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NECROSI

La necrosi è l'insieme di fenomeni morfologicamente osservabili che si verificano dopo che la cellula è morta per cause non naturali, in seguito ad uno stimolo lesivo violento. Malgrado gli strumenti moderni e l'evoluzione della scienza, non siamo ancora in grado di misurare l'evento fisicamente, ma sappiamo cosa succede prima e cosa succede dopo che la cellula è morta per cause violente. Associata alla necrosi avremo sempre infiammazione. La classificazione delle necrosi ne individua due tipi fondamentali: - coagulativa: l'osservazione macroscopica mostra un'area di tessuto che sembra un coagulo, con un aspetto estremamente compatto. La componente intracellulare soggetta a necrosi è principalmente quella proteica, che va incontro ad un processo di coagulazione. Esempi di necrosi coagulata è l'infarto del miocardio: alla colorazione, la zona di necrosi interessa aree in cui il colorante non prenderà bene come nel...

resto del tessuto muscolaree all'osservazione microscopica i fasci muscolari saranno interrotti tra gli uni e gli altri, con spazi vuoti, ed il tessuto sarà costellato di cellule dell'infiammazione.

caseosa: è un tipo particolare di necrosi coagulata, dall'aspetto simile al formaggio. L'esempio più comune di necrosi caseosa è dato dalla tubercolosi: il micobacteriumtuberculosis da luogo ad aree d necrosi con tessuto completamente disorganizzato, destrutturato, circondato da cellule dell'infiammazione e calcificazioni, conseguenze di necrosi dovute alla deposizione di sali di calcio.

colliquativa: necrosi più liquida, in cui predominano fenomeni litigi a carico della componente proteica. Esempio è l'infarto cerebrale, che macroscopicamente fa apparire il tessuto molto lucido. Un altro esempio di essudato con presenza di necrosi colliquativa è il pus, che contiene acqua, cellule dell'infiammazione, eritrociti.

Il testo fornito parla della necrosi delle cellule, che può essere caratterizzata dalla presenza sia di cellule vive che morte, nonché di patogeni. Altre forme di necrosi includono:

  • Steatonecrosi, che coinvolge la componente lipidica delle cellule.
  • Gangrena di tipo secco (mummificazione, per disidratazione) o umido. Quest'ultima, tipica di alcune patologie come il diabete, può diffondersi dalle estremità agli organi vicini.
  • Carie dentaria, che distrugge la zona profonda del dente a causa di fattori come la cattiva igiene orale e la presenza di microrganismi.
  • Cataratta, che provoca la necrosi del cristallino.

La necrosi è un processo esplosivo ed espansivo, che non può essere fermato. È un processo degradante e distruttivo, che non richiede energia ed è esclusivamente patologico. Quando il danno è ancora reversibile, la cellula si gonfia, presenta delle bolle, i mitocondri si rigonfiano e si formano dei precipitati. La cromatina nel nucleo si addensa e anche il reticolo endoplasmatico.

ma la membrana cellulare è ancora integra. Se l'insulto è molto grave, la prima componente che viene meno è la contiguità della membrana cellulare, che risulterà quindi permeabile e bucherellata: il nucleo verrà interessato solo in momento tardivo, in quanto la necrosi intacca principalmente le proteine, ed andrà incontro ad un processo di picnosi (=rimpicciolimento), cariolisi (=rottura) e cariolessi (=completo disfacimento). Esistono due comuni forme di danno cellulare che possono essere correlate ai quadri di necrosi: danno ischemico/ipossico e danno da radicali liberi. - ipossia: abbassamento della tensione di ossigeno nel sangue, quindi la cellula funziona anche in condizioni ipossiche, perché la cellula sfrutta meccanismi alternativi come la glicolisi. - ischemia: interruzione flusso di sangue, che compromette l'apporto di ossigeno ma anche delle sostanze nutritive; comporta quindi un brusco crollo della

Il funzionamento mitocondriale è essenziale per la produzione di ATP, l'energia necessaria per le cellule. Tuttavia, l'ipossia, cioè la mancanza di ossigeno, può causare danni irreversibili. L'ipossia è estremamente pericolosa e può portare alla morte.

I radicali liberi, noti anche come ROS o specie reattive dell'ossigeno, sono prodotti del metabolismo cellulare e si originano da enzimi che convertono l'ossigeno molecolare. Possono accumularsi all'interno delle cellule, soprattutto con l'avanzare dell'età, poiché i meccanismi antiossidanti, cioè gli enzimi che contrastano l'accumulo di specie reattive instabili nelle cellule, diventano meno efficienti. L'accumulo di radicali liberi può danneggiare tutti i compartimenti cellulari: frammentano il DNA, alterano la composizione della membrana cellulare causando perossidazione, danneggiano la funzionalità mitocondriale e le strutture proteiche all'interno della cellula. Per questo motivo i radicali liberi sono oggetto di molte discussioni e ricerche.

prodottiantigas contengono vitamine, betacarotene e sostanze con proprietà antiossidanti... Ovviamente i ROS non sono solo dannosi, hanno un ruolo positivo ed importante nella fagocitosi!

EVOLUZIONE DELLA NECROSI tra le conseguenze di necrosi troviamo:
- putrefazione, come nel caso del diabete, a cui consegue per forza di cose amputazione
- calcificazione distrofica o ossificazione, per accumulo di sali di calcio
- ulteriore autolisi essendo associata ad infiammazione principalmente acuta, che è un processo positivo volto alla risoluzione delle conseguenze dello stimolo lesivo, la necrosi potrebbe comunque sfociare in guarigione per rigenerazione o per riparazione.

APOPTOSIE è un quadro distinto di morte cellulare in assenza di fenomeni infiammatori, che interessa singole cellule. Non ho mai infiammazione ed è un processo biologicamente attivo che richiede energia sotto forma di ATP. Non interessa e non fa ad intaccare le cellule vicine, è un meccanismo.implosione. Può essere osservata sia in situazioni fisiologiche (nello sviluppo embrionale, nell'atrofia dei tessuti, nel normale turnover tessutale, nel differenziamento sessuale e nella selezione clonale delle cellule del sistema immunitario), che patologiche (in risposta al trattamento con farmaci antitumorali che la promuovono, infezioni virali, malattie del sistema nervoso o autoimmuni). EVENTI CELLULARI DELL'APOPTOSI: inizialmente la cellula si restringe e si distacca dalle cellule vicine (=shrinkage). La membrana è integra fino alla fine e la cellula funziona fino alla fine, producendo ATP. Il primo elemento ad entrare in gioco è il nucleo, con la condensazione della cromatina, a seguito della quale dal DNA partono informazioni che si traducono in una frammentazione organizzata del DNA. Nei passaggi successivi la cellula frammenta in corpi apoptotici, si suddivide in subunità che contengono organelli ancora ben funzionanti e frammenti di DNA di una

determinata lunghezza: in questa fare la cellula è polilobata e ancora completamente integra, si dividerà solo alla fine in subunità che verranno digerite da cellule fagocitiate professionali.

La disregolazione dell'apoptosi correla con quadri patologici:

  • apoptosi disinibita: cellule che dovrebbero essere eliminate permangono nell'organismo andando incontro a un meccanismo di proliferazione incontrollata, dando luogo a lesioni neoplastiche e malattie autoimmuni (=il sistema immunitario reagisce violentemente contro il self, creando danni a organi e tessuti).
  • apoptosi eccessiva: eccessiva morte cellulare e distruzione massiccia del tessuto come nelle malattie neurodegenerative e nella selezione linfocitaria da virus (come in AIDS, dovuto al virus che attacca i linfociti T). Il danno ischemico evidenzia la complementarietà tra necrosi e apoptosi: nell'infarto nel miocardio troviamo molta infiammazione e necrosi nella parte centrale, ma

coesiste apoptosi nella parte più esterna. INFIAMMAZIONE

L'infiammazione è la risposta al danno dei tessuti vascolarizzati, il cui scopo è quello di recapitare leucociti e fluidi nella sede del danno. Conosciamo molti tipi di lesione a base infiammatoria, di solito si aggiunge suffisso -ite all'organo interessato per indicare che è presente un'infiammazione. Dal punto di vista della patologia generale, però, l'infiammazione non è una malattia, anche se le sensazioni che l'organismo percepisce in caso di infiammazione sono vere e proprie alterazioni dello stato di salute: l'infiammazione è la reazione che gli organismi superiori dotati di un sistema vascolare riescono a mettere in atto nel momento in cui viene inferto un danno importante ai tessuti. Lo scopo di questa risposta è ripotare l'organismo ad uno stato di salute, e quindi la guarigione.

Quando viene inferto un danno ad un tessuto si procura, innanzitutto,

sanguinamento: negli organismi superiori esiste il sistema della coagulazione, per bloccare il sanguinolento eccessivo. Nel caso vi sia la rimozione di tessuto, esistono invece meccanismi per il ripristino del tessuto mancante tramite riparazione o rigenerazione. Nel caso in cui sopraggiunga contaminazione da parte di agenti patogeni avremo, infine, la reazione infiammatoria.

I CINQUE SEGNI CARDINALI DI INFIAMMAZIONE sono rappresentati in un'immagine storica, erano descritti già nell'antica Grecia: calore, rossore, gonfiore, dolore, perdita di funzione. Questi segni vengono percepiti anche a livello sistemico dall'individuo: ad esempio, la parte infiammata sarà calda e gonfia, e l'individuo sentirà dolore perché vengono toccate terminazioni nervose o, se pensiamo ad una manifestazione abbastanza esterna, cerca di non far funzionare la parte interessata dal processo infiammatorio per non sentire dolore.

I protagonisti dell'infiammazione sono:

  • vasi

sanguigni: il sistema circolatorio è coinvolto principalmente a livello del microcircolo, dove le arteriole si dividono e sfioccano in vasi di diametro sempre più piccolo fino ad entrare nel circolo venoso. La parete dei vasi è costituita da cellule endoteliali e da una lamina basale. All'interno dei vasi scorre il sangue dove troveremo i leucociti polimorfonucleati (=neutrofili), i linfociti, i monociti, gli eosinofili ed i basofili: a differenza dei linfociti e neutrofili, monociti, eosinofili e basofili si caratterizzano con nuclei differenti per organizzazione e per la presenza di granuli nel citoplasma.

cellule del tessuto connettivo: mastociti, fibroblasti e macrofagi. I macrofagi, cellule per eccellenza della fagocitosi, deriva dal circolo ed in particolare dal monocita che nel momento in cui fuoriesce dal microcircolo di trasforma in macrofago (=linfocita professionale)

matrice extracellulare: coinvolge fibre elastiche, collagene e proteoglicani

che progressivamente vengono inclusi in questo compito cellulare.

Distinguiamo p

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
37 pagine
SSD Scienze mediche MED/04 Patologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mimidantoni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Patologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pavia o del prof Savio Monica.