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DELL’APOPTOSI
Perforina, granulisina, lisina
- (70kDa), granzima (apoptosi)
(secrete nei lisosomi e lasciate
pronte ma inattive) –
Vengono conferite alla
o cellula attraverso il recettore KIR su MHC-1
Espressione aumentata dall’esposizione a IL-2 e IL12
o Il granzima media l’apoptosi ma viene «iniettato» nella cellula attraverso
o le perforazioni
CD95L: mediatore di apoptosi
o
MASTOCITI
=cellule stanziali che hanno come precursori i granulociti basofili ovvero cellule di
derivazione midollare perché sono ricchi di granuli all’interno.
I mastociti sono le cellule stanziali a
livello del tessuto i granulociti invece
sono circolanti e vengono richiamati
quando c’è infiammazione.
Negli strati tra la membrana basale e
il connettivo ci sono cellule
protagoniste nell’infiammazione come
macrofagi e linfociti che presentano
l’antigene. Alla base dell’epidermide,
invece, nel derma ci sono i mastociti
(nella sottomucosa), si trovano li
perché devono sviluppare
l’infiammazione e si attivano quando c’è un danno diretto sulla mucosa e producono
fattori vaso-attivi ovvero con effetto sul vaso sanguigno, soprattutto istamina. Danno il
via all’infiammazione acuta richiamando neutrofili, eosinofili e piastrine per guarire.
Inoltre c’è il plasma che contiene varie proteine e sostanze che sono implicate
nell’infiammazione acuta e sono una serie di proteine che va a ledere le cellule
bersaglio inducendo effetti
infiammatori. Nel plasma le proteine
variano in presenza di infiammazione
aumentano le citochine e le
interleuchine con anche aumento di
cortisolo. Nella situazione di stress tutte
queste proteine, definite
COMPLEMENTO, aumentano in risposta
alla situazione disagevole. L’attivazione
delle proteine è data dai PAMPs, il
complemento comprende circa 30
proteine sintetizzate dal fegato e da
alcune cellule immunitarie e hanno
attività enzimatiche attivandosi a cascata, poco stabili e termolabili perché hanno
un ciclo di vita breve. È un meccanismo di difesa molto efficace nei confronti dei
microbi, complementando l’azione di altre proteine plasmatiche che agiscono in
sinergia. Queste proteine sono tutte in grado si legare i patogeni in modo che vengano
riconosciuti meglio, alcuni patogeni vengono legati dalle proteine plasmatiche e rese
più visibili dalle cellule fagocitarie professioniste, in modo che tutte le caratteristiche
vengano messe in evidenza, fatto dalle opsonine.
Come si attiva l’infiammazione?
l’infiammazione acuta è stata osservata già in tempi lontani ed è stata classificata
quindi la classificazione dei segni clinici rispecchia quello che avviene nei tessuti, e
questi segni sono:
CALOR
= aumento della temperatura locale
- RUBOR = arrossamento, aumento della circolazione locale
- TUMOR = gonfiore, a causa dell’afflusso di sangue
- DOLOR
= dolore
- FUNCTIO LESA = compromissione funzionale, difficile da muovere l’area
-
L’infiammazione acuta è fondamentale per richiamare tutte le cellule che abbiamo
citato (granulociti neutrofili, macrofagi e NK e molecole plasmatiche proteiche).
Si distinguono 3 eventi principali (effetti LOCALI):
1. Alterazione del calibro vascolare e aumento del flusso ematico
iniziano precocemente e si sviluppano in modo diverso a seconda dell’intensità
dello stimolo
modificazioni del flusso ematico e del calibro dei vasi iniziano
o precocemente e si sviluppano in modo diverso a seconda dell’intensità
dello stimolo
vasocostrizione arteriolare transitoria (breve)
o subito dopo vasodilatazione con espansione del letto capillare nell’area
o infiammata che giustifica calore e arrossamento (Calor)
2. modificazione strutturale deli vasi del
microcircolo che permettono alle proteine
plasmatiche e leucociti di uscire dal letto
vasale riduzione del flusso per aumento
o della permeabilità vascolare del
microcircolo
fuoriuscita dei liquidi comporta
o aumento della viscosità del sangue,
maggiore concentrazione
avremo stasi quindi il sangue circola
o più lentamente e il circolo cambia, normalmente il moto è vorticoso se il
sangue rallenta le cellule andranno vicino agli endoteli e compiranno
marginazione
potranno oltrepassare l’endotelio ed uscire
o si formano delle aperture in prossimità delle giunzioni intracellulari in
o seguito all’azione dei mediatori chimici
oppure possiamo anche un danno
o endoteliale diretto tramite necrosi,
passaggio molto brusco e fluente finché i
vasi non vengono riparati dalle piastrine
potremmo avere a che perdita di liquidi da
o vasi neoformati
con la marginazione, l’adesione e migrazione leucocitaria abbiamo
o formazione di essudato= liquido infiammatorio extra-vascolare che si
viene a formare, ad elevata concentrazione proteica con anche dei detriti
cellulari con peso specifico maggiore a 1020 e rappresenta un’alterazione
della permeabilità normale del microcircolo dell’area infiammata.
esso serve a diluire le sostanze tossiche, facilitarne la neutralizzazione e
permettere la fagocitosi dei microrganismi e facilità il trasporto degli
antigeni ai linfonodi tramite drenaggio linfatico dell’area colpita.
3. migrazione dei leucociti dal microcircolo ed accumulo nella sede di danno
in maniera non del tutto passiva, poiché le giunzioni si aprono
o è anche un fenomeno attivo che permette ai leucociti di passare anche
o attraverso giunzioni costrette che non si sono aperte del tutto.
Marginazione del leucocita e rotolamento finché non esce e va nel
tessuto circostante per compiere fagocitosi. Il tessuto circostante è
stimolante in quanto attira il leucocita attraverso DAMs e citochine
richiamo chimico.
ADESIONE E DIAPEDESI (migrazione)
o L’adesione ed il passaggio dei leucociti attraverso l’endotelio sono
determinati dal legame tra molecole di adesione presenti sulla superficie
dei leucociti e delle cellule endoteliali ed i mediatori chimici influiscono su
questo processo modulando l’espressione di superficie.
Diverse molecole intervengono nelle varie fasi del processo:
Selectine nel rotolamento
Chemochine nell’attivazione dei neutrofili e nell’aumento dell’avidità delle
integrine
Integrine nell’adesione
CD31 (PECAM-1) nella trasmigrazione
Chemiotassi= movimento direzionale verso il danno delle cellule
o fagocitarie mediata dalle chemochine e da altri fattori chimici che
possono essere
ESOGENI peptidi prodotti dai microrganismi infettanti
ENDOGENI derivano dai sistemi di proteine plasmatiche con cascata di
attivazione o da cellule
L’attivazione leucocitaria non è solo il
passaggio ma occorre anche evidenziare
che prepara la cellula e la modifica tramite
FAGOCITOSI= “mangiarsi” l’organismo
patogeno. Avviene in 3 fasi:
1. Riconoscimento e attacco della
particella da ingerire da parte del
leucocita
2. Ingestione della particella con
formazione di un vacuolo fagocitico
3. Uccisione e degradazione del
materiale ingerito grazie ad enzimi e
specie reattive dell’ossigeno che esso
contiene. Gli enzimi generano radicali liberi che dall’ossigeno formano i
perossinitriti, perossidi che rompono la membrana.
Meccanismi degradativi:
ossigeno-dipendenti
“scoppio respiratorio” Aumento del metabolismo ossidativo con formazione di
anione superossido (O2 -) e perossido di idrogeno (H2O2)
Ossigeno-indipendenti
- pH acido
- lisozima, lattoferrina
- proteine cationiche (fagocitina, leuchina)
- idrolasi acide lisosomiali (proteasi, fosfatasi, nucleasi, glucuronidasi, solfatasi,
lipasi).
Riassumendo…
Il danno provoca rilascio di mediatori
chimici che innescano l’infiammazione
andando a modificare il tessuto, tutto
porta all’aumento della permeabilità
dei vasi con aumento della pressione
idrostatica con fuoriuscita di liquido
provocando tumor e dolor. I mediatori
chimici rilasciati permettono la
vasodilatazione e passaggio ulteriore di
queste cellule che combattono
l’infiammazione tramite i passaggi
segnati prima dove riconosceranno il patogeno lo fagociteranno e lo uccideranno.
Effetti SISTEMICI
Febbre che porta debolezza, perdita di peso, alterazioni dell’equilibrio idrico e
- acido-base e perdita di minerali
Leucocitosi
- Proteine di fase acuta
-
Mediatori chimici= sostanze presenti nell’organismo in forma di precursori inattivi o
sequestrati in siti intracellulari dove non possono esplicare la loro azione (lisozomi). In
seguito a stimolo infiammatorio vengono inattivati o rilasciati nel distretto della sede
di perturbazione dando luogo ad una serie di eventi.
Sono estremamente dannosi per questo hanno un ciclo di vita molto breve, possono
avere come bersaglio uno o pochi tipi di cellule, o agire su molte cellule con effetti
diversi. La maggior parte dei mediatori, una volta attivati e rilasciati dalla cellula, ha
un’emivita breve.
Mediatori chimici dell’infiammazione acuta
i mediatori chimici sono di origine plasmatica o cellulare:
• I mediatori plasmatici sono presenti nel plasma in forma di precursori che devono
essere attivati
• I mediatori cellulari sono sequestrati in granuli intracellulari, oppure sono sintetizzati
ex novo
La sostanza chimica viene emessa per mezzo dei recettori, vengono attivate cascate
di reazioni, senza stimolazioni la cellula non svolge alcun ruolo se non il suo compito.
I mediatori possono avere come bersaglio uno o pochi tipi di cellule, o agire su molte
cellule con effetti diversi. La maggior parte dei mediatori, una volta attivati e rilasciati
dalla cellula, ha un’emivita breve per il fatto che riescono a stimolare molto bene le
cellule ecco perché quasi tutti i mediatori sono potenzialmente dannosi.
L’attivazione del fattore XII è una proteina che si attiva in caso di danno endoteliale
che porta alla coagulazione e in più abbiamo anche le chinine perché è necessario che
il tessuto guarisca il prima possibile, l’attivazione contemporanea nello stesso
momento. In più abbiamo l’attivazione del complemento che sono una serie di
proteine che si attivano una dopo l’altra che portano alla lisi del batterio.
Mediatori di derivazione cellulare:
Preformati= ISTAMINA, SEROTONINA, PROTEASI
Sintetizzati: dall’acido arachidonico (EICOSAINOIDI) che derivano dalle
derivati
membrane delle cellule danneggiate. attivatore piastrinico (PAF) che attiva le
pi