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RADIOTERAPIA: il trattamento localizzato diretto nei confronti di tumori

La radioterapia si basa sul principio di indirizzare la radiazione ionizzante sulle cellule cancerogene (cellule più radiosensibili) per danneggiarne il DNA. Mentre le cellule sane dispongono di meccanismi atti a riparare i danni che possono avvenire sul loro DNA, le cellule cancerogene dispongono di meccanismi molto meno efficienti, per cui un danno è più facilmente letale per questo tipo di cellula.

La principale limitazione nell'uso di questa tecnica consiste nel fatto che le cellule di tumori solidi risultano essere in debito di ossigeno (ipossia) e questo le rende tanto più resistenti alle radiazioni quanto minore è la presenza di ossigeno. L'ossigeno contribuisce alla citotossicità nei confronti delle cellule tumorali attraverso la produzione di radicali liberi.

Perché spesso un tumore si trova a non avere ossigeno? Perché magari cresce la...

parte centrale del tumore che è lontano dai vasi. Una ricerca recente ha dimostrato che proprio l'ipossia tende a stimolare le cellule a metastatizzare perché le cellule tumorali tendono ad allontanarsi dalla zona ipossigenata per cercare una fonte di nutriente che è un vaso. Sono in sperimentazione tecniche per aumentare l'ossigenazione in fase di trattamento radioterapico, o diminuire l'ossigeno nei tessuti sani antistanti i tumori per limitare il danno biologico. Per la radioterapia ci si può avvalere sia di radiazioni elettromagnetiche (raggi X e raggi che di radiazioni corpuscolate. RADIOGRAFIA A RAGGI X I raggi X hanno una discreta penetranza. L'assorbimento di questi raggi è funzione del numero atomico dell'atomo che questo raggio colpisce. Le ossa sono composte da atomi di calcio e fosfato con un numero atomico molto alto (numero atomico n° di protoni = n° di elettroni) assorbono molto bene i.

raggi X. Se fra la sorgente radiogena e la pellicola viene interposta una struttura complessa (come il torace di un uomo per esempio), le strutture costituite da atomi ad alto numero atomico (Ca e P) e di spessore elevato (ossa), che trattengono quasi completamente le radiazioni, appaiono chiare sulla pellicola; quelle che le trattengono solo parzialmente (muscoli, vasi, ecc.) appaiono grigie, quelle che vengono quasi completamente attraversate (polmoni), risultano scure. L'insieme di queste componenti, chiare, grigie e scure, costituisce l'immagine radiografica e la pellicola impressionata viene definita radiogramma o radiografia.

SCINTIGRAFIA: Al soggetto viene somministrato un composto chiamato radiofarmaco. Lo scopo della scintigrafia è quello di valutare struttura e attività di organi specifici (per esempio scintigrafia alla tiroide, al fegato oppure esiste la total body). C'è un radioisotopo che è legato ad una molecola o un atomo che vada in modo

specifico ad accumularsi nell'organo di interesse. →Esempio la scintigrafia che riguarda la tiroide il soggetto è trattato con un composto che sarà iodio→radiomarcato; scintigrafia ossea si utilizza un analogo del calcio radiomarcato.

La scintigrafia rappresenta una modalità di irraggiamento interno. 13Danno al DNA da radiazioni attivano p53 con arresto del ciclo cellulare, riparazione del DNA e inalcuni casi apoptosi→TP52 produce la proteina p53 che svolge numerose funzioni. È il gene più frequentemente mutato neitumori umani (le mutazioni sono nella regione codificante per la porzione della proteina che lega il DNA).Si trova nel nucleo e rivela danni al DNA da radiazioni ionizzanti, cancerogeni, mutageni etc. È stato definito→“guardiano del genoma”, è fortemente coinvolta nel checkpoint G1-S blocca le cellule con un DNAdanneggiato consentendo la riparazione del danno o inducendo la cellula ad andare

in apoptosi. P53 è noto anche come TUMOR SUPPRESSOR GENE. Il ruolo del p53 è essenziale anche nel contesto dei danni da radiazioni perché i danni da radiazioni sono molteplici ma sicuramente sono importanti a livello di DNA sia direttamente che indirettamente. Se ci sono delle piccole rotture e la cellula non replica velocemente, si arrangia grazie ai sistemi di riparazione ma se il danno è macroscopico viene coinvolto p53. In condizioni fisiologiche (cellula sana) la quantità di proteina p53 è molto bassa, viene prodotta, si trova nel nucleo però ha un turnover di degradazione molto rapido e questo turnover è garantito dal fatto che c'è una molecola, una ligasi MDM2 che provvede ad ubiquitinare la molecola p53. P53, così ubiquitinata, passa dal nucleo al citoplasma e subisce la degradazione proteolitica attraverso il proteasoma. P53 è un omotetramero. Se il DNA è danneggiato cosa succede? Se il dannoè importante c'è il coinvolgimento di p53. I due elementi iniziali sono due proteine legate al DNA che sorvegliano l'integrità del DNA: ATM e ATR sono i primi sensori che rilevano un danno al DNA. Queste due molecole sono delle chinasi che fosforilano p53 che è nel nucleo. P53 fosforilato non può più essere legato dalla ligasi MDM2 responsabile della sua ubiquitinazione, non viene degradato (aumenta la sua emivita) e la fosforilazione di p53 lo rende un fattore di trascrizione. Quali sono i suoi geni target? Inizia la trascrizione di una serie di geni: p21 blocca la proliferazione cellulare. Quando p53 è funzionale (non è mutato) si lega al promotore di p21 e inizia la trascrizione e poi la traduzione del gene di p21. P21 inibisce l'attività delle chinasi ciclina dipendenti (CDK2 e CDK4) questo implica che non viene fosforilata una proteina importantissima chiamata Rb1. Rb1 nella sua forma non

fosforilata rimane legata ad un fattore di trascrizione chiamato E2F che stimola la trascrizione dei geni i cui prodotti (proteine) sono importanti per la progressione del ciclo cellulare dalla fase G1 alla fase S.

Rb1 sta per retinoblastoma è un tumore infantile che colpisce l'occhio e che è causato da una mutazione di Rb1. Rb1 nel suo ciclo passa da una forma all'altra controlla il ciclo cellulare perché nella sua forma defosforilata sequestra il fattore di trascrizione che fa progredire il ciclo ma se viene fosforilato E2F è libero e attiva la trascrizione. Nei bambini che hanno il retinoblastoma quello che succede è che Rb1 è mutato e non lega E2F che quindi è sempre libero di far progredire il ciclo cellulare!

Fisiologicamente Rb1 nella sua forma defosforilata e fosforilata sono in equilibrio che garantisce una corretta proliferazione cellulare (fosforilata defosforilata).

Quando p53 è mutato (molti tumori

presentano tra le altre mutazioni anche mutazioni in p53) ed è interessante il fatto che le mutazioni che lo riguardano sono per lo più localizzate nella regione della proteina che lega il DNA, quindi p21 non è trascritto, CDK2 e CDK4 non sono inibite, possono dunque fosforilare la proteina Rb1 la quale lascia libero il fattore di trascrizione E2F ed ecco che la cellula procede nel ciclo cellulare → dalla fase G1 alla fase S manca completamente il controllo, ecco perché i tumori hanno un'alta capacità di proliferazione perché non c'è un checkpoint che blocca la replicazione del DNA. → GADD45 L'attività di trascrizione di p53 induce anche la trascrizione di una proteina chiamata GADD45 che è implicata nel riparo del DNA. P53 blocca il ciclo e attiva il riparo. Blocca fra G1 ed S cioè impedisce che si arrivi alla fase di replicazione del DNA quando questo è danneggiato. → BAX Altra cosa che

p53 fa è attivare la trascrizione di geni proapoptotici e fra questi BAX. È stato dimostrato recentemente che un miR viene up-regolato dall'attività trascrizionale di p53 (una up-regolazione di un miR si traduce in una riduzione dell'espressione di un certo gene, l'azione si esplica a livello di RNA). Quello che si è visto è che l'attività trascrizionale di p53 porta anche ad un aumento di un miR che è il miR-34 che ha una serie di target, che quindi vengono spenti, che rispettivamente controllano la proliferazione e sono antiapoptotici come il caso di BCL2.

Sindrome Ly-Fraumeni
Esiste una malattia autosomica dominante che è l'unica sindrome ereditata che è associata a mutazione del gene p53. Normalmente le mutazioni di p53 avvengono nelle cellule che si stanno trasformando non interessano tutte le cellule dell'organismo. Questa malattia è ereditaria dove le mutazioni di p53

Sonopresenti in tutte le cellule. Questi soggetti sviluppano tumori di varia natura in età precocissima (mammella, colon retto, tessuti molli ecc.). Nelle famiglie che hanno questa patologia, circa il 50% sviluppa tumori invasivi prima dei 30 anni e più del 90% entro i 70 anni.

Le radiazioni ionizzanti determinano sugli organismi effetti diversi a seconda della:

  • Dose α
  • Via di esposizione: irraggiamento esterno o interno (per esempio le particelle)
  • Velocità di riproduzione cellulare del tessuto irradiato (la maggiore sensibilità si riscontra a carico di: midollo osseo, pelle, muscosa intestinale, cellule germinali).

Sulla base di una combinazione di variabili, quello che può emergere in un soggetto che è stato esposto sono:

  • Effetti acuti: si verificano in seguito all'assorbimento di dosi molto alte di radiazioni in un breve lasso di tempo (es. incidenti in centrali nucleari).
  • Effetti cronici: derivano dall'esposizione continua

E prolungata nel tempo a piccole dosi di radiazioni (quotidianità di alcune attività professionali).

- Effetti somatici: interessano cellule dei diversi tessuti dell'organismo della persona irraggiata.

- Effetti genetici: riguardano le cellule dell'apparato riproduttivo, attraverso cui si potrebbero trasmettere alla prole.

MODALITÀ DI IRRAGGIAMENTO

- Irraggiamento esterno: quando la sorgente radiante è situata al di fuori del rivestimento mucoso-cutaneo (si considera come superficie esterna non solo la cute ma anche l'epitelio mucosale).

- Irraggiamento interno: quando la sorgente radiante è situata dentro il rivestimento mucoso-cutaneo (es. somministrazione e.v. di radioisotopi a vita breve-radiofarmaci- per le varie forme di scintigrafia).

*.*Gli isotopi radioattivi impiegati nella scintigrafia come sorgente di radiazioni non vengono utilizzati come tali, bensì associati a farmaci specifici che una volta somministrati si

il testo fornito sarà formattato utilizzando i seguenti tag html:

distribuiscono prevalentemente nei distretti dell'organismo oggetto di studio. Pertanto,

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
125 pagine
SSD Scienze mediche MED/04 Patologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher olga.perrotti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Patologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof De Bernard Marina.