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CAUSE FISICHE:
1. RADIAZIONI
Radiazioni ionizzanti.
In caso di esposizione dell'intero organismo a radiazioni ionizzanti si possono verificare diverse manifestazioni in relazione all'intensità. Ci sono dei tessuti sensibili (più alta velocità di replicazione cellulare, ad esempio tessuto ematopoietico) e altri resistenti (ricevono un danno solo a dosi molto elevate).
0-2 GRAY sopravvivenza probabile, 2-6 GRAY sopravvivenza possibile, sopra a 6 GRAY sopravvivenza impossibile.
Il danno può essere classificato in somatico o genetico, ma anche in:
DIRETTO: interessa il parenchima dei vari organi.
INDIRETTO: è causato dalla perdita delle caratteristiche fisiologiche del tessuto connettivo, che sostiene meccanicamente e fornisce la rete di rifornimento e drenaggio ai parenchimi dei vari organi.
DETERMINISTICO: proporzionale alla dose assorbita. Danni di questo tipo si hanno in genere per dosi elevate, ed è spesso possibile individuare una DOSE-SOGLIA.
al di sotto della quale l'effetto sicuramente non si verifica. Può essere solo somatico.
STOCASTICO (o CASUALE): danno di tipo probabilistico, secondo la legge del "tutto o nulla", si realizza in tutta la sua interezza oppure non si verifica affatto. La PROBABILITÀ di comparsa aumenta con la dose assorbita. Non sembra esistere una DOSE-SOGLIA al di sotto della quale esso non si verifica mai, per cui una certa probabilità di comparsa del danno stocastico esiste anche per dosi di radiazioni molto piccole e per radiazioni ionizzanti di bassa intensità. Può essere sia somatico che genetico (leucemogenesi, cancerogenesi, malattie genetiche).
La radiosensibilità (nel danno DETERMINISTICO) è direttamente proporzionale alla velocità di replicazione cellulare, e inversamente proporzionale al grado di differenziamento cellulare.
L'irradiazione dell'intero organismo viene utilizzata nei regimi di condizionamento per il
- cellulari: necrosi, distruzione totale della cellula in seguito ai danni subiti. La forma più regolata di eliminazione cellulare è l'apoptosi (utilizzata dai tessuti per eliminare selettivamente i tessuti danneggiati). Quando il danno al DNA è molto importante le cellule si bloccano durante la mitosi e quando la dose consente la replicazione si inducono delle aberrazioni cromosomiche che possono essere tollerate dalla cellula e quindi restare nella cellula, oppure possono portare a blocco dell'amitosi.
- Effetto bystander: aumento della frequenza di mutazioni in cellule adiacenti quelle irradiate, causato da citochine che aumentano il metabolismo ossidativo delle cellule adiacenti.
Nell'uomo i danni stocastici consistono principalmente nell'oncogenesi da radiazione. I danni stocastici non richiedono il
superamento di un valore soglia per la loro comparsa. Quindi anche piccole dosi di radiazioni possono, in modo causale, determinare un effetto di trasformazione tumorale. Sono distribuite casualmente nella popolazione esposta. La frequenza di comparsa di un evento stocastico è maggiore se aumenta la frequenza dell'esposizione. Generalmente non mostrano gradualità della gravità in relazione alla dose.
Per esposizione a 1 Sievert si ottengono circa 8 tumori su 100 persone in più per rapida esposizione e 4 per esposizione prolungata (con picco di incidenza dopo circa 10 anni, mentre per altri tipi di cancerogeni si ha dopo circa 20 anni). Per i bambini sale a 10. Le dosi base non hanno una proporzionalità diretta perché esistono i sistemi di riparazione del DNA.
Nel caso di Chernobyl c'è stata la liberazione diretta dei radioisotopi che hanno una emivita di circa 30 anni. Dopo circa 100 giorni dall'esplosione è andata
aumentando la quantità di isotopi usciti dal reattore, e questi sono andati in Europa. Essendo isotopi vengono diluiti dall'acqua e quindi raggiungono praticamente ogni zona. Si ha aumento del tumore della tiroide perché questa concentra iodio e cesio che in questi casi erano radioattivi. Radiazioni eccitanti Non hanno l'energia sufficiente per determinare la ionizzazione (da infrarosso a ultravioletto, passando per il visibile). Le radiazioni infrarosse hanno un effetto termico, vengono assorbite soprattutto dai corpi scuri (la melanina cutanea protegge gli strati profondi dalle radiazioni infrarosse). La luce visibile viene assorbita dall'emoglobina in modo diverso se è ossigenata o non ossigenata (utilizzato dai saturimetri che sono spettrofotometri). In termini terapeutici si possono utilizzare le radiazioni nello spettro del visibile (laser) per il loro effetto termico soprattutto e in secondo luogo per il loro effetto meccanico. PortanoL'allacoagulazione con emostasi viene utilizzata in campo chirurgico per eliminare piccole lesioni e per tagliare.
I raggi ultravioletti si dividono in A, B e C. I raggi C vengono bloccati dall'ozono, i raggi B sono quelli che determinano la produzione della melanina e sono bloccati dai normali vetri. I raggi A sono quelli meno dannosi. Il loro effetto dipende dalla lunghezza d'onda e si possono verificare per contatto con la materia o per effetto fotosensibilizzante (effetto indiretto).
L'azione diretta è dovuta all'assorbimento dell'energia dal tessuto e alla formazione di radicali liberi. L'azione diretta dell'ossigeno e il danno dipendono dalla capacità del tessuto di schermare il raggio UV. I microrganismi che non sono in grado di schermarli ne vengono uccisi (esempio batteri o virus). Anche le cellule isolate sono fortemente sensibili ai raggi UV (utilizzati in terapia). Sul piano subcellulare gli aspetti importanti sono quelli dei radicali liberi dell'ossigeno (stress ossidativo).
sono:- Precoci: eritema solare (arrossamento della cute in relazione all'esposizione al raggio UV), iperpigmentazione, ipercheratosi, congiuntivite e cheratite da UV. Dipendono dall'entità del danno, eritema (latenza) (sintesi→flittene →necrosi →ipercheratosi →sfaldamento →iperpigmentazione melanina dai melanoblasti) su base infiammatoria. Generalmente p53 segnala il danno alla cellula, in caso di danno si ha la stimolazione trascrizionale di alcuni geni nei cheratinociti (proopiomelanocortina che stimola i melanociti e produce betaendorfine). Se il danno è eccessivo p53 determina la morte delle cellule stesse. Nei melanociti p53 attiva la tirosinasi che serve alla produzione di melanina.
- Tardivi: invecchiamento precoce della cute (da danno da ROS), tumori cutanei (riparazione del DNA per prevenirli), patologie croniche dell'occhio. Effetti di tipo oncologico per mancanza di riparazione. Gli UVB sono quelli che generano
Lesioni al DNA che portano alla trasformazione neoplastica. Questo dipende da quanto ci si espone al sole, da quanto la melanina riesce a schermare gli UVB ma anche dall'età e dal tempo che ha a disposizione la trasformazione neoplastica per avvenire. I carcinomi della cute sono ad esempio i basaliomi. Nel DNA si ha la formazione di dimeri di timina. A livello dei poli si ha l'ispessimento dello strato di ozono, il che permette il passaggio di UVA (maggiore frequenza in condizioni di maggior irraggiamento: Sicilia, Turchia ecc). L'altro organo è l'occhio che va incontro a cheratite da UV. Si può verificare a distanza di pochi giorni. Ci sono anche danni alle ghiandole lacrimali, carcinoma palpebrale, cataratta ecc.
Fotosensibilizzazione: alcuni composti sono in grado di assorbire i raggi UV producendo radicali liberi dell'ossigeno. Questi aumentano lo stress ossidativo. Alcune sostanze sono endogene (generalmente non danno problemi a meno che...
Non ci siano alterazioni di questo metabolismo) porfirine e flavine. Altre sono di origine farmacologica: l'esposizione ai raggi UV in seguito all'assunzione di alcune sostanze porta a danni (antistaminici, retinoidi, antifiammatori non steroidei, antinfettivi, ipoglicemizzanti, contraccettivi orali...). Le molecole colpite passano da uno stato fondamentale ad uno stato metastabile, e successivamente all'emissione di un fotone si ha il ripristino dello stato fondamentale.
Le porfirie sono patologie ereditarie che determinano accumulo di cataboliti dell'eme, con estrema fotosensibilizzazione, necrosi deturpante e danneggiamento degli organi interni, con distruzione del globuli rossi. Fenomeni analoghi si possono verificare nei casi di deficit di vit PP nella pellagra.
2. TEMPERATURA
Può essere una patologia locale o sistemica. Ci può essere la cessione di calore all'intero organismo (colpi di calore) o la cessione locale ai tessuti (ustione).
è dovuta al trasferimento termico da un corpo ai tessuti o dall'ambiente ai tessuti, oppure viceversa. Se l'ambiente è troppo freddo, si