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INFIAMMAZIONE CRONICA
L'infiammazione cronica è l'effetto di uno stimolo lesivo persistente, spesso per settimane o mesi, che comporta un'infiltrazione di elementi mononucleati o una proliferazione di fibroblasti (le cellule cambiano e si modificano in questo modo, compare la cellula caratteristica dell'infiammazione). Persiste il processo infiammatorio e contemporaneamente inizia il processo riparativo.
Un danno tissutale compatibile con la sopravvivenza del paziente può evolversi in tre modi:
- Risoluzione
- Cicatrizzazione: sostituzione completa di tessuto cicatriziale
- Flogosi cronica: convive sempre con i processi di riparazione (può anche durare per tutta la vita dell'individuo, quando la causa dell'infiammazione è all'interno dell'organismo e quindi è impossibile che venga perso, classico delle reazioni infiammatorie legate all'autoimmunità)
CAUSE di INFIAMMAZIONE CRONICA
Flogosi persistenti causate...
da alcuni microrganismi intra-cellulari (Il bacillo della Treponema pallidum tubercolosi, o il ed alcuni funghi sono a bassa "tossicità" ed inducono nel tessuto una risposta (reazione granulomatosa, caratterizzata da cellule specifiche)) Prolungato contatto con materiali non degradabili che attivano subito una risposta cronica e processi deformanti da individuo a individuo (Particelle di silice che possono entrare all'interno del polmone danneggiando i macrofagi e producendo sostanze che richiamano altri macrofagi, la silice rimane costantemente nel tessuto ed il processo si ripete. Grossolani corpi estranei come ad esempio del filo chirurgico, del collagene iniettato a scopi estetici) Aterosclerosi: indurimento della parete delle arterie scatenata dalle LDL che si infiltrano nella parete del vaso Persistenza di stimoli lesivi endogeni (acido gastrico nell'ulcera peptica con perdita del tessuto fino a compromettere i vasi sottostanti, fumo di...)sigaretta nella bronchite cronica)Malattie autoimmuni nelle quali non si può eliminare lo stimolo perché è una risposta contro i propri antigeni (Artrite reumatoide, Lupus eritematoso)
Inadeguata risposta dell'ospite alle infezioni (malattia granulomatosa cronica)
FLOGOSI CRONICA E CELLULE
Le cellule che vi intervengono sono soprattutto linfociti, macrofagi e, talvolta, plasmacellule: e quindi l'essudato leucocitario nella flogosi cronica viene definito come mononucleato in contrasto al termine di polinucleato col quale si indica quello della flogosi acuta.
FLOGOSI CRONICA e INFIAMMAZIONE 83
La flogosi cronica si estende per un tempo sufficiente all'attivazione del sistema immunitario, e spesso comporta la modificazione dei tessuti, con sia variazioni degli antigeni propri sia con la presenza di antigeni estranei: reazione immunitaria e flogistica sono quindi spesso aspetti di un unico fenomeno
INSORGENZA DI UNA FLOGOSI CRONICA
può verificarsi in due modi:
- Essere conseguenza di una situazione di acuzie
- Manifestarsi come tale ab initio
Il passaggio dalla forma acuta cronica si verifica nei casi quali la forma acuta non riesce a risolversi:
- Alla azione di un agente lesivo che non può essere eliminato
- Ad una qualsiasi anomalia nei processi di guarigione
- Per esempio, un focolaio di flogosi batterica nel polmone iniziata come infiammazione acuta, nel caso non si risolva può dar luogo ad una grave distruzione parenchimale, con formazione di una cavità nella quale il processo infiammatorio resta attivo, sino ad evolvere in ascesso polmonare cronico.
FLOGOSI CRONICA AB INITIO
Una flogosi cronica può iniziare come tale:
- Flogosi persistenti causate da alcuni microrganismi intra-cellulari
- Il Mycobacterium tuberculosis, o il Treponema pallidum (agente eziologico della sifilide) ed alcuni funghi sono a bassa "tossicità" ma evocano una risposta infiammatoria cronica
invaso da neutrofiliAl di sotto di questo strato si trovano grandi quantità di linfociti e macrofagi, e qualche plasmacellulaAncora più in profondità si apprezza una densa fibrosi, che è il segno della cronicità dell’ulceraPATOGENESI dell’ULCERA PEPTICAL’ulcera peptica è una lesione dello stomaco odel duodeno provocata dalla digestione dellaparete da parte dei succhi gastrici (è la piùfrequente).L’ulcera peptica è una malattia multifattoriale incui un ruolo prevalente viene esercitato da unainfezione con Helicobacter pylori. L’Helicobacterpylori è un commensale comune nello stomaco esolo in casi particolari (cofattori) colonizza inmodo massiccio la mucosa dando luogo ad unvero focus infettivo.L’ulcera peptica è una lesione cronica in cuiconvivono riparazione e flogosi senza che ci sianormalmente guarigione. Questa infiammazionecomincia a livello dell’antro
(piega inferiore che precede il piloro e poi il duodeno) dello stomaco, poi coinvolge piloro e duodeno. Alla fine il duodeno va incontro ad un fenomeno di metaplasia (l'epitelio si trasforma in una mucosa muco-secernente) e questa condizione favorisce l'insediamento dell'Helicobacter pylori. Il fenomeno infiammatorio diventa cronico e trova la sua causa nella colonizzazione da parte del batterio (eccesso o riduzione di secrezione gastrica).
L'ulcera peptica può evolvere benignamente con cicatrizzazione, può diventare perforante con evento clinico d'emergenza, può sanguinare in modo non massiccio ma protratto nel tempo e dare edema, oppure sanguinare in modo massiccio per corrosione di un vaso importante dando luogo ad un'emergenza medica. Alcune ulcere possono, inoltre, essere considerate lesioni precancerose (carcinoma gastrico), anche se di per sé il batterio non è in grado di indurre modificazioni da parte del DNA (non lo si).
può considerare cancerogeno), ma è responsabile dell'infiammazione cronica. Gli individui che hanno la predisposizione alla colonizzazione da parte del batterio spesso poi vengono nuovamente infettati. Sembra che alcune forme di linfoma possano essere causate dall'Helicobacter pylori. Le CELLULE dell'INFIAMMAZIONE CRONICA La flogosi cronica è caratterizzata dalla presenza di cellule "mononucleate": - Macrofagi - Linfociti - Plasmacellule - Fibroblasti: i mediatori che vengono liberati nel corso dell'infiammazione cronica hanno la capacità di richiamare fibroblasti che producono matrice extracellulare e collagene. Quadri riparativi accompagnano spesso la flogosi cronica, e quindi fibroblasti e collagene sono continuamente frammisti con le cellule dell'infiammazione cronica. Spesso la riparazione comporta anche la presenza di neo-angiogenesi = neo-proliferazione di tessuti e, quindi, proliferazione di vasi. Tutto questo aspetto diLa coesistenza fa sì che le infiammazioni croniche siano definite come delle risposte di tipo tissutale, mistoflogosi (quella acuta è di tipo vascolare, angioflogosi).
Macrofagi nei focolai di flogosi cronica
I macrofagi nei focolai di flogosi cronica derivano dai monociti circolanti e fuoriescono dai vasi sotto l'influenza di fattori chemiotattici. La presenza di fattori derivati dai linfociti è un importante meccanismo grazie al quale i macrofagi continuano ad affluire ed accumularsi nei focolai dell'infiammazione cronica. Una volta nei tessuti, i macrofagi hanno la capacità di sopravvivere per tempi lunghissimi (al contrario dei granulociti neutrofili). I macrofagi hanno scarsa capacità di dividersi ed assumono una forma poligonale e vengono definiti epitelioidi. Inoltre, tendono a fondersi tra loro (sincizi) e la loro fusione può portare alla formazione di cellule multinucleate, dette giganti (per la presenza di questi nuclei sono ben riconoscibili).
Vanno incontro a morte disgregandosi e liberando il contenuto necrotico all'interno del macrofago, con conseguente lesione del tessuto.
Eosinofili
Gli eosinofili che si vedono in alcuni casi di flogosi cronica sono elementi caratteristici della risposta infiammatoria causata da parassiti multinucleati.
Linfociti
I linfociti presenti nell'infiammazione cronica sono coinvolti in risposte immunitarie umorali e soprattutto cellulo-mediate. Molti stimoli capaci di suscitare una flogosi cronica, come i micobatteri, sono anche antigeni e quindi in grado di evocare una risposta immune. Si osservano linfociti anche in focolai di flogosi cronica senza apparente coinvolgimento immunitario, come nel caso di flogosi da corpi estranei. In tutte le flogosi con danno tissutale vengono liberati antigeni.