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I TRAUMI

Quando si verifica un trauma si ha un trasferimento di energia cinetica dal corpo in movimento al corpo statico. Si può arrivare a uno shock traumatico quando il danno è molto esteso e coinvolge più organi.

I traumi si dividono in superficiali e profondi: quelli superficiali comprendono ad esempio le abrasioni e le escoriazioni, quindi quelli a livello della superficie dell'epidermide che non portano a perdita di sangue oppure che provocano una rottura dei vasi ma senza una ferita aperta (contusione da echimosi), mentre quelli profondi comprendono ferite aperte con rottura dei vasi e quindi fuoriuscita di sangue. In caso di rotture profonde ci può essere anche un danno grave dell'organo (si può avere una torsione dell'ilo dell'organo, attraverso il quale passano i vasi, e quindi un'ischemia).

Danni d'organi vi sono nel pneumotorace (la pressione negativa che si trova all'interno del polmone viene a mancare e...

c'è il collasso dell'organo), nell'emopericardio e pneumocardio (raccolta di aria o di sangue nel pericardio, che è il rivestimento sieroso del cuore), nel pneumoperitoneo e emoperitoneo (presenza di aria o di sangue nel peritoneo), nella commozione cerebrale (danni a livello dell'encefalo con rottura di vasi). Le ferite possono essere superficiali o profonde: quelle profonde oltrepassano il derma coinvolgendo i tessuti sottostanti; possono penetrare anche nelle cavità celomatiche, cioè il peritoneo, la pleura e il pericardio; possono provocare un trappamento dei tessuti o una ferita lacero contusa con echimosi sui margini. La ferita può essere causata da punta, da taglio o da arma da fuoco. I traumi scheletrici coinvolgono le ossa e sono rappresentati da contusioni, lussazioni, distorsioni, fratture. Le fratture possono essere incomplete o a tutto spessore, trasverse od oblique, possono avere una dislocazione dei due monconi, possono

essere patologiche (per esempio da metastasi ossee).

PATOLOGIA AMBIENTALE

Quando l'ambiente circostante al corpo ha una temperatura che supera di molto la temperatura corporea, il corpo tende ad assorbire questo calore, ma per un principio di omeostasi l'organismo tende a voler preservare la propria temperatura interna (altrimenti crescerebbe la temperatura degli organi provocando dei danni a livello cellulare degli stessi organi, detti danni da calore). Quindi vengono attuate una serie di misure (per esempio vasodilatazione, sudorazione) per espellere questa quantità di calore assorbita.

Un colpo di calore troppo alto porta il soggetto a manifestare cefalea, alterazione del sensorio e allucinazioni e può portarlo anche alla morte; il colpo di calore tropicale è sempre dato da un'esposizione a temperature troppe alte ma in questo caso anche il livello di umidità è molto elevato, perciò l'individuo comincia a perdere, attraverso la sudorazione,

liquidi e sali ma, essendo presente vapore acqueo nell'ambiente, non ci può essere il passaggio di calore dalla pelle all'aria (perché l'aria stessa è satura di vapore acqueo); questo meccanismo porta quindi a fenomeni di vasodilatazione, aumento della viscosità del sangue e alterazioni a livello centrale (come convulsioni e perdita della coscienza). In questi casi è quindi importante l'adattamento del corpo, che si può ottenere con un'esposizione graduale a queste alte temperature e con un cambio di alimentazione (in particolare con l'introduzione di grandi quantità di acqua).

Un altro tipo di danno da calore è quello provocato da un'ustione (trasferimento di calore dalla fonte di calore alla pelle): inizialmente si ha una vasodilatazione e un eritema a livello dello strato superficiale della pelle, cioè l'epidermide (ustione di primo grado, coinvolge la superficie) ma, se il calore

è moltoelevato, può portare a un infiammazione con formazione di una bolla o allanecrosi (morte cellulare) (ustione di secondo grado, che coinvolge il derma e gliannessi, e di terzo grado, che coinvolge i tessuti sottodermici), fino a unacompleta carbonizzazione dell’organo (ustione di quarto grado).

Nelle ustioni non è importante solo il grado in senso verticale ma anche il gradoin senso orizzontale.

Gli effetti più importanti delle ustioni sono: perdita di proteine plasmatiche(componente essudativa molto forte) disidratazione (per perdita di acquainsieme all’essudato), shock neurogeno, ipovolemia (data da shockematogeno), predisposizione a sviluppare infezioni, presenza di cicatrici (cherappresentano un rischio per la comparsa di neoplasie in quella zona).

Anche l’esposizione a basse temperature può portare a dei danni: l’organismodeve cedere la propria energia all’ambiente esterno (che ha una temperaturamolto più bassa), con conseguente perdita di calore.

bassa) e, per la tendenza a mantenere costante la temperatura interna (omeostasi), mette in atto una serie di adattamenti: inizialmente si ha vasocostrizione, che comporta prima pallore e poi rossore a conseguenza della stasi sanguigna (paralisi dei vasi), a questo può seguire la formazione di un edema (perché si ha una cristallizzazione dei liquidi intracellulari), il quale comporta iperosmolarità (richiamo di acqua); all'edema segue una variazione di colore alle estremità del corpo, quindi naso, piedi, mani, sia perché in queste zone la circolazione è più minuta, più capillare, sia perché l'organismo tende a preservare gli organi vitali interni. Come per l'ustione, anche il danno da congelamento può essere classificato in tre gradi: nel congelamento di primo grado si ha vasocostrizione (pallore e rossore cutaneo), nel secondo grado si ha la formazione dell'edema e, infine, nel terzo grado si

La necrosi

La morte si raggiunge quando la temperatura corporea scende al di sotto dei 25°C.

Le radiazioni

Le radiazioni possono provenire dall'ambiente o da fonti specifiche. Quando un corpo si espone a radiazioni si ha un trasferimento di energia dalla fonte al corpo, e se questa energia è in eccesso può provocare dei danni.

Le radiazioni si dividono in:

  • Radiazioni eccitanti: quando l'energia che viene ceduta fa spostare l'elettrone dell'atomo che viene colpito ad un orbitale maggiore, quindi si trova in uno stato di eccitazione fino a quando l'energia che ha assorbito persiste.
  • Radiazioni ionizzanti: quando l'energia provoca l'espulsione dell'elettrone dall'atomo che viene colpito, con formazione di uno ione positivo.

Le radiazioni eccitanti sono le radiazioni ultraviolette, che sono molto pericolose perché, se assorbite dalle proteine e dagli acidi nucleici, possono provocare mutazioni nel DNA delle cellule più superficiali della cute.

se queste mutazioni colpiscono gli oncogeni o i geni oncosoppressori si possa sviluppare il tumore. Le radiazioni ionizzanti hanno anch'esse un impatto sul DNA delle cellule e possono agire in modo da impedire lo svolgimento della doppia elica (quindi impedire la replicazione del DNA) oppure provocare la rottura del filamento e quindi portare la cellula alla morte o alla trasformazione neoplastica. Gli effetti somatici possono essere anche precoci, se di tipo termico o legati al trauma dello scoppio, oppure tardivi, nel caso di lesioni del DNA (quindi sviluppo neoplastico). Le radiazioni cosmiche sono quelle che stanno nello spazio e comprendono quelle emesse da materiali presenti in natura, a cui si aggiungono le emissioni provocate ad esempio dallo scoppio di centrali nucleari, dai macchinari usati in radiologia, ecc. Questa sommatoria ha fatto sì che nel corso degli anni ci sia stato un aumento dell'esposizione dell'uomo a queste radiazioni e si pensa che

L'aumento di incidenza dei tumori non sia dovuto solo all'allungamento della vita, ma anche, appunto, alla costante esposizione a radiazioni.

Le radiazioni ionizzanti possono essere emesse lentamente (da sostanze che le contengono), improvvisamente (in caso di esplosione, ad esempio da fonte industriale o militare) o localmente (con dosaggi, a scopo terapeutico, come ad esempio nella chemioterapia).

I danni provocati dalle radiazioni possono essere di diversi livelli e di diversa gravità: ci possono essere danni a livello cromosomico, danni più transitori (riduzione transitoria dei neutrofili e dei linfociti, nella radioterapia e chemioterapia), danni a livello intestinale, caduta dei capelli, nausea, diarrea.

Quanto più è maggiore l'esposizione, quanto più è probabile che si possa arrivare a sintomi più marcati.

Le radiazioni maggiori possono portare anche a emorragie cerebrali precedute da sintomi quali convulsioni, delirio e

coma. Gli effetti sugli organi possono essere acuti o cronici: tra i primi ci sono ad esempio la desquamazione dell'epidermide, la necrosi ossea, l'ipoplasia del midollo osseo (perdita delle cellule che riproducono gli elementi figurati del sangue), mentre tra gli effetti cronici ci sono per esempio leucemie, distruzione temporanea delle cellule germinali (temporanea sterilità). Nel caso di effetti prolungati con dosi minori si possono avere fenomeni di cronicizzazione (sostituzione del tessuto dell'organo, atrofia, fibrosi). DATA: 11/04/2012 PATOLOGIA CELLULARE Nell'ipertrofia quello che aumenta è il volume delle cellule, mentre nell'iperplasia è il numero delle cellule. Le cellule che aumentano di dimensione (ipertrofia) sono cellule che non possono più crescere di numero, non possono più moltiplicarsi (come le cellule del miocardio). Le cellule che aumentano di numero sono le cellule labili, cioè quelle che muoiono

facilmente e che quindidevono proliferare continuamente (come le cellule della cute), o le cellulestabili, cioè le cellule che normalmente non proliferano (si trovano in G0).

Una caratteristica dell’ipertrofia è la reversibilità: le cellule vanno incontro adun aumento di volume o di numero in seguito a uno stimolo (che può essere unfattore di crescita, uno stimolo lesivo etc.), quindi quando lo stimolo cessa lecellule smettono di proliferare perché altrimenti ci sarebbe lo sviluppo tumorale(il tumore cresce indipendentemente da uno stimolo).

Un’altra caratteristica dell’ipertrofia è la distrettualità: non c’è mai crescitagenerale di tutto il corpo, a meno che non ci sia un gigantismo (troppo ormonedella crescita in circolo, tutto diventa grande), ma solo di determinate aree(come un organo).

Le cause dell’ipertrofia sono, ad esempio, l’aumento delle richieste funzionali(come nel caso del

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
34 pagine
SSD Scienze mediche MED/04 Patologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher paolea91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Patologia generale e clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Scienze mediche Prof.