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TUMORI DEL SISTEMA MELANOFORO

• NEVI (Benigni) – Il nevo NEVOCELLULARE (neo) deriva dal melanocita, cellula produttrice di melanina.

Il NEVO GIUNZIONALE prolifera tra derma ed epidermide formando agglomerati: da questo si forma il NEVO INTRADERMICO, solitamente quiescente sino a quando non

mostrano ATTIVITÀ GIUNZIONALE (proliferazione più intensa).

• AMARTOMI ­ Neoformazione dall’accumulo casuale di tessuti tra loro diversi.

• MELANOMI – Formazione maligna che si formano da aree con nevi precedenti o prive di nevi. La composizione citologica è varia e sono caratterizzati da alta metastatizzazione.

TUMORI DI ORIGINE PLACENTARE

Tumori che si sviluppano da citotipi NON presente, solitamente, nell’adulto.

 MOLA VESCICOLARE – Proliferazione di cellule del trofoblasto

 TERATOMI – Proliferazione di stem cell pluripotenti: si osservano frequentemente nell’ovaio e nel testicolo e sono dette cisti dermoidi quando contengono un ammasso di elementi

del derma (anche se possono avere molti citotipi diversi all’interno).

TUMORI del SNC

Gli astrociti hanno l’astrocitoma (benigno) o il glioblastoma (maligno) mentre i neuroblasti hanno il ganglioneuroma (benigno) o il neuroblastoma (maligno). Le meningi sono colpite dal

meningioma (benigno) privo di capacità di metastatizzazione ma in grado di creare una grave sintomatologia da compressione.

CLASSIFICAZIONE CLINICA

Sono presenti due tipologie di classificazione che vengono formulate dall’anatomopatologo in relazione alla caratteristiche istocitologiche del tumore.

GLV (Grading Linfonode Venose) Questa forma di classificazione prende in considerazione diversi parametri quali la

gradazione del tumore, definita sulle basi morfologiche delle cellule, ed il

coinvolgimento di vasi e linfonodi.

Per la definizione della gradazione, dove I è assegnato ai tumori differenziati, IV ai

tumori indifferenziati e Gx da tumori ai quali è impossibile definire il grado di

differenziazione, è assegnato in base a diversi parametri:

 Grado di differenziazione – Assegnato confrontando la struttura della

neoplasia con quella del tessuto d’origine

 Frequenza di mitosi – E’ maggiore tanto più è elevata la frequenza di

mitosi

 Pleiomorfismo cellulare e modifiche della colorabilità

 Espressione recettoriale – Il tumore è tanto più maligno quanto meno è

espresso il corredo recettoriale standard

TNM (Tumor Node Metastasis)

Sistema sviluppato da Danoix che identifica la stadiazione del tumore sulla base

delle sue dimensioni, dell’invasione linfondale e delle metastasi.

T Estensione del tumore primitivo

L Coinvolgimento linfonodale

M Metastasi. In caso venga assegnata M1 è necessario indicare la regione

anatomica di metastatizzazione (PUL – pulmonary, BRA­ brain,…) che vengono,

poi, ulteriormente specificate con la sigla ICD­O (es. ICD­O C18, colon trasverso)

nella quale, a seguito della C è opportuno indicare, mediante un numero, la metodologia diagnostica impiegata (es. C1 palpazione e radiografia, C4 asportazione chirurgica).

R (facoltativo) Indica eventuali residui dopo intervento chirurgico: R indica assenza di residui mentre R indica residui macroscopici.

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ALTRI SIMBOLI

 y – Classificazione eseguita nel corso o alla fine di una terapia

 r – Recidiva

 a – Classificazione eseguita per la I volta

 m – Presenza tumori multipi

La classificazione TNM è eseguita precedentemente al trattamente cTNM e a seguito del trattamento pTNM.

CLASSIFICAZIONE CITOLOGICA

L’applicazione dell’esame citologico permette di studiare la presenza di cellule neoplastiche nel contesto di un organo normale per evidenziare displasie e metaplasie; questa metodologia è

stata sviluppata da Papanicolau (Pap­Test), inventore di una colorazione, che sviluppò la metodica sull’indagine di uno striscio vaginale.

Inizialmente venne proposta la classificazione sulla base della displasia (alterazione morfologica) lieve, media e severa: quest’ultima correla con la definizione di carcinoma in situ (carcinoma

che non ha ancora invaso la membrana basale.

Questa classificazione è stata poi sviluppata nella classificazione CIN (cervical intraepithelial neoplasia) I, II e III a sua volta seguita dal sistema Bethesda (SIN – Squamous Intraepithelial

Lesion) di basso ed alto grado.

TUMORI DEL SNC

I tumori del SNC pediatrici si osservano frequentemente nella loggia sotto­tentoriale mentre i tumori dell’SNC degli adulti sono localizzati prevalentemente a livello emisferico: 15/100.000 sono

i tumori intracranici e più rari risultano i tumori spinali.

I tumori del SNC possono essere secondari (metastasi da polmone, mammella e GIST) ma i tumori primitivi del SNC non danno mestastasi in altre aree dell’organismo in quanto le cellule

trasformate mancano di molecole di adesione per attraversare la BEE: un’eccezione è data dal medulloblastoma che dà metastasi a “goccia” (per gravità si porta sino alla cauda equina e da

qui migra in altre aree dell’organismo).

Nel SNC è inutile la classificazione maligna/benigna in quanto tumori che, morfologicamente, presentano le caratteristiche di un tumore benigno possono, in questa sede, presentare un alto

livello di invasività e, pertanto, di malignità.

Sintomatologicamente il tumore del SNC si presenta con cefalea, convulsioni (esordio 40­60aa) causate dalla compressione che il glioma di I e II grado esercitano sulle diverse aree cerebrali,

emiparesi e alterazioni dello stato di coscienza (cortex orbitofrontale).

Sono presenti diversi tumori del SNC:

• Gliomi – Suddivisi in I­II grado (massa discreta), III e IV (alta infiltrazione)

o Astrocitoma

 Astrocitoma cistico – L’astrocitoma è contenuto in una ciste, ovvero un sacchetto epiteliale contenente un liquido o una sostanza semisolida

 Astrocitoma fibrillare

 Glioblastoma multiforme

 Astrocitoma pilocitico

 Xantoastrocitoma pleomorfo

o Ependimoma

o Oliodendroglioma

• Tumori neuronali – A carico delle stem cell neuronali subventricolari

• Neoplasie scarsamente differenziate

• Meningiomi

• Linfoma primitivo GLIOBLASTOMA MULTIFORME

Tumore derivato da astrocitoma fibrillare Astrocitoma anaplastico glioblastoma

multiforme che è caratterizzato dall’assenza, sia micro­ che macroscopicamente di

cellule tra loro uguali e che si localizza negli emisferi (capace di superare il corpo

calloso) con insorgenza intorno a 40aa e sopravvivenza 10 mesi (5aa per

astrocitomi ben differenziati).

I gliomi si distinguono per l’espressione di GFAP (proteina acida fibrillare) ­mentre i

tumori neuronali esprimono il neurofilamento­ e per la formazione di “palizzate” di

cellule neoplastiche tra loro impilate.

EPENDIMOMA

L’ependima riveste le cavità ventricolari ed il canale midollare: queste cellule danno

origine a tumori, prevalentemente midollari, GFAP che sono tumori solidi capaci di

indurre idrocefalo per il quale è opportuno procedere al drenaggio in area settica

(solitamente peritoneo – cell capaci di riassorbire il liquor) per evitare infezioni

retrograde.

Istologicamente è un tumore di semplice diagnosi in quanto le cell ependimali hanno

in “memoria” la formazione di una cavità che, pertanto, sarà ricreata a livello

dell’area neoplastica.

MEDULLOBLASTOMA

Tumore maligno frequente in età pediatrica: si localizza nel cervelletto, presenta

marker GFAB e neurofilamento, e si manifesta con idrocefalo. Questo tumore è in grado di causare la metastasi a goccia.

Si riconoscono le forme: medullomioblastoma, simile a miofilamento, medulloblastoma melanocitico, di colore scuro e medulloblastoma desmoplastico, riarrangiamento e proliferazione del

parenchima neoplastico e dello stroma.

Il medulloblastoma esordisce, frequentemente, in alcune sindromi:

• Sindrome di GORLIN – Sindrome che inizialmente si manifesta con la formazione di carcinoma basocellulare (simile a nevo) che poi determina la formazione del medulloblastoma

a 3aa.

• Sindrome di TURCOT – Medulloblastoma e poliposi adenomatosa familiare

• Sindrome LI­FRAUMENI – Delezione dell’oncosoppressore p53. Si manifesta con la formazione di numerosi tumori tra cui medulloblastomi, carcinomi, sarcomi e con tumori dei

plessi corioidei. MORFOLOGIA DELLA CELLULA NEOPLASTICA

Il tumore differisce rispetto alle cellule da cui ha preso origine: l’insieme delle differenze è indicato come anaplasia morfologica.

ORGANIZZAZIONE TISSUTALE

I tumori sono costituiti da una componente di parenchima neoplastico ed una componente stromale: il tipo di organizzazione dipende dai sistemi di adesione (integrine, proteine giunzionali)

che consentono alle cellule normali di aderire ad un substrato e che, nella cellula neoplastica, sono fortemente alterati.

Le tipologie di organizzazioni che si osservano inizialmente in un tumore sono:

 SFEROIDI/NODULI Organizzazioni di piccolo diametro a formare di sfera attorno alla quale si dispongono i vasi. Considerando che i substrati nutritivi giungono al tumore per via

ematica le cellule che non vi sono in rapporto, quelle centrali, vanno incontro a necrosi.

 CORDONI Formazioni in attiva proliferazione collocate attorno ad un vaso: la componente necrotica si localizza, pertanto, alla periferia del vaso.

A seguito di queste prime organizzazioni si osserva la formazione di uno stroma “personale” per il tumore: questo è indotto perché le cellule neoplastiche sono autonomamente in grado di

produrre i FDC necessari

DIFFERENZIAZIONE

Una delle caratteristiche del tumore è quella di presentare un livello di differenziazione diverso rispetto a quello del tessuto dal quale la neoplasia è originata: questo avviene perché maggiore

è la differenziazione cellulare minore è la capacità proliferativa della cellula.

L’alterazione della differenziazione avviene per:

• Attivazione di oncogeni che alterano l’attivazione dei geni cellulari

• Permanenza in fase di proliferazione cellulare

• Alterazione dei meccanismi molecolari coinvolti nella differenziazione: attivazione di geni omeotici che regolano, a loro volta, geni coinvolti nella differenziazione.

• Alterata funzione dei fattori di differenziazione e dei recettori.

VOLUME e FORMA

Il volume delle cellule neoplastiche è differente rispetto a quelle normali: solitamente è diminuito ma può anche essere aumentato, come nelle cellule giganti, nelle quali la fase S (sintesi DNA

e proliferazione) è seguita da una mancata citocinesi (separazione citoplasma).

La forma cellulare risulta profondamente alterata sino a presentare numerose protuberanze simili a microvilli e modifiche nell

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A.A. 2016-2017
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SSD Scienze mediche MED/04 Patologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Lydia90 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Patologia generale e fisiopatologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Nuti Marianna.