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Metabolismo proteico
Biosintesi delle proteine plasmatiche (albumine, α, β globuline, fibrinogeno, fattori della coagulazione)
Sintesi di proteine cellulari
- FUNZIONI di DISINTOSSICAZIONE
- FUNZIONE BILIGENETICA
Il fegato ha un ruolo preponderante nella trasformazione dei lipidi:
GLI ACIDI GRASSI LIBERI sono esterificati nel fegato a TRIGLICERIDI, convertiti in COLESTEROLO o in FOSFOLIPIDI, ossidati a CORPI CHETONICI, associati a LIPOPROTEINE per poter uscire dall'epatocita e viaggiare nel sangue
- Sintesi, utilizzazione e rimaneggiamento dei NEFA (per i ruminanti sono metaboliti energetici più importanti del glucosio)
- Sintesi del colesterolo e dei fosfolipidi
Nei ruminanti il glucosio può fornire solo modeste quantità di acetil-COA per la sintesi degli acidi grassi e la LIPOGENESI prende origine dall'acetato ruminale
STEATOSI EPATICA
STEATOSI EPATICA: squilibrio tra assunzione, sintesi, utilizzazione e smaltimento dei trigliceridi a livello della
carenza di colina, che è necessaria per la sintesi delle apolipoproteine (componenti delle lipoproteine che trasportano i grassi nel sangue). Inoltre, la presenza di metalli pesanti può danneggiare le mitocondri, riducendo l'ossidazione degli acidi grassi. Tutto ciò può portare all'accumulo di grassi a livello citoplasmatico nelle cellule epatiche, soprattutto in presenza di una dieta iperlipidica e ipoproteica. Questo accumulo di grassi può essere causato anche da una eccessiva mobilizzazione dei grassi dai tessuti adiposi, come nel caso di digiuno, diabete, obesità, uso di corticosteroidi, ormoni tiroidei, ACTH o steatosi post-partum nella vacca. In conclusione, diversi fattori possono contribuire all'accumulo di grassi nelle cellule epatiche, compromettendo la loro funzione e portando a problemi di salute.diete ipoproteiche, diete sbilanciate in aminoacidi (rapporto di alcuni aminoacidi), inibizione della sintesi proteica o ipossia - Alterata secrezione di lipoproteine dal fegato
Nella steatosi da cause metaboliche il fegato appare diffusamente aumentato di volume e di peso, con capsula tesa, superficie liscia, lucida ed untuosa, margini arrotondati, consistenza diminuita, pastosa e colore giallastro o giallo ocra. Nel bovino adulto e nell'equino si possono osservare nel fegato in prossimità dei legamenti aree periferiche di forma triangolare di colore giallo ocra che spiccano sul restante parenchima. Sono forme di steatosi epatica localizzata (descritte anche come infarti adiposi) e causate dall'ipossia indotta dallo stiramento legamentoso.
Steatosi epatica nella bovina da latte le cause di steatosi epatica nella bovina nel periodo peri partale:
- fattori alimentari eccesso di concentrati in asciutta, ingrassamento eccessivo al parto
- modificazioni dell'equilibrio ormonale
Il metabolismo durante l'inizio della secrezione colostrale e lattea è caratterizzato da diversi fattori:
- Aumento dei livelli plasmatici di GH di catecolamine, diminuzione di insulina e di glucosio nel sangue
- Fattori stressanti con liberazione di cortisolo
- Carenza di fattori lipotropi (colina, metionina, vitamina B12 ecc..)
- Aumentata mobilizzazione delle riserve corporee, in particolare di quelle lipidiche, con maggior apporto di NEFA (acidi grassi non esterificati) al fegato
- Ridotta ossidazione dei NEFA a livello epatocitario
- Minor sintesi epatica di apoproteine per effetto di fenomeni che inducono la liberazione di citochine (provocano anoressia, lipolisi e minor degradazione di NEFA)
- Una deviazione nella sintesi di proteine da parte del fegato con minor produzione di lipoproteine comportano un accumulo intracitoplasmatico di trigliceridi (con conseguente steatosi epatica)
La steatosi epatica si riscontra negli animali da reddito suino la cui alimentazione è stata interrotta per oltre 46 ore prima della macellazione.
Il digiuno associato allo stress da macellazione causa steatosi epatica, riduzione del glicogeno epatico e comparsa delle carni DFD (dry, firm, dark) in suinetti. Di pochi giorni si segnala una sindrome carenziale (deficit di aminoacidi essenziali, fattori lipotropi) caratterizzata da steatosi epatica. Una grave forma di steatosi epatica (associata a steatosi cardiaca, renale, muscolare ecc..) si presenta nelle femmine gravide, i pony di razza Shetland (Iperlipemia dei pony shetland) e vitelli. Un'alimentazione contenente un eccesso di grassi insaturi può causare nei vitelli steatosi epatica, alopecie, sindromi diarroiche emorragiche (distrofia epatica).
Ovini: La C.D malattia del fegato bianco degli ovini, talvolta anche delle capre, è un prototipo di steatosi epatica da carenza diatetica (colpisce soprattutto gli Agnelli). Si manifesta per carenza di cobalto nel terreno. I vegetali poveri di cobalto causano carenze di vitamina B12. Il fegato appare quindi aumentato di volume, pallido e...
giallastro.
Pigmenti sono sostanze colorate presenti nelle cellule o presenti solo in alcune particolari circostanze.
MELANINA
ESOGENI ENDOGENI pigmento endogeno di colore marrone scuro-nerastro presente nei melanociti per ossidazione della tirosina in idrossifenilalanina.
Polveri lipofuscina pigmento Tatuaggi insolubile composto da Problemi di melanina comportano:
carbone polimeri di lipidi e Melanosi maculosa fosfolipidi complessati con proteine (perossidazione di lipidi delle membrane subcellulari) → Pigmenti endogeni emosiderina → è un pigmento che deriva dall'emoglobina ed è la forma di accumulo del ferro all'interno delle cellule (granuli giallo-oro-marrone) un eccesso locale di ferro può portare a emorragie, iperemia passiva.
Il livido è un'emorragia localizzata, l'area interessata appare di colore rosso-bluastro, LISI degli ERITROCITI l'emoglobina si trasforma in emosiderina. Partecipano a questo processo i macrofagi fagocitando
Resti dei globuli rossi e gli enzimi lisosomiali convertono l'emoglobina in biliverdina, poi in bilirubina, mentre il ferro viene depositato come emosiderina. → SOVRACCARICO SISTEMICO DI FERRO (aumento dell'assorbimento di ferro con la dieta, alterato utilizzo del ferro, anemie emolitiche, trasfusioni) l'emosiderina si deposita in molti organi e tessuti → EMOSIDEROSI SISTEMICA la pigmentazione appare nelle cellule del sistema reticolo-endoteliale del fegato, del midollo osseo, della milza, dei linfonodi. Tra i pigmenti endogeni abbiamo anche la: Bilirubina è il principale pigmento che si ritrova nella bile, deriva dall'emoglobina, ma non contiene ferro. È presente in minime quantità nel plasma come prodotto di degradazione degli eritrociti. Gli eritrociti al termine del loro ciclo vitale sono fagocitati e lisati dai macrofagi soprattutto a livello della milza (emocateresi); le componenti proteiche dell'emoglobina (globina) sono degradate.
ad aminoacidi; dopo la rimozione del ferroil rimanente gruppo eme è convertito in biliverdina (eme-ossigenasi) e poi in bilirubina (biliverdina-reduttasi). La bilirubina viene trasportata al fegato attraverso il flusso del sangue grazie al legame della bilirubina con la proteina plasmatica dell'albumina. Raggiunto il fegato, la bilirubina entra all'interno degli epatociti modificando la sua struttura: la bilirubina diventa solubile in ambiente acquoso con l'aggiunta di due molecole di acido glucuronico e secreta nei canalicoli biliari per diventare componente della bile. La bilirubina diventa diglucuronide e raggiunge l'intestino, dove viene processata dai batteri della flora intestinale e si trasforma in urobilina; -la maggiore concentrazione dell'urobilina viene assorbita a livello intestinale e trasportata al rene dove subisce la trasformazione in urobilinogeno per poi essere eliminata con le urine, una minima quota di urobilina viene di nuovo processata
daibatteri intestinali e trasformata in stercobilina edescreta con le feci.
ITTERO➔ E’ la manifestazione clinica causata dall’eccesso di questo pigmento nel plasma , all’interno dicellule e tessuti (colorito giallastro della pelle, delle sclere, del tessuto adiposo e di numerosiorgani)
Sia la bilirubina coniugata sia quella libera possono aumentare a livello ematico e depositarsi nei tessuti edar luogo alla classica colorazione gialla dell’ittero.
BILIRUBINA NON CONIUGATA non è solubile nelle soluzioni acquose ed è legata all’albumina e quindi nonè escreta con le urine; la quota di pigmento non legato (liposolubile) può diffondere nei tessuti se presentein eccesso. La frazione libera può aumentare in diverse patologie ematologiche (per eccessiva produzione dibilirubina) o per assunzione di farmaci in grado di formare legami con le proteine circolanti.
INFIAMMAZIONEÈ una relazione complessa nei confronti di invasori
esterni (microrganismi o tossine) o tessuti necrotici.
Consiste in una risposta vascolare con fuoriuscita di fluido, proteine e cellule (leucociti) dai vasi del microcircolo nei tessuti connettivi interstiziali. In base alle caratteristiche dell'essudato:
L'infiammazione può essere:
- ACUTA
- Sierosa
- fibrinosa
- catarrale
- purulenta
- emorragica
- CRONICA
- Interstiziale - infiammazione diffusa nel tessuto
- Granulomatosa - formazione di granulomi
L'infiammazione può essere definita protettiva che ha lo scopo di liberare l'organismo della causa dell'lesione cellulare (microrganismi o tossine) e dai prodotti di tale lesione (cellule necrotiche). La risposta infiammatoria avviene soprattutto a livello locale e tessutale e consiste in una risposta vascolare e leucocitaria. Le risposte vascolare e cellulare sono innescate da fattori chimici prodotti da vari tipi cellulari, o derivati da proteine plasmatiche.
le (acidità delle urine, secrezioni vaginali)Sistema fagocitario mononucleato (cellule fagocitiche come macrofagi e neutrofili)Sistema del complemento (proteine del siero che favoriscono l'opsonizzazione e la lisi dei patogeni)Citochine (proteine che regolano la risposta infiammatoria)Infiammazione acutaRisposta immediata all'aggressione tissutaleVasodilatazione e aumento della permeabilità vascolareMigrazione dei leucociti sul sito infiammatorioFagocitosi dei patogeni e dei detriti cellulariProduzione di mediatori infiammatori (prostaglandine, leucotrieni, citochine)Infiammazione cronicaPersistenza dell'infiammazione per un periodo prolungatoDanno tissutale e formazione di tessuto cicatrizialeCoinvolgimento di cellule immunitarie come linfociti e macrofagiProcessi di riparazione e rigenerazione tissutale