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Dora Bruder
Il titolo è il nome di un'altra persona, una donna. Non si tratta però di un romanzo autobiografico, come noi potremmo immaginare. C'è un protagonista, chi si chiama appunto Dora Bruder, all'interno di un récit de soi; vediamo chiaramente come per arrivare a parlare di sé è necessario parlare per qualcun altro, per un'altra strada. Perec arriva a parlare di sé stesso e del suo trauma passando per la storia di Gaspard e dell'isola di W. Adesso, per parlare di sé stesso, Patrick Modiano intitola il suo libro Dora Bruder e si consacra alla ricerca di una donna. In questa ricerca di Dora Bruder, dunque nella ricerca di questa ragazzina ebrea che sarà arrestata dalla polizia e che sarà deportata, questa adolescenza stroncata e questa condannazione di un'appartenenza ha un'allusione a due presenze forti nella vita di Modiano: suo fratello e suo padre. Suo fratello che èMorto a dieci anni, questa infanzia tagliata che gli ha lasciato la sensazione di una ricerca continua di qualcosa che non c'è più. Non appena apprende poi il destino di Dora, Modiano si domanda quale avrebbe potuto essere il destino del padre, dunque c'è tutto il gioco di specchi e riflessi tra la sua vita e quella di Dora e tra la vita di Dora e quella del padre di Modiano.
Dall'approfondimento del testo critico di Joel Dubosclard:
Nel 1988 Patrick Modiano si imbatte nel numero del 31 dicembre di "Paris-Soir", sull'avviso di ricerca di Dora Bruder. Tra il 1988 e il 1990 scrive "Voyage de noces", per compensare la mancanza di informazioni riguardo Dora Bruder. Quando uscirà "Dora Bruder", dirà "Ho scritto questo romanzo, "Voyage de noces", per cercare di riempire il vuoto che ho sentito quando ho pensato a Dora Bruder, di cui non sapevo nulla".
"Dora Bruder" e "Voyage de noces" hanno quindi un'origine comune: l'articolo di "Paris-Soir". Questo articolo si trova come in "Dora Bruder" etrasformato a malapena in "Voyage de noces": "Stiamo cercando una ragazza, Ingrid Teyrsen ...". Ma in questa versione della storia l'autore elimina la deportazione e la morte di Dora, rendendo la storia in qualche modo più romantica. Il racconto fittizio della "Voyage de noces" rende la scomparsa un evento scatenante nella storia del giovane Ingrid, che una sera decide di non tornare a casa, poi nella storia di Jean, emblematico narratore dei racconti di Modiano, che si allontana dalla sua vita quotidiana per rintracciare parti della vita di Ingrid due decenni dopo. Il personaggio di Ingrid, che in effetti è una strategia per riportare Dora al mondo, si evolve in uno specchio di quest'ultimo: sono narrati la sua fuga e la sua morte, mentre sono proprio questi elementi cherimangono inaccessibili e impenetrabili, quindi sempre in discussione, a Dora Bruder. È davvero attraverso la finzione, implicando una parte necessaria dell'immaginazione, che Modiano prima cerca di colmare il vuoto che provoca la sua lettura del posterricercato, ma la scrittura di "Voyage de noces" a Modiano non consente abbastanza a "avvicinarsi a lei [Dora Bruder], nello spazio e nel tempo". Si tratta di un'opera di difficile interpretazione. In questa opera abbiamo più personaggi principali: Dora, Patrick Modiano e anche il padre. La tripla identità è assunta, poiché Modiano nominerà due dei suoi libri, ai quali fa allusione (La Place de l'Etoile a pag.70 e Voyage de noces a pag.54), si presenta come lo scrittore; non si nasconde dietro un altro personaggio, come in un romanzo autobiografico. Abbiamo una parte di autobiografia, non completa ovviamente, perché abbiamo degli elementi d'infanzia, dell'adolescenza.della vita di Dora Bruder sono basate su fatti reali e documenti storici. Modiano utilizza anche la sua esperienza personale e le sue riflessioni per completare il quadro di questa figura misteriosa. Il testo è scritto in modo narrativo, ma non segue una struttura tradizionale di inizio, sviluppo e conclusione. Piuttosto, si tratta di una serie di frammenti e ricordi che si intrecciano, creando un'immagine sfocata ma affascinante di Dora Bruder e della sua ricerca.Sono fatte perché le indagini sono incomplete e perché la ricerca non porta a dei risultati completi. La lezione di Perec è quella di dimostrare che si può integrare un testo con degli elementi fittizi. Perec, infatti, è stato fondatore di tante pratiche testuali e in particolare, la grande novità, è provare che il patto di verità non fosse in totale contraddizione con un complemento apportato dalla finzione. Modiano esprime queste figurazioni in maniera totalmente sincera, poiché all'interno dell'opera stessa si pone delle domande, si interroga; dunque queste supposizioni si fondano a partire della sua propria sensibilità, della sua psicologia. È la ricerca di Dora che gli dà l'occasione di parlare di sé stesso. È un libro che mescola più generi, più fili che si intrecciano: autobiografia, biografia e il libro d'indagine (ripreso in maniera più netta).
da Doan Bui); tutti questi generi portanoluce l'uno sull'altro. - Sarà lo stesso Modiano, in un'intervista per la rivista Elle dell'8 febbraio 1989 a dire che la sua opera si sta approcciando a qualcosa che non poteva essere definito un romanzo (testo critico di Joel Dubosclard) - . Nell'estremo contemporaneo convivono molto il libro d'indagine e altri generi letterari; spesso testo autobiografici, biografici e altro che si rapportano al libro d'indagine. A proposito dell'autobiografia scrive: Lire, septembre 1985 "C'est dangereux l'autobiographie, c'est un genre bâtard, une solution de facilité quand on manque de courage [...]. L'autobiographie, c'est toujours une baisse de tension [...], un trucage." Les Nouvelles littéraires, 5 novembre 1972 L'autobiographie n'est pas, à ses yeux, de la littérature. "Si on ne se livre pas àCe travail de filtrage et de stylisation, on risque de donner une impression débraillée, de document vécu, de déballage qui est le contraire de la littérature. "Se è vero che Patrick Modiano ha sempre operato dei rimandi autobiografici nei suoi testi, è anche vero che si è rifiutato di lasciarsi andare a una ricerca propriamente autobiografica. Questa dichiarazione è molto particolare, per esempio per Rousseau e Gide, l'autobiografia rappresentava un modo per dimostrare il proprio coraggio, una presa di coscienza. Modiano ha l'impressione che con l'autobiografia non ci sia un lavoro letterario, una vera riflessione su sé stessi attraverso il linguaggio. Per Modiano, bisogna passare per un filtraggio, per un lavoro letterario per parlare di vera letteratura. Non appena pubblica Dora Bruder si rende conto che la finzione pura non porta da nessuna parte. A proposito di hésitation fiction /
“J'ai bien essayé d'abandonner la fiction, mais ça ne résout rien. J'ai l'impression d'être prisonnier d'un “je” vague et répétitif que j'utilise depuis mes premiers romans, qui ne sont d'ailleurs pas vraiment des romans. Je suis incapable d'écrire directement une autobiographie, alors c'est comme si je rédigeais la novellisation du film de ma propre vie. Je parsème mes souvenirs ici et là, je recolle sans cesse des lambeaux de réalité, rien que des lambeaux. Je suis incapable d'écrire une pure fiction.”
In realtà Modiano arriva a scrivere un'autobiografia, si intitola “Un pedigree”, che è effettivamente è il disimballaggio della sua vita. Modiano racconta la sua vita come se fosse
Un curriculum, come se non fosse lui a raccontarla > tantissimi nomi, indirizzi, ma non ci sono sentimenti; l'unico momento più "forte" è quello della morte del fratello. È un testo talmente freddo e distaccato che l'impressione che ci dà è di qualcosa di mancante, questo lungo defilarsi di persone insignificanti è un modo per sottolineare l'assenza di due figure fondamentali, ossia quelle dei genitori. È un testo interessante e paradossale, perché vediamo il suo bisogno di attenzione e affetto in un testo scritto in uno stile neutro e perfetto ma distante e freddo. Modiano ha sempre avuto un atteggiamento ambiguo verso la pratica autobiografica, ma ci sono sempre degli elementi autobiografici nelle sue opere, che siano delle autofiction o dei romanzi. Per esempio, "Remise de peine", il testo che narra la sua infanzia assieme a Rudy in una casa di campagna, lui si chiama Patoche (Patrick), e
Non assumiamo mai direttamente la sua identità. Nel romanzo che ha pubblicato nel 2014, "Pour que tu ne te perdes pas dans le quartier", ritroviamo degli elementi di "Remise de peine", ma il personaggio, che non si chiama più Patrick, scopre degli elementi della sua infanzia che aveva dimenticato dopo un trauma e questi elementi sono degli elementi dell'infanzia di Modiano. Spesso, le opere di Modiano non hanno una fine, c'è qualcosa che non si ferma alla fine del libro, non c'è un finale vero e proprio, spesso le cose rimangono insospese.
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La narrazione comincia quando il narratore racconta di aver trovato otto anni prima su una rubrica, alla data del 31 dicembre 1941 (Modiano nasce nel '45, siamo in piena occupazione nazista), una notizia relativa alla ricerca reale di una ragazzina di 15 anni scomparsa: Dora Bruder. L'annuncio invita chi ne avesse notizie a comunicarlo ai genitori nel quartiere.
Ornano 41. Questo quartiere è conosciuto dal narratore, che racconta di alcune esperienze d'infanzia relative a quest'ultimo. Tutto parte dalla ricerca vera di una persona, scomparsa nel '41, in piena occupazione nazista. Da qui parte un'altra ricerca, una ricerca personale. Si parte da un'associazione.