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ALTERAZIONI DEI GLOBULI ROSSI:

 Se nello stesso campione ci sono GR di varia dimensione si parla di ANISOCITOSI: è espressa dal parametro RDW

(Red-cell Distribution Widht).

 Se nello stesso campione ci sono GR di diversa forma si parla di POICHILOCITOSI. I globuli rossi hanno perso la

loro forma a lente biconcava e possono rappresentare estroflessioni, possono essere a forma di lacrima, possono

essere stomatociti (a forma di bocca), etc. Laddove v’è poichilocitosi, spesso vi può essere anche anisocitosi.

INDICI ERITROCITARI veri e propri sono 2 e sono frutto di un calcolo:

- contenuto cellulare medio di Hb:

MHC (Mean Cell Hemoglobin) si ottiene con un rapporto Hb (g/l)/RBC (milioni/µL).

Esprime la quantità di Hb nel singolo GR, range 27-33 pg/GR. Un valore più basso potrebbe essere anche dovuto

al fatto che il globulo rosso è più piccolo.

- concentrazione cellulare media di Hb:

MCHC (Mean Cell Hemobglobin Concentration). Si ottiene con un altro rapporto Hb (g/dl)/Ht.

Esprime la proporzione di Hb rapportata all'ematocrito. Range 33-36 g/dl questo parametro può essere un po' più

informativo del precedente. In questo caso la dimensione dei globuli rossi non ha importanza. Un valore basso

indica che l’emoglobina è poca rispetto a quanto dovrebbe essere per la massa di globuli rossi circolante.

NORMOCROMIA: corrisponde ad una normale colorazione del GR nello striscio. Corrisponde a normali MCH

e MCHC. Se faccio uno striscio di sangue vedo i GR con una colorazione emoglobinica prossima al normale

che riempie i 2/3 del GR lasciando un alone che corrisponde alla parte più sottile del GR ( 1/3 della foggia di

disco biconcavo del GR).

IPOCROMIA: indica una diminuzione del contenuto emoglobinico dei GR. Nello striscio aumenta l’area

pallida centrale del GR. In questo caso variano MCH e MCHC (MCHC è diminuito mentre MCH è variabile).

RETICOLOCITI

Il valore dei reticolociti non è un dato che viene fornito di default in un normale emocromo. Per fare la

valutazione dei reticolociti si doveva, fino a poco tempo fa, fare una procedura particolare che serviva ad

individuarli in maniera tale da quantificarli. I reticolociti sono GR particolarmente “giovani”. Sono stati

immessi nel torrente circolatorio da poco, sono dotati di tutte le caratteristiche di elasticità proprie del GR

ma ancora presentano al loro interno ribosomi ed acidi nucleici (mRNA che servivano alla trascrizione delle

catene globiniche). Questi permangono ancora per un po’ nel GR ma dopo pochi giorni tenderanno a

dissolversi ed il GR assumerà la sua forma tipica a lente biconcava. Questo materiale reticolato veniva messo

in evidenza con colorazioni particolari per i reticolociti (è materiale acidofilo [mRNA] e veniva usato il blu di

metilene). I reticolociti in un soggetto che abbia normale ematopoiesi della serie rossa devono essere tra lo

0,5% - 1,5% dei GR.

Quand'è è che si necessita di questa informazione? Quando deve essere richiesto il valore dei reticolociti?

Deve essere richiesto quando si pensa che variazioni del numero dei reticolociti possano supportare la

nostra ipotesi diagnostica, ad esempio, se abbiamo davanti un soggetto giovane che ha subito una copiosa

emorragia.

Una % di reticolociti superiore alla media ci dice 2 cose:

 Che è arrivato al midollo una richiesta maggiore di immissione in circolo di cellule del sangue perché c’è

stato un qualche evento che ne richiede il rimpiazzo.

 L’informazione vera è che il midollo sa rispondere a questa richiesta, si è adoperato per aumentare l’attività

delle cellule ematopoietiche ed ha risposto in modo corretto a quel tipo di richiesta (aumenta l’attività delle

isole ematopoietiche).

GLOBULI BIANCHI - LEUCOCITI

Sono detti leucociti perché quando sottopongo una provetta di sangue a centrifugazione coagulato abbiamo

una massa di GR che si raccoglie sul fondo ed immediatamente sopra un reticolo biancastro che contiene le

cellule nucleate del sangue. Sono tutte cellule nucleate suddivise in diverse popolazioni.

Abbiamo 3 popolazioni che sono accomunate dalla definizione di “polimorfonucleati e granulociti” ma che

poi si distinguono a loro volta in:

- Polimorfonucleati neutrofili

- Polimorfonucleati eosinofili

- Polimorfonucleati basofili

Abbiamo poi:

- Linfociti

- Monociti

I GB sono esaminati con particolari metodiche, suddivisi per popolazioni, facendo infine la cosiddetta

FORMULA LEUCOCITARIA: espressione in % delle diverse 5 categorie di GB.

• neutrofili 60-70% 65%

• linfociti 20-30% 25%

• monociti 2-8% 5%

• eosinofili 2-4 % 3%

• basofili < 1 % < 1 %

I valori di riferimento dei GB totali è il primo parametro che ci viene fornito. Il range è compreso tra 4.000 –

10.000 elementi totali /μL.

GRANULOCITI NEUTROFILI: Hanno un diametro 12-15 μm, sono di medie dimensioni. Sono fagociti giacché

hanno materiale granulare al loro interno visibile al MO con una colorazione di May-Grunwald e Giemsa.

Hanno granuli contenenti enzimi che sono in grado di digerire materiale estraneo che possa essere entrato

all’interno della cellula mediante il processo di fagocitosi. I granulociti neutrofili sono richiamati mediante

stimoli chemiotattici laddove è presente un processo infiammatorio in atto. Devono cercare di rimuovere lo

stimolo infiammatorio e rimuovere sempre tramite fagocitosi i materiali e i detriti cellulari. Sono definiti

“neutrofili” perché con la colorazione di May-Grunwald e Giemsa che contiene coloranti acidofili e basofili il

materiale dei granuli è molto abbondante ed assume entrambi i coloranti conferendo un colorito globale

“neutro”. Sono presenti in un range di riferimento tra i 40% - 70% dei GB. Presentano un unico nucleo ma

che ha la caratteristica di avere delle strozzature tali per cui vi sono dei lobi legati da sepimenti di cromatina.

I neutrofili sono gli elementi che si presentano aumentati nel sangue in reazione ad un processo flogistico.

La risposta di fase acuta si può individuare con degli esami del sangue dove compare un aumento

di granulociti.

NEUTROFILIA: aumento dei granulociti neutrofili. Solitamente si ha in seguito ad una risposta infiammatoria.

NEUTROPENIA: riduzione dei granulociti neutrofili, dovuta a processi infettivi ma anche a terapie

farmacologiche, che agiscono sulla risposta ematopoietica della serie bianca.

GRANULOCITI EOSINOFILI: hanno un diametro di 15-18 μm. Si rende molto più evidente il materiale

granulare mentre il nucleo appare con lobature più spesse tenute insieme da un unico sepimento. A volte

queste lobature si foggiano per dare una “lobatura ad occhiale”. Le granulazioni sono molto evidenti

assumono bene il colorante eosina che conferisce al citoplasma, dove i granuli sono fittamente stipati, una

colorazione rosso-arancio. Range di riferimento: 0% - 5% dei GB; è quindi difficile definire un’EOSINOPENIA.

Un’EOSINOFILIA si associa a 2 possibilità: soggetto con allergia (granuli eosinofili hanno sostanze che

intervengono nei processi della flogosi allergica) oppure parassitosi.

GRANULOCITI BASOFILI: Hanno un diametro di 12-14 μm. Presentano un aspetto di masserella molto

colorata. La cellula è fittamente stipata di granuli il cui contenuto assume il colorante blu-nero. Sono cellule

che assomigliano ai mastociti (per i suoi marcatori di membrana). I mastociti tuttavia non si ritrovano nel

sangue periferico ma si ritrovano solo nei tessuti periferici. Hanno però una forma totalmente diversa dai

basofili: sono grandi e con pseudopodi e ricchi di granuli (con istamina). Dal momento che i marcatori di

superficie sono molto simili, si ritiene che gli basofili siano i precursori dei mastociti che ad un certo punto

abbandonano il torrente ematico, si localizzano nel tessuto e finiscono la loro fase differenziativa

diventando mastociti. Quando nell'organismo si verifica una reazione allergica determinata dal contatto con

un allergene - un esempio classico: i pollini delle piante in primavera - i basofili entrano in gioco rilasciando

le sostanze in essi contenute, che sono: istamina, eparina (sostanza anticoagulante) e citochine. I basofili nel

torrente ematico sono molto pochi: la loro percentuale è compresa tra 0% - 1% dei GB. Se la loro

percentuale aumenta si deve pensare a qualche patologia di tipo ematologico:

- Morbillo

- Epatite acuta

- Insufficienza renale cronica

- Leucemia

- Pertosse

- Diabete mellito

- Tubercolosi

LINFOCITI: Appartengono alle cellule mononucleate. Hanno dimensioni tra i 7-12 μm (hanno le dimensioni

più piccole tra tutti i GB). Sono caratterizzati da un elevato rapporto nucleo/citoplasma. Laddove si può

vedere questa sottile semiluna di citoplasma (debolmente basofila) essa non presenta granulazione. Non

hanno granuli visibili. Sono cellule dell’immunità specifica. Sono presenti nel torrente ematico quale

seconda popolazione più abbondante dopo i neutrofili. Il range di riferimento è 19% - 48% dei GB. Questo

caratterizza una formula normale; se troviamo un caso in cui i LINFOCITI sono in percentuale superiore ai

neutrofili, ci troviamo in una situazione definita come inversione della formula. Essa può essere stata

causata da un vero aumento dei linfociti circolanti, quindi una condizione di LINFOCITOSI ASSOLUTA, o da

una diminuzione dei neutrofili, quindi una LINFOCITOSI RELATIVA o NEUTROPENIA ASSOLUTA.

I linfociti circolanti sono di 3 tipi: linfociti B, T, e NK. Questi ultimi non hanno recettori specifici come i

linfociti T e B ed appartengono ad un’immunità un pochino più aspecifica. Queste 3 classi di linfociti al

vetrino risultano assolutamente indistinguibili tra di loro. La differenziazione dei linfociti talvolta può essere

un’informazione necessaria: in alcune immunodeficienza vi è una linfopenia, dovuta ad una selettiva

diminuzione di una di queste popolazioni che possiamo distinguere. Al laboratorio dobbiamo quindi richiede

un’immunofenotipizzazione. Essa è un’analisi svolta con il citofluorimetro che distingue in base a marcatori

superficiali.

MONOCITI: non presentano lobature nel nucleo. Hanno un diametro di 15-20 μm. Hanno un grande nucleo

(che può assumere forma a fagiolo o reniforme), il quale è immerso in una grande quantità di citoplasma,

debolmente azzurrofilo e che non presenta granuli macroscopicamente visibili ma che conferiscono al

citoplasma dei monociti un aspetto a “vetro smerigliato”. I monociti sono i precursori dei macrofagi. Hanno

attività macrofagica per la quale si modificano in termini di forma e funzionalità una volta che ne sono stati

richiamati dal focus infiammatorio: aumentano la quantità di materiale enzimatico presente nei granuli

acquisendo capacità macr

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Publisher
A.A. 2014-2015
21 pagine
6 download
SSD Scienze mediche MED/46 Scienze tecniche di medicina di laboratorio

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vale.amb.juve di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Medicina di laboratorio - patologia clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Caponi Laura.