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E’ importante ricordare, però, che la temperatura del corpo varia nel tempo. Nel corso della giornata
subisce grandi variazioni, che vanno da 0,5 a 1°, toccando il minimo all’alba ed il massimo il
pomeriggio (ritmo circadiano), in relazione al rilascio di alcuni ormoni. Nella dona, inoltre, si
hanno alcune variazioni della temperatura corporea, in funzione del ciclo mestruale: la temperatura
aumenta di circa 0,6° all’ovulazione e si mantiene tale sino
è più bassa nella fase pre-ovulatoria,
alla mestruazione. all’età, durante
La temperatura corporea può aumentare leggermente anche dopo i pasti, in relazione
una gravidanza o durante un’attività fisica.
Ma come si misura la temperatura?
1. La temperatura rettale, é quella meglio rappresentativa della temperatura centrale: la sua
misura media è di 37°C con variazione massima di più o meno 0,5°C.
2. La temperatura sottolinguale é di circa 0,2-0,5°C inferiore a quella rettale.
3. I valori della temperatura ascellare sono 36,6°C ± 0,5°C, quindi lievemente più bassi della
temperatura centrale.
Ma come viene regolata la temperatura corporea? La temperatura corporea è un equilibrio fra
termodispersione e termogenesi. Questa, infatti, resta circa costante, intorno ai 37ç, quando il coro
riesce ad eliminare tanto calore quanto ne ha prodotto.
Esiste, come già detto, un centro di termoregolazione, a livello ipotalamico, detto anche termostato
ipotalamico. Come già detto, questo centro di termoregolazione è in grado di ricevere segnali dai
recettori periferici e dal sangue della circolazione profonda. I segnali vengono elaborati dal centro
ipotalamico, che a sua volta genera segnali efferenti che influenzano la produzione o la dispersione,
attraverso il sistema nervoso simpatico (attraverso il rilascio di ormoni da parte del sistema
endocrina) ed il sistema nervoso somatomotorio.
L’ipotalamo, quindi, va ad influenzare l’ipofisi, che a sua volta stimola la tiroide a rilasciare T3 e
metabolismo basale; inoltre si produrrà vasocostrizione, se c’è necessità di
T4, per il controllo del
mantenere calore, vasodilatazione se c’è necessita di disperdere il calore; verranno prodotti brividi,
da parte dell’apparato
per produrre calore, muscolare; gli atti respiratori, in caso di eccessiva
temperatura corporea, aumentano, così da disperdere una maggiore quantità di vapore acquo e
disperdere calore.
La piressia: ipertermia e febbre
L’elevazione della temperatura corporea a livelli patologici E’ generata da due
è detta piressia.
meccanismi patogenetici del tutto diversi, a cui corrispondono due condizioni patologiche
differenti: ipertermia e febbre. Queste due diversificano dai meccanismi patogenetici, che inducono
questi processi.
L’ipertermia si verifica quando s’instaura una condizione di persistente squilibrio tra ingresso di
calore nel sistema (termogenesi) ed uscita di calore dal sistema (termodispersione), che provoca un
progressivo accumulo di calore nel corpo e un aumento a livelli patologici della temperatura.
Nell’ipertermia, il sistema di termoregolazione è incapace di mantenere la temperatura corporea
entro il limite superiore della norma.
La febbre, invece, ha un meccanismo patogenetico differente: si ha un danno chimico a livello
ipotalamico, a causa di alcune sostanze (IL-1, IL-6 e TNF-α, chiamate citochine pirogene), che
modificano questa temperatura di riferimento di 37°, spostandola a livelli molto più alti (circa 39 o
40). Il sistema di termoregolazione, nella febbre, è dunque perfettamente funzionante, anche se
portato a livelli maggiori.
Quindi, la distinzione tra ipertermia e febbre non è accademica, ma riveste importanza in clinica. In
particolare, l’approccio terapeutico differente: nel caso dell’ipertermia dovrà,
è infatti, essere rivolto
a raffreddare il corpo con mezzi fisici, mentre nella febbre si dovrà intervenire con farmaci
in grado di riportare il “set point” ipotalamico
antipiretici, alterato a valori normali. Gli antipiretici,
come la tachipirina, bloccano la ciclossigenasi, che utilizza l’acido arachidonico, per produrre le
prostaglandine (la PGE-2 cambia la temperatura corporea).
Ma quali sono le cause principali dell’ipertermia?
1. Cause esogene: temperature molto alte, alta umidità relativa e carente ventilazione
Cause endogene all’organismo:
2. Eccessiva termogenesi
Inefficiente termodispersione
Dissociazione fra termogenesi e termodispersione (per esempio, in caso di tumore a
livello ipotalamico)
I fattori esogeni ed endogeni possono variamente combinarsi e determinare forme di ipertermia, che
possono variare da lievi, a gravi, a molto gravi, con imminente pericolo di vita, come nel caso del
colpo di calore o ipertermie maligne.
c’è ipertermia persistente con temperatura rettale sopra i 40°: si possono
Il primo si verifica quando
determinare gravi danni a carico del cervello, con edema cerebrale e apoptosi neuronale (con coma).
Clinicamente, il paziente manifesta disorientamento, delirio e convulsioni; il danno cerebrale ha
anche effetti peggiorativi sull’ipertermia, perché altera il centro di termoregolazione, inibendo la
sudorazione.
Fra le cause del colpo di calore, abbiamo anche un eccessiva sudorazione: questo provoca una
diminuzione dei liquidi e, di conseguenza, una diminuzione del liquido nel sangue. Questo provoca
una vasocostrizione (per evitare la perdita di altri liquidi), che portano ad un aumento della
temperatura corporea.
Il colpo di calore va, tuttavia, distinto dal collasso di calore, un fenomeno molto meno grave.
Questo si può verificare anche a seguito di modesta esposizione a temperature più elevate. Il
fenomeno è dovuto alla caduta della pressione arteriosa, per un eccesso di vasodilatazione periferica
(è, quindi, un errore del circolo periferico, non di termoregolazioni centrali).
Tra le ipertermie, troviamo poi le cosiddette ipertermie estreme, derivante solo da cause endogene.
l’ipertermia
Un esempio, può essere maligna, che si può manifestare alla somministrazione di
L’elevata
farmaci miorilassanti: si manifesta con un rapido aumento della temperatura oltre i 40°C.
temperatura, ovviamente, provoca delle conseguenze cardiocircolatorie ed alterazioni
ematochimiche, fino a portare quasi sempre a morte.
La febbre
La febbre è un aumento della temperatura corporea al di sopra dei valori normali, causata da uno
spostamento a valori patologici della temperatura di riferimento (“set del termostato
point”)
ipotalamico, per azione di mediatori chimici endogeni: le citochine pirogene.
Ma quali sono le cause della febbre?
1. I batteri Gram-negativi esercitano la loro azione pirogena, liberando alcune endotossine, i
più potenti agenti pirogeni esogeni. La liberazione di endotossine avviene in seguito a
disgregazione del corpo batterico;
2. I batteri Gram-negativi possono liberare, inoltre, senza perdita della loro integrità
un’endotossina
strutturale, corrispondente a una ben definita struttura lipo-polisaccaridica
(LPS) della loro membrana, che induce la febbre.
3. I batteri Gram-positivi esercitano la loro azione pirogena come conseguenza della
fagocitosi del corpo batterico da parte dei macrofagi, ma anche della liberazione di
esotossine.
L’effetto scatenante è
4. I virus. soprattutto da riportare alla loro azione citopatogena e citocida
cellule dell’organismo.
sulle
Ma come fanno le citochine a raggiungere il centro di termoregolazione ipotalamico, se è presente
la barriera ematoencefalica?
E’ stato scoperto che, a livello dell’ipotalamo, è presente una zona cribrosa, che permette il
passaggio di alcune citochine.
Un’altra teoria spiega, invece, come queste citochine possano legarsi alla parete ematoencefalica,
all’interno della parete.
inducendo le cellule endoteliali della parete a produrre una molecola uguale
Queste citochine, però, non agiscono direttamente sui neuroni: esse attivano la fosfolipasi del centro
di termoregolazione; questa fosfolipasi taglia l’acido arachidonico presente sui neuroni, che viene
quindi reso disponibile all’enzima ciclossigenasi per produrre la prostaglandine 2 (PGE-2).
L’aumento di quest’ultima agisce sul set point del centro termoregolatorio, che si sposta su
temperature più alte.
Ma a cosa serve la febbre?
Si tratta di una risposta (molto costosa in termini energetici) mantenuta durante tutta l’evoluzione
quindi deve certamente servire a qualcosa!
1. Alcuni microrganismi muoiono a temperature raggiunte durante la febbre (spirochete >
41°C; pneumococchi 40°C), quindi almeno nelle infezioni sembra essere utile;
(mobilità) dall’aumento della
2. La funzionalità dei leucociti è fortemente aumentata
temperatura;
L’efficacia del TNF nell’uccidere le cellule tumorali è aumentata.
3.
La febbre si divide in varie fasi: la temperatura aumenta; l’individuo ha
1. Fase di rialzo termico o ascesa o prodromica:
freddo, si hanno brividi e termoconservazione (vasocostrizione, pallore)
la temperatura resta costante; l’individuo ha caldo per
2. Fase del fastigio o stazionaria:
l’elevata temperatura corporea la temperatura diminuisce; l’individuo ha caldo e suda;
3. Fase della defervescenza o discesa:
aumento termodispersione per sudorazione; questa fase può avvenire gradualmente (per lisi)
o bruscamente (per crisi).
Quando il centro termoregolatore ipotalamico, sposta verso temperature patologicamente alte la
temperatura di riferimento, si crea un differenziale tra temperatura del sangue e del “set point”.
L’ipotalamo interviene favorendo la termogenesi e riducendo la termodispersione al fine di portare
la temperatura al nuovo valore.
Dal centro termoregolatore dell’ipotalamo partono impulsi nervosi attraverso fibre simpatiche,
provocano vasocostrizione periferica (pallore) e riduzione della dispersione di calore.
(orripilazione, pelle d’oca)
Si ha anche contrazione della muscolatura liscia dei peli e pilo-erezione
Segnali giungono anche alla corteccia cerebrale, inducendo sensazione di freddo e conseguenti
modificazioni del comportamento tendenti alla ricerca di condizioni ambientale favorenti la
conservazione di calore. la temperatura corrisponde al nuovo “set point” ipotalamico, e
Quando si raggiunge il fastigio,
l’incremento termico si arresta. A questo punto (fase stazionaria) la temperatura tende a mantenersi
ad un livello più elevato. il “set point”
Quando la causa di febbre scompare, o in seguito