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Phellinus agente di carie
punctatus fibrosa, su platano e
leccio. Parassita di
vari generi (Pinus,
Platanus, Quercus,).
Da ferite di varia
natura (potatura,
autopotatura,
resinazione). Sul
legno primaverile
del duramen. Dalle
vie di ingresso o da
monconi: carpofori
perenni.
Trametes Bianca fibrosa,
versicolor sobbollimento, corpi
fruttiferi poco
persistenti, fatti per
diffondere
rapidamente le
spore e andarsene
velocemente 26
Carie bianca “non fibrosa”: digestione simultanea
Basidiomiceti, alcuni Ascomiceti (Xylariaceae). Tutte le componenti cellulari simultaneamente. Cavità
irregolari orientate secondo l'asse del fusto. Alveolare, a chiazze, spugnosa, laminare. Soprattutto le pareti
cellulari del legno primaverile.
Heterobasidion annosum
Fomes fomentarius
Phellinus pini 27
Fomitopsis officinalis
Carie bruna o cubica
Tutti Basidiomiceti. Soprattutto su conifere. Rapida rimozione della cellulosa e delle emicellulose, lignina
modificata. Pareti cellulari di tutte le componenti in maniera generalizzata.
Fomitopsis pinicola, F. rosea
Phaeolus schweinizii
Laetiporus sulphureus 28
Serpula lacrimans
Carie soffice
cavità longitudinali nella parete secondaria;
come in c.b. simultanea. Carboidrati. 1600 specie. Ascomiceti (Xylaria, Nectria, Endothia,
Herpotrichia, Chaetomium), Deuteromiceti (Graphium, Alternaria, Pestalotia, Penicillium, Fusarium,
Phialophora, Phoma), Batteri. Raramente Basidiomiceti (Phellinus).
Attività molto lenta, su piante vive ma soprattutto su legname in opera in condizioni di elevata umidità
relativa. Imbrunimento della superficie legnosa, che diviene soffice, bruna, divisa in piani ortogonali.
Difesa in foresta:
Carie apicale
Non superare la maturità fisiocratica (massimo incremento medio annuo = massima produttività).
Diradamento di piante sofferenti e aduggiate.
Evitare ferite durante l'abbattimento e l'esbosco.
Carie basale:
formulati biologici o chimici in grado di stimolare la colonizzazione di antagonisti.
Impianti polispecifici e disetanei.
Difesa in arboricoltura da legno
Impianti polispecifici (disetanei)
Potature di piccole dimensioni in epoche adeguate alla cicatrizzazione.
Eventuali lutanti non cromogeni con componente fungitossica.
Difesa nel verde ornamentale
Progettazione:
scelta delle specie meno suscettibili.
Sesto d'impianto che consideri le dimensioni delle piante a maturità o il diradamento delle
intercalari.
Sospetto:
Valutazione tipo, estensione, stabilità.
Rimedio: 29
Dimensionamento chioma
Eventuale dendrochirurgia
Abbattimento
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Tracheomicosi
Le tracheomicosi sono un gruppo di malattie causato da funghi che vivono nel sistema xilematico
occludendo i vasi con il micelio e provocando conseguentemente il disseccamento delle foglie.
Esistono due tipi di tracheomicosi, a seconda di come avviene la penetrazione del fungo che causa la
malattia nella pianta:
1. Attraverso gli apici radicali e Tracheofusariosi causata da Verticillium sp.;
Tracheoverticillosi
Fusarium sp
2. Attraverso ferite su fusto e rami Grafiosi dell’olmo causata da Ceratocystis ulmi
Verticillium sp.; Fusarium sp. - Tracheoverticillosi e Tracheofusariosi
Penetrano dagli apici assorbenti perché è causata da funghi, verticillium e fusarium, che si trovano nel
suolo. Quindi infettano prima l’apice non micorizzato dell’albero e da lì Iniziano ad uccidere i vasi linfatici
dal basso. La chioma si secca contemporaneamente in breve tempo perché non c’è più linfa che può
risalire.
Non ha grande capacità di diffusione in quanto si diffonde per anastomosi radicale, ma si può spostare
facilmente tramite materiale vivaistico (dunque per questo è consigliabile non comprare piante
giovanissime in vivaio).
Questi funghi si cibano di contenuto floematico. Alcuni di questi sono parassiti di quarantena come per
esempio il Fusarium circimatum (nome nuovo è Gibberella), specie di quarantena che colpisce il pino. la
malattia è chiamata “cancro resinoso”, ma non è un cancro è una tracheomicosi che ha colpito fortemente
in Spagna.
La morte dell’albero colpita da questo tipo di tracheomicosi avviene in circa 3-4 anni.
Sintomo: defoliazione anticipata e disseccamento rapido della chioma o di parte di essa. Imbrunimenti di
un settore xilematico o di tutta la circonferenza dei rami e del tronco.
Il parassita si mantiene vitale nel terreno anche per alcuni anni e penetra nelle radici attraverso ferite da
trapianto o causate da insetti.
Per prevenire questa malattia bisogna evitare impianti in terreni infetti per 4-5 anni oppure trattare il
terreno con per esempio il Trichoderma. 31
Ceratocystis ulmi - Grafiosi dell’olmo
Agente patogeno: Ceratocistis ulmi oppure c’è anche la C. novo-ulmi che è lievemente più aggressivo (nome
vecchio è Ophiostoma ulmi)
Nel caso della grafiosi dell’olmo, il fungo infetta l’albero grazie al fatto che è veicolato da insetti scolitidi.
Il scolitide femmina, richiamata dalla pianta deperente (di solito deperente a causa dell’armillaria) va sotto
la corteccia, scava una camera nuziale e depone le uova. Nella prima metà di maggio avviene lo
sfarfallamento dei giovani scolitidi. Se l’olmo aveva la tracheomicosi, gli insetti sfarfallati saranno imbrattati
di frammenti di micelio. Lo scolitide che sfarfalla va all’inserzione dei rametti (dove la corteccia è più
tenera, perché lo scolitide è ancora immaturo) di un altro olmo e fa il cosiddetto “covaccio” per mangiare.
Così facendo il scolitide infetta la pianta. A questo punto il fungo comincia a diffondersi. Il micelio cresce nei
vasi che piano piano cominciano a
necrotizzare. Di conseguenza le foglie si
seccano e rimangono a penzoloni (siamo
a fine giugno ormai), inoltre si ha il
ripiegamento ad uncino dei germogli
dell’anno. Poi l’infezione scende lungo i
vasi, lungo le branche e dissecca tutta la
pianta. L’infezione poi passa per
anastomosi radicale all’olmo vicino
(l’olmo è una pianta molto socievole e si
trova quasi sempre in gruppi). È normale
dunque che si abbia la diffusione della
malattia in modo centrifugo.
Se noi sezioniamo un ramo infetto
vediamo delle necrosi circolare: l’obiettivo del fungo è tappare i vasi e più scendiamo verso il basso e più ci
sarà meno infezione e avremo solo delle porzioni di circonferenza necrotizzate.
Lo scolitide è fondamentale nella grafiosi e a questo insetto il fungo si può spostare per diversi chilometri.
Danno: Malattia letale, è parassita di quarantena, è presente nella direttiva 2000/29, è nell’allegato 2, ci
sono zone in Europa che non c’è ancora. La morte dell’albero avviene in 10 anni
Strategia di lotta: È curabile questa malattia, basta farlo anche perché l’olmo è una pianta molto presente
nel verde urbano, in zone abbandonate, argini dei fiumi e inoltre è una specie fortemente competitiva,
dunque è importante affrontare questa malattia nella maniera più adeguata.
Scegliere cloni poco suscettibili (es. clone San Zanobi )
Distruggere le parti colpite: a volte una potatura leggera fatta bene è sufficiente a contenere la
malattia, in quanto negli stadi iniziali della malattia il fungo è presente nei rametti giovani.
Disinfettare gli attrezzi.
Scortecciare i tronchi deperenti
Esistono dei prodotti per fare endoterapia ma non sono regolamentati.
32
Ruggini
Sono malattie che hanno un decorso in genere lungo, di decenni. Sono provocate da basidiomiceti che non
producono dei corpi fruttiferi, ma hanno degli aggregati di basidiospore sotto forma di sori. Quest’ultimi
hanno il colore dell’ossido di ferro che dal il nome a questo gruppo di malattie. Sono parassiti obbligati. Una
ruggine in genere è eteroica, ossia ha bisogno due ospiti per completare il proprio ciclo biologico. Hanno un
alto potere di diffusione producendo tante spore (come il polline).
Macrociclo di una ruggine eteroica (es. Ruggine dell’abete bianco - Melampsorella caryophyllacearum):
In genere la ruggine va ad attaccare, all’interno del suo ciclo biologico, due ospiti:
Ospite primario dove si formano le ecidiospore, di solito una specie arborea Nel caso della
Melampsorella caryophyllacearum è l’abete bianco
Ospite secondario quello dove passa l’inverno e di solito, è una specie erbacea Nel caso della
Melampsorella caryophyllacearum è una specie erbacea appartenente alle Caryophillaceae
Il fungo sverna sull’ospite secondario (pianta erbacea) ma poi quando arriva la primavera nell’ospite
secondario produce delle spore che vanno ad infettare le foglie più basse della chioma dell’albero.
L’infezione interessa le foglie e la spora che arriva alla foglia produce un micelio che penetra nello stoma.
Dallo stoma il micelio si sposta alla foglia e poi al rametto che porta a quella foglia. Intanto arrivata l’estate,
sia sulla foglia sia alla base del picciolo nella parte più vicina al picciolo vediamo la produzione di spore.
Quest’ultimi si chiamano ecidi, e le singole spore si chiamano le ecidiospore. Quest’ultime, in autunno,
vanno ad infettare le foglie dell’ospite secondario (specie erbacea). Qui le spore produrranno un micelio e il
fungo inizierà ad organizzarsi per l’inverno. Quindi penetra nelle foglie ma soprattutto producono
esternamente i teleutosori. Le spore che queste rilasceranno in primavera sull’ospite primario si chiamano
teleutospore. 33
Se noi osservassimo in tarda primavera la pagina inferiore delle foglie dell’abete bianco infettato da
Melampsorella caryophyllacearum vedremmo dei puntini ruvidi, ossia gli ecidiosori.
Melampsorella caryophyllacearum - Ruggine dell’Abete bianco
È un tumore causato da una ruggine. È un fungo basidiomicete. È uno di quei funghi che non fa corpi
fruttiferi ma fa dei sori sotto le foglie di colore arancione. Il fungo arriva alle foglie, entra da sotto la rima
stomatica, le uccide lentamente, è un parassita obbligato (non ha alcun interesse ad uccidere l’ospite, non
ha nessuna fase saprofitaria). Arriva poi al picciolo, poi al ramo e qui provoca delle reazioni della pianta di
tipo ormonale, una grande produzione di auxine. La pianta quindi come risposta a questa anomalia produce
una grande quantità imprevedibile di rametti sottili da gemme epicorniche, tutti nella stessa posizione, che
negli anni assumono la forma di uno scope