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TRATTAMENTO DEI TUMORI

Rimozione chirurgica, che a tutt'oggi è il metodo più risolutivo ma con tassi di mortalità del 20-

30% a causa delle condizioni preoperatorie del paziente.

Radioterapia, danneggia i cromosomi delle cellule, viene molto utilizzata nel pre-operatorio, ha

come effetti collaterali nausea, flogosi e danni parenchimali.

Chemioterapia, vengono utilizzati farmaci antiproliferativi, tra cui antibiotici, antimetaboliti e

alcaloidi.

Immunoterapia, volta a potenziare il sistema immunitario, ma ancora sotto studio. Si usano IL-2 e

Interferoni.

MELANOMA

Il melanoma è un tumore maligno che origina dal melanocita, cellula della cute che è preposta alla

sintesi della melanina. Il melanoma può insorgere in tutti i distretti corporei in cui sono

normalmente presenti i melanociti, quindi la cute ovviamente, ma anche le mucose, le meningi e

l'uvea. Ha una maggiore incidenza nel lato sinistro del corpo.

Per l'individuazione di possibili melanomi, viene consigliato di utilizzare la cosiddetta Regola

ABCDE:

Asimmetria → Solitamente asimmetrici

• Bordi → Sono irregolari a carta geografica, al contrario di quelli dei nei.

• Colore → Spesso presenta colori diversi come nero, bruno, rosso e rosa.

• Dimensione → Diametro superiore ai 6 millimetri deve essere verificato da uno specialista.

• Evoluzione → La lesione cutanea che tende a modificare la propria forma è da verificare.

Nel caso del melanoma nodulare, il più aggressivo, viene modificata nella Regola ABCDEFG

aggiungendo le caratteristiche:

Elevazione → Si presenta rilevata rispetto al piano cutaneo.

• Firm → La consistenza è maggiore rispetto alla pelle circostante.

• Growing → Crescita rapida in poche settimane o pochi mesi.

I geni più frequentemente mutati nei melanomi sono il p16 (la cui mutazione eterozigote può essere

presente nei soggetti con melanoma familiare), molecole di adesione (caderine e integrine) e nelle

fasi avanzate possono anche trovarsi mutazioni di bFGF, IL-8, fibronectina e altri geni.

ANEMIE

L'anemia (dal greco senza sangue) è definita dalla caduta del tasso di emoglobina (Hb) nel sangue.

Per l'uomo si definisce anemia una situazione di Hb <13 g/dl, per la donna Hb <12 g/dl.

La malattia si manifesta con una moderata astenia, cioè sensazione di stanchezza, pallore,

tachicardia e cardiopalmo, svenimento, mancanza di appetito.

Le anemie possono avvenire per un difetto di produzione:

Difetti a carico del DNA

Anemia megaloblastica

Difetti della formazione dell'Hb

Carenza di ferro

Carenza d'EPO

Cause renali

Le cause dell'anemia sideropenica risiedono quasi sempre in una perdita ematica, mentre meno

frequentemente sono in gioco carenze di apporto alimentare o sindromi da malassorbimento.

Le due cause di anemia sideropenica più frequenti sono:

Perdite ematiche eccessive durante i cicli mestruali. La maggior parte delle donne ha flussi

mestruali di circa 30-50 ml per ciclo che, aggiunti alle altre perdite fisiologiche e tradotti in

fabbisogno di ferro, determinano una necessità giornaliera di 1–2 mg di ferro. Questo fabbisogno

viene normalmente coperto dalla dieta.

Le anemie megaloblastiche sono anemie caratterizzate da eritropoiesi inefficace. Il midollo risulta

ricchissimo di eritroblasti, ma questi non riescono a raggiungere la maturazione. L'organismo, per

effetto compensativo, stimola l'eritropoiesi

ma il soggetto risulterà comunque anemico per aumentata emocateresi: fisiologicamente evidente

risulterà essere l'ipertrofia midollare, dove il midollo osseo si espande verso le diafisi delle ossa

lunghe.

LINFOMI

Il linfoma è una malattia neoplastica del tessuto linfoide (linfociti T e B e loro precursori). Il

linfoma ha molti tratti (fenotipici e citogenetici) in comune alle leucemie, tuttavia si indica con il

termine linfoma un tumore che si presenta sotto forma di masse distinte.

Il linfoma di Burkitt è una neoplasia dei linfociti B maturi, strettamente associato al virus di

Epstein-Barr (EBV). Il linfoma è causato dalla traslocazione reciproca di un'estremità del

cromosoma 8 e di un'estremità del cromosoma 14; il protoncogene cMyc che risiedeva sul

cromosoma 8 viene a trovarsi sul cromosoma 14, in una zona subito adiacente alla sequenza

enhancer del gene che codifica per le heavy chains delle IgH.

INSUFFICIENZA EPATICA

Può essere acuta o cronica:

L'insufficienza acuta, è una forma fulminante che compromette tutte le funzioni epatiche. E' in

genere successiva a una necrosi diffusa dell'organo.

Le cause possono essere molteplici: virus epatrotopi come HCV,HBV,HAV,HDV, HEV; virus non

epatotropi: adenovirus, EBV, citomegalovirus.

L'insufficienza cronica, è caratterizzata da una progressiva e lenta compromissione delle funzioni

epatiche, accompagnata dalla comparsa di caratteristiche manifestazioni cliniche come:

alterazione del trofismo cutaneo e muscolare, e deterioramento neuropsichico.

ITTERO

Si definisce ittero la colorazione giallastra della pelle, delle sclere e delle mucose causata

dall'eccessivo innalzamento dei livelli di bilirubina nel sangue.

La bilirubina deriva dal catabolismo dell'eme (molecola contenuta nell'emoglobina), ed è presente

nel corpo umano in due forme: forma indiretta, che si trova normalmente in circolo ed è veicolata

dall'albumina plasmatica; forma diretta, in cui la bilirubina è coniugata con l'acido glucuronico,

indice che è passata dal fegato dove è stata trasformata e resa idrofila, e quindi pronta ad essere

eliminata con la bile.

Ittero per forma indiretta

È dovuto a un'aumentata produzione di bilirubina e/o ad un'impossibilità da parte del fegato di

effettuare il processo di coniugazione con acido glucuronico.Questo avviene in alcune malattie del

sangue come deficit enzimatici del globulo rosso (come il deficit di G6P-DH, glucosio-6-fosfato

deidrogenasi, anche noto come "favismo"), o anche verso il feto qualora madri Rh- concepiscano

figli Rh+;

Ittero per forma diretta

È dovuto a colestasi, condizione in cui la bilirubina viene normalmente prodotta, va a costituire la

bile, ma questa incontra un ostacolo e non può percorrere il normale tragitto che la porterebbe

nell'intestino e quindi a essere eliminata con le feci.

In tal caso si avranno urine colorate (color marsala, o color coca-cola); questo è dovuto al fatto che

la bilirubina diretta, essendo idrosolubile (a differenza di quella indiretta), una volta in circolo può

essere eliminata con le urine, conferendogli il caratteristico colore. Feci chiare (ipocoliche o

acoliche). Dovute al fatto che il colore delle feci è normalmente dato proprio dai pigmenti biliari,

che in questa situazione non raggiungono l'intestino e prurito, dato che i sali biliari, andando in

circolo tendono a depositarsi a livello cutaneo, dando appunto un intenso prurito. Per quest'ultima

forma si vanno a ricercare neoplasie delle vie biliari, oppure cisti.

MORBO DI CROHN

Nota anche come enterite regionale, è una malattia infiammatoria cronica dell'intestino (MICI) che

può colpire qualsiasi parte del tratto gastrointestinale, dalla bocca all'ano, provocando una vasta

gamma di sintomi. Essa causa principalmente dolori addominali e diarrea. La malattia di Crohn è

considerata una malattia autoimmune, in cui il sistema immunitario aggredisce il tratto

gastrointestinale provocando l'infiammazione, anche se viene classificata come un tipo particolare

di patologia infiammatoria intestinale. Ci sono prove di una predisposizione genetica per la malattia

e questo porta a considerare gli individui con fratelli ammalati tra gli individui ad alto rischio.

Le mutazioni nel gene CARD15 (noto anche come il gene NOD2 ), presente sul cromosoma 16,

sono associate alla malattia di Crohn. Molti la ritengono una malattia autoimmune causata da una

risposta abnorme alle citochine da parte dei linfociti. Il gene, che studi hanno fortemente correlato

alla malattia, è l'ATG16L1 il quale può indurre l'autofagia ed è in grado di ostacolare la capacità del

corpo di attaccare i batteri invasivi.

MALASSORBIMENTO

Esso si presenta solitamente come diarrea cronica, ed è caratterizzato da insufficiente assorbimento

di grassi, vitamine, proteine, carboidrati ecc..

Un segno distintivo è la steatorrea, caratterizzata da eccesivo contenuto di grassi nelle feci,

rendendole schiumose, voluminose, untuose e giallastre. Esso può avere origine durante una o più

fasi dell'assorbimento:

digestione endoluminale → in cui si scindono i nutrienti

• digestione terminale → idrolisi di carboidrati e peptidi

• trasporto transepiteliale → trasporto all'epitelio dell'intestino tenue

• trasporto linfatico → dei lipidi assorbiti

Tra i sintomi generali vi sono diarrea, flatulenza, dolore addominale e calo ponderale.

MORBO CELIACO

La malattia celiaca è un disturbo immunitario intestinale, il cui agente precipitante è il glutine. In

realtà la sua frazione idro-solubile, la gliadina, contiene la maggior parte delle componenti che

producono la malattia. Importante sottolineare che sono determinati fattori dell'ospite a determinare

o meno lo sviluppo della malattia. Tra questi sembra avere un ruolo critico la proteina HLA, ma vi

sono anche dei pleomorfismi dei geni immunoregolatori, quali quelli che codificano per IL-2 e IL-

21. Per quanto non vi sia una preferenza sessuale, la malattia celiaca viene diagnosticata due-tre

volte più comunemente nelle donne. Gli individui con malattia celiaca hanno un tasso di malignità

superiore al normale. La neoplasia più comunemente associata alla malattia celiaca è il linfoma a

cellule T associato a enteropatia .

ATEROSCLEROSI

Si stima che essa sia la prima causa di morte nei paesi sviluppati. Sotto questo nome si racchiudono

un gruppo di patologie caratterizzate dalla perdita di elasticità e dall'indurimento delle arterie.

L'aterosclerosi rappresenta una risposta infiammatoria cronica a un danno a carico dell'endotelio, le

fasi in cui essa si verifica sono:

1. Danno endoteliale cronico → Dovuto solitamente a ipertensione, ipercolesterolemia o

agenti infettivi. Il danno nell'ipercolesterolemia è dovuto alle ROS, che vengono adoperate

dopo la fagocitazione magrofagica grazie ai recettori scavenger.

2. Disfunzione endoteliale con adesione leucocitaria → In seguito al danno cronico si

esprimeranno molecole di adesione selectine e poi le VCAM-1 (vedi infiammazione acuta)

3. Reclutamento di cellule della musc. liscia nell'intima e attivazione dei macrofagi &rarr

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
42 pagine
SSD Scienze mediche MED/04 Patologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher kingpdr di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Patologia generale ed immunologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Travali Salvatore.