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Effetti delle citochine sul sistema immunitario

PMN neutrofili: aumenta la neutrofilia, aumentano i processi metabolici propri di questa linea, aumenta la sensibilità dei neutrofili ai fattori chemiotattici.

Midollo osseo: qui, CSF (Colony Stimulating Factor), il TNF stimola l'attività dei responsabili di leucocitosi e, nel caso specifico, dell'aumento del numero dei PMN neutrofili.

Linea monocito-macrofagica: ne aumenta l'attività, innescando un aumento della produzione di IL-1, IL-6, IL-8 e del GM-CSF (Colony Stimulating Factor per la linea Granulocitaria e Macrofagica).

Quindi questi pirogeni endogeni hanno sì un effetto nella nuova regolazione del set-point ipotalamico, ma sortiscono anche effetti specifici di attivazione e di miglioramento della funzionalità delle cellule coinvolte nel processo infiammatorio acuto.

Effetti molto simili li hanno anche IL-1α e IL-1β e l'IL-6. Tutte agiscono, migliorando.

Funzionalità delle singole cellule linfocitarie, neutrofile o monocito-macrofagiche, coinvolte nella risposta infiammatoria acuta. Insieme al TNF-α, svolgono specifiche funzioni su alcuni organi e apparati:

Epatociti → inducono un aumento della sintesi delle proteine di Fase Acuta (Proteina C reattiva, Fibrinogeno), che fanno aumentare la VES. Queste hanno il compito di attivare il complemento, fare opsonizzazione e dare inizio alla chemiotassi; meccanismi caratteristici del processo di angioflogosi. Aumenta la sintesi di C3, fattore del complemento che deve fare lisi del patogeno, o opsonizzazione e chemiotassi, attraverso i vari frammenti di degradazione, derivati dall’attivazione del complemento.

Midollo osseo → Qui, questi fattori stimolano la produzione di CSF, perché deve esserci mobilizzazione dei neutrofili, nella prima fase, e dei monocito-macrofagi, nella seconda. Questi ultimi servono, perché, ricordiamolo, i PMN sono sequestrati nel midollo osseo.

di infiammazione e il non può essere sguarnito di globuli bianchi. Quindi, a livello del neutrofili emidollo, c'è bisogno di accelerare l'immissione in circolo di . Ipo tal am o→ determinano aumento della temperatura corporea. ti m u sc o li→e in questi compartimenti , e delle proteine e dei lipidi, perché possano sottoporsi inducono mobilizzazione al metabolismo ossidativo: dobbiamo procurarci il "carburante" dalla temperatura corporea. degradazione di queste molecole, per aumentare la Quando abbiamo la febbre, tendiamo a dimagrire, perché aumentiamo i metabolismi anche a livello del grasso bruno e delle proteine. Tutto ciò perché, in conclusione, deve aumentare la quota di calore che deriva dalle ossidazioni cellulari. (Corticotropin Releasing Factor) per aumentano i processi.dil'adrenocorticotropo (ACTH), glicolisi, perché il sistema deve settarsi su una temperatura corporea più elevata. Per cui, le ossidazioni cellulari devono aumentare. Il calore sviluppato deve essere infatti trattenuto per far aumentare la temperatura corporea. Lo scopo di queste modifiche metaboliche sta nel fatto che esse devono utilizzare il calore in surplus per ridurre la replicazione batterica e virale, per migliorare per ottimizzare una risposta immunitaria l'attivazione dei processi immunitari e antigene-specifica ad alta selettività. Dobbiamo caratterizzare il processo febbrile. Lo sviluppo, di qualsiasi evento febbrile, procede attraverso tre tappe: Fase del rialzo termico o Prodromica → Nelle prime fasi il sistema deve alzare la temperatura, dai 36 ai 39°, riscontrabili in casi di infiammazione acuta. Fase del fastigio → Una volta che il set point è settato sui 39°, la temperatura rimane regolata in questo modo. Fase didefervescenza→ si spera che il problema venga risolto e venga, quindi, eliminata la causa che ha innescato il processo infiammatorio acuto. La febbre inizia a scendere, perché il set-point deve riorganizzarsi e deve tornare al valore standard di temperatura (da 39° a 36,5°). Tutte queste tre fasi corrispondono ad una modifica dell'ipotalamo. Se dobbiamo mantenere una temperatura di 39° fissa, dobbiamo aumentare i metabolismi di base e indurre termoconservazione, altrimenti perdiamo tutto il calore prodotto. Cosa succede al livello del set point ipotalamico? Prendiamo di nuovo in considerazione il modello di Hammel: Durante la fase di rialzo termico, i centri sensoriali (W), che percepiscono variazioni di temperatura, devono essere spenti e non devono funzionare, perché qualsiasi rialzo si stia innescando, deve essere sì percepito ma non deve incidere sui sistemi effettori. Durante la fase del rialzo termico, dunque, funziona soltanto il centro di

coordinamento che letteralmente inibisce i sistemi effettori di termodispersione e mantiene attivi i sistemi effettori che fanno termoconservazione (sperimentiamo brividi e aumento del rilascio del TRH). In queste condizioni la temperatura comincia a salire e raggiungerà i 39-40°C, che è la nuova temperatura imposta, per un'efficiente risposta infiammatoria. Arriviamo alla fase viene percepita sia dal sistema del fastigio: la nuova temperatura è 39°C. Quest'ultima sensoriale (W) che dal sistema di regolazione degli effettori (I). Non deve scendere. Siamo in una condizione di perfetto equilibrio della stimolazione, che arriva dai centri sensoriali e dai centri di controllo (I). la temperatura rimane costante, finché non cessa la produzione di pirogeni endogeni. Risolviamo il problema e la temperatura deve scendere. La temperatura, più alta del normale, viene percepita dal sistema sensore (W), che deve attivare fortemente la risposta

termodispersiva e inibire, in maniera massiccia, larisposta termoconservativa. Iniziano tutti quei processi di aumentatadispersione del calore, secondo i principi già visti. Quest’ultima fase è correlata alladal punto di vista fisiologico.riduzione dei pirogeni endogeni. Ciò avvieneLe cause di febbre:

  • Infezioni batteriche
  • Attivazioni di una risposta immunitaria
  • Necrosi→ la necrosi è un processo che attiva una risposta infiammatoria, perché, una volta che abbiamo distrutto cellule, i detriti devono essere eliminati dai sistemi fagocitari professionali. Questi ultimi, per funzionare, producono mediatori del processo infiammatorio e innescano angioflogosi, con alterazione febbrile.
  • Alcune neoplasie danno rialzo febbrile→ o in una fase molto avanzata, come nel caso delle metastasi, che causano necrosi di tessuto sano; o lo fanno in maniera subdola, con rialzi febbrili che non sono febbricole serotoninefebbroni ma “ ”.

Per sospettare che ci sia un'origine di neoplasia, la febbre non è utile, purtroppo, a questa diagnosi.

Patologie metaboliche acute:

  • Alcuni farmaci→ sieri antitetanici

A cosa corrisponde, nel soggetto, la divisione in fasi?

FASE PRODROMICA→ siamo nella fase in cui i nostri sistemi capiscono che deve esserci un rialzo termico. Sensazione di freddo. La cute inizia a diventare pallida, perché inizia un processo di vasocostrizione cutanea, dovuto al fatto che, a livello centrale, deve attuarsi termoconservazione. Aumentano tutti i processi di termogenesi, come le ossidazioni cellulari. Anche la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca si modificano e, in particolare, di 7-8 pulsazioni per ogni grado in più, rispetto al normale. A volte il medico, infatti, misura la febbre, valutando il polso.

FASE DEL FASTIGIO→ il nuovo set-point ipotalamico è settato su 39°. Non abbiamo più brividi, perché aumentano i processi metabolici.

è il fatto che la febbre è una risposta del nostro corpo a un'infezione o a un'infiammazione. Non è un sintomo da combattere a tutti i costi, ma piuttosto un segnale che qualcosa non va nel nostro organismo. La febbre aiuta il sistema immunitario a combattere l'infezione, stimolando la produzione di globuli bianchi e interferoni, sostanze che contrastano la crescita dei batteri e dei virus. Quindi, assumere antipiretici come il paracetamolo o l'ibuprofene può essere utile per alleviare i sintomi della febbre, come il malessere e il dolore, ma non dovrebbe essere fatto in modo indiscriminato. È importante consultare un medico per valutare la causa della febbre e decidere se è necessario intervenire con farmaci. Inoltre, è fondamentale ricordare che la febbre è solo un sintomo e non una malattia in sé. È importante identificare e trattare la causa sottostante, ad esempio un'infezione batterica o virale, per risolvere definitivamente il problema. In conclusione, la fase di defervescenza è il momento in cui la febbre diminuisce e il corpo torna alla sua temperatura normale. L'assunzione di antipiretici può simulare questa fase, ma è importante fare un uso consapevole di tali farmaci e consultare sempre un medico per una valutazione adeguata.

è il cosiddetto andamento della febbre. Il processo febbrile, infatti, ha un andamento caratteristico e tipico, in patogeno. Si possono distinguere:

  • Febbre continua o tifoide → nel corso dei giorni, la temperatura si alza di 0,5-1° grado ogni giorno fino a raggiungere la temperatura, piuttosto elevata, di 41 gradi.
  • Febbre remittente o setticemica → la setticemia è la diffusione di un patogeno, batterio o miceti, in circolo. Questo tipo di febbre dà complicanze mortali, anche nel giro di 24/48 ore. Questo, perché innescano “multifunzione Salmonella. Ha un organo”. Il soggetto va in shock. Può essere causata da alcuni ceppi di andamento remittente, in quanto oscilla, con rialzi e abbassamenti termici a cavallo di una temperatura più elevata del normale, al di sopra di 37 gradi.

Ciò significa che, da qualche parte, c’è un patogeno che sta facendo cicli di replicazionei quali innescano

Il tipico andamento, detto anche a dente di sega.

Continui,

Febbre intermittente quotidiana o malarica → la malaria è causata dal Plasmodium, che si replica nei globuli rossi. Una volta terminato il ciclo, l’eritrocita si frammenta e i nuovi patogeni sono liberi in circolo, per aggredire nuovi globuli rossi. Quando avviene lo scoppio degli eritrociti, il soggetto registra il picco febbrile a 40°. A questo punto, i nuovi patogeni s’incapsulano in nuovi eritrociti e il valore della febbre crolla. Farà il suo ciclo nel giro di 24-48 ore, dopo di che si avrà una nuova liberazione del patogeno e con essa un nuovo picco febbrile ecosì

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A.A. 2019-2020
375 pagine
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SSD Scienze mediche MED/04 Patologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher foffygioia89 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Patologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Gazzerra Patrizia.