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CANCRO DEL CIPRESSO
Malattia mortale per molte specie di Cupressaceae. Colpisce maggiormente nelle zone con inverni freschi e estati umide. Comune in Toscana.
Agente eziologico. Seiridium cardinale (Wag.) Sutton & Gibson. Coelomycetes, funghi anamorfiche producono fruttificazioni agamiche sotto forma di pustole nere.
Sintomatologia. Clorosi e arrossamento dei getti laterali e del cimale. Cancri con emissione di resina su tutti gli organi legnosi. Necrosi e imbrunimento della corteccia, disseccamento delle parti soprastanti.
Epidemiologia. Il fungo sopravvive da saprofita sulla pianta morta. Iconidi vengono trasportati da coleotteri e le nuove infezioni sono favorite da condizioni umide e hanno inizio dalle inserzioni dei rami laterali sul tronco.
Lotta. Eliminazione delle piante morte e delle parti infette. Utilizzo di cloni resistenti brevettati (Agrimed, Bolgheri, Italico e Mediterraneo). Interventi chimici preventivi in vivaio con benzimidazolici, diclofluanide e composti rameici.
Impermeabilizzazione delle ferite e delle zone di taglio. Phloeosinus aubei7 Appunti di Patologia Vegetale Forestale Studio delle principali malattie biotiche e abiotiche delle piante di interesse forestale. Dott. Giuseppe ArenaTICCHIOLATURE
TICCHIOLATURA DEL NESPOLO DEL GIAPPONE
Malattia crittogamica da ingenti danni ai raccolti, molto diffusa nel Mezzogiorno, in Sudafrica e nell'America settentrionale.
Agente eziologico: Fusicladium eryobotriae. Fungo anamorfo appartenente alla famiglia delle Dematiaceae.
Sintomatologia. Su foglia: macchie tondeggianti, brunastre, opache, talora vellutate. Disseccamento e caduta precoce. Su fusto: tacche bruno-nerastre che evolvono in cancri con conseguente disseccamento della parte soprastante. Su fiore: disseccamento del calice, cascola. Su frutto: macchie brunastre con arresto della crescita e formazione di lesioni.
Epidemiologia. Il fungo attua la penetrazione della cuticola e si accresce fino a sviluppare conidi al livello sub-cuticolare. Può
mantenersi vitale sull'ospite anche nei momenti ambientali menofavorevoli (estate) nell'attesa di riprendere il ciclo vegetativo.
Lotta: potatura invernale, potatura verde, rimozione degli organi infetti, trattamenti autunnali con composti rameici.
OCCHIO DI PAVONE DELL'OLIVO
Diffusa malattia crittogamica, nota anche come Vaiolo o Cicloconio, che può danneggiare i frutti direttamente ma soprattutto indirettamente, attraverso attacchi alla foglia.
Agente eziologico: Spilocaea oleaginea (Castagne) S. Hughes '53. Fungo anamorfo appartenente alla famiglia delle Dematiaceae.
Sintomatologia: macchie scure di diametro variabile sulla pagina superiore della foglia che successivamente schiariscono al centro e presentano lesioni giallastre nella zona periferica. Restringimento del picciolo con conseguente ingiallimento e caduta fogliare. Macchie scure su peduncolo e caduta dei frutti in fase di formazione o maturazione.
Trasmissione: l'infezione primaria ha inizio da
foglie ammalate residue, al verificarsi dellecondizioni ambientali favorevoli, con la germinazione delle conidiospore trasportateprevalentemente dagli agenti atmosferici. Il parassita, sub-cuticolare, degrada le pareti cellulariepidermiche senza raggiungere i tessuti più interni, ostacolato dai composti fenolici prodotti inrisposta dalla pianta. Quindi, si sviluppa e differenzia i rami conidiofori.
Lotta: Alleggerimento delle chiome, riduzione delle concimazioni azotate. Trattamenti preventivicon composti rameici in fase di germinazione e dopo le piogge autunnali. Trattamenti con idrossidodi sodio o di potassio al 5% a temperatura ambiente per le foglie giovani, a 50°C per foglie mature.
Appunti di Patologia Vegetale ForestaleStudio delle principali malattie biotiche e abiotiche delle piante di interesse forestale.Dott. Giuseppe ArenaDodina.MALATTIE DA PATOGENI TERRICOLII marciumi sono affezioni dell'apparato radicale. Se causate da Oomiceti o da funghi anamorfi,dotati
soltanto di enzimi pectolitici, riguardano le radici più fini e il capillizio radicale, interferiscono con l'assorbimento dei nutrienti per via della lisi delle lamelle mediane delle pareti cellulari dei tessuti e si manifestano pertanto con sintomi assimilabili a quelli di carenze nutrizionali. Se causate, invece, da funghi Ascomiceti o Basidiomiceti, dotati di enzimi degradanti lignina e cellulosa, le parti più interessate sono la radice primaria, le radici di sostegno e quelle di ancoraggio, per cui è intaccata la stabilità della pianta.
MARCIUME RADICALE LANOSO DELLE LATIFOGLIE
Malattia diffusa nei vivai e nelle coltivazioni industriali di pioppo, soprattutto in Pianura Padana.
Agente eziologico: Rosellinia necatrix Berl. Ex Prill./Dermathophora necatrix Hartig. Ascomicete.
L'optimum di temperatura nel suolo è di 20-22°C
Sintomatologia. Clorosi, microfillia, disseccamento degli organi, graduale deperimento, morte.
Trasmissione. Mediante
ascospore trasportate da correnti d'aria, pioggia, acque di percolazione nel terreno, contatto radicale. Lotta. Eliminazione degli apparati radicali infetti mediante bruciatura. Eliminazione dei frammenti legnosi. Talora sterilizzazione del suolo. MARCIUME RADICALE FIBROSO DI LATIFOGLIE E CONIFERE Diverse centinaia di ospiti, sia latifoglie che conifere, di interesse agrario o forestale. In Europa e in Italia la distribuzione della malattia è funzionale alle esigenze termiche della specie del patogeno. Agente eziologico: Armillaria spp. Basidiomicete polifago. 6 le specie note: A. gallica, A. cepistipese A. oscura preferenzialmente su conifere. A. mellea su latifoglie di interesse forestale e specie coltivate, A. tabescens, su latifoglie, con attitudine saprofitaria. Il micelio è bianco, feltroso, odoradi anice, assume una forma a ventaglio entro la zona di cambio ed è sensibile all'aria e alla luce. È eterotallico (chiodino) e in fase di riproduzione.In tarda estate, produce carpofori color miele da cui si diffondono le basidiospore.
Sintomatologia:
- Latifoglie
- Conifere
Abbondante produzione di frutti o strobili. Rallentamento della crescita. Improvvisi sofferenza generale più marcata nella parte superiore della chioma. Aspetto autunnale. Possibilità di cancri con flussi di resina. Morte. Ingiallimento. Disseccamenti di rametti e rami. Possibilità di cancri con flussi di gomma. Morte.
Trasmissione: Basidiospore, contatto radicale, rizomorfe.
Appunti di Patologia Vegetale Forestale
Studio delle principali malattie biotiche e abiotiche delle piante di interesse forestale.
Dott. Giuseppe Arena
Lotta: Eradicazione in parchi e giardini o recisione ed esposizione delle radici. Prodotti chimici e trattamenti fumiganti del suolo in giardinaggio ed arboricoltura. Alcun intervento in ambito forestale.
MAL DEL ROTONDO DELLE CONIFERE
Colpisce più di 200 taxa, sia Angiosperme che Gimnosperme.
ma soprattutto le conifere. Tresono le specie del patogeno indigene in Europa, una ha origini americane e attacca douglasia inAmerica, pino domestico in Europa. In Italia è stato rinvenuto in ogni regione della penisola, Sicilia compresa.
Agente eziologico ed epidemiologia: Heterobasidion annosum sensu lato. Basidiomicete. Parassita facoltativo, attua un'infezione primaria, attraverso la germinazione delle basidiospore, possibile soltanto su legno fresco di taglio, e una secondaria per anastomosi radicale. I basidiosomi sono perenni e di forma crostosa, bruni-rossicci nella parte superiore e con imenio bianco. Spesso le infezioni sono associate a infestazioni di scolitidi.
Sintomatologia. La manifestazione degli attacchi da Heterobasidion sp. differisce a seconda degli ospiti e della specie fungina.
Patogeno H. annosum sensu spripto H. abietinum H. parviporum
Ospite Prevalentemente pino Abete, altre conifere Abete bianco
Occasionalmente latifoglie Occasionalmente castagno e faggio
- Sintomi Nelle conifere: Schianti causati Rallentamento
- Necrosi del cambio a dalla degradazione della crescita.
- partire dalle radici più delle radici portanti. Fenditure con
- piccole, per poi risalire il Carie interna e fuoriuscita di
- colletto ma senza carie resinazione alla base resina.
- interna al fusto. Svuotamento del
- Possibile emissione di In abete rosso: tronco.
- resina ai margini dei tessuti ingiallimento della
- infetti e formazione grumi chioma.
- con suolo o sabbia.
- Morte.
- Nelle latifoglie:
- schianti improvvisi senza
- sintomi visibili.
- Lotta. Preventiva: preferire l'impianto misto latifoglie - conifere soprattutto su terreni non
- forestali e a pH basico; trattamenti sulle ceppaie con sospensioni biologiche di Phlebiopsis
- gigantea (Basidiomicete saprofita) o soluzioni di urea al 20-30%; eliminazione del legname
MAL DELL'INCHIOSTRO DEL CASTAGNO
Malattia da oomiceti di origine tropicale diffusasi in molti Paesi, introdotta in Italia nell'800 esegnalata nei castagneti di tutta la penisola. Oltre al castagno, colpisce occasionalmente ciliegio e faggio.
Agente eziologico: Phytophthora cambivora (Petri) Buisman e P. cinnamomi. Oomiceti. Vivono nel terreno da saprofiti, favoriti da condizioni asfittiche e da ristagno idrico. Le oospore prodotte germinano a circa 20°C e a elevata umidità e il micelio, accresciutosi, sviluppa iconidi e le zoospore che infettano in capillizio radicale della pianta e si localizzano nella zona di cambio. La pianta reagisce formando tessuti suberosi.
Sintomatologia
Sofferenza generale accentuata nella parte superiore della chioma. Clorosi. Microfillia. Appassimento e disseccamento progressivi dall'alto verso il basso. Aborto dei frutti e dei ricci che
stimento dell’Unione Europea come organismo nocivo di quarantena. Patogeno primario e secondario. Attacca foglie, rami, corteccia e radici. Può causare la morte dell’intera pianta.Sintomi. Necrosi delle foglie, macchie scure sulla corteccia, cancri, disseccamento dei rami e delle radici. Le foglie colpite presentano macchie brune e necrosi dei margini. I rami mostrano cancri e lesioni scure. Le radici possono essere colpite da marciume e necrosi.Controllo. Monitoraggio costante delle piante. Rimozione e distruzione delle piante infette. Trattamenti con fungicidi. Utilizzo di piante resistenti.