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Patologia della massa grassa
Il contenuto di grasso nell'organismo dipende dal numero degli adipociti. Nei primi 6 mesi di vita gli adipociti aumentano di volume, mentre fino all'età di 2 anni aumentano di numero. L'iperalimentazione può provocare l'ipertrofia e l'iperplasia degli adipociti anche oltre il loro limite normale: l'iperplasia, una volta istituitasi, è irreversibile. Oltre al tessuto adiposo bianco è presente una buona quantità di tessuto adiposo bruno, ricco di mitocondri e largamente innervato da fibre simpatiche, che ha un importante ruolo nella regolazione della termogenesi. L'elevato contenuto di termogenina nella membrana interna dei mitocondri del tessuto adiposo bruno è la chiave metabolica di tale meccanismo.Misurazione del grasso corporeo
Il grasso corporeo viene convenzionalmente diviso in massa grassa (MG) e massa alipidica (MA), composta da acqua, proteine e minerali. La MG non contieneacqua ed è composta quasi esclusivamente da trigliceridi con una densità di circa 0.90 kg/dm , mentre la MA ha una densità di circa 1.1 kg/dm . Una tecnica di misurazione utilizzata è la plicometria cutanea, che stima la percentuale di grasso corporeo derivandola dallo spessore delle pliche cutanee in alcuni siti del corpo. Altri indici molto utilizzati sono i rapporti tra altezza e peso, gli indici di massa corporea (kgpc/h in metri).
REGOLAZIONE DELL'APPETITO
Nell'area ventromediale dell'ipotalamo è stato identificato un centro della sazietà e nell'area laterale un centro della fame. Il primo integra prevalentemente gli impulsi neuro-vegetativi, biochimici ed ormonali provenienti dalla periferia e determina un senso di sazietà inibendo il centro della fame. Il centro della fame, a sua volta, manda impulsi alla corteccia che nutrizionale dell'individuo integrando gli impulsi ormonali e coordina il
comportamentoneurovegetativi con fattori ambientali e socio-culturali.
OBESITÀ
L’obesità è un aumento della massa grassa rispetto ai limiti ritenuti normali per età, sesso nell’uomo e 20-25% ed altezza (12-17% nella donna).
L’obesità può ricondursi a diversi fattori etiopatogenetici, che si riconducono a due categorie: fattori genetici e fattori ambientali.
Le influenze genetiche sono riflesse: da un’elevata concordanza di obesità nei gemelli della LPL nell’obeso, che persiste anche dopo calo ponderale, omozigoti, da un’iperattività dalla possibilità 5 volte maggiore di diventare obeso nei figli di genitori entrambi obesi.
L’iperalimentazione è una causa universalmente riconosciuta come responsabile dellamaggior incidenza di obesità nelle regioni ricche del pianeta.
ALTERAZIONI ENDOCRINE CONSEGUENTI L’OBESITÀ
La funzione tiroidea è normale, con normali livelli
Circolanti di triiodotironina e tiroxina. I livelli di GH sono ridotti nell'obeso sia in condizioni basali che dopo stimoli provocativi, mentre la risposta della prolattina all'ipoglicemia insulinica è esagerata. La funzione gonadica può essere alterata in entrambi i sessi. Nel maschio è presente iperestrogenemia per aumentata aromatizzazione degli androgeni da parte del tessuto adiposo con riduzione del testosterone e di SHBG. Nella donna obesa vi è tendenza all'iperestrogenismo quanto all'iperandrogenismo. L'iperestrogenismo è responsabile dei carcinomi endometriali. È presente ipercortisolismo nell'obeso, sopprimibile con desametasone (caratteristica che lo distingue dall'ipercortisolismo del morbo di Cushing). L'insulinemia basale è aumentata nel soggetto obeso in correlazione positiva con il peso corporeo. MALATTIE ASSOCIATE ALL'OBESITÀ dell'obesità nell'insorgenza
Del diabete mellito insulino-resistente
DIABETE: il ruolo è documentato da studi epidemiologici. L'obesità può favorire l'insorgenza del diabete riducendo la sensibilità all'insulina. Queste alterazioni sono reversibili con la perdita di peso.