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Aumenta anche la vascolare, provocando fuoriuscita di essudato e aumento della
pressione interstiziale. L’essudazione consiste in una fuoriuscita di plasma ad alto PM (<1,020) ricco
di proteine e cellule a causa della retrazione endoteliale. La presenza di essudato può diluire o
tamponare eventuali tossine, mentre le Ig riversate opsonizzano i microrganismi e la fibrina crea una
rete per intrappolarli. Parallelamente viene stimolato il drenaggio linfatico, favorendo la
presentazione dell’antigene.
• IPEREMIA PASSIVA dovuta alla compressione esercitata dall’essudato sulle venule, nonché al
rallentamento del flusso causato dalla costante perdita di liquidi e dalla vasodilatazione. La continua
essudazione provoca “ispessatio sanguinis”.
Nella risposta rapida transitoria assistiamo a fenomeni di lieve entità: ad esempio l’aumento della
fenestrazione e retrazione endoteliale,
permeabilità vascolare è dovuto principalmente alla quest’ultima
venule postcapillari.
tipica delle La retrazione è causata da un riarrangiamento del citoscheletro ed è un
processo reversibile.
danno endoteliale DIRETTO,
A ciò si somma un rapido e protratto, causato dalla stessa origine
dell’infiammazione (lesione tissutale, microrganismi…). Eccezione a ciò è lo sviluppo di una
PERMEABILIZZAZIONE RITARDATA conseguente a danni di moderata entità come le scottature solari.
danno mediato da LEUCOCITI,
Contribuisce attivamente alla permeabilizzazione vascolare anche il VENULE.
prevalentemente neutrofili nelle regioni di adesione leucocitaria, ossia le È un fenomeno di lunga
durata, destinato a concludersi al termine dell’infiammazione.
trancitosi, VEGF.
La infine, è un aumento del traffico vescicolare attraverso le VENULE indotto da
linfadenite e linfoadenopatia
Può insorgere anche reattiva.
neoangiogenesi
Tardivamente si assiste a (finalizzata alla riparazione).
REAZIONE LEUCOCITARIA
Il primo fenomeno alla base del reclutamento leucocitario consiste proprio nelle alterazioni emodinamiche
sopra descritte: l’iperemia e la congestione. La prima serve a reclutare quante più cellule possibili, la seconda
trasforma il flusso laminare con perfetta formazione colonnare centrale in uno più lento, in cui i leucociti
possano avvicinarsi alle pareti vasali (MARGINAZIONE).
fattori chemiotattici
I leucociti migrano seguendo come:
C5a, LTB4, peptidi terminanti in Nformilmet, LPS e IL8.
Sotto stimolazione di PAF, His e Trombina, vengono liberati i Granuli di WeibelPalade contenenti P
Selectina, tipica anche delle piastrine, mentre IL1, TNF e IFN inducono l’espressione di ESelectina. Le
α γ
Selectine legano i residui terminali di a. sialico e fucosio delle GP di superficie, come il Gruppo di Sialil
Lewis. I LEUCOCITI esprimono anche LSelectina (CD34), ma le interazioni fra questi gruppi sono modeste
ROTOLAMENTO.
e consentono il solo integrine,
Perché avvenga l’arresto è necessaria l’ulteriore interazione fra la cui espressione in forma più
“avida” è favorita da TNF e C5a e LTB4.
α
VLA4 (L) lega la VCAM1 (E), un’Ig
LFA1/MAC1, che se deficitaria causa la sindrome da deficit di adesione leucocitaria 1, lega invece ICAM1
(E)
Infine i leucociti esprimono CD 44 per interagire con le proteine della matrice extracellulare.
attivazione
I leucociti richiedono da parte di specifiche molecole:
IL8,(x IL1, TNF ,
PMN giungono precocemente e in numero massiccio: N) LTB4, le opsonine
α
C5a, C3b, iC3b, le porzioni Fc delle IgM e IgG e infine i peptidi Nform. Una volta attivati,
degranulare, fagocitare ed effettuare l’oxidative burst.
neutrofili possono I granuli neutrofilici si
distinguono in Azzurrofili, PLA , MPO SerProteasi
Primari, o ossia lisosomi contenenti e
o 2
Specifici, lattoferrina, lisozima e collagenasi
Secondari, o simili ai primari con in più
o gelatinasi
Terziari, presenti al polo di trazione, contenenti per degradare durante
o l’avanzamento il collagene amorfo e la fibronectina della ECM
e vengono secreti in quest’ordine. In casi particolari, come il “rigurgito da pasto”, la fagocitosi
frustrata o la morte del PMN (es. lisi da cristalli di urato), il contenuto cellulare viene disperso
all’esterno in maniera incontrollata, procurando importanti danni tissutali.
Macrofagi giungono dopo circa 48 ore, per migrazione dei monociti dal torrente ematico. Sono
attivati da IFN , LPS, PAF, la fibronectina e l’ATP, sì da poter effettuare il riconoscimento e la
γ
fagocitosi di elementi estranei, organici quanto inorganici. In alcuni casi si tenta una distruzione
senza fagocitosi.
riconoscimento MBL,
Il avviene attraverso la che riconosce la parete batterica, attraverso i
o scavenger receptors
2 tipi di (per LDL modificate e batteri), i recettori per le opsonine
CR1, FcR, Mac1/ICAM1.
quelli delle Ig e infine
La fagocitosi è un processo dipendente dalla riorganizzazione dell’actina, pertanto condivide
o alcune vie di segnalazione con la chemiotassi.
La distruzione può essere ossidativa o enzimatica. L’oxidative burst è un processo che
o innalza fortemente il metabolismo cellulare in quanto sfrutta ossigeno molecolare per la
NADPH ossidasi
formazione di ROS. Il processo è inizialmente catalizzato dalla O +
2
.
+
NADPH = O + NADPH L’anione superossido, non molto reattivo, decade spontaneamente
2 MPO
in H O . L’acqua ossigenata viene quindi utilizzata come substrato dalla per la sintesi
2 2
ipoclorito idrossile
di (HOCl OCl ) oppure (reazione di Fenton in presenza di Fe ). In
2+
→
alternativa, il superossido può essere convertito in perossinitrito reagendo con NO ONOO.
→
La distruzione non ossidativa sfrutta invece le idrolasi, il lisozima, la defensina, la
lattoferrina, la proteina battericida sui Gram.
In seguito, i macrofagi presentano gli antigeni derivanti dai patogeni distrutti ai Linfociti T,
o attivandoli, e producono citochine proinfiammatorie e attivanti i linfociti (IL12 per T 1 e
H
NK, ma anche IL6)
Sia nei macrofagi che nei neutrofili può avvenire che vi siano difetti di fagocitosi:
Sindrome di ChediakHigashi, causata da difetto nel traffico vescicolare
Malattia Granulomatosa cronica Xl
Deficit di MPO
Difetti di adesione tipo 1 (LFA1/ICAM1) o 2 (assenza sialilLewis e alterazione E e P sel)
Sindrome di Job da IperIgE
Immunosoppressione
Diabete
Malattie croniche debilitanti
Gravi traumi o ustioni
Infezioni incontrollate
Naturalmente, le risposte innescate contro i patogeni comportano anche importanti danni tissutali, sebbene
vengano secreti inibitori delle proteasi ( 1antitripsina, 2macroglobulina) per proteggersi almeno
α α
parzialmente dagli enzimi lisosomiali.
MEDIATORI DELL’INFIAMMAZIONE
PREFORMATI
Istamina, che induce vasodilatazione (H2 receptor), fenestrazione e aumento della dintesi di PG. A
1. livello distrettuale, inoltre, induce broncocostrizione e prurito (H1), secrezione di muco (H2), mentre
gli effetti sistemici sono ipotensione e cefalea. Principale stimolo alla sua secrezione da parte di
mastociti e basofili l’attivazione degli FcR per IgE e il CR1
Serotonina, piastrine
prodotta dalle che la immagazzinano nei corpi densi e la secernono su stimolo
2. del PAF o dell’aggregazione, ha effetti simili a quelli dell’istamina.
Anafilotossine C3a C5a, inducono vasodilatazione, permeabilizzazione e secrezione di Istamina (i
3. prodotti di degradazione della Plasmina sono attivatori)
Chinine callicreina
attivate dal fattore di Hageman XIIa, che cliva la precallicreina in (la quale
4. bradichinina
attiva a sua volta XII), responsabile del clivaggio della (vasodilatazione e dolore) e del
plasminogeno (fibrinolisi). Le chinine hanno emivita breve per via delle chininasi
Cascata della coagulazione porta all’attivazione delle chinine, della plasmina e conseguentemente
5. del complemento, e alla flogosi indotta dalla Trombina
PAF (PLA ) induce permeabilizzazione e vasodilatazione in maniera molto più forte dell’istamina:
6. 2 attivazione piastrinica,
prodotta infatti dalle cellule endoteliali e i leucociti, i suoi effetti includono
di neutrofili, macrofagi nonché broncocostrizione.
NEOFORMATI
Derivati dell’acido arachidonico
1. Vasocostrittori: TXA , LT C, D, E 4
a. 2
Vasodilatatori, algogeni: PGI , PGE 1 e 2, PGD
b. 2 2
Permeabilizzanti: LT C, D, E 4
c. Chemiotattici: LTB , lipossine, HETE (acido idrossieicosatetraenoico)
d. 4
Citochine CSF, IL, chemiochine. Le più importanti: TNF e IL1
2. α
PROTEINE DELLA FASE ACUTA
Proteina C reattiva, un’opsonina legante la parete batterica e C1. Attiva il complemento e induce
fagocitosi, chemiotassi e favorisce l’attività dei NK
Siero amiloide A, che inibisce IL1, TNF e burst ossidativo
α
Siero amiloide P
Inoltre aumentano proteine già presenti normalmente, come le inibitrici delle collagenasi ( 1
α
antitripsina e 2macroglobulina), il fibrinogeno, la MBL
α
Si riducono, viceversa, l’albumina e la transferrina (il ferro viene depositato nei tessuti)
DERIVANTI DAL SN
Sostanza P, CGRP, SIH, VIP, Neurochinina A e B.
RECETTORI
I recettori si distinguono in superficiali e intracellulari. Esistono diverse famiglie di recettori di superficie:
Accoppiati a proteine G, come i recettori del PAF, del LTB e di alcune chemiochine
Delle opsonine: FcR, CR, MBLR
Della famiglia delle ematopoietine: legano EPO, alcune IL e GMCSF
Della famiglia del TNF, omotrimerici o eterotrimerici
TLR sono 10 recettori operanti nell’immunità innata e sensibili a LPS, LTA, vdsDNA, Flagellina.
Iniziano ad apparire sempre più rilevanti, invece, i recettori intracellulari: i NODs. Essi sono in grado di
riconoscere non solo i PAMPs ma anche i segnali di pericolo (DAMPs) e, in risposta, si assemblano in
composti ad alto peso molecolare che controllano la maturazione del leucocita e la secrezione di
interleuchine come IL18 e IL1 .
β NOD, NLRP e IPAF.
I NOD comprendono 22 geni divisi in 3 famiglie:
NOD1/2 riconoscono i prodotti di degradazione della parete batterica, p.e. muramildipeptide, quindi
oligomerizzano e reclutano RIP2 via interazione CARDCARD. Il complesso porta all’attivazione di NFkB,
caspasi infiammatorie
che induce la sintesi di proIL1 . Quest’ultima può essere attivata solo dalle 1,