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Caratteristica della tubercolosi
Le cellule morte del tessuto non scompaiono per lisi, ma rimangono indefinitamente sotto forma di detriti amorfi. Questo è attribuito agli effetti tossici di componenti della parete del micobatterio.
Necrosi ischemica
Processi fondamentali:
- interruzione dell'apporto di sangue;
- sovrapproduzione di acido lattico e diminuzione del pH intracellulare;
- l'attività delle pompe di membrana si riduce e l'acidosi intracellulare altera l'equilibrio ionico della cellula;
- Ca2+ si accumula nella cellula;
- l'attivazione di fosfolipasi e proteasi distrugge la membrana plasmatica e il citoscheletro;
- la mancanza di ossigeno ostacola il corretto trasporto mitocondriale di elettroni, riducendo la sintesi di ATP e facilitando la produzione di ROS;
- il danno mitocondriale favorisce il rilascio del citocromo e nel citoplasma;
- la cellula muore.
Ischemia del miocardio
Il flusso ematico risulta inadeguato a...
Soddisfare la richiesta di ossigeno al cuore. La glicolisi anaerobia è insufficiente a sostenere la contrazione cardiaca. Quando questo deficit provoca un focolaio discreto di necrosi distalmente all'area occlusa si parla di infarto. L'infarto miocardico non si sviluppa istantaneamente. Un'occlusione coronarica transitoria può causare solo necrosi subendocarica. Un'occlusione persistente porta alla fine a necrosi transmurale. L'obiettivo degli interventi coronarici in acuto è limitare la necrosi. Il danno da ischemia/riperfusione riflette lo stress ossidativo. Un danno da ischemia/riperfusione è il danno tissutale conseguente alla riesposizione all'ossigeno dopo il ristabilimento del flusso ematico. Tre livelli di danno cellulare, in relazione alla durata dell'ischemia:
- Ischemia di breve durata, la riperfusione ripristina l'integrità strutturale e funzionale della cellula. Il danno ischemico risulta reversibile. è un tipo di morte cellulare non programmata che si verifica a seguito di danni irreversibili alle cellule. Si differenzia dall'apoptosi per la sua morfologia e per il fatto che coinvolge un'intera area di tessuto anziché singole cellule. Durante la necrosi si verificano gonfiore cellulare, rottura della membrana plasmatica e rilascio di contenuti cellulari che possono causare infiammazione e danni ai tessuti circostanti.stimola una forte risposta infiammatoria, l'apoptosi no. È insolito che siano richiamati neutrofili o linfociti dal circolo. Tra le funzioni fisiologiche ricordiamo: - regressione di strutture anatomiche temporanee durante lo sviluppo embrionale; - elimina i cloni autoreattivi durante la maturazione del sistema immunitario; - elimina le cellule senescenti; - elimina il tessuto ipoplastico in organi che rispondono a cambiamenti dei segnali trofici; - elimina cellule che hanno subito un danno irreparabile al DNA. Rappresenta una difesa contro la disseminazione di un'infezione al fine di rimuovere le cellule infette prima che possano propagare il virus. L'apoptosi è regolata da diverse vie di trasduzione del segnale. Attivata da diverse vie molecolari: - via estrinseca: interazione ligandi-recettori; - via intrinseca: stress intracellulare, ruolo centrale dei mitocondri; - fenomeni infiammatori o agenti infettivi; - via della
- macro-autofagia: processo non selettivo che degrada proteine mal ripiegate e organelli in condizioni di stress. Gli organelli vengono sequestrati all'interno di
- senescenza replicativa
- telomerasi e telomeri
- restrizione calorica
- stress ossidativo
- cellule staminali
- migrazione e proliferazione cellulare;
- riorganizzazione e rimodellamento della matrice extracellulare.
- fase dell'emostasi e dell'infiammazione;
- fase proliferativa;
- fase del rimodellamento.
perforina tipica dei linfociti T citotossici. La maggior parte degli intermedi molecolari che trasducono segnali apoptotici appartengono a una famiglia dicistein-proteasi chiamate caspasi.
Apoptosi da segnali extracellulari. Domini di morte agganciano i domini di morte di altre proteine che trasmettono segnali intracellulari preapoptotici. L'attivazione della cascata delle caspasi avviene anche quando i linfociti T citotossici individuano una cellula estranea. La perforina crea dei pori nella membrana plasmatica delle cellula bersaglio, attraverso i quali le proteine dai linfociti possono entrare.
Apoptosi da segnali intracellulari e da proteine mitocondriali. L'apoptosi può essere attivata anche da meccanismi cellulari intrinseci, ma è necessario che ci siano "sensori" cellulari capaci di percepire il danno e di indirizzare la cellula verso la morte programmata. Le proteine mitocondriali della famiglia Bcl-2 svolgono un ruolo chiave nell'equilibrio tra
La morte e la sopravvivenza cellulare. Includono sia fattori anti-apoptotici che pro-apoptotici. Il bilanciamento tra espressione di fattori apoptotici e antiapoptotici determina lo stato della cellula. Esistono anche eterodimeri di proteine pro-apoptotiche e anti-apoptotiche che favoriscono la sopravvivenza cellulare sequestrando le proteine pro-apoptotiche.
Altri attivatori dell'apoptosi 2+ Cambiamenti nella concentrazione di Ca citosolico costituiscono segnali secondari. Anche il rilascio di p53 può portare ad apoptosi. p53 blocca la cellula nella fase G1 del ciclo cellulare, concedendo tempo per la riparazione del DNA. Se il danno non può essere riparato, p53 attiva meccanismi che conducono all'apoptosi.
L'autofagia è un altro esempio di morte cellulare programmata. Tre tipi di autofagia:
invecchiamento precoce è la sindrome di Cokayne, causata da un difetto nella riparazione del DNA associata alla trascrizione. I pazienti smettono di crescere molto precocemente e soffrono di disturbi dovuti a mielinizzazione.
Hutchinson Werner Cockayne
Leone Elisa Patologia generale Rossi Barbara
Riparazione, rigenerazione e fibrosi
La guarigione delle ferite è il risultato di interazioni complesse tra diversi tipi cellulari. Una buona guarigione porta al ripristino della funzione tissutale e della funzione di barriera. In condizioni ottimali è accompagnata da rigenerazione tessutale e ripristino della normale cito-architettura. Più spesso la guarigione è accompagnata da deposizione di collagene, un fenomeno definito cicatrizzazione (fibrosi). Il successo è frutto di un bilanciamento tra la deposizione di matrice extracellulare e degradazione di matrice ossea. La rigenerazione tessutale è favorita quando il processo patologico preserva la
composizione della matrice e la sua architettura.
I processi di base alla guarigione tessutale: riparazione & rigenerazione
L’esito di una ferita coinvolge la rigenerazione e la riparazione
Alla fase infiammatoria seguono eventi che portano alla guarigione. Un’infiammazione acuta di per sé transitoria potrebbe risolversi senza formazione di una ferita. Se vi è morte cellulare, le cellule epiteliali potrebbero accelerare il normale ricambio attraverso un processo di rigenerazione che porta a formazione di cellule uguali a quelle perse.
Un’infiammazione acuta progressiva è un evento centrale per la deposizione del collagene e la riparazione, cioè la sostituzione parziale o totale del tessuto leso con una cicatrice. Alcuni processi infiammatori terminano con la sola rigenerazione, altri con la sola riparazione. Se le cellule del tessuto non sono in grado di dividersi o manca una riserva di cellule staminali funzionanti, la riparazione sarà
L'unica modalità di guarigione
Guarigione delle ferite
Dipende da meccanismi fondamentali:
La guarigione delle ferite presenta una sequenza di eventi ben definita:
Emostasi e infiammazione
In seguito a danno endoteliale, le piastrine, esposte al fattore di von Willebrand e al collagene della membrana basale, si attivano e si aggregano. L'aggregazione piastrinica limita la perdita di sangue. Le piastrine attivate rilasciano molecole che facilitano l'ulteriore adesione delle piastrine, la coagulazione del sangue e il riassorbimento del coagulo. Il sangue che coagula, e che diviene crosta, o escara, forma una barriera all'invasione dei microorganismi. Impedisce anche la perdita di plasma e di liquidi tessutali. Il danno stimola la risposta infiammatoria.