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Estratto del documento

Le malattie genetiche sono tutte malattie congenite, ma le malattie congenite non

sono tutte genetiche. Perchè una malattia sia genetica è necessario che l'alterazione a

livello del genoma sia presente al momento della formazione dello zigote, la prima

cellula del nuovo individuo. Quindi, quella alterazione genetica si ritroverà in tutte le

cellule dell'organismo, anche nelle cellule germinali. Un esempio di malattia congenita

e non genetica sono le malformazioni. In questo tipo di malattie, l'agente che ha

provocato la malformazione agisce dopo la formazione dello zigote, quindi le

alterazioni le avremo solo a carico di un determinato organo/tessuto, alterazioni che

possono essere provocate dalle radiazioni, dai virus etc.

2. Cause esogene (o fattori patogeni estrinseci), che sono tutti quei fattori che

agiscono sull'organismo dall'esterno. Tra questi abbiamo:

- i fattori chimici. . Essi possono essere:

a) inquinanti;

b) contaminanti;

c) di tipo ammbientale, quindi possono contaminare l'ambiente in cui l'individuo vive,

l'acqua che beve, l'aria che respira etc;

d) inquinanti microambientali, ossia sostanze chimiche con cui l'individuo viene a

contatto in un microambiente (che può essere l'ambiente in cui lavora oppure

l'ambiente domestico). Esempi sono i conservanti di alimenti, i detersivi etc.

- i fattori fisici. Tra questi abbiamo le radiazioni, l'energia meccanica, l'energia termica

(alte e basse temperature), l'energia elettrica e le alte e basse pressioni atmosferiche;

- i fattori biologici. Sono virus, batteri, protozoi, metazoi.

- l'alimentazione;

3. Fattori patogeni misti, in cui si ha la combinazione di fattori endogeni ed esogeni.

Un esempio è l'ipertensione, che si ha in un individuo predisposto geneticamente, ma

se il soggetto predisposto fa una dieta ricca di sale la predisposizione aumenta. Si

parla dunque di fattori nutrizionali.

I fattori fisici

I fattori fisici più importanti sono le radiazioni. Per radiazione si intende la

propagazione di energia nello spazio. Le radiazioni possono essere:

- corpuscolari, costituite da materia. Esse hanno bassa variabile. Esempi sono le

radiazioni alfa e beta;

- elettromagnetiche, costituite da quanti di energia. Esse hanno massa infinitesima.

Esempi sono le onde radio, le microonde, le radiazioni emesse dal sole (radiazioni

visibili e ultravioletti), radiazioni C e radiazioni gamma.

Quando una radiazione colpisce una materia possiamo avere due effetti a seconda

dell'energia della radiazione:

- se una radiazione di energia inferiore a 10 elettrocord colpisce la materia, avremo lo

spostamento di un elettrone da un orbitale più interno a un orbitale più esterno, quindi

ad un livello maggiore di energia. Avremo n questo caso un atomo eccitato, altamente

reattivo, che si comporta come un radicale libero (exxitazione);

- se la radiazione ha energia superiore a 10 elettrocord, avremo l'espulsione

dell'elettrone dall'atomo con formazione di uno ione (ionizzazione).

Radiazioni eccitanti sono quelle emesse dal sole (infrarossi visibili e ultravioletti)

radiazioni C e radiazioni gamma. Gli ultravioletti sono di tre tipi, A, B e C. Gli

ultravioletti C sono al limite delle radiazioni ionizzanti, quindi sono gli ultravioletti più

pericolosi.

Quando la radiazione solare colpisce la superficie cutanea:

- in parte viene riflessa;

- in parte viene assorbita dagli strati superficiali;

- in parte arriva in profondità fino a quando viene dissipata tutta l'energia.

Esistono due proteine che ci proteggono dall'effetto dannoso della radiazione solare, la

melanina e la cheratina:

- l'aumento della produzione di melanina porta all'iperpegmentazione cutanea, cioè

l'abbronzatura, che ci protegge dalla radiazione solare;

- l'aumento della produzione della cheratina porta invece un ispessimento dello stato

corneo che prende il nome di ipercheratosi.

L'unico effetto positivo dell'esposizione a queste radiazioni è rappresentato

dall'attivazione del 7-deidrocolesterolo, il precursore della vitamina D. La vitamina D è

fondamentale per l'assorbimento del calcio a livello intestinale e la fissazione del

calcio a livello delle ossa. In passato, quando i bambini venivano poco esposti alla

luce, si sviluppava il rachitismo, responsabile di deformità ossee dovute alla mancata

mineralizzazione dell'osso.

Gli effetti negativi dell'esposizione ai raggi solari possono essere:

- diretti, provocati quindi direttamente dalla radiazione solare;

- indiretti, cioè mediati da sostanze chimiche.

Gli effetti diretti

Gli effetti diretti sono rappresentati principalmente da alterazioni a livello cutaneo.

L'effetto più comune è l'eritema solare (persona che si espone in maniera non

controllata al sole, si arrossa e dopo qualche giorno compare l'abbronzatura).

L'eritema consiste quindi in un arrossamento della cute che si determina in modi

diversi a seconda che sia provocato dagli infrarossi o dall'ultravioletto.:

- l'eritema provocato dagli infrarossi compare nel momento in cui una persona si

espone agli infrarossi e termina nel momento in cui la persona cessa di esporsi. E'

dunque un meccanismo di tipo fisic.

- l'eritema provocato da ultravioletti (più frequente) non compare subito, e dura poi

diversi giorni, anche dopo la sospensione dell'esposizione e viene sostituito

dall'abbronzatura. E' determinato da un meccanismo di tipo chimico. Si ha la

liberazione di un mediatore infiammatorio, l'istamina. Infatti, le infiammazioni

provocate da questo tipo di eritema sono pruriginose (provocano prurito).

Altro effetto legato all'esposizione alla luce solare è l'invecchiamento cutaneo, in

quanto gli ultravioletti provocano un danno a livello dell'elastina e del collagene, per

cui la pelle perde elasticità e viene favorita la formazione delle rughe.

L'effetto più importante è però l'effetto cancerogeno: l'esposizione prolungata ai raggi

del sole provoca l'insorgenza di tumori, sia a livello epiteliale (carcinomi), sia tumori

maligni di origine melanocitaria.

I tumori maligni compaiono nelle persone più anziane, dopo una lunga esposizione al

sole. Compaiono generalmente nelle regioni fotoesposte (il volto) e con maggior

frequenza in individui che per la loro attività lavorativa rimangono esposti per lunghi

periodi della loro vita ai raggi solari.

L'alterazione a livello cellulare danneggia il DNA, provoca quindi un'alterazione

genetica che se non riparata causerà l'alterazione della cellula; essa potrebbe quindi

trasformarsi in cellula tumorale.

Esiste un sistema enzimatico che ripara il danno provocato dall'azione eccitante sul

DNA. La lesione più comune provocata dall'azione eccitante è la dimerizzazione della

timina: due residui di timina vicini tra di loro si attaccano formando un dimero. Il

sistema enzimatico di riparazione prevede l'azione di tre enzimi:

- il primo enzima è l'endonucleasi, che taglia il segmento in cui si è sviluppata questa

anomalia;

- il secondo enzima è una DNA polimerasi, che sintetizza il frammento rimosso in

maniera complementare alla sequenza dell'altro filamento della doppia elica;

- il terzo enzima è una elicasi, che attacca il filamento.

Gli effetti indiretti

Gli effetti indiretti sono effetti mediati da sostanze chimiche, le cosiddette sostanze

fonosensibilizzanti.

Per fonosensibilità si intende una esagerata reattività alla luce solare, con dosi che in

una persona normale non provocano nessun effetto, mentre in individui che producono

certe sostanze provocano reazioni esagerate. Queste sostanze possono essere sia di

natura esogena, sia di natura endogena. Tra le sostanze esogene abbiamo i tantissimi

farmaci assunti dall'organismo; tra le sostanze endogene abbiamo alcuni metaboliti

che si ritrovano nel processo di sintesi del pigmento dell'emoglobina, come la

protoporfirina 9. Dunque, negli individui affetti dalla malattia chiamata pporfiria si ha

un'alterazione nella sintesi del pigmento dell'emoglobina. Si accumulano dei

precursori che sono altamente fotosensibilizzanti. Questi individui non possono essere

esposti alla luce solare, perché l'esposizione determina non solo la comparsa di

eritemi, ma delle vere e proprie ulcerazioni cutanee.

Le radiazioni ionizzanti

L'effetto dannoso delle radiazioni ionizzanti è emerso in tutta la sua importanza dopo

la fine della seconda guerra mondiale, in seguito ai bombardamenti di Hiroshima e

Nagasaki, nel 96 con Cernobyl' e, nel 2011, con Fukushima.

Le radiazioni ionizzanti sono radiazioni altamente cancerogene che colpiscono

direttamente o indirettamente le macromolecole, tra cui:

- le proteine, sia enzimatiche che strutturali;

- i lipidi, e in particolar modo i fosfolipidi di membrana, con danno alla membrana e

morte cellulare;

- in primo luogo il DNA.

Il DNA può essere colpito sia in maniera diretta, sia in maniera indiretta, mediante la

formazione di radicali dell'ossigeno, che si formano per effetto della radiazione

sull'acqua. Si ha un processo di radiolisi dell'acqua, per cui la molecola dell'acqua si

scinde dando origine appunto ai radicali dell'ossigeno.

Il danno, sia diretto, sia mediato dai radicali dell'ossigeno, consiste in:

- alterazioni a livello delle basi, che possono essere anche staccate dalla sequenza;

- rottura dei doppi legami;

- rottura dei filamenti del DNA.

Il danno provocato dalla radiazione ionizzante al DNA può determinare situazioni

diverse. Può essere riparato, per cui la cellula ritorna alle condizioni normali e la

sequenza genetica viene ristabilita; oppure la riparazione può anche fallire, per cui le

conseguenze sono diverse:

- si può avere la morte della cellula;

-la cellula può anche non morire, e in questo caso la mutazione che si viene a

determinare resta, e la cellula non sarà più una cellula normale ma una cellula mutata.

Le conseguenze sono diverse se la radiazione colpisce l'individuo durante la vita

intrauterina (embrione/feto), oppure dopo la nascita. Nel primo caso avremo la

formazione di malformazioni congenite, nel secondo caso avremo lo sviluppo di

tumori.

Non tutte le cellule dell'organismo sono ugualmente sensibili all'effetto delle radiazioni

ionizzanti. Le cellule più radiosensibili sono, secondo la legge di Bergonie e

Tribondeau, quelle in piena attività mitotica. Le celllule che si riproducono

continuamente sono un facile bersaglio per le radiazioni ionizzanti. Queste cellule sono

principalmente quelle del midollo emopoietico e quelle dell'epitelio di rivestimento.

Il tessuto

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
19 pagine
SSD Scienze mediche MED/04 Patologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher kekkodis di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Elementi di patologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Cipolleschi Maria Grazia.