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IL TRATTAMENTO

Si consiglia di prendere i farmaci ARV durante i pasti: Un paziente in terapia da mesi

non migliorava, il medico non riusciva a capire il motivo, il test di resistenza mostrava

che nei confronti dei farmaci utilizzati il paziente era ancora sensibile. Solo dopo

un’ora di consultazione il medico scopre che il paziente avendo compreso male come

assumere il farmaco, lo scioglieva e cucinava direttamente nel tegame in cui veniva

preparato il pasto per tutta la famiglia.

Troppi sciroppi per i bambini : Un bambino sieropositivo orfano della mamma era stato

affidato alla nonna che si occupava anche di dargli ogni giorno i farmaci. La terapia

ARV prevede l’uso di tre farmaci in forma di tre sciroppi pediatrici. Ma malgrado il

medico avesse spiegato alla nonna la posologia, uno dei tre sciroppi terminava sempre

prima degli altri due ….… era di colore rosa e di sapore dolce... … la nonna ne dava un

pò anche al fratellino minore!

La tubercolosi è frequentemente associata ad HIV.

LA tubercolosi è una malattia antica (Scheletro (A), risalente a oltre 3.000 anni,

ritrovato in un insediamento dell’età del bronzo nel Kent, e mummia egizia del British

Museum (B), con segni riferibili a tubercolosi ossea).

La malattia non è un fatto occasionale : essa può condizionare la cultura! (la Miseria di

Cristobal Rojas (1886). L’autore sofferente di tubercolosi dipinge gli aspetti sociali della

malattia e la sua relazione con le condizioni di vita alla fine del XIX secolo).

Diagnosi di tubercolosi: un problema ancora attuale. Il saggio della tubercolosi

consiste nell’ iniettare per via oncologica degli estratti antigenici per via endovena. Se

un soggetto è venuto a contatto precedentemente con il patogeno si forma una

reazione infiammatoria che genera un ispessimento locale dovuto all’ accumularsi dei

linfociti e più è grande l’ ispessimento più forte è la risposta. Un’ altra possibilità è fare

la lastra in cui si vedono i granulomi.

La terapia attuale: troppi farmaci da assumere. Directly observed therapy (DOT=

presidi sanitari vicino ai villaggi in cui il paziente va, firma un registro tutti i giorni ed il

paziente prende i farmaci davanti al medico o infermiere) Una soluzione alla TB che

proviene da un approccio antropologico.

Il processo di coagulazione impedisce la perdita di sangue.

Si possono distinguere due tipi di ferite:

1. Ferita a margini giustapposti (riparazione per prima intenzione).

2. Ferita lacero contusa (riparazione per seconda intenzione) dove c’ è perdita di

materiale tissutale e dove interviene un tipo cellulare che non interviene nei

processi di prima intenzione.

Nel processo di coagulazione si ha la formazione di un escara (crosta) che impedisce la

fuoriuscita di sangue. Una volta che si è formato l’ escara sotto di essa si deve formare

il tessuto epiteliale (riepitelizzazione). Quando le cellule epiteliali prendono contatto

con la fibronectina, le cellule iniziano a proliferare per rifornire integrità al tessuto

danneggiato. Le cellule epiteliali si muovono secono due movimenti: a bruco

(movimenti discontinui) o a cavallina (a cingolo) e ciò serve a dare la continuità

tissutale. Si ha poi la rimozione del coagulo ad opera di macrofagi e neutrofili con

caduta dell’ escara. Se la cellula è settica o asettica si avranno tempi di guarigione

diversi. Se la cellula è associata a processi infettivi deve essere prima eliminata l’

infezione e poi deve avvenire il processo riparativo. Avviene poi il processo di

angiogenesi con formazione di nuovi vasi.

I macrofagi dopo aver rimosso il coagulo danno vita al processo riparativo vero e

proprio. Una volta nel tessuto i macrofagi sono in carenza di ossigeno e questa

carenza rappresenta lo stimolo a produrre VEGF (fattore di crescita dell’ endotelio

vascolare, vascular endothelial growth factor). Attraverso il VEGF le cellule endoteliali

iniziano a proliferare localmente ed iniziano a formare i primi vasi fino a formare una

rete locale che ha lo scopo di ossigenare in maniera corretta il tessuto che deve

rigenerarsi. I macrofagi a questo punto secernono anche FGF, iniziano a depositarsi

lungo le pareti dell’ endotelio che sta crescendo dei fibroblasti che hanno lo scopo di

depositare fibre collagene fino a che il tessuto non viene quasi completamente

sostituito dalle fibre collagene (tessuto con danno troppo esteso o con poca capacità

rigenerativa). La cicatrice è data dalla deposizione di fibre collagene. Questo tessuto si

chiama tessuto di granulazione vascolare. Maturazione epidermide e membrana

basale, Regressione rete vascolare Scomparsa dell’infiltrato leucocitario e

fibroblastico, formazione e maturazione della cicatrice.

Tutto ciò detto fino ad ora vale per la riparazione per prima intenzione. Nella

riparazione per seconda intenzione i margini non sono giustapposti e c’ è bisogno che

si avvicinino o che si riuniscano.

I fibroblasti vengono sostituiti dai miofibroblasti che hanno attività contrattile e

permettono di retrarre il tessuto che è stato anneggiato.

I cheloidi (crescita anormale di tessuto fibrotico): l’incubo dei chirurghi!

Fondamentale: Ipossia ≠ Ischemia

1. Ipossia/anossia: scarsità/assenza ossigeno. La causa principale (più che

l’assenza di ossigeno nell’aria) è l’insufficienza cardio-respiratoria. La cellula

può comunque fare la glicolisi anaerobia.

2. Ischemia: perdita di apporto di sangue arterioso o ostacolo al deflusso venoso in

un tessuto. Durante l’ischemia manca sia ossigeno sia metaboliti (compreso il

glucosio) per cui non è possibile fare la glicolisi anaerobia.

Quindi: l’ischemia è una causa di danno più grave dell’ipossia

TIPI DI RISPOSTA AD UNO STIMOLO/DANNO

La cellula svolge le sue funzioni seguendo un programma genetico modulato dagli

stimoli che la circondano in una condizione di normale omeostasi. Quando uno

stimolo arriva a perturbare questo equilibrio, la cellula può rispondere in diversi

modi;

1. Adattamento (atrofia, ipertrofia, iperplasia, metaplasia);

2. Danno reversibile, se lo stimolo non è troppo intenso o di durata troppo lunga;

3. Danno irreversibile seguito da morte cellulare (apoptosi, necrosi)

4. (Depositi (Depositi intracellulari intracellulari; calcificazioni calcificazioni

patologiche, patologiche, invecchiamento invecchiamento cellulare)

Queste risposte della cellula ad uno stimolo possono avvenire singolarmente o essere

fasi successive della risposta della cellula.

- La risposta cellulare a stimoli dannosi dipende dal tipo di danno, dalla sua durata e

dalla sua gravità (breve ischemia può essere reversibile; ischemia prolungata può dare

morte immediata o danno irreversibile);

- Le conseguenze del danno cellulare dipendono dal tipo, dallo stato e dall’adattabilità

della cellula danneggiata (ipossia muscolo sheletrico è tollerata; lo stesso non si può

dire per la muscolature striata del cuore).

MECCANISMO DI AZIONE DEL DANNO

Per alcuni agenti dannosi i siti biochimici di attacco sono ben definiti (tossine

batteriche, cianuro inibisce la citocromo ossidasi) ma in generale le cause precise che

portano a morte cellulare non sono conosciute.

In generale si può dire che la glicolisi, il ciclo dell’acido citrico e la fosforilazione

ossidativa sono particolarmente vulnerabili. Indipendentemente dall’agente

scatenante le maggiori cause di morte sono:

A. deplezione di ATP (prodotto dalla fosforilazione ossidativa e dalla glicolisi) e la

diminuita diminuita sintesi sintesi di ATP sono conseguenze conseguenze comuni del

danno ischemico ischemico e tossico;

B. ossigeno e radicali liberi derivati dall’ossigeno; questi si formano durante la

riduzione dell’ossigeno molecolare ad acqua;

C. calcio intracellulare e perdita dell’omeostasi del calcio (intra < 0,1 mM; extra 1,3

mM). Mantenuto soprattutto all’interno dei mitocondri e reticolo endoplasmatico da

ATPasi associate alla membrana. Interruzione di ATP o aumento non specifico della

permiabiltà di membrana fanno aumentare Ca intracellulare. Questo attiva numerosi

enzimi (fosfolipasi; proteasi, ATPasi, endonucleasi)

D. Difetti della permeabilità di membrana

E. Danno mitocondriale

La denaturazione delle proteine si ha con l’ abbassamento di PH.

Il danno da riperfusione è un danno ancora maggiore del precedente ed è causato

dalla ridisponibilità di ossigeno.

Il radicale idrossile è il radicale più reattivo che noi abbiamo ed è quello che amplifica

il danno cellulare.

Il processo avviene nei mitocondri.

Eventi caratteristici dell’ apoptosi sono:

L’ immunopatologia sono tutti quei casi in cui la risposta immunitaria è dannosa per l’

organismo. Si parla quindi di ipersensibilità.

Le reazioni di ipersensibilità sono caratterizzate da una massiccia risposta immune. Esistono

diverse tipologie di reazioni di ipersensibilità, anche se molte patologie possono assumere

caratteristiche intermedie tra questi tipi di classificazioni.

Le tipologie di reazioni di ipersensibilità possono essere classificate in 4 tipi, attraverso una

classificazione operata sulla base del tempo: Il primo tipo è un’ipersensibilità immediata, che si

sviluppa nel giro di minuti od ore dall'esposizione ad un determinato antigene. Il secondo e terzo

tipo sono definiti come ipersensibilità intermedia, in quanto queste risposte possono svilupparsi e

risolversi nell'arco di 24 ore. L'ultima tipologia (di quarto tipo) è la risposta ritardata, e compare

all'incirca dopo 48 ore. I primi tre tipi sono prevalentemente mediati da anticorpi mentre il quarto

tipo è prevalentemente cellulo-mediato.

La tabella qui sopra mostra le principali manifestazioni patologiche associate a ciascun tipo di

reazione di ipersensibilità e i meccanismi effettori di ciascun tipo di risposta.

L’ipersensibilità di tipo uno prevede come meccanismo effettore la produzione di un particolare tipo

di Ig, ovvero le IgE, ed è presente un’attivazione mastocitaria, la quale dipende proprio da un

meccanismo IgE mediato. Le manifestazioni patologiche relative al primo tipo sono semplici e

riguardano principalmente allergie.

L’ipersensibilità di tipo due è mediata da anticorpi IgM o IgG, ed è un meccanismo associato a

citotossicità. Il meccanismo effettore finale è un meccanismo all’interno del quale si svolge una

risposta citotossica verso una cellula che espone un determinato antigene. Questo meccanismo può

essere attivato, o mediante il complemento, o tramite una risposta di tipo ADCC (antibody

dependent cellular citotoxicity

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
88 pagine
SSD Scienze mediche MED/04 Patologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher pizzetta1996 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Patologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Fraziano Maurizio.