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FLOGISTICA.
L’ultimo scienziato sottolinea l’importanza della componente cellulare nell’evoluzione dell’instaurarsi del processo
flogistico.
Perché questo è diverso da quello che si credeva prima?
Poiché quando prima se ne parlava, si diceva che l’aumento della permeabilità faceva uscire molecole sieriche che
facevano andare il processo flogistico (questa era la TEORIA; cosiddetta, UMORALE, dove intervenivano fattori
sierici e molecolari per sostenere la flogosi); dall’altra, invece, c’era la TEORIA CELLULARE e le due teorie erano
due diversi aspetti della risposta flogistica-immunitaria dell’organismo.
Paul Ehrlich e Metchnikoff (del XIX secolo -1882) vinsero comunque il NOBEL, poiché le due teorie non erano in
contrapposizione.
Anche nell’IMMUNOLOGIA c’è la risposta UMORALE e quella CELLULARE e le due teorie si compensano tra loro
Le modificazioni vascolari ci sono e sono mediate da agenti chimici (questo è stato enunciato da Thomas Lewis). In
effetti ci sono dei mediatori chimici responsabili della modificazioni del vaso.
Abbiamo ora tutti gli elementi che contraddistinguono il processo flogistico.
Quando parlo di flogosi, ne abbiamo due fondamentali tipologie:
• FLOGOSI CRONICA
• FLOGOSI ACUTA
Le caratteristiche delle due risposte sono diverse:
La RISPOSTA FLOGISTICA ACUTA ci fa pensare ad un processo che insorge rapidamente e poi si esaurisce. La
RISPOSTA FLOGISTICA CRONICA è qualcosa che si prolunga nel tempo, che può durare giorni, mesi o anni e,
allora, le cause e gli elementi cellulari che li contraddistinguono saranno diversi.
Diciamo che devono essere per forza diversi (i mediatori sono per forza diversi). Mentre la seconda è una RISPOSTA
dell’organismo che deve essere rapida e veloce a qualcosa che può compromettere l’organismo; la RISPOSTA
FLOGISTICA sull’organismo deve essere veloce; e se l’organismo non riesce ad eliminarlo andiamo nella fase di
FLOGOSI CRONICA.
Se il processo si prolunga nel tempo, può diventare una causa patologica e il processo cronico si esplica
nell’incapacità dell’organismo di eliminare qualcosa di dannoso e c’è un malfunzionamento dei nostri
meccanismi di difesa.
Un’altra cosa, è che quando c’è una RISPOSTA INFIAMMATORIA, è strettamente connessa al processo di
ricostruzione del tessuto da ripristinare e l’integrità strutturale del tessuto è possibile ripristinarla, anche se non
sempre.
Se c’è una NECROSI del tessuto (come una ISCHEMIA del MIOCARDIO) e le cellule vanno incontro a morte e le
cellule NECROTICHE devono essere sostituite con qualcosa di nuovo (e serve il processo flogistico di riparazione, che
da una parte dà rigenerazione del tessuto attraverso divisione delle cellule PARENCHIMALI e da una parte produce
nuovo tessuto connettivo.
Da una parte, quindi, c’è la produzione di cellule e da una parte di connettivo. La cicatrice è un segno di riparazione del
tessuto e l’epitelio, se è perforato presenta una riparazione di connettivo, dove la riparazione del tessuto non è stata
possibile completarla.
Quindi nella FLOGOSI, di solito, ci può essere la FASE DI RIPARAZIONE, anticipata da edema, coagulo, CROSTA e
se tolgo la crosta, sotto vedrei che è ancora rosso (poiché il tessuto in neoformazione diventa molto vascolarizzato).
Ci sono diverse componenti, fattori coinvolti nel processo flogistico ed è un processo che, se anche è localizzato in un
distretto soltanto, coinvolge molte componenti.
Ci sono i VASI SSANGUIGNI e le CELLULE che ci sono all’interno. Ci sono i LEUCOCITI
POLIMORFONUCLEATI (GRANULOCITI NUUTROFILI), LINFOCITI, PIASTRINE, ci sono i MONOCITI e
ancora altre due classi meno rappresentate, ma non meno importanti, che sono i BASOFILI e gli EOSINOFILI.
[DISEGNO CON VASO E ECELLULE]
Sono ricchi di mediatori e molecole con un ruolo importantissimo nel processo flogistico. Ma il vaso non è solo una
conduttura, ma anche un’entità più importante funzionante. C’è il vaso e dipende da strutture, diciamo molto spesso
quelli più piccoli (VENULE ed ARTERIOLE). Sotto all’endotelio c’è la MEMBRANA BASALE (feltrino di molecole
connettivali della MATRICE; che sono collagene IV, Proteoglicani, laminina, fibronectina e altri), che fanno una
maglia al di sotto dell’endotelio, poi ci sono le diverse componenti della matrice, con un ruolo importante e non solo di
sostenimento (fibre elastiche, proteoglicani, fibre dio collagene) e queste tre ultime componenti sono quelle principali
con un ruolo importantissimo.
Ma perché abbiamo la presenza di fibre collagene?
Poiché sono le proteine che danno resistenza al tessuto ed è il principale costituente della cicatrice.
Ma perchè la cicatrice ha delle caratteristiche diverse rispetto alla cute circostante?
Dove c’è il taglio si vede la coincidenza di un cordoncino fibrotico, e non elastico, vedo che non c’è elastina, che non
riesce più ad essere prodotta (è resistente, ma non elastica). 18
Non solo, oltre al collagene, diciamo che l’elastina è una parte con un TURNOVER basso, che diminuisce sempre più.
Diciamo che a 70 anni ha raggiunto il suo minimo turn-over. Quindi la diminuzione di elastina aumenta con l’età e
molti degli enzimi contenuti all’interno dei granuli sono degli ELASTASI che distruggono l’elastina. Ci sono due
conseguenze:
Nella RISPOSTA FLOGISTICA abbiamo il rilascio di ELASTASI che rompono l’elastina. Chi si scotta spesso, ha una
risposta flogistica che media ELASTASI che rompe l’elastina e l’invecchiamento sarà precoce e le rughe vengono
prima (l’invecchiamento è precoce).
I polmoni ed i vasi sono ricchi di elastina; se ci sono tanti processi flogistici (fumo, inquinamento, infezioni batteriche)
a livello del polmone avrò una degradazione della componente elastica del polmone e, più che la comparsa di rughe, ho
un deficit della funzione respiratoria; stessa cosa vale per i vasi, che s’induriscono.
Non c’entra quindi soltanto la pelle, ma anche organi e tessuti per cui non abbiamo la percezione del danno.
GLICOSAMINOGLICANI e PROTEOGLICANI
I proteoglicani mantengono le caratteristiche del tessuto, anche se hanno una funzione più importante che quella di
semplice componente strutturale.
Possono, infatti, servire come recettori sulla superficie delle cellule per CITOCHINE o altri fattori di crescita e possono
servire come RESERVOIR e ad un certo punto, se dalle cellule che intervengono nella risposta flogistica venissero
liberati enzimi litici, che rompono i proteoglicani, i fattori di crescita non verrebbero più captati dalla cellula.
In realtà, che differenza c’è tra MONOCITI e MACROFAGI?
I MONOCITI sono le cellule circolanti, mentre i MACROFAGI sono residenti nei tessuti.
Quest’ultima non è una suddivisione totalmente fissa, può muoversi secondo stimoli chemio tattici, ma rispetto ad un
monocita, il macrofago tende a rimanere più residente in un punto.
I MASTOCITI comprendono i BASOFILI CIRCOLANTI, che hanno dei granuli contenti gli stessi effettori. Le
MASTCELL (o MASTOCITI) sono nei tessuti.
L’equilibrio circolante per i MACROFAGI sono i MONOCITI e per i MASTOCITI sono i BASOFILI.
Questi intervengono nel processo flogistico. Importante è il ruolo della componente vascolare. In questi due disegni
vediamo quello che è il ruolo della componente vascolare in condizione normale ed in caso di infiammazione:
[DUE DISEGNI]
Prendiamo in considerazione la FLOGOSI ACUTA e vediamo le caratteristiche iniziali.
L’irrorazione del tessuto è dato da una rete vascolare, con le ARTERIOLE, i CAPILLARI e poi di nuovo il calibro
aumenta e riprendono le VENULE; tutte anastomizzate tra loro.
L’irrorazione fa in modo che arrivi ossigeno e nutrienti e mantiene l’omeostasi del tessuto connettivo (e della
MATRCICE EXTRACELLULARE) e ci sono un certo numero, oltre ai fibroblasti, di cellule che producono matrice;
trovo LINFOCITI, MACROFAGI che sono inseriti nel tessuto e anche il numero di cellule immunitarie è espresso.
Ci devono essere delle cellule che devono essere in grado di intervenire in caso di un attacco.
Nell’infiammazione, succede che l’aumento della permeabilità del vaso, fa arrivare le cellule nel tessuto sede della
flogosi e ci sono tantissime cellule arrivate e i vasi hanno aumentato il loro calibro (i vasi sono dilatati), sia a livello
delle venule ed ARTERIOLE con più flusso di sangue e vuole anche dire che da quei vasi escono molte cellule.
Il numero di macrofagi o LINFOCITI è pressoché costante e vedo delle cellule POLIMORFONUCLEATI, dove il
nucleo è unico, ma possiede delle strozzature e si suddivide grossolanamente in tre lobi di solito.
Aumentando il diametro dei vasi, aumenta anche il sangue che circola ed escono delle cellule ed intervengono ed
escono prevalentemente i POLIMORFONUCLEATI.
Quando trovo in un tessuto dei PMN capisco che il tessuto è stato sede di un processo flogistico acuto ed avvenuto
da poco.
Questo quadro clinico non lo trovo dopo mesi, ma nemmeno dopo 10 giorni. Durano poco e l’evento è recente ed è la
componente cellulare caratteristica del processo flogistico acuto.
Allora la teoria di Metchnikoff che dice che il sistema vascolare fa arrivare le cellule nel sito d’infiammazione è
verissimo.
Ma perché arrivano proprio i polimorfonucleati?
Poiché hanno l’importante ruolo della fagocitosi; poi abbiamo i MONOCITI.
I PMN non sono il 50-60% come i MACROFAGI, ma sono di meno. Ci sono e arrivano, ma quelli che arrivano prima
sono i macrofagi, che con il meccanismo aspecifico della fagocitosi possono eliminare il danno alla radice; nell’attesa
che si attivi il SISTEMA IMMUNITARIO e la RISPOSTA di tipo ADATTATIVA.
I MONOCITI devono modificare costantemente la loro struttura cellulare per passare tra lo scollamento delle cellule
endoteliali.
Una delle prime cellule che intervengono sono le PIASTRINE, che cercano di riparare il danno; le piastrine sono dei
frammenti cellulari e sono delle “cellule” che rilasciano ENZIMI e FATTORI di CRESCITA; CITOCHINE per gli
stessi fibroblasti, che devono riparare il danno.
Subito sono poche le piastrine, poi si attiva un sistema di rilascio delle sostanze suddette che fanno in modo di avere più
disponibilità cellulare. Le prime modificazioni vascolari intervengono nel giro di una decina di minuti.
Ma se il vaso aumenta il diametro, non esce più sangue? 19
Allora, subito si ha una contrazione per impedire la perdita di troppo sangue; arrivano le piastrine e formano prima di
tutto un tappo; poi aumenta la permeabilità; il vaso si dilata e i polimorfonuclea