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Uno dei maggiori esponenti della letteratura italiana, il maggior poeta che ha trionfato per decenni
nelle scuole, viene presentato come l’uomo che è uscito dalla sventura e attraverso il perdono è
diventato il predicatore, poeta di buoni sentimenti e delle piccole cose. La sua personalità è
complessa e oscura sotto alcuni punti di vista e si guarda a questo lato oscuro e non all’autoritratto,
visto come poeta delle ossessioni, che introduce novità sconvolgenti nelle sue opere, oscurità che
nasconde sotto l’ingenuità di un fanciullo. Pascoli è l’unico grande poeta italiano che raccoglie
l’eredità del simbolismo francese anche se non è un poeta maledetto, anzi è il pota vate. Nasce a
San mauro di Romagna, nel 1855 primo di 8 figli. Il padre è amministratore dei principi di Torlonia,
quando Giovanni ha 10 anni il padre muore ucciso e non viene mai individuato il colpevole ne il
movente. Con la morte del padre la famiglia si distrugge, dopo pochi anni muore la madre di dolore
e per varie malattie 3 fratelli. Tra i fratelli c’è poi chi entra in collegio e che deve lavorare per
vivere. A 11 anni la sua vita non cambiò molto in quanto rimarrà nel collegio ad Urbino dov’era per
studiare. Era un alunno eccezionale ed eccelleva nelle materie classiche. Sarà anche compositore in
lingua latina. Completati gli studi classici nel 1863 si iscrive all’università nella facoltà di Bologna,
entra nella cerchia dei discepoli di Carducci. Nel 1869 è costretto ad interrompere gli studi perché
mancano i sussidi, si avvicina all’internazionale dei lavoratori e comincia a seguire dei gruppi
anarchici, e verrà arrestato rimanendo in carcere per 3 mesi, una volta scarcerato riprende gli studi e
nel 1882 si laurea. Subito cerca un lavoro per necessità. Comincia a insegnare a Matera, a Massa e a
Livorno, raggiunta una certa stabilità economica invita a vivere con lui le sue sorelle Ida e Maria
volendo cosi ricrea il nucleo familiare e crea un rapporto troppo morboso, quando la sorella Ida si
sposa egli è travolto da una gelosia. Vivrà tutta la vita con Maria, hanno un rapporto cosi morboso
tanto che quando uno dei 2 fa dei progetti di matrimonio l’altro tenta di ostacolarli. Nel 1891
pubblica “Myricae” (tratto da Virgilio) ottenendo un grande successo e vincendo un concorso di
poesia latina ad Amsterdam, prima di una lunga serie. Raggiunta la notorietà diventa docente
universitario di lingua e letteratura latina, dopo un anno a Bologna fu docente a Messina e Pisa. Il
tempo libero lo passa a Castelvecchio di Ludigiana in Toscana dove aveva comprato una villa per
creare uno sfondo d’infanzia al nucleo familiare.
Myricae -1871. Preso da un verso di Virgilio: "Non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici”.
Allude al carattere umile dei tempi, dopo una prima edizione ne scriverà altre ampliandole. Ci sono
temi campestri e il ricordo della tragedia familiare, un’altra raccolta è quella dei canti di
Castelvecchio, località dove il poeta aveva comprato una villa e ci viveva con la sorella. L’opera è
formata da circa 70 componimenti scritti tra il 1897 e il 1908, hanno gli stessi temi di Myricae ma
sono ampliati e sono più complessi. I primi e i nuovi poemetti sono le due parti dove il poeta
raccoglie dei poemetti e poi fa un'altra raccolta più ampliata fino al 1909, i componimenti sono in
terzine, parte di questi descrivono le occupazioni quotidiane di una famiglia contadina, nuovi temi
di argomento cosmico, umanitario e sociale. I poemi convitali, chiamati cosi perché nel 1895 li
scrisse su una rivista, il convito. Gli argomenti di questa raccolta vengono dalla mitologia e dalla
storia classica, usa l’endecasillabo sciolto. Gli odi e inni, pubblicate nel 1906, usa varie forme
metriche, da terzine a nuove strutture ardite che imitano la metrica greca. Sviluppa temi civili ed
umanistici, si ispira alla cronaca, parlando dei moti del 1898, dell’uccisione del re Umberto I, delle
spedizioni polari e delle guerre coloniali. Dopo il 1905 la poesia assume un carattere epico,
compone raccolte dal toni epici. Nel 1909 “canzoni di Re Enzo” nel 1911 i poemi italici e gli
incompiuti poemi del risorgimento, pubblicati nel 1913. la produzione in versi è molto varia, inoltre
scrisse anche versi latini, sviluppa temi in maniera singolare: presenta la natura, lo spazio dagli
eventi più grandi alla descrizione di un petalo, sviluppa temi storici, spazia dalla storia antica a
quella risorgimentale all’attualità. Nella sua opera da pari importanza ai semplici eventi privati e a
quelli collettivi.