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Stadio IV
A causa dell'immunodeficienza i pazienti vanno incontro a ripetute infezioni. Durante questo stadio finale possono insorgere complicanze, quali il coinvolgimento del sistema nervoso e il Sarcoma di Kaposi (tumore sostenuto da un virus erpetico). La morte subentra in seguito ad un grave deterioramento di tutto l'organismo.
Finisce qui la parte relativa all'immunopatologia, per passare al capitolo successivo riguardo l'infiammazione. 3/04/2020
Lezione 4: Infiammazione
L'infiammazione o flogosi è un processo che si manifesta come meccanismo di difesa contro l'aggressione da parte di qualsiasi agente dannoso (agenti fisici, chimici, biologici agenti flogogeni). È una reazione preferenzialmente locale che si risolve secondo uno schema fondamentalmente uguale a prescindere dall'agente eziologico che l'ha scatenata. Il fine primario è circoscrivere ed eliminare gli agenti patogeni e restaurare con il processo riparativo.
La condizione omeostatica che caratterizza lo stato di salute. La flogosi è un processo utile per l'organismo, ma può acquisire le caratteristiche di un fenomeno patologico quando l'azione dell'agente nocivo di particolare intensità e/o di lunga durata causa l'amplificazione della reazione flogistica apportando ulteriore danno che si ripercuote sull'intero organismo.
Le cause dell'infiammazione possono essere:
- Microorganismi
- Traumi meccanici (es. ferite, contusioni), fisici (es. corrente elettrica, radiazioni), chimici
- Necrosi tissutale, indotta da qualsiasi causa (es. infarto, embolia, emorragia, ipossia)
- Complessi immuni o reazioni autoimmunitarie
- Tumori maligni e loro metastasi
Il processo infiammatorio non è a sé stante ma è strettamente dipendente da altri meccanismi a finalità difensiva, con i quali condivide diversi meccanismi effettori. Ad esempio, immunità e infiammazione.
La formattazione del testo utilizzando tag html è la seguente:hanno in comune linfociti e macrofagi.
Infiammazione e coagulazione hanno in comune fibrinogeno e piastrine.
L'infiammazione è integrata all'interno di questo complesso meccanismo che racchiude questi diversi sistemi a finalità difensiva.
I sintomi dell'infiammazione sono:
- CALORE (calor): dipende dal maggiore afflusso in superficie di sangue dagli strati più profondi.
- ARROSSAMENTO (rubor): dipende dalla vasodilatazione attiva dei capillari sottocutanei con conseguente aumento del flusso ematico in superficie.
- TUMEFAZIONE (tumor): dipende dall'accumulo di liquido nello spazio interstiziale come conseguenza dell'aumento di pressione idrostatica e di permeabilità capillare. Tumefazione = rigonfiamento.
- DOLORE (dolor): dipende dalla stimolazione delle terminazioni nervose del sito infiammatorio dovuta a compressione esercitata dall'edema e ad acidificazione determinata dal metabolismo energetico delle cellule infiammatorie.
- FUNCTIO
LESA transitoria: durante lo svolgersi del processo flogistico la parte del tessuto interessata è temporaneamente compromessa strutturalmente e funzionalmente. = perdita di funzionalità transitoria
Si possono distinguere due tipi di infiammazioni che si differenziano in base alla loro durata in:
- Infiammazione acuta (detta anche angioflogosi o infiammazione essudativa). Dura ore o al limite giorni. È caratterizzata da fenomeni vascolari (vasodilatazione e modificazione del flusso ematico), fenomeni essudativi (alterazione della permeabilità vascolare) e migrazione cellulare (richiamo e accumulo di neutrofili, macrofagi).
- Infiammazione cronica (detta anche istoflogosi). Può durare da settimane a mesi o anni. È caratterizzata da fenomeni di migrazione, proliferazione e differenziamento cellulare (macrofagi, linfociti, fibroblasti vengono richiamati nel focolaio infiammatorio, proliferano e vanno incontro a differenziazione).
Modificazioni emodinamiche del
microcircolo durante l'infiammazione acuta
Si verificano delle modificazioni emodinamiche del microcircolo.
Il microcircolo è la parte terminale del sistema circolatorio dove le arteriole si sfioccano nei capillari dai quali prendono origine le venule. È il distretto vascolare che comprende anche la rete linfatica terminale, preposto fisiologicamente all'apporto di ossigeno e di sostanze nutritizie ai tessuti ed alla rimozione dell'anidride carbonica e dei cataboliti.
Si possono distinguere 3 eventi vascolari (modificazioni emodinamiche) durante il processo infiammatorio acuto:
- VASODILATAZIONE: si verifica in prima battuta; è dovuta al rilassamento delle fibrocellule muscolari lisce presenti sulla parete delle arteriole terminali ed è provocata da una serie di molecole ad azione rilassante rilasciate durante il processo infiammatorio.
- IPEREMIA ATTIVA: si verifica in seconda battuta, è un aumentato afflusso di sangue nel microcircolo dovuto
dei leucociti dal vaso sanguigno (extravasazione) al tessuto infiammato.
L'essudato durante la fase di iperemia attiva si assiste ad un incremento della permeabilità vascolare che determina la fuoriuscita di liquidi e proteine dai vasi e provoca l'accumulo nello spazio interstiziale (formazione dell'essudato) che determina la tumefazione (tumor) della regione infiammata.
L'essudato è composto da una parte liquida che deriva dal plasma, composizione simile in più contiene acido ialuronico e prodotti di degradazione delle cellule distrutte, e una parte cellulare che varia in composizione a seconda della natura degli agenti flogogeni e dei fattori chemiotattici.
Ha un pH acido (acido lattico) ed un contenuto proteico 3-4% (rispetto al plasma che ha un contenuto proteico del 8%).
In condizioni fisiologiche come viene regolata l'assenza di essudato?
In condizioni fisiologiche non c'è la perdita di liquidi dai vasi sanguigni perché
c'è un bilanciamento di due forze (pressioni):
Pressione oncotica (colloido-osmotica): è determinata dalla maggior concentrazione di proteine esistente all'interno del vaso rispetto all'interstizio. Spinge i liquidi dall'esterno verso l'interno perché c'è una concentrazione proteica maggiore.
Pressione idrostatica: spinge i liquidi dall'interno verso l'esterno. Determinata dalla spinta generata dal cuore e propagata dall'elasticità delle arterie.
Meccanismi di formazione dell'essudato
- Aumento permeabilità capillare: fuoriuscita di liquidi e proteine dai vasi e accumulo nello spazio interstiziale
- Riduzione pressione oncotica: causata dalla ridotta concentrazione delle proteine plasmatiche che gradualmente si accumulano all'esterno dei vasi contribuendo all'ulteriore arricchimento di acqua in questa sede
- Aumento pressione idrostatica dovuto all'iperemia
- Ridotto drenaggio
linfatico: il sistema linfatico non riesce a drenare completamente il liquido extravasato in eccesso che si accumula nell'interstizio determinando la formazione dell'edema che inizia a comprimere le cellule circostanti
Il tipo e la quantità di essudato dipendono da diversi fattori quali:
- aggressività dello stimolo flogogeno
- persistenza (durata) dello stimolo flogogeno
- presenza e/o durata delle varie fasi dell'infiammazione
- tessuto/distretto anatomico interessato dall'evento flogogeno
La classificazione dell'infiammazione acuta in base al tipo di essudato, in ordine di gravità crescente:
- Infiammazione serosa
MECCANISMI PATOGENETICI:
Si osserva una modesta alterazione della permeabilità capillare.
CARATTERISTICHE DELL'ESSUDATO:
Molto fluido, povero in proteine (mai superiore ai 3 g/dl) e fibrina, pochissime cellule in sospensione. (non è necessario sapere le caratteristiche dei vari tipi di essudati)
esempi:
1) Infiammazioni da agenti fisici (calore, radiazione)
2) Infiammazione catarrale
MECCANISMI PATOGENETICI:
La flogosi interessa le mucose ricche in ghiandole mucipare che versano il loro secreto nell'essudato.
CARATTERISTICHE DELL'ESSUDATO:
Molto viscoso, ricco di muco e di glicoproteine (attivamente secrete dalle ghiandole mucipare infiammate)
Esempi: vie aeree superiori (riniti, faringiti), intestino (enteriti), apparato uro-genitale femminile (vaginiti).
3) Infiammazione purulenta
MECCANISMI PATOGENETICI:
Alterazione grave della parete capillare. Caratteristicamente determinata da batteri (cocchi piogeni) va quindi curata con terapia antibiotica.
Intensa attività litica del pus: distruzione tessuto circostante il focolaio infiammatorio, neoformazione di cavità entro le quali il pus si raccoglie: ascesso.
CARATTERISTICHE DELL'ESSUDATO:
Purulento, colore generalmente giallo, ricco in proteine, microrganismi, detriti cellulari
Esempio: foruncolo, infiammazione purulenta
di un follicolo pilosebaceo.
4) Infiammazione fibrinosa
MECCANISMI PATOGENETICI: Alterazione grave della permeabilità capillare
CARATTERISTICHE DELL'ESSUDATO: Ricco di fibrinogeno, che una volta extravasato si trasforma in fibrina; la fibrina non può essere riassorbita e si trasforma in connettivo (aderenze) esempi: difterite, peritonite, pericardite.
5) Infiammazione emorragica
MECCANISMI PATOGENETICI: Rottura della parete di vasi del microcircolo. Rappresenta l'aggravamento di altri tipi di flogosi; in particolare è indotta da batteri, virus, rickettsie.
CARATTERISTICHE DELL'ESSUDATO: Emorragico, colore rossastro, elevato contenuto proteico e cellulare con presenza di molte emazie esempio: peste bubbonica.
Modificazioni nella distribuzione delle cellule ematiche nel microcircolo
In condizioni fisiologiche: il sangue scorre nei vasi secondo un