corpo. Il biologo cileno Varela afferma che "La mente non è nella testa". Bateson afferma: "Pensiero, corpo, ambiente formano quell'unico".sistema a cui siamo abituati ad attribuire il nome "mente". Sebbene il pensiero abituale ci porti a credere che la percezione sia un'interpretazione di dati sensoriali, Berthoz afferma che percezione ed azione avvengono contemporaneamente. Esempio - Uno sciatore, durante una discesa, non può verificare continuamente lo stato di tutti i suoi recettori sensoriali. Egli simula mentalmente le fasi del suo tragitto sulla pista e solo ogni tanto il suo cervello verifica se lo stato dei suoi recettori sensoriali è conforme alle sue previsioni. Il sistema nervoso, grazie alla memoria, formula ipotesi e predispone le azioni più adatte alla situazione prima ancora che essa si realizzi. Quindi la percezione non è legata all'intensità della stimolazione sensoriale, ma alla sua concordanza con un'ipotesi formulata dal cervello. Su questa osservazione si fondano le pratiche di training autogeno e molte altre tecniche di sviluppo personale.pratiche di matrice orientale. Gli studi di brain imaging (che cercano di rilevare le funzioni cerebrali dal vivo) hanno confermato che, quando immaginiamo una scena visiva, stimoliamo le stesse zone del cervello che si attivano durante la reale percezione. L'azione si adatta non solo allo stimolo ricevuto, ma anche a tutti quelli che si produrranno per effetto dell'azione stessa. Alla fisiologia della reazione si sostituisce la fisiologia dell'azione. La memoria diventa una funzione che anticipa il futuro, predisponendo azioni coerenti per compiere un gesto o per raggiungere uno scopo.
La trama non verbale della coscienza. Secondo Galimberti, il famoso detto di Cartesio: "Penso quindi sono", si riferisce a una razionalità priva del sapere corporeo. Il neurobiologo americano Damasio ha evidenziato l'"errore di Cartesio" e ha capovolto la sua affermazione, facendola diventare: "Sono quindi penso". Per Damasio,
L'errore di Cartesio deriva dal non aver considerato come, dietro ad ogni decisione, siano sempre presenti ed attivi sistemi regolatori di natura somatica, detti "marcatori somatici". Questi marcatori assumono la forma di messaggi corporei che sono presenti in ogni atto cognitivo. Quindi ogni decisione passa attraverso il filtro emozionale.
CAPITOLO 3 – Generazioni
"L'amore è la carezza di una mano che semplifica" Paolo Conte
Come una spirale
Durante il parto, la madre vive un'esperienza in cui c'è un'integrazione tra corpo, mente, ambiente, emozioni. Jervis sostiene che, per essere pienamente noi stessi, dobbiamo ri-possedere la nostra storia che comincia con la nascita, fatto che, per ciascuno, è legato alla memoria di altri. Spesso si parla di nascita esclusivamente in termini medici, come se il medico, l'ostetrica e la partoriente siano i soli soggetti attivi, dimenticando
quindi il bambino (vedi "Il mondo della nascita" alla fine) Ogni nascita prende le mosse da due movimenti a spirale: quello dello spermatozoo che risale la tuba e feconda l'ovulo e quello dell'ovulo fecondato che discende dalla tuba nell'utero. Nei 21 giorni successivi alla fecondazione, lo zigote cresce fino a raggiungere i 2 mm e mezzo e cercherà di stabilire i "contatti" con la madre per garantirsi, attraverso la mucosa uterina, il nutrimento. Dopo 4 settimane, entra in funzione la circolazione cardiaca e il cuore comincia a battere. Si abbozzano le braccia, le gambe, gli occhi e, con una riproduzione cellulare che produce centinaia di migliaia di cellule al minuto, comincia la formazione del cervello. Durante la vita intrauterina, il movimento governa il cambiamento: il feto nuota nel liquido amniotico, si succhia il pollice, gioca con il cordone ombelicale e questi movimenti sviluppano il suo sistema nervoso. Il tatto e ilIl sistema cinestesico si presenta a partire dall'ottava settimana.
Dalla 24° settimana, la madre distingue i movimenti del feto, che reagisce ai suoni con movimenti ed aumento della frequenza cardiaca.
Al termine della gravidanza, il bambino si presenta a testa in giù ed esplora con la sommità del capo lo spazio disponibile.
Quando il feto è pronto alla nascita, vengono inviati alla madre complessi segnali ormonali che producono le contrazioni uterine che dilatano il collo dell'utero fino a formare il canale del parto.
Le contrazioni uterine massaggiano il corpo del bambino, svolgendo la stessa funzione del leccamento nel mondo animale. Il parto vaginale non è uno stress per il neonato, come sostengono invece coloro che privilegiano il parto cesareo.
Il movimento del bambino lungo il canale del parto è a spirale.
La spirale è una delle forme più diffuse in natura. Si pensi alla forma delle conchiglie, alle
corna di alcuni animali, al movimento dei girasoli, al moto dei cicloni, al moto del suono che si propaga nell'orecchio che ha, anch'esso, una forma a spirale. La spirale è anche la forma del DNA che contiene il codice genetico di ciascuno.
La replicazione delle molecole del DNA è resa possibile dalla disposizione a doppia elica dei suoi filamenti, lungo i quali sono riportate le istruzioni della vita.
La spirale, definita da Archimede come traiettoria di un punto che si sposta su una semiretta che è in moto rotatorio intorno alla sua origine fissa, è una cosmogonia, cioè una rappresentazione dell'origine stessa del cosmo.
Stern, osservando i bambini che si trovano nel suo ateliér di pittura (closlieu), ha notato che il processo di sviluppo della traccia:
- Inizia da un gesto impulsivo rotatorio attraverso il quale vengono tracciati i "giruli", cioè dei cerchi imperfetti;
- Attraverso un
picchettio rapido vengono prodotti i “punctili”che daranno vita prima a una○ figura rotonda, poi a un quadrato, quindi al triangolo, ecc.
Movimenti a spirale sono alla base di tutte le tradizioni psicocorporee orientali e nei riti di iniziazione● di molte culture.
La rotondità del gesto materno
La relazione tra madre e bambino non viene più osservata con una metodologia lineare, ma● attraverso una metodologia sistemica che può essere rappresentata attraverso la rotondità del gesto.
Per osservare e conoscere l’altro occorre:
- Non perdersi e confondersi con chi ci sta di fronte;
- Non mantenersi troppo distanti evitando ogni contatto;
- Ma assumere un terzo punto di vista che abbraccia le dinamiche tra osservatore ed osservato.
Una volta nato, il bambino deve affinare, assieme a chi si cura di lui, le modalità● dell’essereinrelazione, cioè della comunicazione.
Secondo Stern, i bambini posseggono
un'innata capacità, da lui chiamata "amodale", di tradurre in una differente modalità sensoriale, un'informazione ricevuta in tutt'altra modalità. Ne deriva che una qualsiasi informazione, percepita attraverso uno dei nostri sensi, tende a diffondersi in tutto il corpo, così da perdere la sua specificità di percezione, ad esempio, visiva, tattile, acustica, ecc.
La madre, quando prova una emozione, tende ad esprimerla attraverso l'espressione e la mimica del viso e il bambino impara presto a riconoscere lo stato emotivo della mamma e il valore espressivo dei suoi affetti, iniziando da quegli affetti, chiamati da Darwin "tradizionali" che sono la gioia, la rabbia, la tristezza, ecc.
La teoria degli "affetti vitali" di Stern afferma che il bambino dispone di una specie di "grammatica delle emozioni", cioè della capacità di tradurre informazioni
“motorie” (chericava dalla relazione primaria) in sentimenti.Di fronte ad un comportamento del genitore, indipendentemente dall’affetto che l’ha prodotto, il bambino tende a coglierne il valore “vitale” sulla base di ciò che il comportamento ha mosso dentrodi lui.
L’espressività degli affetti vitali può essere paragonata a quella dei burattini che non hanno praticamente alcuna capacità di esprimere le categorie affettive per mezzo delle espressioni facciali.Guardando i movimenti di un burattino, noi deduciamo i diversi affetti vitali che esso vuole esprimeredal loro modo di muoversi. Ad esempio, gli arti a penzoloni e la testa piegata ci dimostrano la stanchezza.
Il mondo comunicativo tra la madre e il bambino è fatto di comportamenti gestuali e cinetici. Attraverso l’imitazione e la sintonizzazione, il bambino condivide lo stesso codice espressivo della madre.
La forma del cerchio è spesso
sottesa al codice di segnali materno.● I gesti materni non sono semplici istinti, ma piuttosto archetipi (= forme originali). Il cerchio è● il simbolo onnipresente nelle culture matriarcali.
Mentre gli istinti si ereditano biologicamente, gli archetipi, come afferma Jung, hanno origine● ignota, inconscia e universale, si rivelano per via simbolica e possono assumere diversisignificati.
La rotondità dei gesti materni che educano è riconosciuta in tutto il mondo.● Presso i tibetani il cerchio sacro prende il nome di mandala, che si presenta come un disegno● circolare realizzato su tela o su sabbia. Su questo sfondo pittorico viene data forma a percorsiinteriori e spirituali.
Secondo Jung, quando nei sogni o nei disegni dei pazienti appaiono forme mandaliche, ciò significa● che il "processo di individuazione" e di consolidamento del proprio sé è in atto.
I mandala trovano applicazione in campo artistico, psicologico ed
educativo per esprimere creativamente emozioni e sentimenti