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ALTERAZIONI DEL NORMALE FLUSSO SANGUIGNO
Il flusso del sangue nei vasi segue le leggi del flusso laminare. Il sangue tende a scorrere in strati cilindrici concentrici: quelli più interni (dove si dispongono i globuli rossi e, un po' più perifericamente, le piastrine) sono più veloci di quelli periferici e più vicini alle pareti. Le piastrine, quindi, non raggiungono la parete endoteliale e questo spiega perché normalmente le cellule non aderiscono all'endotelio e non formano aggregati. Il flusso laminare viene alterato in determinate condizioni (schema 4): - riduzione della velocità del flusso (stasi ematica) - variazione della regolarità del flusso (turbolenza) a) Stasi ematica. È importante soprattutto per il compartimento venoso. Il rallentamento del flusso sanguigno è il maggiore responsabile di trombosi venosa a causa di un maggiore contatto sull'endotelio dei fattori della coagulazione e dellepiastrine: infatti, la modificazione del flusso laminare avvicina le piastrine all'endotelio, favorendone l'adesione; inoltre, è presente un ostacolo alla diluizione e quindi all'allontanamento dei fattori della coagulazione attivati e viene ritardato l'afflusso di inibitori della coagulazione;
b) di una sofferenza ipossica dell'endotelio (legata ad una maggiore estrazione di ossigeno nei capillari congesti, con ridotto afflusso di sangue fresco), la quale induce l'endotelio ad esporre sulla propria superficie il fattore tessutale, riduce al contempo la presenza di trombomodulina e determina rigonfiamento e retrazione delle cellule endoteliali con esposizione del sotto-endotelio;
c) di un minore rilascio di attivatore tessutale del plasminogeno (tPA). In altre parole, la stasi induce uno sbilanciamento della bilancia emostatica endoteliale in senso pro-trombogeno. La riduzione del flusso sanguigno può dipendere da cause generali o da cause
locali.Cause generali:- Insufficienza cardiaca congestizia (insufficienza del cuore destro). Tale situazione si verifica in tutte le situazioni di sbarramento al deflusso del sangue dal cuore destro con conseguente insufficienza cardiaca destra (per es. embolia polmonare, enfisema, fibrosi polmonare, insufficienza cardiaca sinistra, pneumotorace iperteso, emopericardio e pericarditi essudative, ecc.), in cui il flusso sanguigno rallenta in modo significativo e il sangue rimane congestionato a monte dell'atrio destro.
- Patologie che provocano iperviscosità del sangue, come ad esempio:
- Policitemia (stasi nei piccoli vasi)
- Anemia falciforme, dove i globuli rossi deformati causano occlusione vascolare
- Ipergammaglobulinemia monoclonale e macroglobulinemia di Waldenstrom
- A livello delle vene degli arti inferiori (generalmente a livello delle valvole), in particolari condizioni:
- Vene varicose dilatate, dove si verifica una diminuzione della velocità drenata dal flusso sanguigno, ma a causa della sua forma sacculare, il flusso può rallentare fino a causare stasi ematica. Inoltre, anche le malattie delle valvole cardiache possono determinare un ostacolo al flusso sanguigno. Le valvole cardiache sono responsabili di garantire un flusso unidirezionale del sangue all'interno del cuore. Se queste valvole sono danneggiate o non funzionano correttamente, il sangue può tornare indietro (reflusso) e causare una riduzione del flusso sanguigno. Infine, anche la formazione di coaguli di sangue può ostacolare il flusso sanguigno. I coaguli di sangue si formano quando il sangue si coagula in modo anomalo. Questi coaguli possono bloccare parzialmente o completamente i vasi sanguigni, impedendo al sangue di fluire normalmente. In conclusione, ci sono diverse situazioni che possono determinare un ostacolo al flusso sanguigno, sia nelle vene che nelle arterie. È importante prestare attenzione a questi fattori e adottare le misure necessarie per prevenirli o trattarli adeguatamente.stirata, diventando tanto più evidente, quando il cuore si rimpiccolisce durante la sistole e quindi, paradossalmente, si ingrandisce ogni volta che il cuore si riduce di dimensioni, da cui il termine "paradosso". Il sangue tende a ristagnare all'interno di tale aneurisma cardiaco, come nei più comuni aneurismi sacculari dei vasi arteriosi. Altra situazione di ristagno cardiaco è costituita dalle valvulopatie mitraliche (stenosi, insufficienza e steno-insufficienza mitralica): in tali patologie, l'impossibilità di deflusso del sangue dall'atrio sinistro nel ventricolo sinistro nella fase diastolica (stenosi mitralica) o il rigurgito dal ventricolo sinistro nell'atrio sinistro nella fase sistolica (insufficienza mitralica) o la combinazione dei due (steno-insufficienza mitralica) determinano eccessiva dilatazione dell'atrio sinistro, che va incontro ad alterazione della conduzione dello stimolo contrattile dal nodo.seno-atriale a quello atrio-ventricolare, e delle capacità contrattili del miocardio atriale, con conseguente "fibrillazione atriale" (movimenti contrattivi asincroni e vermicolanti della muscolatura atriale, simili a quelli di un sacchetto di plastica pieno di vermi). La fibrillazione atriale non determina contrazioni efficaci dell'atrio sinistro, e quindi il sangue ristagna in tale cavità cardiaca. Nell'atrio sinistro si forma un trombo che si ingrandisce fino a raggiungere quasi le dimensioni dell'atrio stesso (trombo a palla). Tale trombo permette il flusso sanguigno nello spazio che rimane tra il trombo e la parete atriale, ed il sangue con il suo flusso "traumatizza" il trombo determinandone la frammentazione ed il processo di embolizzazione. In patologia umana, infatti, la steno-insufficienza mitralica è tristemente nota come "la malattia embolizzante per eccellenza". E' doveroso notare che il trombo a pallaatriale costituisce una eccezione alla definizione di “trombo”, inquanto non presenta un punto di adesione alla parete vascolare. Questa caratteristica lo rende libero di sbattere nelle pareti cardiache e quindi di frammentarsi con maggiore facilità.
- punti di biforcazione, dove si instaura una condizione emodinamica per cui le piastrine tendono ad aderire sulle pareti più esterne delle diramazioni: infatti, il sangue, urtando contro l’angolo di biforcazione, crea dei vortici con orientamento contrario a quello del senso della
b) Turbolenza. Contribuisce prevalentemente allo sviluppo dei trombi arteriosi e cardiaci, formando vortici e correnti che vanno in senso contrario al flusso sanguigno e sacche di stasi, e tutto questo può causare danno endoteliale. Fenomeni di turbolenza con formazione di vortici si verificano a vari livelli, dove il sangue varia bruscamente di velocità e di direzione, oppure dove trova un ostacolo al suo normale flusso:La circolazione sanguigna è regolata da complessi meccanismi che coinvolgono l'endotelio dei vasi sanguigni. In particolare, si formano dei vortici che "raccolgono" l'endotelio in senso contrario alla sua normale disposizione, creando aree di denudazione soprattutto sulle pareti esterne delle diramazioni stesse. Queste aree possono essere causate da stenosi, che determinano un aumento della velocità del flusso sanguigno e la formazione di vortici a valle della zona di restringimento. Altre cause possono essere placche aterosclerotiche, che ostacolano il flusso sanguigno, trombi murali organizzati rivestiti da endotelio e stenosi arteriose per compressione "ab-extrinseco". In questi casi, l'asportazione del rivestimento endoteliale avviene secondo il meccanismo del teorema di Bernoulli (P1V1 = P2V2 = K; il valore del prodotto ottenuto moltiplicando la pressione e il volume del sangue è costante).
esercitata dal sangue sulle pareti vascolari per la velocità del sangue stesso è una costante; più largo è il calibro del vaso, maggiore la sua pressione e minore la sua velocità, e viceversa). A livello di un restringimento del calibro vascolare il sangue acquista velocità e si precipita a valle del restringimento con bassa pressione ed alta velocità. Già a livello del restringimento la forte velocità del sangue può essere in grado di staccare le cellule endoteliali. Una volta superato il restringimento la colonna di sangue "veloce" urta contro la colonna di sangue più a valle che procede con velocità bassa ed alta pressione e quindi "rimbalza" creando dei vortici con andamento retrogrado. Tali vortici "raccolgono" l'endotelio nel senso contrario alla sua normale embricatura e lo divelgono creando aree di denudazione a valle del punto di restringimento. Infatti è
sintesi dell'ossido nitrico, che a sua volta favorisce l'adesione delle piastrine all'endotelio). - L'infiammazione dell'endotelio è un'altra causa di alterazione dell'endotelio vascolare. L'infiammazione può essere causata da infezioni, malattie autoimmuni o da fattori di rischio come il fumo di sigaretta. L'infiammazione dell'endotelio porta all'esposizione del tessuto sottoendoteliale e all'attivazione delle piastrine e della coagulazione sanguigna. In conclusione, le alterazioni dell'endotelio vascolare sono un fattore chiave nella formazione dei trombi nel cuore e nelle arterie. Queste alterazioni possono essere causate da danni all'endotelio o dall'infiammazione dell'endotelio. Entrambi i meccanismi portano all'adesione delle piastrine all'endotelio e alla formazione di un trombo.di prostaciclina prodotta dalle cellule endoteliali a livello dell'aorta può venire così a prevalere l'attività pro-trombotica dell'endotelio con conseguente predisposizione alla formazione di trombi). Inoltre, nelle trombosi venose, generalmente, la parete vascolare si presenta integra da un punto di vista istologico e quindi fattori estrinseci sembrano avere un ruolo patogenetico determinante nell'insorgenza di tali trombosi (ad esempio, l'attività fibrinolitica rilasciata dalle cellule endoteliali delle vene degli arti inferiori è minore rispetto a quella delle vene di altri distretti; una riduzione del tono venoso può essere un fattore patogenetico importante per l'insorgenza di trombosi venose durante la gravidanza o nelle donne che fanno uso di contraccettivi). Comunque, traumi diretti o alcuni fattori possono indurre danno endoteliale anche a livello del distretto venoso. L'endotelio è un tessuto che riveste l'interno dei vasi sanguigni e svolge un ruolo fondamentale nella regolazione della funzione vascolare. I fattori in grado di produrre un danno all'endotelio sono molteplici e possono essere causati da diversi meccanismi responsabili. Tra i principali fattori che possono danneggiare l'endotelio troviamo: 1. Fattori meccanici: l'endotelio può subire danni a causa di forze di taglio o di trazione esercitate dal flusso sanguigno turbolento o da alterazioni nella pressione sanguigna. Questo può portare a lesioni dell'endotelio e alla formazione di placche aterosclerotiche. 2. Fattori chimici: sostanze chimiche presenti nel sangue, come il colesterolo LDL ossidato, l'omocisteina, i radicali liberi e le citochine infiammatorie, possono danneggiare l'endotelio. Questo può innescare una risposta infiammatoria e promuovere l'adesione delle cellule infiammatorie all'endotelio, contribuendo alla formazione di placche aterosclerotiche. 3. Fattori metabolici: l'endotelio può essere danneggiato da alterazioni del metabolismo, come l'iperglicemia (livelli elevati di zucchero nel sangue) e l'iperlipidemia (livelli elevati di lipidi nel sangue). Queste condizioni possono causare stress ossidativo e infiammazione, danneggiando l'endotelio. 4. Fattori immunologici: il sistema immunitario può giocare un ruolo nel danneggiamento dell'endotelio. Ad esempio, l'attivazione del sistema immunitario può portare alla produzione di anticorpi che possono danneggiare l'endotelio e contribuire alla formazione di placche aterosclerotiche. In conclusione, i fattori in grado di produrre un danno all'endotelio sono molteplici e possono essere causati da meccanismi responsabili come forze meccaniche, sostanze chimiche, alterazioni metaboliche e risposte immunitarie. La protezione dell'endotelio è fondamentale per mantenere la salute vascolare e prevenire malattie cardiovascolari.