Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 5
Patologia generale e fisiopatologia - immunologia Pag. 1
1 su 5
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

ANTIGENE

È una sostanza qualsiasi che introdotta nell’organismo stimola la produzione di anticorpi. La maggior parte

sono formati da proteine e polisaccaridi. Possono essere di natura microbica o non microbica. L’anticorpo

selezionato dall’antigene non è diretto a tutta la molecola ma solo ad una parte di essa. Questa parte è detta

: “epitopo” o “determinante antigenico”. È cioè una porzione di antigene che entra in contatto con il sito di

legame dell’anticorpo. La risposta indotta dell’antigene è detta “policlonale” (sensibilità minore rivolta a più

epitopi). Un antigene è detto aptene solo quando riesce a stimolare la produzione di anticorpi.

FATTORI CHE INFLUENZANO L’IMMUNOGENICITA’

peso molecolare

 carica

 solubilità

 estraneità al nostro corpo

 accessibilità

CLASSIFICAZIONI ANTIGENI:

ESOGENI: virus, batteri, polline (fiori)

 ENDOGENI: ETEROLOGHI specie animali

 ISOLOGHI (omologo) appartenenti alla nostra specie (gruppi sanguigni)

AUTOLOGHI

Antigene di Paul-Bunnel antigene della mononucleosi.

ANTICORPI

Sono glicoproteine prodotte dall’organismo quando c’è l’introduzione di una sostanza estranea. Sono dette

anche immunoglobuline (Ig) o gammaglobuline. Sono formate da due coppie simmetriche di catene

polipeptidiche. Le due catene vengono definite: pesanti che costituiscono la parte variabile, o leggere che

costituiscono la parte costante. Ogni struttura differenzia gli anticorpi.

CLASSIFICAZIONE ANTICORPI:

Essi si distinguono dal peso molecolare, dalla costante di sedimentazione e dalla presenza di carboidrati.

Nella specie umana ci sono 5 classi di Immunoglobuline (2 tipi sono di catena leggera X e λ):

IgG: monometriche, formate da una sola sub-unità (IgG1, IgG2, IgG3, IgG4), passano nella placenta

 IgM: pentameri che, formate da 5 sub-unità (IgM1 e IgM2): anticorpi emolitici, sono pentameriche

 non passano nella placenta.

IgA: possono essere monomeriche o dimeriche (IgA1 e IgA2), le due sottoclassi si trovano nel

 colostro e nella saliva.

IgD: monomeriche, si trovano sulla membrana

 IgE : monomeriche, si manifestano nelle reazioni allergiche (istamina) legate ai basofili, si trovano

 nel siero,

COMPLEMENTO

Costituito da 9 proteine che intervengono in tante reazioni; avviene una lisi delle cellule sensibilizzate.

L’attivazione del complemento avviene con un meccanismo a cascata attraverso 2 vie:

via classica attivazione di C1

 via alternativa: attivazione del complemento senza l’Ab, C3 convertasi.

GLI EFFETTI BIOLOGICI DEL C3 E DEL C5

contrazione muscolo liscio,

 degranulazione delle mast-cellule,

 attivazione dei neutrofili,

 aumento permeabilità vascolare,

 marginazione e chemiotassi dei neutrofili.

C5a è è 0-20 volte più attivo del C3a.

Gli effetti sulla cute sono: eritema e edemi quasi immediati.

CELLULE B E IMMUNITA’ MEDIATA DA B (attività umorale)

Quando un individuo incontra un antigene per la prima volta, le cellule danno luogo ad una reazione

immunitaria che può essere:

REAZIONE UMORALE (produzione di AB)

 REAZIONE CELLULO-MEDIATE (reazione mediate dalle cellule).

Nella risposta immune possiamo distinguere 3 fasi:

fase afferente

 fase centrale (vengono prodotti gli Ab)

 fase efferente (vengono secreti gli Ab dalle plasmacellule e si legano)

Cellule B: attività umorali (sono liquide come ad esempio il sangue= umore).

Ogni linfocita ha una sola immuniglobulina.

L’ANTIGENE SELEZIONA L’ANTICORPO

la cellula presentante l’antigene da un lato lega il T-helper, quindi espone bene l’antigene che ,manda le

linfochine e si trasforma in cellula che produce plasmacellule.

antigente timo-dipendente: c’è l’aiuto anche dei linfociti T e delle cellule rappresentanti l’antigene;

 antigene timo indipendente: i linfociti B vengono stimolati direttamente. Ha molti siti antigenici ma

 non tutti sono identici fra loro quindi attiva più anticorpi. AgT- indipendenti sono grosse molecole

polimeriche che legano le Ig ai linfociti B.

CELLULE T E IMMUNITA’ MEDIATA DA T

il linfocita T è un piccolo linfocita senza granuli, la sua maturazione avviene nel timo tramite l’ormone

timosina. Nella maturazione si verifica la perdita di sensibilità al cortisone, l’acquisto della capacità di migrare

e l’acquisto di antigeni propri. Il linfocità T rappresenta il 60-80% dei linfociti.

Immunità cellulo-mediata della cellula T(NK) contro virus (patogeni intracellulari che condizionano la

cellula ed entrano all’interno del suo genoma): le cellule non legano l’antigene libero, ma riconoscono

l’antigene solo associati ai prodotti del MHC espressi sulle membrane cellulari. Non tutte le cellule però

riconoscono i stessi prodotti del MHC.

solo citotossico non ha bisogno ei due siti di antigene e di complesso maggiore di istocompatibilità.

Siero è la parte umorale del sangue

Le cellule T si distinguono in:

T-CITOTOSSICHE: MHC di prima classe

 T-HELPER: MHC di seconda classe.

FUNZIONI DELLE CELLULE T

immunità contro cellule maligne,

 reazioni allergiche,

 rigetto ai trapianti solidi,

 difesa contro patogeni intracellulari.

Le cellule T hanno sulla superficie della membrana dei recettori per l’Ag.

La cellula che presenta l’antigene è detta: “apc”, e possono essere la cellula Langherans e le cellule

dendridiche.

Le sottopopolazioni linfocitarie sono:

N,

 NK attivate dall’INTERFERONE,

 T.

I linfociti T possono attivare i macrofagi, che svolgono un ruolo centrale nell’immunità cellulo-mediata perche

sono coinvolti sia all’inizio della risposta che nella fase effettrice, dove svolgono funzione di regolazione.

TIPI DI IMMUNITA’

TOLLERANZA: verso i nostri costituenti, self e non self;

Tolleranza Immunologica: L’introduzione di un antigene in un individuo determina una risposta immunitaria,

quando questo non si verifica, diciamo che c’è tolleranza verso quell’antigene. (l’ambiente che viene a

contatto con l’antigene esso lo riconosce come suo ). La tolleranza verso i propri costituenti (auto-tolleranza)

è benefica, infatti l’interruzione dell’auto-tolleranza porta a “malattie autoimmuni” (perché c’è un

cambiamento).

IPERSENSIBILITA’: Sin dall’inizio l’organismo reagisce a qualsiasi agente estraneo e spesso questa

reazione è fonte di effetti dannosi, a volte tanto gravi da portarlo alla morte. Si crea una anafilassi contro la

protezione e quindi un danno per l’ospite.

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
5 pagine
SSD Scienze mediche MED/04 Patologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Nurse.d92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Patologia generale e fisiopatologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Ruggeri Sandro.