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EPATITI
E’ un infiammazione del parenchima epatico, possono essere:
acute o croniche (possibile evoluzione in cirrosi e poi carcinoma)
infettive (più frequentemente) o tossiche
infettive: soprattutto virali (paesi industrializzati); anche parassitarie, da rickettsie (febbre gialla, febbre Q),
batteriche, fungine (paesi in via di sviluppo).
Ci sono 5 virus epatotropi: sono tutti virus a RNA tranne il virus B
• HAV: virus A
• HBV (genoma a DNA), virus B
• HCV: virus C
• HEV: virus E
• HDV: virus D
La grossa parte delle epatiti sono quelle ad origine infettiva da virus, molto più raramente il fegato può essere coinvolto in infezioni
da virus di Epstein-Barr, citomegalovirus, herpesvirus, virus della rosolia, adenovirus, enterovirus (pazienti immunosoppressi e
neonati). 37
EPATITI VIRALI
Sono malattie clinicamente simili distinte su base antigenica. L’entità clinica
è variabile: da asintomatica (malessere generalizzato o magari neanche
quello, riscontro solo su base anticorpale) ad infezione acuta fatale (raro ma
letale), l’evoluzione può portare a guarigione completa o cronicizzazione
(eventualmente cirrosi e carcinoma).
HAV (picornavirus)
Trasmissione: orofecale (cibo o acqua (lavare la verdura con acqua
contaminata) contaminato, specificatamente verdura cruda, molluschi crudi.
I molluschi bivalvi (cozze, vongole, ostriche) filtrano grandi quantità di
acqua e accumulano alte quantità di virus, anche una sola cozza è sufficiente
per la contaminazione sono pericolosi!).
Incubazione: 15-45 giorni
Inattivazione: dal calore (1 minuto di bollitura, vale per quelle che stanno in
basso nella pentola, non per quelle che stanno sopra sopra) e disinfettanti
(formaldeide, cloro, UV).
E’ presente in modo transitorio del sangue (il sangue non è contagioso), viene
escreto nelle feci durante la fase finale del periodo d’incubazione e nella
fase preitterica della malattia: (possono passare settimane) il paziente è
infettivo senza saperlo, questo può portare ad epidemie in comunità. Non vi
sono portatori sani. L’infezione si riconosce per rapida produzione di
anticorpi anti-HAV contro Ag capsulare (prima IgM, poi IgG) che
permangono a lungo danno protezione verso le reinfezioni (minima
sovrapposizione tra aumento di anticorpi ed eliminazione del virus, prima
dell’ittero).
Esiste un vaccino (virus inattivato), da protezione in tempi rapidi (14-21
giorni dalla prima dose). Richiamo dopo 6-12 mesi e da protezione per oltre
10 anni. La vaccinazione non è obbligatoria ma altamente consigliata per chi
viaggia in paesi con condizioni igienico sanitarie scarse.
L’epatite A da raramente forme rapidamente evolutive e mai forme ad evoluzione cirrotica, nel bambino la malattia è spesso
asintomatica (anche nel neonato e anche nella HBV). La terapia è sintomatica e non antivirale e si aspetta che la sintomatologia
passi poiché normalmente si risolve in un tempo breve; antiinfiammatori o interferoni (in casi più gravi).
HBV (hepadnavirus)
Virus a DNA, raggiunge in circolo viremie notevoli (10
trilioni/ml (numero altissimo)), basta una goccia di sangue per
contagio con questa viremia.
Virione completo: nucleocapside interno ecosaedrico +
rivestimento.
Incubazione: 30-180 gg, periodo lungo, perché il virus ha la
capacità di stare in forma latente, vive bene nel fegato e non
da prodotti citotossici se non quando dà malattia.
Ci sono circa 350-400 milioni di portatori sani al mondo
(serbatoio della malattia). Clinicamente un portatore sano può
essere sano o sviluppare epatiti acute di grado diverso
(fulminante 48h) e cronicizzare e dare cirrosi che è un
fattore di rischio per il carcinoma epatico.
Trasmissione:
nel sangue per un periodo prolungato: dalle ultime fasi
• dell’incubazione fino alla totale guarigione
in tutti i fluidi dell’organismo (saliva, liquido seminale, urine, latte, lacrime)
• le feci non contengono il virus
• Contagio: siringhe infette (elevata viremia), emoderivati, trasfusioni, contatto sessuale, stretti contatti interpersonali (più
• raramente). Molto importante è la trasmissione perinatale (al momento del parto) che porta ad epatite neonatale spesso
asintomatica che può portare ad evoluzione cirrotica con necessità di trapianto nei primi anni di vita. 38
Gli antigeni importanti sono:
antigene di superficie: HBsAg (l’anticorpo è HBsAb). Sono delle proteine dell’involucro del virus. Lo trovo nel siero, è esterno, lo
- ritrovo anche nel sangue).
antigene di tipo c (core) : HBcAg è l’unico antigene a non essere secreto (non posso vederlo ma vedo il suo anticorpo) è nel
- rivestimento interno. Non lo trovo nel siero. Non viene mai secreto perché segue lo strato all’interno del rivestimento.
antigene e: HBeAg simile al c ma quando è
- trascritto ha un peptide di segnale diverso del c e
quindi viene secreto, è nella parte interna. Lo
trovo nel siero. E’ la porzione di C che viene
secreta.
rilascia nel siero anche il DNA virale quando si
- frammenta.
Grafico
- curva rossa piena: Ag di superficie HBsAg (antigene
australia (usato per fare il vaccino), che è quello
iniettato per avere la risposta anticorpale): due
polipeptidi dell’involucro. E’ il primo marker di
infezione. Da 2-8 settimane prima della fase clinica
(fase anitterica) e persiste fino a 4 mesi. Se dopo 6
mesi è ancora presente HBsAg è cronica.
- linea blu con pallini rossi: anticorpo anti-HBs:
compare dopo la scomparsa dell’Ag dal siero (a volte
c’è una finestra tra i due fenomeni). E’ un anticorpo
protettivo e la sua comparsa è indice di guarigione
(anche nei vaccinati). E’ l’unico marcatore
protettivo, da protezione a vita. Se ho fatto il
vaccino questo è positivo.
- rosso tratteggiato: anticorpo anti-HBc: compare
all’inizio o subito dopo la prima fase clinica.
Dapprima IgM, poi IgG. Compare presto e prima
della fase clinica (prodromica). Se sto ancora
producendo igM sono recentemente infettato, se
sto producendo IgG sono infetto da un po' (anche
anni). E’ un marcatore precoce , permane per
sempre (non protegge), è un marker di vecchia
infezione.
- Verde: Ag secreto HBeAg: correlato a replicazione
virale e a presenza di visioni intatti. Scompare
quanto compare Anti-HBe (tempo relativamente
breve). L’unico antigene che se presente mi dice
che il virus è in attiva replicazione, scompare
quando c’è più vitalità.
- blu a palle: anticorpo anti-HBe: permane per
sempre, è buon indice di guarigione. AntiC e AntiE si
assomigliano
- DNA virale in circolo: si comporta come HBeAg.
Utile per epatite cronica, la sua scomparsa indica un
passaggio a fase non replicativa; ma se mantengo S
per più dei 4 mesi, passo in una forma cronica. Se
DNA e HBeAg sono presenti, il soggetto è
infettivo.
- portatore sano: virus integrato nel genoma
dell’epatocita, positivo per HBsAg, ma non per
HBeAg e DNA (non li ha in circolo). Se DNA e
HBeAg presenti il soggetto è infettivo. 39
Nella trasmissione materno fetale:
• HBsAg positive e HBeAg/DNA negative è una portatrice sana con probabilità di trasmissione al feto del 20%
• HBsAg e HBeAg/DNA positive è infettiva e la trasmissione avverrà al 90%
I neonati infetti devono venire prima immunizzati passivamente con immunoglobuline (già fatte) anti-HBs e poi vaccinati (guarigione
nell’85%, protezione nell’adulto e poi per tutta la vita). Vaccinazione obbligatoria con HBsAg 3° - 6° e 11/12° mese.
L’obbiettivo è non lasciare che cronicizzi.
Il virus non è direttamente citopatico per le cellule epatiche (esistono portatori sani). Il danno alle cellule epatiche: HBcAg
processato da MCH di classe 2 da un immunità cellule mediata (linfociti T citotossici). Danni tessutali da immunocomplessi
sarebbero responsabili delle manifestazione extraepatiche della malattia (urticaria, artrite, febbre).
HDV (deltavirus)
Virus a RNA incompleto, necessita di HBV per la sua replicazione (ne usa la RNA polimerasi), per dare solo confezioni (quando
vengono a contatto con B vengono anche con D) o sovrainfezioni (avevo già incontrato B e poi anche D che si sovrappone) con HBV.
Nucleocapside esprime Ag delta specifico ed è ricoperto da rivestimento che contiene Ag uguale ad HBsAg. Peggiora le condizioni
dell’HBV, il vaccino anti-B protegge anche D. Quando elimino uno elimino anche l’altro.
Trasmissione: analoga ad HBV.
Anticorpi anti-HDV nel siero dopo 30-40 giorni.
HCV (flaviridae)
In passato (fino agli anni 90) ha dato una quantità di contagi, falsi contagi e falsi guarigioni indescrivibile. E’ stata la forma di
epatite virale post-trasfusionale più comune (90-95% dei casi), anche oerchè c’è stato ritardo nello sviluppo ed introduzione di test
sierologici sensibili e specifici nella pratica trasfusionale; e si ha una scarsa conoscenza del virus. Mediante reazione di
amplificazione a catena (PCR) si può dosare direttamente la quantità del virus nel sangue. E’ un virus che muta facilmente, ha delle
componenti di superficie che variano a seconda della posizione in cui si annida.
La particella (HCV) circola in concentrazioni molto basse. L’RNA del virus è stato evidenziato nel sangue, seme, urine, feci,
secrezioni vaginali. E’ dubbia la presenza nella saliva. Trasmissione (parenterale):
• siringhe infette
• contatti sessuali (rara-minor efficienza)
• contatto con il sangue (personale centri trasfusionali)
La trasfusione perinatale è rara e non avviene con allattamento. Nati con epatite C possono guarire.
Incubazione: 15-160 giorni.
Le glicoproteine del rivestimento sono codificate da regioni geniche ipervariabili. Non esiste immunità di lunga durata contro il
virus. La produzione di un vaccino è ostacolata. Le varianti immunologicamente distinte sfuggono al controllo immunitario che porta
a persistenza e cronicizzazione. Difficilmente l’epatite C è associata ad ittero.
Clinica: l’epatite C in forma acuta da sintomatologia lieve e spesso asintomatica, cronicizza con frequenza e può evolvere in cirrosi e
carcinoma epatico.
HEV(enterico)
Responsabile dei casi di epatite per via oro-fecale in India, Asia e centro America (epatite epidemica). Raro al di fuori di queste
zone di endemia. Può essere trasmesso tramite sangue da madre a feto. Nella gravida può evolvere nel 20% dei casi a epatite
fulminante. Suini sono riserva naturale del virus, hanno molti portatori sani.