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DI TIPO II
Sia il diabete di tipi I che quello di tipo II sono responsabili della
riduzione della penetrazione intracellulare e dell’utilizzazione del
glucosio che si accumula nel sangue e di conseguenza le cellule
dell’organismo si trovano circondate da un liquido ad alto contenuto
di glucosio che non possono utilizzare .
[ Si realizza uno spreco di glucosio che si aggrava ulteriormente
poiché il glucosio in eccesso non viene riassorbito a livello tubulare
renale ma viene eliminata con l’urina; la presenza in eccesso di
glucosio nel filtrato glomerulare incrementa la diuresi osmotica con
perdita di acqua ed elettroliti (sodio , potassio , magnesio etc …)]
Il mancato utilizzo del glucosio è correlato all’inefficacia del sistema
di traslocazione del GLUT 4 ( un trasportatore del glucosio sensibile
all’insulina e appartenente alla famiglia delle proteine di membrana
GLUT) tra il citoplasma e la membrana della cellula muscolare.
Questa condizione provoca iperglicemia e una forte diminuzione
della glicogenosintesi muscolare; livelli di glicogeno nel muscolo
inferiori incidono sulla precocità del senso di fatica nel soggetto
affetto da diabete di tipo II che si sottopone ad un’attività fisica.
La diminuita produzione di insulina e l’aumentata secrezione invece
di glucagone portano all’inibizione anche della glicogenosintesi
epatica e ciò porta alla stimolazione della gluconeogenesi ; la
stimolazione di questa via metabolica causa un depauperamento
delle proteine con conseguente riduzione della massa muscolare
che insieme alla mancata utilizzazione del glucosio è responsabile
della sensazione di fame , che spinge alla iperalimentazione .
La scarsa penetrazione di glucosio all’interno delle cellule è
responsabile ,oltre alla iperglicemia , dell’incremento della lipolisi ;
infatti le cellule ricavano per lo più energia dai lipidi che vengono
metabolizzati con formazione in eccesso di acidi grassi.
Da questi si forma in grande quantità acetil CoA che induce un
sovraccarico del ciclo degli acidi tricarbossilici con la conseguenza
che l’eccesso viene trasformato nel fegato in corpi chetonici ; i corpi
chetonici vengono utilizzati come substrati energetici in molti
tessuti ma se la loro velocità di sintesi aumenta, superando la
capacità di utilizzazione dei tessuti, potrebbero accumularsi nel
sangue e, in quanto acidi forti, cederebbero idrogenioni
determinando uno stato di acidosi metabolica.
Inoltre nei soggetti obesi o affetti da diabete di tipo II è stata
riscontrata la presenza nel muscolo (un tessuto non di accumulo) di
micro goccioline lipidiche che secondo recenti studi ridurrebbero la
capacità ossidativa degli FA nelle cellule muscolari. Tale
concentrazione lipidica nel muscolo oltre a sopprimere la
mobilizzazione degli acidi grassi per scopi energetici è anche
responsabile dell’inibizione del meccanismo di controllo
dell’espressione genica della biogenesi mitocondriale .
COMPLICANZE MICRO VASCOLARI
Riguarda la piccola muscolatura :
- Retinopatia diabetica (l’occhio)
- Nefropatia diabetica (il rene )
- Neuropatia diabetica
COMPLICANZE MACRO VASCOLARI
Riguardano il distretto arterioso del sistema circolatorio .
Il diabete si comporta da catalizzatore dell’ARTERIOSCLEROSI ,
processo caratterizzato dalla formazione di una placca densa e dura
composta principalmente da molecole di LDL (colesterolo cattivo) e
che va a distribuirsi in maniera diffusa a livello di tutto l’albero
arterioso . Il processo dell’arteriosclerosi non è localizzato ma si
genera dappertutto a livello delle coronarie , delle carotidi a livello
delle arterie renali e degli arti inferiori . Questa placca