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PATOLOGIE AMBIENTALI E NUTRIZIONALI
Patologie ambientali: conseguenze dell’esposizione ad agenti chimici o fisici
nell’ambiente, sul posto di lavoro e nell’ambiente personale, comprendendo anche
le patologie di origine nutrizionale.
Carico globale di malattia
Il carico globale della malattia (GBD) stima l’impatto, in termini di
morbidità/disabilità e mortalità, di 109 condizioni patologiche e 10 fattori di rischio
disaggregate in livelli per 8 suddivisioni geografiche. Il GBD studiato dall’OMS nei
primi anni ’90 forniva su scala globale una misura dell’efficacia dei sistemi sanitari.
Il GBD ha definito gli standards per riportare informazioni sulla salute.
Questa nuova metodologia ha rivelato importanti tendenze nella morbilità
(frequenze con cui una data malattia si manifesta nella popolazione) e mortalità (il
rapporto tra il numero delle morti in una comunità o in un popolo, durante un
periodo di tempo, e la quantità della popolazione media dello stesso periodo)
globale delle patologie:
La sottonutrizione è la maggiore causa globale di perdita di salute (morbilità e
- morte prematura);
La patologia cardiaca ischemica e la patologia cerebrovascolare sono le
- maggiori cause di morte nei paesi sviluppati;
Le patologie infettive sono tra le 5 maggiori cause di morte nei paesi
- sottosviluppati;
Il 70% delle malattie (polmonite, patologie diarroiche, tubercolosi e malaria)
- che causano morte infantile possono essere prevenute;
La mortalità globale dei bambini (< 5 anni) è diminuita dal 1980 al 2005.
-
Mortalità globale dei bambini sotto i 5 anni d’età. C’è una differenza di più di 50
volte tra le aree con la mortalità minore e quella con mortalità maggiore.
Malnutrizione e infezioni sono le principali cause dell’elevata mortalità in Africa
occidentale, centrale e orientale.
Effetti dei cambiamenti climatici sulla salute
La Terra si è riscaldata ad un ritmo sempre più veloce durante gli ultimi 40 anni.
L’impatto futuro del riscaldamento globale sulla salute dipenderà dall’entità e dalla
rapidità dei cambiamenti climatici, dalla gravità delle conseguenze, e dall’abilità
dell’uomo di adattarsi.
Grave impatto sulla salute, aumento dell’incidenza di diverse patologie:
Patologie cardiovascolari, cerebrovascolari e respiratorie, causate da ondate
- di caldo e inquinamento atmosferico;
Epidemie gastroenteriche e di malattie infettive (contaminazioni di acqua e
- cibo a causa di inondazioni e danni causati dagli impianti idrici e fognari);
Patologie infettive trasmesse da vettori;
- Malnutrizione, causata dalla distruzione delle coltivazioni.
-
DANNO DA AGENTI FISICI
Diverse categorie:
Trauma meccanico;
- Danno termico;
- Danno elettrico;
- Danno prodotto da agenti ionizzanti.
-
Traumi meccanici: il trauma è un danno che un distretto delimitato dell’organismo
subisce quando viene raggiunto da un corpo fornito di energia cinetica.
Le forze meccaniche possono infliggere una varietà di forme di danno, dipende da:
Forma dell’oggetto con cui si entra in collisione;
- Quantità di energia scaricata nell’impatto;
- Tessuti e organi che subiscono l’impatto.
-
Il trauma può riguardare sia i tessuti molli che lo scheletro, i processi di guarigione
avvengono con le stesse modalità anche se interessano tipi cellulari differenti.
Tutti i tessuti molli reagiscono in modo simile alle forze meccaniche.
Il trauma superficiale può essere un’abrasione o escoriazione: distruzione degli
strati epidermici superficiali senza sanguinamento; contusione od ecchimosi:
rottura dei vasi con travaso nei tessuti del derma senza soluzione di continuo della
cute; ferita: soluzione di continuo dei tessuti; lacerazione: quando si verifica anche
strappamento dei tessuti.
I tipi di ferite possono essere di varia entità: da punta (la profondità prevale sulla
lunghezza), da taglio (la lunghezza prevale sulla profondità), da taglio e punta
(quando sono presenti entrambi i parametri), da arma da fuoco (a proiettile unico o
multiplo. Con fuoriuscita o ritenzione del proiettile. Con foro di entrata, con foro di
entrata ed uscita. A bruciapelo o a distanza, da scheggia.
Danno termico: dovuto all’azione locale del calore sopra i 40°-45°C, quindi ci si
riferisce ustioni o scottature di varia gravità a seconda dell’estensione, profondità,
quantità di calore, temperatura raggiunta dai tessuti, durata esposizione, modalità
del trasferimento del calore e natura dei tessuti interessati.
Le ustioni erano classificate in gradi, ma è stata sostituita da una nuova dicitura,
secondo la quale le ustioni si distinguono in:
Ustioni superficiali (limitate all’epidermide, erano quelle di 1° grado che
- provocavano vasodilatazione);
Ustioni a spessore parziale (lesione al derma, erano quelle di 2° grado=
- infiammazione);
Ustioni a tutto spessore (si estendono al tessuto sottocutaneo e possono
- interessare anche il tessuto muscolare sottostante quello cutaneo, erano
quelle di 3° e 4° grado = necrosi e combustione).
Effetti generali e complicanze delle gravi ustioni: alterazioni della
termoregolazione, ipoproteinemia per perdita di proteine plasmatiche con
l’essudato, disidratazione per perdita di acqua con l’essudato, shock neurogeno al
momento del trauma, shock ematogeno conseguente ad ipovolemia per perdita di
liquido e di proteine con l’essudato, infezioni, formazione frequente di cicatrici
pigmentate e di cheloidi e infine rischio di comparsa di neoplasie sulle cicatrici.
I cheloidi sono cicatrici esuberanti (ipertrofia e iperplasia del connettivo dermico).
Ipertermia: la prolungata esposizione a elevate temperature, può provocare:
Crampi da calore (perdita di elettroliti con la sudorazione);
- Collasso da calore (insufficienza cardiovascolare in fase di compensazione
- dell’ipovolemia, secondaria alla perdita di acqua);
Il colpo di calore (dovuto ad alte temperature ambientali, tasso alto di umidità
- e sforzo fisico, crea una marcata vasodilatazione generalizzata, con accumulo
periferico di sangue e riduzione del volume efficace di sangue circolante).
Ipotermia: l’ipotermia è causata da una prolungata esposizione a basse temperature
ambientali. Ad una temperatura corporea di 32°C: perdita di conoscenza, ad una
temperatura corporea < 32°C: bradicardia e fibrillazione atriale.
L’ipotermia causa danni attraverso 2 meccanismi:
Effetti diretti (alterazioni fisiche intra- ed extra- cellulari, cristallizzazione
- dell’acqua che causa elevate concentrazioni saline);
Effetti indiretti (il raffreddamento lento porta a vasocostrizione ed aumento
- della permeabilità vascolare, il raffreddamento improvviso e persistente porta
a danno ischemico e degenerazione dei nervi periferici).
Durante l’ischemia si può verificare ipossia e infarto del tessuto colpito (grangrena
delle dita o dei piedi).
Danno elettrico: i danni insorgono con correnti a basso (domestico industriale) o
alto voltaggio (linee ad alta tensione e fulmini).
La corrente elettrica è il movimento di cariche elettriche attraverso il vuoto o la
materia, è continua quando è unidirezionale (elettroni verso una direzione) con
intensità costante, mentre è alternata quando non è unidirezionale ed è ad intensità
variabile.
La resistenza del corpo al passaggio della c.e. è variabile, i distretti resistenti sono
membrana plasmatica e cute, mentre quelli conduttori sono muscolatura striata e
liscia e vasi sanguigni.
La corrente elettrica è causa di danno quando attraversa il corpo o una parte di
esso.
La corrente elettrica provoca due tipi di lesione:
Ustioni
- Fibrillazione atriale o insufficienza cardiaca e dei centri respiratori.
-
Le lesioni sono dovute a tre tipi di effetti: termici, elettrochimici e biologici.
Termici: la quantità di calore prodotto (Q) è direttamente proporzionale alla
resistenza (R), al quadrato dell’intensità (I) e della durata del contatto (t).
Danni maggiori sulla cute (ingresso e fuoriuscita della c.e.) perché offre maggiore
resistenza.
Elettrochimici: si determina con la c. continua perché il corpo si comporta come
conduttore elettrolitico. - 4-
Anodo (polo positivo): richiamo di anioni (Cl e SO ) che reagendo con l’acqua vanno
a formare ac. Cloridrico e solforico (lesioni da acido, cioè necrosi secca o
coagulativa). + +
Catodo (polo negativo): richiamo di cationi (Na e K ) che reagendo con l’acqua
formano alcali idrossido di sodio e di potassio (lesioni da alcali, cioè necrosi umida o
colliquativa).
La necrosi coagulativa: denaturazione delle proteine strutturali e degli enzimi (es.
ischemia dovuta ad ostruzione di un vaso).
Necrosi colliquativa: digestione delle cellule morte e trasformazione del tessuto in
una massa liquida viscosa, spesso ha un colore giallo crema e presenta leucociti
(pus).
Biologici: stimolazione di funzioni fisiologiche: contrazione muscolo scheletrico
(tetania), muscolo cardiaco (fibrillazione ventricolare).
Tetania muscolare: stimoli ripetuti oltre una certa frequenza che provocano uno
stato di contrazione persistente.
Fibrillazione ventricolare (FV o VF): contrazione non coordinata del muscolo
cardiaco dei ventricoli nel cuore.
Danno prodotto da radiazioni ionizzanti: le radiazioni sono trasferimento di energia
da un punto all’altro della materia. Le radiazioni si classificano in radiazioni non
ionizzanti e ionizzanti.
Le radiazioni non ionizzanti possono muovere gli atomi in una molecola o
determinare una vibrazione senza spostare gli elettroni legati agli atomi.
Sono onde elettromagnetiche di energia inferiore a 10 eV (energia necessaria a
spostare un elettrone dall’orbita periferica). Sono radiazioni ultraviolette, del campo
visibile, IR, MW, radiofrequenze, ELF e prodotte da laser.
Le radiazioni ionizzanti hanno energia sufficiente a rimuovere gli elettroni legati
saldamente, le sorgenti principali sono: raggi X e gamma, neutroni ad alta energia,
particelle alfa e particelle beta.
La radiazione viene misurata in tre modi diversi:
1. Quantità di radiazione emessa da una sorgente (Ci, Curie)
2. Dose di radiazione assorbita da una persona (Gray)
3. Effetto biologico della radiazione (Sv, Sievert)
I principali fattori determinanti gli effetti biologici delle radiazioni ionizzanti sono: il
tasso di somministrazione, le dimensioni del campo e la proliferazione cellulare.
Tasso di somministrazione:
L’effetto dell’energia radiante è cumulativo;
- Dosi suddivise permettono a