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PATOLOGIA GENERALE PROF LEONARDI LEZIONE 7
L'infiammazione è un meccanismo di difesa volto all'eliminazione della causa di danno e alla "restitutio ad integrum". Essa consiste in una serie di operazioni innescate dai MACROFAGI che, residenti nel tessuto anatomico che andiamo a considerare, innescano il fenomeno infiammativo.
L'innesco del fenomeno da parte dei macrofagi è necessario per il reclutamento di cellule dell'organismo, per l'infiammazione acuta ci sono soprattutto neutrofili, che sterilizzano la zona affetta dal danno. In una seconda fase c'è, appunto, la "restitutio ad integrum" e cioè la riparazione della ferita per ricostituire la continuità di epitelio e cute.
Tutto il fenomeno è innescato e regolato dai macrofagi che secernono una serie di sostanze, nel primo momento, le citochine infiammatorie come la chimochina 1, che hanno effetti locali quali
l'ATTIVAZIONEDELL'ENDOTELIO e cioè la comunicazione con le cellule endoteliali per fargli esprimere tutta una serie di molecole di adesione che medieranno il passaggio di cellule come i granulociti dall'interno del vaso sanguigno all'esterno, nel tessuto colpito.
Le altre sostanze prodotte dai macrofagi sono sostanze con attività vasodilatatoria.
Le citochine infiammatorie sono anche funzioni sistemiche che sono:
- la febbre, quindi aumento della temperatura corporea così il metabolismo degli agenti patogeni è sfavorito;
- richiamano in circolo i granulociti che possono andare nella zona danneggiata;
- altra funzione delle citochine è l'induzione di proteine della fase acuta da parte del fegato che presenta soprattutto interleuchina 6.
Nella maggior parte dei casi l'infiammazione porta ad una guarigione spontanea, cioè la causa di danno è eliminata e allora la risposta infiammatoria si spegne e si passa nella seconda fase.
e cioè il riparo della ferita. In alcuni casi l'infiammazione acuta non riesce ad eliminare la causa di danno e si passa all'INFIAMMAZIONE CRONICA, caratterizzata non più da effetti vascolari (vasodilatazione e granulociti che fuoriescono), ma soprattutto da componenti cellulari come i macrofagi. L'INFIAMMAZIONE CRONICA consiste nella risposta di lunga durata (settimane o mesi) alla lesione, in cui è prevalente la componente cellulare mononucleata (istoflogosi) e in cui i fenomeni infiammatori e demolitivi procedono contemporaneamente a processi riparativi. Nella maggior parte dei casi l'infiammazione è dovuta a: - infezioni persistenti sostenute da alcuni microrganismi e virus, funghi e parassiti dotati di bassa tossicità. - prolungate esposizioni ad agenti potenzialmente tossici esogeni o endogeni. Un esempio è la tubercolosi che si deve a microrganismi resistenti che quindi restano nelle cellule e non sono eliminati e per questo al risposta.si cronicizza. In alcuni casi l'infiammazione può essere "ab-inizio", cioè l'infiammazione presenta direttamente le caratteristiche dell'infiammazione cronica quindi abbiamo subito i monociti e i macrofagi e c'è un'assenza dei fenomeni vascolari. Queste forme dette ab-inizio sono causate da alcuni microrganismi come la tubercolosi oppure dovute all'esposizione ad agenti che l'organismo non riesce ad eliminare come la polvere di talco presente sui guanti. Il talco può indurre un'infiammazione cronica.
PATOLOGIA GENERALE PROF LEONARDI LEZIONE 7
LE CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE DELL'INFIAMMAZIONE CRONICA
Le caratteristiche di un'infiammazione cronica sono:
- la formazione di un granuloma con un infiltrato di cellule mononucleate quali macrofagi, linfociti e plasmacellule.
- c'è un danno tissutale indotto dalla persistenza dell'agente lesivo o delle cellule infiammatorie. Il danno tissutale è
anello di linfociti T CD4 che dicono alle cellule di continuare a produrre sostanze per cercare di eliminare l'agente al centro. Questi sono circondati da fibroblasti che permettono la formazione di matrice extracellulare di tessuto connettivo, come il collagene, per delimitare tutta la struttura intorno al patogeno. Al centro del granuloma si potrebbe assistere a fenomeni di necrosi, ma questo non avviene sempre. I macrofagi si fondono in cellule più grandi proprio per migliorare la capacità di fagocitare. La struttura del granuloma permette di isolare il patogeno: non riusciamo ad eliminarlo e quindi lo isoliamo, e circondiamo il microrganismo in queste cellule racchiuse in una capsula connettivale. Il granuloma è caratteristico delle infiammazioni croniche proprio perché questo tipo di infiammazione è dovuta ad una difficoltà nell'uccidere il patogeno. Quando dall'infiammazione acuta si passa a quella cronica c'è anche un
zona da riparare è più ampia. Un esempio di guarigione è la ferita cutanea: se i margini sono giustapposti tra di loro, lo spazio è breve. I margini già si toccano e quindi c'è guarigione per prima intenzione; se la ferita è estesa e i margini non si toccano c'è guarigione per seconda intenzione, che può durare anche qualche settimana.
Nella GUARIGIONE DI PRIMA INTENZIONE abbiamo subito l'intervento da parte dei GRANULOCITI che sterilizzano la zona ed eliminano il danno. In genere dopo 3/4 giorni la ferita si ripara.
Si informano poi le cellule dello strato basale dell'epidermide di proliferare per richiudere la cute.
Si deve anche ricostruire il letto capillare e cioè il microcircolo nella zona danneggiata: le citochine infiammatorie servono anche per la trombizzazione del vaso. Queste citochine arrivano nella zona e formano un trombo nel capillare. Quindi anche
deve essere lasciata aperta per un certo periodo di tempo affinché il tessuto danneggiato possa rigenerarsi. Durante questo processo, le cellule epiteliali migrano dalla ferita circostante per coprire l'area danneggiata e formare una nuova epidermide. Una volta che la ferita è completamente coperta, inizia la fase di rimodellamento del tessuto. Durante questa fase, le cellule del connettivo producono ulteriore collagene per rafforzare la cicatrice e renderla più resistente. Tuttavia, la cicatrice non sarà mai completamente uguale al tessuto originale e potrebbe essere più evidente o avere una consistenza diversa. È importante notare che il processo di guarigione può variare da persona a persona e dipende da diversi fattori, come l'età, lo stato di salute generale e la gravità della ferita. È fondamentale seguire le indicazioni del medico e adottare le giuste misure di cura per favorire una corretta guarigione.Era troppo estesa e quindi nella zona la riparazione non è potuta avvenire in modo perfetto. In generale i fenomeni di riparo di una ferita estesa durano un paio di settimane e si concludono con il riparo completo della ferita, almeno nella maggior parte dei casi.
L'acqua ossigenata che si mette sulle ferite a che serve? *domanda fatta al prof.
L'acqua ossigenata fa parte della categoria dei ROS (specie reattive dell'ossigeno) che sono utilizzati per disinfettare la ferita. I ROS sono sostanze prodotte dalle nostre cellule per distruggere il materiale fagocitato. L'acqua ossigenata è un esempio di Ro che le nostre cellule producono già di per sé. Le specie reattive dell'ossigeno funzionano perché sono specie altamente reattive quindi danneggiano proteine, lipidi, ma anche DNA dei microrganismi. Per questo sono disinfettanti. Attenzione i ROS, come l'acqua ossigena non sono usati per favorire il riparo ma solo per sterilizzare la.
ferita. Una delle sostanze prodotte dalle nostre cellule dopo la fagocitosi e usato contro gli organismi è l'ipoclorito, o anche detto varechina (sarebbe l'amuchina), che usata quotidianamente per disinfettare oggetti. Quindi ogni volta che il nostro organismo fagocita materiale estraneo, produce le stesse sostanze che noi quotidianamente usiamo per pulire e disinfettare le cose che ci circondano. I BATTERI producono catalasi (batteri catalasi-positivi) che è un'enzima che serve a rompere i legami che formano l'acqua ossigenata, a neutralizzare le specie reattive dell'ossigeno. Da sempre, in un ambiente favorevole si sviluppa un adattamento perché il fine ultimo di tutti i microrganismi è la sopravvivenza (sistema darwiniano). Per esempio, i VIRUS sono dei pezzetti piccoli di DNA o RNA che codificano per pochissime proteine; per questo sono incapaci di replicare e per poter sopravvivere devono per forza infettare altre cellule. I virushanno una struttura semplicissima eppure sono difficili da eliminare.
Un virus non è un organismo vivente. (proprio perché non hanno vita autonoma né riescono a fare metabolismo)