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SH)
- Trasformazioni nelle cellule colpite, blocco della proliferazione cellulare, morte cellulare
Sara Mazzone
L’effetto citotossico viene sfruttato in laboratorio per sterilizzare le cappe di cultura.
Gli effetti sono superficiali perché la loro capacità di penetrazione è molto limitata.
Le lesioni tipiche delle radiazioni eccitanti saranno a livello di:
- Tessuto di rivestimento (cute): dipendono dallo spessore dello strato cheratinizzato e
dalla presenza e attività dei melanociti. La melanina non è solo il più importante
antiossidante della cute ma anche un meccanismo di protezione contro gli effetti lesivi dei
raggi ultravioletti delle cellule epiteliali (cheratinociti). L’enzima tirosinasi è coinvolto nella
sintesi di melanina da parte dei raggi ultravioletti ed è assente negli albini, che saranno
quindi più suscettibili agli effetti lesivi acuti e cronici delle radiazioni ultraviolette.
Gli effetti lesivi sono: produzione di eritema in caso di cute non abbronzata, che può
sfociare in ulcere, ustioni, formazione di bolle, esfoliazione degli strati superficiali. Le
lesioni croniche sono i tumori dovuti all’esposizione alla luce solare.
- Apparato visivo: Le radiazioni eccitanti possono produrre danni all’apparato visivo,
quindi è buon uso usare delle protezioni (ad esempio mentre si guarda l’eclissi solare).
Si possono formare ulcere nella cornea, abbassamento della vista e cataratta.
Gli effetti lesivi di queste lesioni possono essere aumentate con l’utilizzo di sostanze
fotosensibilizzanti, farmaci (antibiotici, antidiuretici, ipotensivi, contraccettivi) e alimenti
(crostacei) che contengono queste sostanze; esse riescono ad assorbire maggiormente la
luce solare, trasferendola alle cellule e causando maggiori effetti lesivi.
3) Agenti biologici come causa di malattia
I microrganismi che possono avere potenzialità sono: virus, batteri, miceti e protozoi.
Vengono definiti agenti patogeni primari tutti quei microrganismi in grado di produrre un
effetto lesivo nell’ospite sano. Gli agenti patogeni primari infatti per produrre la loro azione
patologica hanno sviluppato una serie di caratteristiche che permettono loro di superare o
neutralizzare i nostri sistemi di difesa; queste caratteristiche sono definite “fattori di
virulenza”.
Si definiscono microrganismi che provocano infezioni opportuniste quelli che possono
produrre malattia solo in condizione di immunodeficienza del nostro organismo (non
producono malattie nell’ospite sano)
Meccanismi di difesa dalle infezioni
Noi abbiamo una serie di meccanismi di difesa che impediscono la penetrazione di
microrganismi nei nostri tessuti, o ne neutralizzano l’attività se questi sono già presenti:
- meccanismi di superficie: barriere chimiche, fisiche o umorali (anticorpi IgA o sostanze
con attività citotossica) a livello dei tessuti di rivestimento
- difese di profondità: reazioni infiammatorie e immunitarie
Difese di superficie
1) Flora batterica saprofita (difesa biologica): ha un’importanza fondamentale. Colonizza
tutti i nostri tessuti di rivestimento, interni ed esterni, che sono infatti ricoperti da milioni di
Sara Mazzone
microrganismi. La flora batterica convive con noi assicurando una protezione efficiente nei
confronti di ulteriori invasioni da parte di microrganismi potenzialmente lesivi.
- Competizione per nutrimento (dovuta all’entrata di altri microrganismi lesivi): i saprofiti si
nutrono dei prodotti di scarto derivati dalla degradazione della cute. I virus per poter
entrare in un tessuto si legano a particolari recettori cellulari; ogni microrganismo ha
specificità per un determinato recettore e organo (tropismo) Se questi recettori sono
impegnati con la flora batterica saprofita, non si potranno legare.
- Produzione di fattori antibatterici: produzione di sostanze citotossiche da parte della flora
saprofita che sono in grado di avere un effetto lesivo nei confronti dei patogeni.
L’orobacterium mutans (batterio che colonizza il cavo orale) produce la viricilina che è
citotossica nei confronti degli streptococchi di tipo A.
- Produzione di condizioni sfavorevoli: creazione di condizioni lesive per la sussistenza di
ulteriori microrganismi infettanti . L’actobacillus vaginalis, che colonizza la vagina, è
responsabile della presenza del pH acido a livello vaginale. Questo interferisce con la
presenza di eventuali microrganismi lesivi sensibili al pH acido.
- Produzione di anticorpi con reazione crociata: il termine “reazione crociata” si riferisce al
fatto che gli anticorpi riconoscono sia i batteri saprofiti buoni sia quelli lesivi. Gli anticorpi
che produciamo contro i batteri saprofiti possono produrre anticorpi anche contro quelli
patogeni poiché hanno porzioni antigeniche identiche.
2) Cute integra (difesa meccanica): La maggior parte dei microrganismi è incapace di
penetrare nel nostro tessuto di rivestimento, perciò qualsiasi alterazione che determini una
variazione della sua integrità (ferite, ulcere, ustioni, cannule operatorie) rappresenterà un
punto di entrata per i microrganismi patogeni.
3) Secrezioni mucose (barriera chimica): impedisce o rende più difficile il legame fra il
microrganismo e lo specifico recettore cellulare
4) Flussi direzionali: in vari apparati (respiratorio, urinario, intestinale) l’esistenza e la
produzione di continui flussi dall’interno verso l’esterno del nostro organismo contribuisce
all’espulsione di microrganismi patogeni.
I flussi sono costituiti nell’epitelio respiratorio dalla clearence ciliare (pulizia del tratto
respiratorio tramite il movimento continuo delle ciglia dell’epitelio monostratificato ciliato).
Le ciglia hanno il compito di eliminare i microrganismi patogeni, attraverso il loro
movimento e grazie al muco. Abbiamo poi il flusso urinario nell’apparato urinario e la
peristalsi enterica nell’apparato intestinale.
5) Fattori umorali: lisozima, IgA secretorie. In entrambi questi casi le sostanze sono
contenute nelle nostre secrezioni (saliva, latte) e contribuiscono ad avere un effetto
germicida. In particolare il lisozima è in grado di distruggere la parete cellulare dei batteri.
Le IgA sono gli unici anticorpi presenti nelle secrezioni, quindi hanno un ruolo
fondamentale per la difesa del bambino in età neonatale.
6) Ph locale: in alcuni organi la presenza di un pH non fisiologico ma acido (come nello
stomaco) interferirà con la sopravvivenza di microrganismi sensibili al pH.
Alterazione dei sistemi di difesa
Questa alterazione permette la produzione di malattie dovute gli agenti patogeni primari e
ai microrganismi opportunisti. Vi sono condizioni patologiche che determinano un
Sara Mazzone
abbassamento dei meccanismi di difesa che consentono lo svilupparsi delle infezioni.
Queste sono:
1) Età: in età neonatale, fino all’età di 6 mesi, i bambini non sono in grado di produrre
anticorpi che riconoscono antigeni polisaccaridici e il loro sistema immunitario è immaturo.
E’ bene dare latte materno ai bambini nei primi mesi di vita perché contiene IgA.
Nell’anziano abbiamo una diminuzione dell’efficienza dei sistemi di difesa: diminuisce
l’attività delle cellule infiammatorie e immunitarie e dei sistemi immunitari di difesa
(complemento). E’ diminuito il trofismo (spessore) dei tessuti di rivestimento e delle
mucose, che facilita la penetrazione del microrganismo.
2) Nutrizione: la scarsità di nutrizione (anoressia e malassorbimento) determina, oltre agli
effetti generali lesivi sui tessuti, anche una diminuzione dell’efficienza del sistema
immunitario e la diminuzione del trofismo dei tessuti di rivestimento (simile a quello che
succede negli anziani)
3) Ferite (ustioni, ulcere, presenza di oggetti estranei come cannule operatorie):
rappresentano un punto di entrata facilitato ed elettivo per eventuali microrganismi
infettanti.
4) Malattie croniche o acute concomitanti (infettive): l’effetto sarà una minore attività del
sistema immunitario e infiammatorio, già impegnato nel tentativo di debellare infezioni
preesistenti.
5) Fattori congeniti: vi sono una serie di malattie genetiche caratterizzate dalla mancata
o diminuita efficienza di specifiche cellule del sistema immunitario o infiammatorio; questo
porta a una maggiore suscettibilità alle malattie infettive.
6) Stress: la condizione di stress si può associare a una maggiore suscettibilità ad eventi
infettivi perché in condizioni di stress si producono ormoni detti corticosteroidi, che
permettono alle nostre cellule di reagire a una condizione di stress aumentando il
metabolismo basale. Il cortisone (corticosteroide) è il principale antinfiammatorio da noi
prodotto, che inibisce le reazioni infiammatorie e i microrganismi infettivi.
I VIRUS
I virus entrano in contatto con il nostro organismo tramite vari meccanismi:
- Contatto casuale?, facilitato da lesioni della cute, punture con siringhe infette o da
punture di insetti vettori. Qui, attraverso il circolo ematico, i virus raggiungono i siti sui quali
esercitano il loro effetto lesivo, mediante il legame a specifici recettori (tropismo). Una
volta arrivati alla cellula target, il virus si lega al recettore e penetra nel tessuto per
endocitosi o per fusione con la membrana cellulare. Il virus viene internalizzato e produce
danno. Il virus interferirà con la sintesi di molecole cellulari (virus a DNA: interferenza nella
produzione di DNA, virus a RNA: interferenza con la sintesi proteica)
- Alterazioni lisosomiali: alcuni virus possono aumentare la permeabilità dei lisosomi,
quindi le proteasi presenti nei lisosomi vengono rilasciate nel citplasma producendo effetti
di autofagia nella cellula ospite.
- Alterazione della membrana cellulare: il virus dell’HIV induce la sintesi di proteine
fusogeniche, che determinano la fusione di cellule vicine creando sincizi cellulari (cellule
attaccate l’una all’altra), tramite i quali il virus può passare da una cellula all’altra senza
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essere riconosciuto dal sistema immunitario.
- Integrazione del genoma: Alcuni virus possono integrarsi nel genoma della cellula
ospite e lì permanere per molto tempo (virus lenti) oppure produrre effetti trasformanti
(autovirus)
- Induzione di apoptosi: l’apoptosi è un tipo di morte cellulare che può essere attivata da
alcune condizioni. Il virus dell’HIV può attivarla nei linfociti CD4+, provocando uno stato di
immunodepressione e una maggiore suscettibilità alle infezioni nei malati di AIDS
- Effetto lesivo indiretto, dovuto all’attivazione del sistema immunitario: il sistema
immunitario per combattere un’infezione virale colpisce la cellula infetta, quindi le cellule
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